Senato, caccia alle specie protette – Va avanti a tutta birra il Ddl...

E' ora oramai lo sanno anche le pietre che l'ISPRA e palesemente di parte animalista e i suoi studi fanno più acqua di uno scolapasta.
 
ma quando se decideranno a tagliare queste spese inutili,o serve per far arricchire gli amici degli amici o compagni dei compagni?e non trovano i soldi per non aumentare l'iva che sciocchezze ragazzi i barbieri da 300.000 euro l'anno,ecc.ecc ci vorrebbe una personalita' antica pe rimettere a posto un po' tutti sti ladroni.
 
Alt per non aumentare l'IVA c'è la soluzione, togliere i finanziamenti ai giornali (se non vendi, chiudi), ai parchi (tanto non ci va nessuno), Alle associazioni animaliste (che paghino come noi), togliere lo sgravio fiscale per i soldi dati ai calciatori (e ora che lo stipendio sia drasticamente ridotto), togliere la diaria ai rifugiati politici (ne abbiamo solo 10 nel mio condominio, francamente mi sembra una presa per i fondelli). Solo con queste misure rientrerebbero delle cifre che sono altamente difficili da quantificare, senza tutti gli altri sprechi presenti in italia.
 
Una recente sentenza della Corte Costituzionale , la 16/2012 inerente alla Legge Regionale della Sardegna sulle cacce in deroga attesta che gli studi sulla fauna selvatica relativamente a tale mezzo di controllo possono essere certificati indistintamente dall'ISPRA e dall'Istituto Regionale della Funa Selvatica. tale organo è presente nella legge regionale sulla caccia della sardegna la 23/98 proprio da tale periodo. Ritengo che tale sentenza sia alla base delle modifiche inserite nel ddl di cui si parla in questo forum.
 
Tradotto significa che l'ispra diventera' un ente senza potere decisionale e dunque per far risparmiare i cittadini contribuenti c'e' da chiedersi chi lo paghera' qualora dovesse continuare ad esistere ?
 

Alberto 69

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.... contenente anche le norme filo regioni (venatorie).
Tra poche ore scade il termine di presentazione degli emendamenti.
Il due luglio, invece, il ddl arriva in Aula.


Una esigenza impellente di procedere ad una consistente riduzione delle infrazioni che gravano in capo all’Italia.In tal maniera il presidente della XIV Commissione (Politiche dell’Unione Europea) Senatore Vannino Chiti, ha esposto i serrati lavori ai quali dovranno sottostare i disegni di legge 587 (Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2013) e 588. Quest’ultimo è relativo alle “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2013“. Tra i suoi articoli anche quelli relativi alle cacce in deroga a specie protette e particolaremtne protette.Il Senato, però, rischia di approvare una riforma che invece di risolvere la procedura di infrazione, potrebbe fornire un’escamotage per tali cacce. Già in più occasioni proprio queste modalità venatorie sono state oggetto di intervento dei TAR, della Corte Costituzionale ed infine della Corte di Giustizia europea. Nella fattispecie l’Italia è ora alla sua seconda procedura di infrazione.In pratica quello che si vorrebbe, grazie ad una concertazione insindacata avvenuta in seno alla Conferenza Stato-Regioni, è togliere l’esclusività dell’ISPRA sui pareri che hanno più volte bocciato le autorizzazioni delle Regioni in favore delle cacce in deroga. Come è noto l’ISPRA è l’organo tecnico al quale lo Stato ha affidato anche alcuni compiti sulla gestione della fauna selvatica. Un sogno, più volte dichiarato da alcuni politci vicini agli ambienti dei cacciatori, è di portare la scelta tecnica nell’ambito di non meglio precisati istituti regionali. E’ quello che ora propone il ddl 588.Dunque, lunedì 17 alle ore 19.00 scadranno i tempi di presentazione degli emendamenti. La Commissione dovrà poi licenziare i due testi (ossia approvare i relativi emendamenti e subemendamenti) nelle giornate di mercoledì 26 e giovedì 27 giugno. Si ricorrerà nel caso alle convocazioni notturne. Il 2 luglio il testo arriverà in aula.Nel ddl sono altresì previste le sanzioni per chi non ottempera alla Direttiva sulla protezione delle galline ovaiole oltre che norme riguardanti gli equidi.In merito ai provvedimenti considerati nel Ddl 588 il presidente Chiti ha dichiarato che se le procedure non verranno “sanate celermente, rischiano di tradursi in tangibili sanzioni pecuniarie, le quali, considerata la grave situazione economica del Paese, non potrebbero essere assolutamente comprese o giustificate dal cittadino contribuente”.
 
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