Re: Da leggere attentamente

Il nostro manifesto, i veri cacciatori sono così , complimenti bellissimo
 
Re: Da leggere attentamente

Con queste parole sei riuscito a mettere su carta tutto quello che anche noi pensiamo e, viviamo con orgoglio.

Complimenti!!!!
 
Re: Da leggere attentamente

joe magasso ha scritto:
[eusa_clap.gif] Abbiamo un bel modo di vedere le cose......il nostro....e cioè.........
QUELLO DI MADRE NATURA............
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Ciao,Paolo.
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Re: Da leggere attentamente

senza parole......stupendo, è quello che dico sempre alle ambientaliste con cui esco alla sera!
un plauso!!
 
Re: Da leggere attentamente

Semplicemente bello e vero!!!
Aggiungo che oltre essere cacciatori siamo uomini coscienti e consapevoli del ns. ruolo che ricopriamo nella società e nella natura. Noi possiamo e dobbiamo scegliere quando e quanto prelevare dalla natura. Abbiamo un ruolo .... non ne abusiamo!!!
 
Re: Da leggere attentamente

complimenti per lo scritto nn ci sono parole migliore per descrivere questa nobile passione, questo istinto ancestrale...
 
Re: Da leggere attentamente

Bello, veramente bello. Complimenti all'autore che ha saputo cogliere quello che c'è di più vero e più profondo nell'essere un cacciatore.
 

1948ful

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Il manifesto di un cacciatore

di Caff Editrice

Editoriale di Marco Buzziolo pubblicato su Cacciare a Palla di Gennaio gentilmente offerto dalla CAFF Editrice per la pubblicazione sul web.

Io sono un cacciatore. Perciò sono un ambientalista e me ne vanto. Io sono "naturale" e mi sento tale perché sono un essere umano e, come tale, sono stato programmato e costruito dalla natura per raccogliere e per predare. Non certo per fare il giornalista e vivere rinchiuso in un ufficio dalle pareti di cemento e dalle finestre di vetro, che mi restituiscono l'immagine di altri edifici di vetro e di cemento.

Queste sono tutte cose che sono venute dopo, quando l'uomo ha preso in mano il proprio destino ed è giunto dove è giunto. Io sono un ambientalista e non un animalista. L'animalismo non ha niente di naturale. E' un prodotto della mente umana, di un certo tipo di cultura e di un portato religioso, se così possiamo definirlo. Lo rispetto, come rispetto le idee di tutti, ma sono convinto che sia un errore.
Il fatto è che, se un giorno, per un qualche stravolgimento naturale o indotto dalla nostra stupidità, l'umanità fosse riportata allo stato di natura, gli animalisti propriamente detti, coloro che oggi si macerano per le sorti di un capriolo (ma non di una zanzara...), sarebbero tra i primi a essere "selezionati" naturalmente. Io e quelli come me avremmo, invece, molte più possibilità di sopravvivere. Perché io ho conservato l'istinto, il piacere, il senso di responsabilità del cacciatore che vive in empatia con gli animali.
Li capisco, sono uno di loro e per questo mi prendo la responsabilità di portare personalmente, talvolta, il peso di ucciderne alcuni. Io non caccio per uccidere, come pensano coloro che non capiscono nulla della caccia, ma uccido in quanto ho cacciato, come prevede la natura e come aveva ben compreso il filosofo José Ortega Y Gasset. Se veramente mi piacesse uccidere per il puro fatto di uccidere, allora non mi sottoporrei a tutte le incombenze, le fatiche, i gravami e le seccature che oggi la caccia richiede. Comprerei degli animali domestici, li chiuderei in una gabbia e semplicemente li sopprimerei manualmente, godendo nel farlo.
Ma allora sarei probabilmente da rinchiudere con la camicia di forza in qualche centro di igiene mentale. Invece il sottoscritto, cui nessuno può togliere il diritto di mangiare, non delega ad altri, quando la vita innaturale di oggi ne consente la possibilità, il compito di uccidere gli esseri viventi - piante o animali fa lo stesso - di cui si ciba, facendo finta di non sapere che la fettina di vitello una volta era un vitello vivo. Io vado a caccia onestamente, cercando di seguire puntualmente il codice etico dei bravi cacciatori, e perciò mi mangio allegramente con gli amici il capriolo che mi sono procurato nel rispetto delle leggi umane e dello jus naturale, senza alcun rimorso. Perché so bene che per ciascuno di noi esseri viventi la morte è il prezzo che dobbiamo pagare per il privilegio di essere vissuti.
La vita è così rara e così dispersa nell'universo che, dove c'è, è il dono più prezioso. Ma se gli animali sulla Terra (uomini compresi) uccidono e mangiano altri animali e piante che pure sono vivi esattamente come noi, la morte che ne consegue non significa diminuzione della vita, come gli animalisti ritengono. La vita sulla Terra è sempre la medesima e il peso della materia vivente - la biomassa - è sempre quello. Perché la Terra è un ambiente chiuso, dal quale niente se ne va e nel quale nulla entra. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma, dice la legge della conservazione della massa (legge di Lavoisier). A cui si affianca una seconda legge naturale che dice così: tutti gli esseri viventi hanno bisogno di energia; l'energia è data dal cibo; cibo è ogni altro essere vivente. Il diritto alla vita non ha un valore assoluto. Non esistono valori assoluti perché tutti finiscono dove cominciano quelli altrui. La vita di tutti i viventi è comunque destinata a finire e tutti noi finiremo per fornire energia ad altri esseri viventi.
Questa è la vera immortalità! Una cosa meravigliosa, in effetti, e del tutto consolante! Non è dunque vero quello che si legge sui giornali (quando riportano i piagnistei degli animalisti e delle "signore Brambilla") che, quando un vivente muore, "c'è meno vita sulla terra". La quantità di vita, la massa della materia vivente è esattamente la medesima da sempre. Perciò non possiamo vivere tutti, per sempre. Arriva il momento in cui, per tutti i viventi, il diritto alla vita si trasforma nel dovere di morire, perché altri possano vivere. E non c'è barba di filosofia o di religione di origine umana che possa mutare la realtà naturale delle cose.
Io sono un cacciatore, sono un ambientalista e non giudico la natura, non giudico Dio, per chi crede: prendo le cose per quelle che sono. E le cose sono esattamente queste, sia pure esposte in modo non scientifico e tale da poter ricevere critiche e precisazioni da parte di chi esprime i concetti scientifici in altro modo, formalmente più esatto, ma meno divulgativo.
Io penso, dunque, che in un mondo nel quale le situazioni originarie sono state modificate dall'uomo in modo così profondo da snaturare l'essere umano medesimo, sia comunque utile e necessario che almeno qualcuno conservi le "memorie" del passato e sappia fare cose - come la caccia - che un giorno potrebbero sempre tornare utili alla specie nel suo complesso.
L'essere umano si è elevato dal resto della fauna proprio in virtù del fatto che, per cacciare e nutrirsi, ha dovuto diventare homo faber e costruirsi arnesi e armi. Un tantino di riconoscenza per la caccia dovrebbero tutti averla, altrimenti l'umanità oggi sarebbe qualcosa di profondamente diverso. Non dico migliore o peggiore, solo del tutto diversa.
La natura è quella che è: né buona, né cattiva, solo efficiente. Per certi valori che ci siamo creati in modo autonomo, ne abbiamo per contro perduti di altri, istintivi, immanenti e naturali non meno importanti. Tra il perduto e il guadagnato non so dire da che parte penda la bilancia.

Marco Buzziolo
 
Re: Da leggere attentamente

1948ful....te l'ha mai detto nessuno che il tuo avatar ricorda terribilmente....un ex dj????
 
Da leggere attentamente

W madre natura!!...w la caccia!!... W i cacciatori!!... Quindi w io !!!!...hahah
Complimenti mai ho sentito o letto parole che identifichino al meglio il nostro essere cacciatori!!!
 
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