Anche le case blasonate sfornano una ciofeca ogni tanto, e' inevitabile. Io dalla Beretta ho avuto due ciofeche: la prima un S55B del Venerdi' pomeriggio, lasciato in fabbrica per due giorni a farsi un leggero strato di ossidazione sulle canne ancora non brunite. Poi, riprese il Lunedi' mattina e non ripulite dall'ossido formato durante il weekend, ci saldavano a stagno le bindelle laterali, ma la saldatura non "teneva" bene a causa dell'ossido, e dopo un certo numero di colpi le bindelle si staccavano in parte, di solito verso la volata. Purtroppo questo accadde al mio fucile qualche anno dopo l'acquisto, e non essendo la beretta come altre marche con una garanzia a vita, l'armaiolo lo dovetti pagare io.
Un'altra ciofeca Beretta la beccai moltissimi anni dopo, a Kodiak: una pistolina automatica Tomcat cal. .32 ACP (7,65). Il grilletto non funzionava in doppia azione perche' non sganciava il cane al termine della sua corsa retrograda. Inoltre il percussore si spezzo' dopo pochissimi giorni. NOTA PER I POSSESSORI DI ARMI BERETTA: che io sappia, le armi Beretta non amano "dry-firing." Se premi il grilletto in assenza della cartuccia in camera, il percussore si puo' spezzare. E la Tomcat, a differenza di quasi tutte le altre automatiche non rimane a carrello aperto dopo l'ultimo colpo, percio' se non conti quante volte spari, l'ultima volta che premi il grilletto fai CLICK! e magari spezzi il percussore. Anche il percussore inferiore dell'S55B si spezzo', ma per colpamia, perche' non sapevo che per scaricare le molle dei cani bisognava aprire il fucile e poi richiuderlo mentre si tenevano premuti i grilletti. Io invece li facevo scattare a vuoto.
Un'altra Beretta che comprai, la 9000S o "Cougar," in calibro .40 S&W non aveva veri difetti meccanici, ma tante pecche di progettazione. Poco precisa, aveva una scarrellata durissima, impossibile da fare con le mani bagnate, fredde, o se la pistola era un po' unta. La sicura, anch'essa molto dura, aveva la leva inclinata all'ingiu' e non larga abbastanza. Quando la si voleva togliere col pollice, questa aveva la tendenza a scivolare giu' dalla leva. In una situazione di legittima difesa e bisogno di estrarre e mettere in azione la pistola in un tempo adeguato, il ritardo a disinnestare la sicura sarebbe potuto essere una condanna a morte. Un inceppamento dovuto ad un innesco difettoso e la difficolta' a scarrellare sarebbero stati altrettanto disastrosi. Venduta appena possibile.
Io ho cominciato a dare poco retta al blasone della Beretta, come pure a quello della Remington, sperando che quest'ultima, smembrata e venduta a pezzi ad altre ditte dopo il fallimento dovuto alla grande abbondanza di ciofeche prodotte e ammollate ai loro clienti, adesso possa vivere all'altezza del suo nome sotto nuova gestione. Anzi, sotto nuove gestioni, perche' due grosse fette della Remington originale, la produzione di armi e quella di munizioni, oggi sono in mano a due ditte diverse.
Anche la Marlin, si spera, oggi in mano alla Ruger, se non vado errato, aveva attraversato il suo periodo nero. Una delle due M 95's in .450 Marlin che avevo comprato si bloccava dopo lo sparo e la leva si poteva manovrare soltanto con un pezzo di legno ed un martello. Rimandata in fabbrica e riparata, me ne sbarazzai quasi subito.
Oggi come oggi ho gran fiducia nella Ruger, nella Kimber, e nella S&W , tutte americane. Sebbene abbia nel passato comprato armi estere (fra le quali Sig e Tanfoglio), oggi compro soltanto U.S. Ho fatto un'eccezione qualche anno fa per un sovrappostino turco importato dalla CZ, ditta seria, e l'anno scorso per la doppiettina Iside di Isidoro Rizzini, che mi piace da morire.
L'importante, quando si compra un'arma o un ottica, e' la garanzia. Se non c'e' affatto, o e' "fiacca," o se si sa che la fabbrica e' restia a cambiare o riparare, e' meglio starne lontani.