''Animalopoli'' all'Enpa: fondi spesi in case e hotel

Dopo la notizia, circolata solo una settimana fa, dell’apertura di due filoni d’inchiesta da parte della Procura di Grosseto sui conti e le attivita’ del centro di recupero WWF di Semproniano, ora e’ la volta dell’ENPA, sui cui conti ed attivita’ starebbe indagando la Procura di Genova.Nel primo caso sussisterebbero le ipotesi di “vendita agli zoo privati di animali posti sotto tutela giudiziaria e di messa in riproduzione di esemplari di specie rare al fine di venderne i cuccioli”, nonche’ il dubbio che “il decesso di animali morti nel centro in questi anni sia stato tenuto celato per continuare a incassare le sovvenzioni dal Ministero”;
nel secondo caso nientedimeno che l’utilizzo da parte dell’ente animalista di soldi, tanti soldi, attraverso “altre associazioni animaliste e Fondazioni, sui cui conti Enpa non aveva piu’ motivo di esercitare controlli”, “per pagare le rate di una casa esclusiva sul Mar Rosso, per saldare il conto in alberghi di Malta o in cliniche lombarde di alta chirurgia odontoiatrica, specializzate nel reimpianto dell’intera dentatura – umana, non animale, nonche’ per scooter, ristrutturazioni di interni, prelievi in contanti effettuati con regolare frequenza, a partire, almeno, dal 2007″.
Era il 2010 quando FederFauna auspico’ l’apertura di una maxi inchiesta sulle attivita’ (ed i soldi!) degli animalisti, gia’ battezzata “animalistopoli“, a seguito di ben tre esposti, preparati dall’Avv. Massimiliano Bacillieri: uno sulla gestione degli animali sequestrati da parte delle associazioni animaliste affidatarie, depositato direttamente dalla Confederazione, uno depositato dall’europarlamentare Sergio Berlato, per denunciare il coinvolgimento di animalisti nella tratta clandestina di cani randagi dall’Italia verso l’estero, ed uno depositato assieme all’Associazione Cacciatori Lombardi, in merito ai benefici economici delle associazioni animaliste Onlus a fronte di loro posizioni e iniziative che ben poco avrebbero di utilita’ sociale.
Fu quell’anno, si legge su “Il Giornale”, che Paolo Manzi, predecessore di Carla Rocchi alla presidenza nazionale dell’ENPA, fu “condannato per appropriazione indebita per essersi intascato 115mila euro dell’associazione”.
Ad oggi pare che non ci sia alcun collegamento tra le inchieste di Grosseto e di Genova, almeno stando alle poche informazioni trapelate (alcune notizie non trovano grande spazio sui media, forse perche’ quando ci sono di mezzo animali, troppo spesso l’unica campana ascoltata e suonata e’ quella di chi si e’ appioppato il nome di “animalista” e che riesce dietro a questo nome a far passare qualsiasi sua azione come in favore degli animali. Chissa’, ad esempio, come mai il solerte “fratello degli animali” di Striscialanotizia si sara’ lasciato sfuggire questi scoop?!…), quello che conta pero’ e’ il messaggio che, finalmente, comincia a passare: “non tutti i soldi che arrivano agli animalisti servono al benessere degli animali!”
FederFauna auspica pertanto che queste inchieste rappresentino solo l’inizio, e si augura altresi’ una presa di coscienza collettiva sul fatto che anche usare gli animali per attirare donazioni o contributi (compreso l’uso di foto e video di essi, piu’ o meno veritieri che siano) sia una forma di sfruttamento, e molto peggiore che sacrificarli per trarne cibo, indumenti o svago, se attuato raccontando che i fondi raccolti vadano a loro esclusivo beneficio: molto spesso chi accusa altri di sfruttare gli animali, e’ il loro primo sfruttatore!…
FederFauna
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ilgiornale.it - Una casa nuova di zecca? Sì, ma sulle rive del Mar Rosso, a due passi dal paradiso di Sharm El Sheikh. E certo non per qualche cucciolo bisognoso di coccole. Un soggiorno omniconfort? Sì, ma in alberghi di lusso a Malta. E certo non in un canile che accoglie quattrozampe. Cure mediche in una clinica specializzata nella sostituzione dell'intera dentatura in tre giorni? Sì, ma certo non per consentire a Fido di sgranocchiare il suo osso preferito nonostante gli acciacchi dell'età. Dai conti di Enpa (l'associazione nazionale protezione animali che solo nel 2011 «raccoglieva» 11 milioni di euro tra gestione di canili, quote del 5 per mille, donazioni e lasciti) saltano fuori bonifici e pagamenti che fanno rabbrividire i veri volontari. Su tante cifre sospette è in corso un'inchiesta della procura di Genova, che ha in mano riscontri documentali. Parallelamente a una concreta attività animalista, portata avanti senza sosta da tanti uomini e donne disinteressati e di grande cuore, sta emergendo una gestione imbarazzante. Insomma, non tutti i soldi che arrivano ad Enpa servono al benessere degli animali.

L'inchiesta è riservatissima, ma da palazzo di giustizia qualcosa trapela. E i primi elementi su cui lavora la Guardia di Finanza riguardano bonifici e assegni con causali a dir poco incredibili. Decine di migliaia di euro sarebbero stati girati, in molte riprese, per pagare le rate di una casa esclusiva sul Mar Rosso. Oppure per saldare il conto in alberghi di Malta o in cliniche lombarde di alta chirurgia odontoiatrica, specializzate nel reimpianto dell'intera dentatura - umana, non animale - in tre giorni. Non solo. Tra i riscontri delle spese sospette ci sarebbero anche scooter, ristrutturazioni di interni, prelievi in contanti effettuati con regolare frequenza. A partire, almeno, dal 2007.

Soldi che quasi sempre non uscivano direttamente dalle casse di Enpa, ma transitavano prima da altre associazioni animaliste e a Fondazioni, sui cui conti Enpa non aveva più motivo di esercitare controlli. Quindi formalmente certi assegni non comparivano nei bilanci di quella che resta una delle più grandi onlus italiane del settore. Il fatto è che già nella relazione dei revisori dei conti Enpa a fine 2011 veniva segnalata la presenza di «crediti» dell'ente per somme versate alla Fondazione Ligure Diritti Animali (775mila euro) e alla Fondazione Diritti Animali (300mila euro), nei cui consigli direttivi figuravano peraltro come amministratori alcuni dirigenti della stessa Enpa. Proprio come avveniva in varie associazioni alle quali venivano girate altre cifre consistenti.

A seguito delle segnalazioni sempre più pressanti di Massimiliano Suprani, uno dei tre revisori dei conti, nell'Enpa si sono verificate dimissioni e commissariamenti. La presidenza nazionale era già passata da Paolo Manzi, condannato per appropriazione indebita nel 2010 per essersi intascato 115mila euro dell'associazione, a Carla Rocchi, già sottosegretaria di Amato e D'Alema. Ma la linea di continuità all'interno dell'Enpa sembrava comunque evidente. Lo stesso Manzi ha continuato a far parte del consiglio nazionale durante tutta la durata del processo. Così pure Gildo Russo, il suo avvocato che lo difendeva contro Enpa, è rimasto il legale dell'ente. Il tesoriere, Piermario Villa, ex esponente dei Verdi ed ex assessore al Traffico del Comune di Genova, ha resistito al suo posto. Nel corso del 2012, invece, l'insistenza del revisore dei conti, ha portato un vero terremoto. Dimissioni del tesoriere nazionale. Dimissioni della presidentessa di Genova (sua compagna anche nella vita). Dimissioni del presidente della sezione di Torino. Numerose accuse reciproche tra i dirigenti, con il revisore Suprani che si trova impossibilitato a proseguire il lavoro con una serie di ostacoli alle verifiche e accuse diffamanti.

L'inchiesta della procura di Genova è l'inevitabile conclusione. Perché Suprani presenta un esposto dettagliatissimo in procura, con i riscontri dei soldi destinati alla casa in Egitto e a tutto il resto. Il pm Nicola Piacente affida le indagini alla Finanza che sta ricostruendo sei anni di movimenti bancari sospetti per centinaia di migliaia di euro. Poi arrivano le querele: lo stesso revisore è costretto ad affidarsi a un legale, Roberta Marallo, per tutelarsi dal fango che gli viene scaricato addosso. E potrebbe essere solo l'inizio.

 
non ho parole, pero non trovo giusto che la gente non sia informata su queste cose, certo non mi aspetto che striscia dica la notizzia, ma le altre testate giornalistiche,i giornalisti stessi, non devono correre solo quando si deve parlare contro la caccia e farci passare sempre come dei delinquenti, sui social network non si trova niente neanche su P.E.T.A ( forse perchè io con il pc non sono tanto bravo)so benissimo che oggi essere animalista è di moda e che regna tanta ignoranza in mezzo a loro. ma la gente deve essere comunque informata,forse non verranno dalla nostra parte ma almeno comincerebbero ad aprire gl'occhi, che sarebbe gia una ottima cosa.buona giornata a tutti.
 
Comincia ad uscire qualche cosa è? Finalmente!
Per ora sul web
A quando anche le grandi testate nazionali (profumatamente sovvenzionate da tutti noi) tireranno fuori anche loro qualche cosa?
 
Credo che siamo sulla buona strada, io personalmente faccio il "TIFO" per la Guardia di Finanza e per qualche Magistrato che coraggiosamente potrà scoperchiare questa grossa pentola, nel prossimo futuro ne vedremo ancora delle belle.....se non viene messo a tacere tutto.......( spero di no !!! ).
Saluto
 
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