Re: ricaricare velocemente sovrapposto senza estrattori auto
yujikoli ha scritto:
conoscete qualche tecnica o metodo per ricaricare il fucile velocemente?
grazie
Questo quesito merita una storia alla "Ernesto Emingovai"...
L'allodola si era posata in un prato adiacente al seminato. Era una grossa allodola, reduce da chissa' quanti voli di migrazione. Un maschio, dalle ali forti e dalle unghie posteriori lunghe e affilate. Francesco Macomberi si asciugo' il sudore dalla fronte. La guida gli offri' una sigaretta. Francesco la fumo' in fretta, nervosamente, e dopo averla finita ne stritolo' il mozzicone nella terra col tacco dello stivale.
"Se vuole, l'accompagno," gli disse Vilsone, la sua guida, e Francesco ne fu seccato, perche' quella domanda gli faceva tornare in mente l'episodio del bottaccio padellato ignominiosamente il giorno prima. "No, grazie!" rispose seccamente.
"Come vuole lei. Ecco, beva un sorso d'acqua." Gli porse la borraccia. "Vedra' che tutto andra' bene. Ha caricato il fucile? Bene. Prenda qualche altra cartuccia. Le tenga pronte nel taschino, e ne tenga due fra le dita della mano sinistra, quella che impugna l'astina."
Il sole aveva asciugato il seminato e gli stivali di Francesco sollevavano nuvole di polvere mentre camminava a passi lenti ma sicuri sull terreno riarso, verso la rimessa dell'allodola, che--invisibile fra l'erba del prato--lo fissava con i suoi occhietti da rettile. Francesco quasi ne poteva avvertire lo sguardo penetrante. Era tentato di tornare indietro, di chiedere alla guida di accompagnarlo, ma sapeva che se lo avesse fatto sua moglie, che all'ombra del Panda 4x4 lo guardava con il suo binocolo, lo avrebbe lasciato per sempre. La sera precedente la sua risata sardonica era stata come una pugnalata alle spalle. "Franceschino, amore, sei sicuro che avrai il coraggio di affrontare un'allodola? Non farai come hai fatto col bottaccio? Il Signor Vilsone e' stato cosi' eroico, non e' vero, Signor Vilsone? Positivamente eroico. Franceschino, amore, perche' non puoi essere cosi' eroico come il Signor Vilsone?"
Francesco Macomberi si fermo' ai margini del prato. Sapeva che l'allodola doveva essere a non piu' di trenta metri da lui. Era il momento della verita'. La mano destra stringeva convulsamente l'impugnatura del sovrapposto, e l'ottone delle due cartucce che stringeva fra le dita della mano sinistra rifletteva i raggi del sole calante e Francesco strinse gli occhi fino a che divennero due fessure orizzontali. Avanzo' ancora di qualche passo. A venti metri da lui l'allodola esplose dall'erba con un colpo possente d'ala, beffeggiandolo col suo trillo. Francesco, sopraffatto dall'emozione avvento' i due colpi senza mirare, senza staccare una penna. "No, questa volta non sara' come col bottaccio di ieri," fu il pensiero che attraverso' fulmineo la sua mente. Con un gesto fluido apri' il sovrapposto, inclinandolo sulla destra e i bossoli vuoti caddero ai sui piedi. La mano sinistra lascio' l'astina e le due cartucce di riserva caddero dalle dita nelle camere con un "plunk, plunk!" metallico soddisfacente. Con un gesto secco chiuse il fucile, e il mirino ritrovo' l'uccello che adesso era a quaranta metri di distanza, quasi fuori tiro. "Ka-boom!" e l'uccello, scarseggiato di prima canna, torno' indietro, verso di lui, inesorabile. La paura che anche questa volta Vinsone l'avrebbe dovuto cavare dai guai lo attanaglio' per un momento. Ma poi Francesco ritrovo' in un istante quel potere che aveva avuto tanto tempo fa e che sua moglie gli aveva sottratto a poco a poco, fino a ridurlo a quel pupazzo che voleva per marito. "Non piu'!" penso' Francesco, e il mirino segui' per un istante l'allodola. "Ka-boom!" echeggio' il secondo colpo, sparato all'ultimo momento, un colpo che insieme al piombo portava con se' tutte le frustrazioni di un matrimonio infelice a una donna che lo aveva praticamente castrato.
E l'allodola s'accartoccio' e gli cadde ai piedi, un batuffolo di piume insanguinate che ormai non gli faceva piu' paura.
Francesco si giro' e guardo' la moglie e Vinsone, che adesso sembravano molto piu' piccoli e insignificanti contro lo spazio aperto della pianura pugliese.
Scherzi a parte, se non vuoi essere attaccato da un tordo "scellato" o da una lepre inferocita, il "trucco" usato dai cacciatori africani armati di doppietta o sovrapposto "express" e' proprio quello di tenere due cartucce di riserva fra le dita che reggono l'astina. Dopo aver sparato, il cacciatore apre il fucile, inclinandolo verso la destra, per far cadere i bossoli. Poi lo inclina verso sinistra, lo regge con le canne all'ingiu' con la destra, e la mano sinistra inserisce le due cartucce di riserva nelle camere. Poi la sinistra afferra l'astina la solleva per chiudere il fucile, e gli altri due colpi sono pronti a partire.
Ma, seriamente, e' davvero necessario a caccia di uccelli?????