Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

a mio modesto parere se ci fosse una sinergia,concreta da parte delle associazioni ambientaliste e le associazioni cacciatori...intavolando una seria e concreta discussione sui temi quali inquinamento ambientale in tutte le sue forme ,maggiore attenzione al bracconaggio ,ripopolamento delle specie cacciabbile e non cacciabbili e sempre a mio modesto parere in accordo con le associazioni in essere si effettuasse un rastrellamento ai nocivi,quali gazze e cornacchie ove ovviamente si ritiene necessario farlo secondo me...potremmo avere in fututo dei buoni ripopolamenti...ovviamente a tutto questo io aggiungerei una norna che prevedrebbe di poter coltivare i campi abbandonati...facendo coltere a perdere ossia in poche parole creare cibo agli uccelli...creare quell'ambinte ideale dove gli animali anno di che mangiare...
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

Cè sicuramente perchè uno lo conosco di persona è alla Lipu di Parma, ornitologo professionista, figlio di cacciatore, senza preconcetti, mangia tordi, andava a caccia col padre, appassionato di uccelli come noi, che ha fatto la scelta di studiarli invece che di cacciarli, rispettabilissimo.
Nei nostri discorsi fiume sugli uccelli, mi disse che "se continua così la caccia chiuderà, perche non cè nessuno che li contrasta, le vostre AAVV sono silenti ed accondiscendenti".


Parlavo prorio di Marco...e Lui ora occupa un posto di rilievo.Potrebbe essere il futuro di un dialogo
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

Parlavo prorio di Marco...e Lui ora occupa un posto di rilievo.Potrebbe essere il futuro di un dialogo

Si Marco Gustin.
Però sto rapporto che ci scagiona come categoria, potrebbe nascondere solo il movente per poter arrivare a gestire fondi Europei, la Lipu purtroppo non è composta solo da studiosi, loro stessi lo ammettono.

 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

LE SPECIE CACCABILI IN ITALIA NON GODONO DI BUONA SALUTE
Considerazioni della LIPU in merito all’articolo pubblicato dal blog [url]www.bighunter.it[/URL]
alla pagina
[url]http://www.bighunter.it/Home/Editoriale/Editoriale/tabid/197/newsid707/10594/Default.aspx[/URL]
dal titolo “Rapporto LIPU: specie cacciabili in ottima salute”.

Con riferimento all’articolo da Loro pubblicato nei giorni scorsi sul rapporto “Uccelli comuni in Italia”, la LIPU intende precisare quanto segue.
Il lavoro in questione traccia un quadro conoscitivo dei trend delle popolazioni di specie comuni nidificanti in Italia nel periodo 2000-2010. Occupandosi delle sole popolazioni nidificanti, il rapporto non ha a che fare, come invece da Loro affermato, con “la gestione faunistica della caccia programmata”, vale a dire con il rapporto tra l’attività venatoria e lo stato di conservazione degli uccelli, in particolare quelli appartenenti alle specie cacciabili. Ciò, soprattutto considerando che l’attività venatoria si esercita in larghissima maggioranza sulle popolazioni migratorie delle specie cacciabili, che non sono oggetto dello studio.
Come è infatti noto, la caccia a specie come Allodola, Cesena, Colombaccio, Merlo, Quaglia, Tordo bottaccio e Tortora selvatica, si effettua in Italia, a partire dalla terza domenica di settembre, su popolazioni di preferenza provenienti dal nord-est d'Europa, le cui caratteristiche peraltro non sempre sono conosciute a sufficienza. La stessa caccia allo Storno (in Italia esercitata solo in deroga ai sensi dell’articolo 9 della direttiva Uccelli) impatta principalmente su popolazioni provenienti, nei mesi di autunno e inverno, dai Paesi del nord Europa, le quali non tutte risultano in aumento e anzi, in diversi Paesi europei, registrano un vistoso calo della specie, attualmente classificata come Spec 3 (ossia “specie non concentrata in Europa con status di conservazione sfavorevole”, laddove con Spec 2 si intende “specie concentrate in Europa e con status di conservazione sfavorevole”). A ciò andrebbe anche aggiunto il problema della presenza dello Storno nero in Sardegna e Sicilia, su cui sarebbe utile una riflessione.
Quanto al tema specifico del lavoro LIPU, ci preme evidenziare che la cattiva agricoltura gioca senz’altro un ruolo significativo nella diminuzione delle specie legate a questa tipologia di paesaggio. Alle specie legate al paesaggio agricolo appartiene comunque soltanto una delle specie cacciabili risultate in crescita (la Quaglia), laddove le altre risultano o più boschive o generaliste (Gazza, ghiandaia, Cornacchia grigia), e dunque, in questo secondo caso, tali da adattarsi a (e probabilmente trarre vantaggio da) un ambiente banalizzato, come spesso risulta essere quello agricolo nella fascia planiziale.
Il punto da sottolineare, tuttavia, è che se varie specie di uccelli risultano in calo pur senza essere oggetto di caccia, è logico pensare che un’ulteriore forma di pressione, quale quella rappresentata dall’attività venatoria, costituirebbe senza dubbio un aggravio del già sfavorevole status di conservazione, come indirettamente affermato dalla Guida interpretativa della Commissione europea al paragrafo 2.4.20, secondo cui “Una popolazione sottoposta a prelievo venatorio, anche se stabile e cacciata in modo sostenibile, si manterrà inevitabilmente ad un livello inferiore rispetto ad una popolazione in condizioni simili ma non soggetta a caccia”.
D’altro canto, riguardo alle specie il cui declino non è determinato direttamente (e addirittura nemmeno indirettamente) dall’attività venatoria, la stessa Guida ci ricorda come sia preferibile “non autorizzare la caccia a tali specie o popolazioni”, anche se, per l’appunto, “la caccia non è la causa dello stato di conservazione insoddisfacente né vi contribuisce”.
Soprattutto, va affermato con chiarezza che, contrariamente a quanto si coglie dal titolo con cui è stato rubricato l’articolo, le specie cacciabili in Italia non godono di buona salute. Sono infatti 19 le specie cacciabili in Italia classificate come SPEC (14 Spec 3, 5 Spec 2), e dunque versanti in stato di conservazione non favorevole.
Tale decisivo tema viene richiamato dalla Guida della Commissione europea, in particolare alla Figura 10 (“Specie cacciabili aventi uno stato di conservazione insoddisfacente”), dove si assume lo schema di classificazione SPEC e si elencano alcune delle specie cacciabili aventi stato di conservazione non favorevole, per le quali, afferma la Guida, la caccia non deve essere autorizzata, a meno che la specie non sia parte di un piano conservazione adeguato che riguardi anche la tutela dei relativi habitat (“nel caso di una specie in declino la caccia non può per definizione essere sostenibile, a meno che non faccia parte di un piano di gestione adeguato che preveda anche la conservazione degli habitat e altre misure in grado di rallentare e di invertire la tendenza al declino”, Guida, Paragrafo 2.2.25).
Tra le specie menzionate dalla Figura 10 (tutte cacciabili in Italia) segnaliamo la Canapiglia, il Codone, l’Alzavola, la Quaglia, il Frullino, la Beccaccia, l’Allodola, la Tortora, il Moriglione, il Beccaccino, la Pavoncella, il Combattente. Per nessuna di queste specie risulta attivo, in Italia, un adeguato piano di gestione. Il che, anche a norma di legge, dovrà comportare la sospensione della cacciabilità di tali specie, per la cui richiesta LIPU e altri hanno già scritto alle regioni italiane e alle amministrazioni centrali.
Un ultima nota vorremmo dedicarla al tema della sostenibilità generale del prelievo venatorio in Italia. Tanto la direttiva Uccelli quanto la legge nazionale 157/92 prevedono che l’attività venatoria possa esercitarsi solo a patto di non contrastare con la conservazione della natura. In ciò sostanzialmente consiste il concetto di “sostenibilità”, che ha come precondizione logica la misurazione dell’attività venatoria. Un aspetto che in Italia risulta completamente inevaso, col risultato che oggi non è dato sapere cosa, quanto e come si caccia in concreto in Italia. La sostenibilità della caccia italiana è dunque nella migliore delle ipotesi de facto “sospesa”, e lo è almeno fino a quando gli strumenti di registrazione, trasmissione, analisi e valutazione dei dati non saranno realmente operativi. Si tratta evidentemente di un’inadempienza clamorosa (non l’unica ma forse la più generale e per questo la più grave) che richiede iniziative che appaiono ormai improcrastinabili.
Ringraziando per l’attenzione e l’ospitalità,
LIPU-BirdLife Italia

Parma, 18 maggio 2012
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

Io NON amo certamente il mondo animalista e men che meno la Lipu; rispetto invece quello ambientalista sano e più scientifico.

X quanto mi riguarda, visto che il tema studiato sarebbe la relazione tra presenza numerica delle specie ed AMBIENTE adatto/gestione dell'habitat nonchè lotta all'inquinamento e cementificazione-antropizzazione sociale e produttiva selvaggia soprattutto nei mondi dell'est ed africani, aldilà dell'elenco che è discutibile (certamente x l'alzavola e la canapiglia, e dubito dello storno), credo che il MONDO VENATORIO SI DEBBA "APPROPRIARE" o meglio FAR PROPRIO QUESTO SPAZIO DI STUDI SCIENTIFICI, anche in collaborazione/dibattito col mondo ambientalista e relativi studi-dati-confronto, X DIFENDERE E CHIEDERE NON SOLO LA DIFESA DI CERTI PREGIATI AMBIENTI A FORTE VOCAZIONE RIPRODUTTIVA e/o di SVERNAMENTO UTILE, MA ANCHE DI GESTIONE ATTIVA DI QUESTI STESSI SPAZI.

Dall'altra parte sarebbe anche ora che si analizzassero i fenomeni di crescita esponenziale nelle presenze di specie come le oche ad es. e relativa ..... autorizzazione alla caccia.

Ma alla fine credo che la GESTIONE FLESSIBILE delle specie cacciabili, finanche con periodi di chiusura triennali/quinquennali e/o limitazioni speciali x le specie più in sofferenza, PURCHè dopo sistemiche verifiche scientifiche e censimenti ad opera di organismi MISTI (ambientalismo-mondo venatorio) e con annuali verifiche, prevedendo riaperture o meno successive, nonché la rivisitazione periodica delle specie cacciabili (oche in primis ad es.) sia la via maestra x una caccia alla migratoria più consapevole e moderna-adeguata ai tempi.
Questo è un discorso sensato! Bisogna che ci piaccia o no come cacciatori ci si renda conto che non è sempre il caso di accapigliarsi con il mondo animalista anche se il più delle volte sono loro a cercar rogna e che dobbiamo imparare a discutere anche se facile non è con il mondo animalista pena l'isolamento
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

Bè almeno in questo non hanno sbagliato perchè l'agricoltura è molto cambiata, sia con l'impiego di troppi prodotti di sintesi ma anche il fatto di avere eliminato in gran parte siepi naturali, non lasciare campi incolti o peggio ancora installare gli orrendi pannelli fotovoltaici a posto di colture!!!
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

Anche un non studioso riesce a capire che l'estinzione o la forte diminuzione di alcune specie è colpa dell'agricoltura intensiva e dell'uso massiccio di diserbanti,pesticidi e monocolture!!
I cacciatori servono per mantenere in equilibrio le specie visto che stanno venendo a mancare i predatori in natura "apparte le volpi hahahah".
E' ora che tutti gli animalati si mettano in testa di lascire in pace la nostra categoria e di iniziare ad intraprendere una collaborazione per i censimenti e la tutela del patrimonio faunistico ed arboreo.
Un abbraccio Marco.
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

Le associazioni di cui sopra sono buone solo a sfruttare l'onda emotiva di chi e' contro la caccia, sanno benissimo che noi si ama la natura ma siccome i fondamentalisti sono tutti contro di noi, e quindi si foraggiano con le loro offerte contro di noi.....quindi secondo voi cosa volete che dicano?
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

Finalmente una cosa sensata da parte di una associazione animalista!!!!!! Chissà che esploda una guerra rivolta a tutte le multinazionali fitofarmaceutiche che avvelenano ogni giorno migliaia di uccelli, e che distruggono l'habitat naturale dei nostri migratori per ottimizzare le rese delle produzioni!
MAGARI SI TORNASSE A 40 ANNI FA! Meno inquinamento, più lavoro per tutti quindi economia in crescita e più caccia!!!!!!
L'industria in larga scala ci ha rovinato!

Non è che tu non abbia ragione, ma oggi per fare l'agricoltore i pesticidi li devi usare,eccome, saluti
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

Sarà tutto vero quello che ho letto sopra. Resta però il fatto che io delle associazioni animaliste non mi fido assolutamente. Sono i loro capi che non sono in buona fede, e non vedo quindi nessuna possibilità di colloquio tra noi e loro!
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

Franco anch'io non mi fido , come non mi fido di Ispra , ma sarà pur vero che se in Francia esiste il dialogo è perchè all'interno di birdlife esiste gente competente che capisce ed apprezza il ruolo della caccia . Non possiamo sperare che un giorno possa accadere anche da noi ? Valutiamo ,sempre con occhio vigile ,l'evoluzione di vedute nei nostri confronti che si sta sviluppando da poco all'interno soprattutto di Lipu perchè lo sanno pure i muri che la colpa del declino di alcune speci è colpa di fattori che nulla hanno a che vedere con l'attività venatoria , ma adesso almeno ciò viene ammesso pubblicamente e non ignorato quindi dai media . L'ispra non fà altrettanto con gli studi sulle migrazioni tenuti abilmente nascosti !
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

Finalmente una cosa sensata da parte di una associazione animalista!!!!!! Chissà che esploda una guerra rivolta a tutte le multinazionali fitofarmaceutiche che avvelenano ogni giorno migliaia di uccelli, e che distruggono l'habitat naturale dei nostri migratori per ottimizzare le rese delle produzioni!
MAGARI SI TORNASSE A 40 ANNI FA! Meno inquinamento, più lavoro per tutti quindi economia in crescita e più caccia!!!!!!
L'industria in larga scala ci ha rovinato!
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

Nel rapporto Lipu la caccia non è citata tra i pericoli per la biodiversità avicola, segno più che evidente che alcune campagne oltranziste della stessa associazione, basate più che altro su posizioni prettamente animaliste, non hanno in realtà alcun fondamento scientifico che le sostenga. Non è un caso che le specie in declino sono proprio quelle non sottoposte a prelievo venatorio e che, al contrario, specie inserite nei calendari venatori registrano una situazione di stabilità e in alcuni casi di incremento (tortora).



E' molto interessante, la cosa che più sorprende è l'ultima parte........in special modo non chiamare la Caccia come parte responsabile.
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

Io NON amo certamente il mondo animalista e men che meno la Lipu; rispetto invece quello ambientalista sano e più scientifico.

X quanto mi riguarda, visto che il tema studiato sarebbe la relazione tra presenza numerica delle specie ed AMBIENTE adatto/gestione dell'habitat nonchè lotta all'inquinamento e cementificazione-antropizzazione sociale e produttiva selvaggia soprattutto nei mondi dell'est ed africani, aldilà dell'elenco che è discutibile (certamente x l'alzavola e la canapiglia, e dubito dello storno), credo che il MONDO VENATORIO SI DEBBA "APPROPRIARE" o meglio FAR PROPRIO QUESTO SPAZIO DI STUDI SCIENTIFICI, anche in collaborazione/dibattito col mondo ambientalista e relativi studi-dati-confronto, X DIFENDERE E CHIEDERE NON SOLO LA DIFESA DI CERTI PREGIATI AMBIENTI A FORTE VOCAZIONE RIPRODUTTIVA e/o di SVERNAMENTO UTILE, MA ANCHE DI GESTIONE ATTIVA DI QUESTI STESSI SPAZI.

Dall'altra parte sarebbe anche ora che si analizzassero i fenomeni di crescita esponenziale nelle presenze di specie come le oche ad es. e relativa ..... autorizzazione alla caccia.

Ma alla fine credo che la GESTIONE FLESSIBILE delle specie cacciabili, finanche con periodi di chiusura triennali/quinquennali e/o limitazioni speciali x le specie più in sofferenza, PURCHè dopo sistemiche verifiche scientifiche e censimenti ad opera di organismi MISTI (ambientalismo-mondo venatorio) e con annuali verifiche, prevedendo riaperture o meno successive, nonché la rivisitazione periodica delle specie cacciabili (oche in primis ad es.) sia la via maestra x una caccia alla migratoria più consapevole e moderna-adeguata ai tempi.
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

Sulle specie stanziali sono d'accordo ma come si fa a sapere se le specie migratrici sono in aumento o in diminuzione?

Giusto.... ci sono studi a livello europeo, il più autorevole è quello di birdlife international, e su quello si basano le decisioni UE... è vero che lo sudio Lipu riporta un incremento della Tortora ma riporta anche un forte decremento della allodola (anche se non cita la caccia fra le cause) e questo potrebbe portare qualcuno a chiedere la cancellazione dall'elenco delle specie cacciabili... in effetti anche se non siamo causa del decremento non sarebbe giusto "contribuire" al fenomeno... c'è da chiedersi però se l'allodola è davvero in tale decremento da potrer essere considerata "Vulnerabile"... nella lista rossa di birdlife è considerata in decremento ma non tanto da essere definita Vulnerabile...
il problema di LIPU, WWF ecc è lo stesso delle nostre AAVV... il pesce puzza dalla testa...
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

La lipu è la meno estremista tra le associazioni ambientaliste-animaliste . Nel loro organico ci sono studiosi con le palle , senza preconcetti...anzi !


Su questo punto non ci giurerei troppo la meno fondamentalista e' LEGAMBIENTE le altre sono tutte contro di noi.....se avessero dato contro la caccia non vedo come avrebbero potuto darci addosso visto che il 90% degli uccelli di cui parlano sono protetti da molti anni
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

ti farei leggere qualche documento e certe cose non le scriveresti piu'....

Torno a ripetere , che all'interno della Lipu c'è gente in gamba senza preconcetti ed ho specificato anche che fà comunque parte delle ass. estremiste , ma i dati che riporta in alcuni ricerche sono dati scentifici , come dimostra lo studio sugli uccelli in declino . Poi se gli studi passano all'ispra e vengono fuorviati è un'altra questione .
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

Sulle specie stanziali sono d'accordo ma come si fa a sapere se le specie migratrici sono in aumento o in diminuzione?
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

Su questo punto non ci giurerei troppo la meno fondamentalista e' LEGAMBIENTE le altre sono tutte contro di noi.....se avessero dato contro la caccia non vedo come avrebbero potuto darci addosso visto che il 90% degli uccelli di cui parlano sono protetti da molti anni

In altro articolo dello scorso anno riportato anche su migra , la lipu scagionava la caccia . Questa cambio di tendenza si sta manifestando da poco tempo , come se qualche mente all'interno della associazione , senza preconcetti possa un giorno dialogare positivamente col mondo venatorio . Ora siamo anche noi che dovremmo valutare questa tendenza senza preconcetti , ma ovviamente vigili ....
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

La lipu è la meno estremista tra le associazioni ambientaliste-animaliste . Nel loro organico ci sono studiosi con le palle , senza preconcetti...anzi !
QUOTO il problema e' che la nostra obbiettivita' non e' altrettanto corrisposta senno' sarebbe troppo bello poter combattere insieme per tutelare la natura ma e' scomodo ammettere che NOI siamo amenti della natura .mi sa' che la CONTRAPPOSIZIONE faccia comodo a troppa gente saluti
 
Re: Lipu: Uccelli in declino causa agricoltura e perdita di habitat

IO COMUNQUE DIFFIDO DI TUTTA QUESTA GENTE, ma in ogni caso li rispetto quando fanno il loro mestiere con SERIETà.

CIò NON TOGLIE CHE UN DOCUMENTO, SE VERAMENTE SCIENTIFICO, dovrebbe riflettere la VERITà DEI FATTI e come x le specie estive tipo rondini-rondoni ed i rapaci diurni-notturni, così come x gli "uccellini"di campagna la CACCIA NON CENTRA UNA BEATA MAZZA CON IL CALO DELLE POPOLAZIONI.

La caccia se gestita e programmata bene PUò E DOVREBBE CONVIVERE con le specie: sta alla MATURITà ED ONESTà DEGLI INTERPRETI DIVERSI, VERDI E CACCIATORI, TROVARE DELLE SINTESI E DEI PUNTI DI ACCORDO, OLTRE A QUELLI DI DIVISIONE X MIGLIORARE LA SITUAZIONE E LE PRESENZE DELLE VARIE SPECIE, tanto più quelle in "calo".

La caccia deve prelevare il surplus, la caccia e l'agricoltura insieme con l'ambientalismo dovrebbero lavorare insieme o tentare di farlo x FAVORIRE L'AUMENTO DELLE POPOLAZIONI CHE SI VUOLE SALVAGUARDARE SIA CON UNA MIGLIORE GESTIONE AMBIENTALE CHE CON NORMATIVE VENATORIE ELASTICHE E PIù APERTE O PIù RESTRITTIVE X QUINQUENNI X MIGLIORARE LE VARIE SITUAZIONI a mio parere.

NON è POSSIBILE x una serie infinita di PRETESTUOSE E PREVENZIONI ERRATE TRA I VARI SCHIERAMENTI IDEOLOGICI, ma SOGNO che giovani verdi e giovani cacciatori sappiano con più MATURITà proporsi tra loro con maggiore predisposizione ad ASCOLTARSI RECIPROCAMENTE.
SAREBBE GIà UNA BELLA COSA: ascoltarsi.
 
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