Buonasera,
Come sappiamo, durante lo sparo, le canne dei nostri fucili sono costantemente sollecitate a "cicli di lavoro" dovuto principalmente alle dilatazioni e allungamenti strutturali causate dalle pressioni e dalla spinta propulsiva della carica di lancio all'interno di esse.
Varie sollecitazioni come ,vibrazioni e attriti coinvolgono anche tutta la struttura delle bascule durante gli spari per non parlare della corrosione/erosione.
Siamo sicuri che i nostri fucili non nascondano microscopiche difettologie, come le pericolosissime cricche invisibili ad occhio nudo, che potrebbero a lungo andare comprometterne la sicurezza?
Qualcuno di voi si e' mai avvalso delle tecniche C.N.D./P.N.D. ( Controlli non Distruttive - Prove Non Distruttive ) per verificare l'integrità dei vari componenti costituenti l'arma?
Per chi non lo sapesse ecco in breve cosa sono le P.N.D. :
Per p.n.d. (PND) s'intendono quegli esami o controlli ovvero quegli insiemi di accertamenti e rilievi che si compiono su materiali metallici e non metallici, atti a riscontrare e/o misurare e/o determinare le composizioni e le caratteristiche di essi, i difetti e le discontinuità strutturali, e che comprendono la diagnosi e la ricerca delle cause di malfunzionamento di strutture, oggetti, assiemi, impianti, manufatti, sistemi, ecc. Tutto ciò senza prelievo di materiale o distruzione alcuna (da cui nasce la definizione) anche a livello microscopico e senza compromettere la funzionalità del componente. Tali accertamenti vengono eseguiti in fase di preparazione e costruzione, dal materiale al prodotto finito, per determinare la qualità di quanto realizzato e, in esercizio, per accertare il corretto funzionamento e l'integrità strutturale ai fini della sicurezza di quanto è posto in servizio.
Le PND trovano vasta applicazione in qualunque campo: dall'industria aerospaziale, nucleare e petrolchimica, dove sorgono noti problemi di sicurezza, all'industria siderurgica, ai trasporti, alle installazioni industriali terrestri e subacquee, al settore delle costruzioni civili in genere e, infine, alle opere d'arte di qualunque genere. Per queste ultime, le PND servono anche per determinare la connotazione storica del reperto, per accertare se vi siano stati precedenti restauri e come realizzati, e per determinare il miglior intervento di restauro eventualmente da eseguire. Insieme alle prove meccaniche e tecnologiche, agli esami metallografici, alle analisi chimiche e alle prove funzionali, le PND contribuiscono in maniera determinante e insostituibile a garantire la qualità del prodotto e dell'esercizio così come previsto dal contesto dei ''sistemi di qualità''.
Dal punto di vista della difettologia, le PND possono distinguersi in controlli superficiali (quando evidenziano discontinuità e difetti superficiali) e in controlli volumetrici (quando evidenziano discontinuità all'interno dei materiali). I segnali forniti dagli strumenti di prova vengono suddivisi in segnali reali (quando si ha l'esatta visione della discontinuità o del difetto) e in segnali convenzionali (quando si ha un valore, indicazione, curva, ecc., non correlabile alla geometria della discontinuità o del difetto). Nei controlli in cui si ha un'indicazione convenzionale del segnale, è necessario disporre di parti che presentino difetti noti o blocchetti in cui siano stati provocati difetti artificiali di riferimento e di comparazione, per poter correttamente valutare l'indicazione. Quanto alle energie impiegate, si hanno metodi che utilizzano forze capillari, forze elettromagnetiche, onde sonore, ultrasonore e dei materiali, energie infrarosse e ultraviolette, raggi ionizzanti beta, X, gamma. Un buon metodo PND si ha quando di una discontinuità o difetto vengono rilevate la geometria, la posizione e la dimensione: condizioni non sempre garantite dai singoli metodi. Le PND di certo ne evidenziano la presenza.
Saluti
Giuseppe