é una bella notizia, anche se dobbiamo scordarcela di sentirla nei tg nazionali.....
 
[h=1]Inchiesta Enpa: si tenevano anche i soldi destinati a Padre Pio. Un lascito di quasi tremilioni di euro. La Procura di Genova indaga.[/h]
5 Aprile 2013
La notizia dell'inchiesta in corso sui soldi dell'Enpa, l'associazione nazionale protezione animali, finiti in ville sul Mar Rosso, cliniche private, hotel di lusso, scooter e prelievi misteriosi, potrebbe aver aperto un filone quantomai scabroso. L'anticipazione del Giornale sulla destinazione dei soldi che ignari e benemeriti donatori versavano per la cura degli animali ha portato una serie incredibile di segnalazioni che potrebbero rappresentare altrettanti scandali nei quali sono coinvolti esponenti di primissimo piano dell'associazione (o ex esponenti dimissionari) a livello nazionale e genovese. Nuovi casi di possibili usi personali di beni dell'ente, quindi azioni che avrebbero danneggiato i tanti animalisti di cuore e la stessa Enpa, che però fino ad ora non sembra aver denunciato gli eventuali responsabili.
Un caso clamoroso è quello che riguarda un lascito testamentario molto ricco. Della vicenda si era occupato il sito online «Edizioni Oggi» con un accurato servizio. E tutto nasce ancora una volta a Genova, nel 2006. Il 2 febbraio di quell'anno un notaio diede lettura del testamento olografo di una defunta che lasciava tutti i suoi averi alla sezione genovese dell'Enpa. Si trattava di numerosi beni immobili e di denaro contante. La benefattrice aveva inserito alcune clausole ben precise nel testamento e addirittura aveva lasciato 5.000 euro per pagare un avvocato affinché si prendesse cura di eseguire le sue disposizioni. Non solo, aveva persino indicato il nome del professionista e quello di un «supplente» nel caso il primo non avesse accettato l'incarico. Tutto fatto con una precisione estrema, anche dal punto di vista formale, con firme, bolli e sigilli al posto giusto.
Questo anche perché nel testamento era scritto chiaramente che tutto sarebbe dovuto andare all'Enpa Genova, a patto che prima venissero versati 50.000 euro alla «Casa di Sollievo della Sofferenza» di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, 10.000 euro all'«Opera don Guanella» (il Ricovero San Giuseppe) di Roma, 10.000 euro all'Associazione Amici del Cane di Genova e ancora 10.000 euro alla parrocchia di San Paolo di Genova. Un totale di 80.000 euro cui se ne aggiungevano circa altri 20.000 indicati in un altro documento formalmente registrato il 20 ottobre 2003 sotto forma di «Aggiunta al testamento olografo».
Il consiglio nazionale dell'Enpa aveva ovviamente accettato il testamento che portava alla sezione genovese un bel po' di soldi e di beni immobili. Ma il tesoriere nazionale, sempre Piermario Villa, l'ex assessore genovese al traffico con la pipa al posto della patente, aveva poi provveduto a comunicare all'associazione che il valore del testamento era assai inferiore alle attese. A suo avviso molti immobili sarebbero stati da restaurare profondamente, altri avevano inquilini che pagavano affitti bassi. Insomma, aveva spinto perché quei beni lasciati ad Enpa venissero venduti. Circa trenta «pezzi» tra terreni, immobili, e beni vari, che sempre su indicazione di Villa si sarebbero dovuti vendere a un unico soggetto.
Il suggerimento del tesoriere era stato accettato dall'ente e così tutta l'eredità era passata per 2 milioni e 700mila euro alla società «Hiram - Promozioni e Iniziative Immobiliari».
Che si sia trattato di un affare, e soprattutto per chi, sarebbe curioso da capire. Ma a prescindere da simili valutazioni, resta il fatto che ad Enpa restavano un bel po' di soldi. Ma con quasi tre milioni di euro la meritoria associazione che si batte per difendere gli animali non ha mai trovato modo di rispettare la volontà della benefattrice che aveva destinato centomila euro ad altri enti quantomeno altrettanto meritori che si battono per aiutare gli esseri umani in difficoltà. A tutt'oggi non risulta che questi centomila euro alle comunità di Padre Pio o di altri enti benefici (ma neppure agli Amici del Cane di Genova) siano stati consegnati come da volontà della defunta. Che peraltro nel testamento indicava chiaramente un tempo massimo di 60 giorni dalla lettura del documento, perché venissero rispettati versamenti.
Questi 2 milioni e 700mila euro dovrebbero, al netto di quanto potrebbe emergere dall'inchiesta condotta dal pm Nicola Piacente, trovarsi ancora nelle casse di Enpa Genova, quella sezione che a detta dell'attuale commissario Massimo Pigoni, non avrebbe neppure i soldi per la benzina, essendo costretta a lasciare morire di stenti e di freddo un daino o una gru, come accaduto recentemente a Genova.
Fonte : Il Giornale.it - Diego Pistacchi
 

Turdus

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[h=1]Animalistopoli: maxi inchiesta della Procura di Genova su WWF e ENPA. "non tutti i soldi che arrivano agli animalisti servono al benessere degli animali" .[/h]
31 Marzo 2013
Dopo la notizia, circolata solo una settimana fa, dell’apertura di due filoni d’inchiesta da parte della Procura di Grosseto sui conti e le attivita’ del centro di recupero WWF di Semproniano, ora e’ la volta dell’ENPA, sui cui conti ed attivita’ starebbe indagando la Procura di Genova.
Nel primo caso sussisterebbero le ipotesi di “vendita agli zoo privati di animali posti sotto tutela giudiziaria e di messa in riproduzione di esemplari di specie rare al fine di venderne i cuccioli”, nonche’ il dubbio che “il decesso di animali morti nel centro in questi anni sia stato tenuto celato per continuare a incassare le sovvenzioni dal Ministero”;
nel secondo caso nientedimeno che l’utilizzo da parte dell’ente animalista di soldi, tanti soldi, attraverso “altre associazioni animaliste e Fondazioni, sui cui conti Enpa non aveva piu’ motivo di esercitare controlli”, “per pagare le rate di una casa esclusiva sul Mar Rosso, per saldare il conto in alberghi di Malta o in cliniche lombarde di alta chirurgia odontoiatrica, specializzate nel reimpianto dell’intera dentatura – umana, non animale, nonche’ per scooter, ristrutturazioni di interni, prelievi in contanti effettuati con regolare frequenza, a partire, almeno, dal 2007″.
Era il 2010 quando FederFauna auspico’ l’apertura di una maxi inchiesta sulle attivita’ (ed i soldi!) degli animalisti, gia’ battezzata “animalistopoli“, a seguito di ben tre esposti, preparati dall’Avv. Massimiliano Bacillieri: uno sulla gestione degli animali sequestrati da parte delle associazioni animaliste affidatarie, depositato direttamente dalla Confederazione, uno depositato dall’europarlamentare Sergio Berlato, per denunciare il coinvolgimento di animalisti nella tratta clandestina di cani randagi dall’Italia verso l’estero, ed uno depositato assieme all’Associazione Cacciatori Lombardi, in merito ai benefici economici delle associazioni animaliste Onlus a fronte di loro posizioni e iniziative che ben poco avrebbero di utilita’ sociale.
Fu quell’anno, si legge su “Il Giornale”, che Paolo Manzi, predecessore di Carla Rocchi alla presidenza nazionale dell’ENPA, fu “condannato per appropriazione indebita per essersi intascato 115mila euro dell’associazione”.
Ad oggi pare che non ci sia alcun collegamento tra le inchieste di Grosseto e di Genova, almeno stando alle poche informazioni trapelate (alcune notizie non trovano grande spazio sui media, forse perche’ quando ci sono di mezzo animali, troppo spesso l’unica campana ascoltata e suonata e’ quella di chi si e’ appioppato il nome di “animalista” e che riesce dietro a questo nome a far passare qualsiasi sua azione come in favore degli animali. Chissa’, ad esempio, come mai il solerte “fratello degli animali” di Striscialanotizia si sara’ lasciato sfuggire questi scoop?!…), quello che conta pero’ e’ il messaggio che, finalmente, comincia a passare: “non tutti i soldi che arrivano agli animalisti servono al benessere degli animali!”
FederFauna auspica pertanto che queste inchieste rappresentino solo l’inizio, e si augura altresi’ una presa di coscienza collettiva sul fatto che anche usare gli animali per attirare donazioni o contributi (compreso l’uso di foto e video di essi, piu’ o meno veritieri che siano) sia una forma di sfruttamento, e molto peggiore che sacrificarli per trarne cibo, indumenti o svago, se attuato raccontando che i fondi raccolti vadano a loro esclusivo beneficio: molto spesso chi accusa altri di sfruttare gli animali, e’ il loro primo sfruttatore!…
FederFauna Confederazione Sindacale degli Allevatori, Commercianti e Detentori di Animali Via Altabella, 11 – 40125 Bologna
 
Chissa’, ad esempio, come mai il solerte “fratello degli animali” di Striscialanotizia si sara’ lasciato sfuggire questi scoop?!…)

Sai quante volte me lo sono chiesto.... chissà perche non si occupa di questo ...forse perche è di parte????
 
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