Con i miei amici già abbastanza grandicelli tiravano dalla finestra di una soffitta con la fionda pallini dello 0 sui poveri passanti fino a quando non ci hanno scoperto. Non parliamo poi della lampadine dell'illuminazione stradale e gli isolatori (le chiamavamo cuccaline ) dei cavi elettrici e tutto quello che si muoveva , la fionda era sempre in tasca per qualsiasi evenienza. Saluti.
 
Bah... Questi tirano patate... Il PD ci sta tirando cetrioli (ben più pericolosi) al lato B! [cry.gif]
 
Si dava libero sfogo agli istinti ma crescendo la maggior parte si raddrizzava perchè capiva o qualcuno gli faceva capire dove si poteva arrivare....forse nei tempi odierni non potendosi sfogare da piccoli fanno grossi danni da grandi...
 
Con i miei amici, da bimbetto, dai 7 anni circa in poi, si faceva più danni della grandine: fionda sempre al collo e via! Le povere lucertole e tutti gli uccellini che capitavano a tiro pagavano pegno, ma si facevan tante padelle già a quei tempi eh!
Ma questi sparapatate hanno 30 anni!!!!

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Mah [42]....cercando di fare un ipotesi psicocologica di tali comportamenti pur non essendo assolutamente addentrato in tale materia :mrgreen: mi vien da pensare che siano dei sani cojoni cresciuti a playstation su' un divano fin da eta' adoscenziale e che ora alla soglia dei 30anni abbiano scoperto il piacere della sperimentazione sul campo?!?

Peccato che i tempi son cambiati ,ovviamente in peggio, per attenzione alle ca@@te : noi ce la cavavamo con un paio di sganassoni per ogni bischerata ora e' penale per due patate sparate in aria........specchio dei tempi heuuu.gif] ! Un saluto.
 
Per fortuna le patate nell'orto hanno appena messo le prime foglie e prima di raccoglierle ci sono un paio di mesi !! Saluti.
 
La cosa che mi lascia sconcertato è che siano andati a provare il marchingegno per strada, anche io da ragazzino ne ho combinate a valanghe e l'epilogo era sempre uguale: il babbo si armava e mi menava. Non era piacevole ma mi è servito per capire cosa si fa e cosa non si fa.
Fra le innumerevoli m....te ricordo anche io come Giovanni, le bombe sulla capoccia dei passanti con terra dei vasi e altri contenuti vari, oppure quando avevo preso una sigaretta del babbo e volendola fumare al sentire i suoi passi pensai bene di gettarla accesa nel secchio dell'immondizia con il risultato che quello dopo poco prese fuoco, e tante altre cose.
Oggi a molti ragazzini è lecito fare tutto e non va bene, quando sento umani da latte che insultano a male parole i nonni o i genitori rimango basito , per me era impensabile rivolgersi ad un adulto , figuriamoci mandarlo a f.....ulo.
Boh sarò vecchio.
 
Giovà da ragazzotti, nelle sere d'estate con un fionda da lancio tenuta in due con un terzo che la tirava lanciavamo palloncini pieni d'acqua ad un centinaio di mt sul muro di un palazzo facendo la pioggia di sotto, facendo incazzare i frascatani che non sapevano con gli pigliarsela.[rk01_050.gif]:mrgreen:
 
Io da ragazzino sparavo col fucile ad aria compressa a zamponi, cotechini e "Mellun' 'e Natale" appesi alle finestre dei vicini. Ai cocomeri accatastati in strada dai cocomerari (che bello vedere un cocomero maturo spaccarsi dopo essere stato colpito da un Diabolo a punta piatta!). Alle lampadine dei lampioni. A tutto meno che alla gente. Poi, un po' come facevi tu con fionda e palloncini, rubavo i preservativi che mio fratello comprava spesso (aveva 9 anni piu' di me ed era un donnaiolo rubacuori da non crederci), li riempivo d'acqua (in un preservativo ci puoi mettere tre o quattro litri d'acqua, se non di piu') e li buttavo dalla finestra del terzo piano sullle macchine quando rallentavano all'incrocio di Via Enea con Via Muzio Scevola. Facevano un rumore formidabile quando schiattavano sul tetto o sul cofano, mandando un Niagara d'ecqua da tutte le parti.. Da molto piccolo prendevo piccole zole di terra dai vasi del balcone e le gettavo ai passanti. Fu allora che imparai l'arte dell'anticipo. Stimavo la velocita' della persona e mollavo la zolla prima che mi passasse direttamente sotto. Com'era bello vedere la zolla che si rompeva sulla testa impomatata (a quei tempi tanti ancora usavano la brillantina) di un signore distinto o nel decollete di una prosperosa signora. Ero un teppistello, lo riconosco.
 
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