Dall'Arcicaccia.

C

ciromenotti

Animalismo e numeri al lotto

Riportiamo la prima parte (tutto un programma!!) di un comunicato stampa diffuso dall’ENPA il 30 gennaio 2008 in occasione della chiusura della stagione venatoria: “Sono oltre 200 milioni, secondo le stime dell’Enpa, gli animali uccisi nel corso della stagione venatoria 2007-2008, che si concluderà domani. Questa stima, ottenuta dall’analisi dei calendari venatori regionali, è tuttavia parziale: al numero già spaventoso di 200 milioni vanno aggiunti gli animali uccisi nei cosiddetti “abbattimenti selettivi”, quelli vittime della caccia in deroga (nel 2007 l’Enpa, su dati riferiti alla stagione venatoria 2004-2005 ha accertato l’uccisione di 1.600.000 esemplari) e, infine, gli animali preda dei bracconieri. Un quadro, insomma, disastroso…”
Le Fonti di questa pseudo analisi statistica sono le leggi regionali che fissano divieti e limiti e si scrivono mesi o anni prima di andare a caccia. Sarebbe un po’ come dire che se la foto di un autovelox mostra un auto correre a 140 km là dove legge fissa il limite di velocità a 120 Km/ora non la macchina fotografata ma tutte le auto che circolano sulle strade violano i limiti di velocità.
Semplicemente ridicolo! Ne consegue che i dati consegnati alla stampa non hanno alcun valore statistico e forse potranno essere utilizzati per costruire una nuova “Smorfia” (tipo 47 morto che parla). Anzi no, un valore qui dati ce l’hanno, rivelano l’inattendibilità di chi li ha diffusi. In mancanza di dati reali, l’ENPA ricorre alla (goliardica?) statistica dei polli secondo la quale il numero dei polli mangiati viene diviso per il numero dei cittadini italiani indipendentemente dal fatto che uno può averne mangiati quattro e qualcuno nessuno. Così, se i cacciatori fossero 800.000 in Italia con 200.000.000 di abbattimenti ogni cacciatore avrebbe portato a casa 250 selvatici da portare in tavola. Per la gioia di agnelli e pesci spada che si sarebbero visti sostituiti nei “piatti” degli italiani! Fossero veri i dati-“balle” diffusi, l’ENPA, potevano adoperarsi in una buona iniziativa quella di raccogliere e inviare a coloro che nel mondo muoiono di fame. Purtroppo i numeri inventati la fame non l’hanno mai lenita!
L’odio che vorrebbe aizzare il “razzismo” antivenatorio contagia e acceca alcuni rappresentanti dell’animalismo italiano. E’ per questo forse che i cittadini, comuni mortali, prendono sempre più le distanze da organizzazioni sedicenti animaliste, il cui pensiero con l’equilibrio, la moderazione, la saggezza hanno sempre meno a che vedere. Un po’ come certi “secolari” personaggi della politica che al lavoro per risolvere i problemi della gente preferiscono dedicarsi sempre alla ricerca di uno spazio su un giornale o una televisione. Pare a noi dell’Arcicaccia che, almeno all’animalismo politico ciò riesca sempre meno e questa è davvero una fortuna per il Paese che sempre più comprende come, al vecchio animalismo pernicioso per l’Italia, occorre sostituire la scienza, la conoscenza e la cultura di un nuovo ambientalismo delle cose da fare, della concertazione, del rispetto di cui l’Italia ha tanto, tanto bisogno.
 
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