[h=1]Torino – Esposto alla Procura della Repubblica, per la colonia di gabbiani del capannone abbattuto[/h]Potrebbe avere un risvolto giudiziario la vicenda dei nidi di gabbiano che sarebbero stati distrutti nel corso dei lavori di abbattimento di un capannone a Torino.
Si trattava, riferiscono in un comunicato congiunto WWF ed EBN Italia, della più grande colonia della città“Ci si chiede – riferiscono gli ambientalisti – a cosa serva e soprattutto che fine abbia fatto il vigente Regolamento Tutela Animali della città di Torino che all’Art. 9 comma 13 recita come sia vietato catturare, uccidere, disturbare ed allontanare forzatamente le specie aviarie ivi compreso distruggere i siti di nidificazione durante il periodo della riproduzione e del successivo svezzamento, ovvero porre in atto qualsiasi forma di maltrattamento”. Stessa rilevanza anche per le disposizioni previste dalla legge Nazionale 157/92 (cosiddetta legge sulla caccia).Il gabbiano reale mediterraneo, infatti, è una specie protetta ai sensi della legge nazionale sulla caccia, localizzata al solo bacino del Mediterraneo e centro Europa. Il suo areale è in espansione, ma non il suo numero. A Comacchio, ad esempio, nel 2010 nidificavano 2500 coppie e nel 2013 solo 400.Secondo EBN Italia, che ha segnalato il fatto al WWF, “sarebbe bastato posticipare i lavori di due settimane perché i piccoli potessero volare via”. La stessa associazione di Birdwatcher è riuscita fortunatamente a recuperare un piccolo ed a consegnarlo al Centro di Recupero del Parco Alpi Cozie di Avigliana. La sopravvivenza non è però garantita a causa della mancanza del genitore durante lo svezzamento oltre che per il trauma ricevuto.“A nulla a nostro giudizio valgono le giustificazioni di coloro che avrebbero dovuto supervisionare – aggiungono WWF ed EBN Italia. Sembrerebbe, infatti che sia stato reso noto lo spostamento dei nidi in luogo idoneo. Questo, però, potrebbe palesare una violazione della “Direttiva Uccelli”, recepita in Italia dalla Legge 157/92, che vieta “di distruggere o di danneggiare deliberatamente i nidi e le uova e di asportare i nidi in periodo di nidificazione”. Per questo Il WWF Piemonte e Valle d’Aosta insieme ad EBN Italia, hanno depositato oggi un esposto in Procura per sanzionare gli illeciti rilevati e richiedere ai responsabili opportune azioni di compensazione del danno arrecato.