GENOVA - RESPINTO IL RICORSO DEGLI ANIMALISTI
Respinto il ricorsodegli animalisti riprende la caccia. la sentenza del tar. I giudici hanno contestato solo l'apertura anticipataL'assessore Scrivano: si è ristabilito il buon senso IL SECOLO XIX È STATO IMPALLINATO il ricorso al Tar presentato dalla Lega per l'abolizione della caccia (Lac) contro il calendario venatorio provinciale. I giudici del Tribunale amministrativo regionale hanno respinto ieri mattina l'istanza avanzata dall'associazione ambientalista con il sostegno dei Verdi. Inizialmente il ricorso aveva provocato un piccolo terremoto tra i cacciatori, ma anche tra gli ambientalisti, soprattutto perché il presidente della seconda sezione del Tar, Antonio Bianchi, aveva firmato un decreto di sospensione della delibera della Provincia con la qu
ale era stato approvato il calendario venatorio. «Il piano faunistico-venatorio provinciale di Savona - aveva scritto la Lac nel ricorso - è stato approvato con deliberazione del Consiglio provinciale del 30 maggio 2002, in base alla Convenzione tra la Provincia di Savona e l'Università degli studi di Genova del 30 ottobre 2001. Il termine quinquennale previsto dalla disciplina regionale risulta in tutta evidenza spirato, pertanto l'impugnato calendario venatorio è stato approvato in totale assenza del presupposto, che è appunto l'esistenza di un valido Piano faunistico-venatorio di riferimento». Il Tar, però, ha poi riconosciuto pienamente legittime le disposizioni contenute nel calendario venatorio provinciale, con il solo spostamento della deroga a
nticipatoria della caccia al cinghiale dal 16 settembre al 1 ottobre 2007, riconoscendolo rispettoso della legge regionale vigente. «Sono contento - commenta l'assessore provinciale a caccia e pesca, Carlo Scrivano -, perchéè stato ristabilito il buon senso. La scelta di anticipare la caccia ai cinghiali e ai caprioli non è stata assunta per fare un piacere ai cacciatori, ma per tutelare il mondo agricolo. Il calendario provinciale tiene conto di tutte le esigenze mantenendo un equilibrio tra mondo venatorio, agricolo e tutela ambientale». La sospensiva, avendo bloccato solo gli effetti del calendario provinciale, aveva lasciato come unico riferimento la normativa regionale, forzatamente meno rigida di quella emanata da Palazzo Nervi. «La Lac ha fatto
un bel danno - aggiunge Scrivano -, i cinghialisti non si sono fermati, hanno puntato su lepri e fagiani, gli altri animali che è consentito cacciare». Giovanni Vaccaio

Questi ricorsi persi e sono molti in questi ultimi anni, non si leggono mai nei vostri siti o in altri amici, paura di fare figuracce di cacca con i seguaci animal-ambientalisti? Un´altra cosa, per sfatare le vostre menzogne sempre pronte a darle in pasto ai soliti poveri meschini che vi seguono. Oggi c´e´ stato il gran raduno di Puliamo il Mondo con Legambiente in testa e sparsa in molte regioni. Una grande folla di giovani e meno giovani che ha invaso moltissime aree private e tra queste una del sig. Eugenio Cipolla il quale, non m´e´ sembrato volersi avvalere del famosissimo art. 842 a voi tanto caro! Il problema purtroppo sapete qual´e´? Non voi e tutto lo sciame animal-ambientale, ma chi vi sostiene per i "servigi" elettorali che gli
procurate; perche´ senza di voi andrebbero a lavorare e a guadagnarsi il pane onestamente e non a sobillare la gente per fargli credere non la verita´, ma le loro meschine falsita´.
De Paolis Carlo
 
Ciao Sandro, la situazione diciamo che è piuttosto "delicata" in quanto sui valichi in questione esistono numerosi appostamenti fissi (oltretutto la maggior parte di quelli correlata da abitazione...questo per spiegare fino a che grado qui da noi si vive la caccia da appostamento). Ora la Provincia sta cercando di tamponare il problema definendo le zone di rispetto in cui la caccia sarà vietata identificando quelle zone (come per esempio riserve o bandite che non mancano su quei passi) in cui il divieto sarà di minor impatto. Certamente comunque non è una situazione facile.
 
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COMUNICATO STAMPA
Milano - Brescia 9 luglio 2007

VIETATI ALLA CACCIA
14 VALICHI MONTANI
CLAMOROSA SENTENZA DEL TAR IN DIFESA DEGLI UCCELLI MIGRATORI

Con una importantissima decisione il Tribunale Amministrativo Regionale di Brescia ha accolto un ricorso presentato dalla Lega per l'Abolizione della Caccia contro l'Amministrazione Provinciale di Brescia per ottenere l'annullamento del silenzio creatosi dopo che l'associazione aveva richiesto l'inserimento di alcuni valichi montani tra le zone vietate alla caccia (in poche parole, la Provincia non aveva risposto adeguatamente).
La LAC aveva infatti rilevato che le zone protette dalla Provincia non corrispondevano a quelle piu' importanti per i flussi migratori, che devono essere tutelate secondo il dettame della legge nazionale sulla caccia e della Direttiva comunitaria sulla protezione degli uccelli selvatici.
Gli ambientalisti, difesi dagli Avvocati Claudio Linzola del Foro di Milano e Luisella Savoldi del Foro di Brescia, hanno convinto i giudici che le norme a difesa della fauna e dell'ambiente possono e devono essere interpretate in modo dinamico, e adattate alle situazioni che si creano dopo l'emergere di nuovi dati scientfici.
In questo caso, dichiara Graziella Zavalloni, delegata regionale LAC, il TAR ha riconosciuto la titolarita' della LAC, in quanto associazione riconosciuta dal Governo e portatrice di interessi diffusi, a proporre la revisione delle zone di particolare importanza per le rotte migratorie alla luce di dati e studi recenti e adeguatamente prodotti.
La Provincia invece si e' celata dietro retrive considerazioni legali, spazzate via dal Tribunale, sull'impossiblita' a rivedere norme ormai codificate, e dichiarazioni "svianti" come la preoccupazione di una eccessiva riduzione delle zone di caccia in montagna, il che non e' certo nell'interesse generale, ma solo in quello della particolare minoranza, i cacciatori, a cui l'assessorato Caccia locale si rivolge preferibilmente, in un'ottica clientelare e demagogica.
Invece, recita la sentenza: "Sulla base degli elementi forniti dalla LAC la Provincia era tenuta a iniziare il procedimento di revisione del piano faunistico venatorio provinciale. Questo atteggiamento negativo deve essere qualificato come silenzio rispetto a un'istanza qualificata e dunque appare corretta la proposizione di un ricorso".
Di conseguenza, il TAR ha dato alla Provincia un mese di tempo per iniziare un itinerario normativo che dovra' comunque concludersi entro l'inizio della stagione di caccia (16 settembre) con la inequivoca messa al bando dell'attivita' venatoria dalle zone montane particolarmente interessate dai flussi migratori.
La sentenza puo' essere richiesta alla LAC [email protected] - 0247711806
 
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