Re: Domani il voto

Ho unito le due discussioni in quanto parlano del medesimo argomento,

Prego Axel69 di non aprire doppioni (come in questo caso) ma se ha nuove notizie in merito di continuare sul medesimo 3D onde evitare la perdita di informazioni

Grazie e ciao,Marco.
 
Re: La direttiva è passata

Re: La direttiva è passata

Cosa cambierà? Parecchio...


Il voto di ieri ha consegnato alla storia una revisione della direttiva europea in materia di armi (91/477, già emendata e integrata nel 2008) tra le più criticate e controverse. Il testo è quello concordato dal famigerato “trilogo” tra Consiglio europeo, Commissione e Parlamento, già votato il mese scorso dal comitato Imco e confermato dal plenum dell’assemblea rifiutando ogni ulteriore emendamento. Ma cosa cambia, nella sostanza, per gli appassionati? Be’, il rischio è che cambi più di quanto si immaginava, in quanto alcune enunciazioni di questa norma sembrano fatte apposta per rendere nei fatti impossibile (o molto difficile) la detenzione di tipologie di armi che, in teoria, sarebbero consentite.

Per leggere il testo ufficiale del provvedimento (in italiano), CLICCA QUI http://www.europarl.europa.eu/sides...NSGML AMD A8-2016-0251 107-107 DOC PDF V0//IT .

Tutto è arma

Il primo aspetto critico è costituito dal fatto che, in pratica, con questa nuova direttiva “tutto” viene considerato arma da fuoco: sono armi da fuoco le repliche ad avancarica (che in molti casi, anche in Italia, erano di libera vendita, almeno quelle monocolpo), ma sono in pratica armi da fuoco anche le armi disattivate seguendo il nuovo regolamento europeo sulla disattivazione entrato in vigore lo scorso 9 aprile.
In teoria, tanto le avancarica quanto le disattivate sarebbero semplicemente soggette a “dichiarazione” perché inserite nella categoria C dell’allegato I della direttiva 91/477, ma nella pratica occorreranno gli stessi adempimenti previsti per le armi da fuoco moderne e funzionanti, visto che la norma prevede che “gli Stati membri consentono l’acquisizione e la detenzione di armi da fuoco solo alle persone in possesso della licenza o, per quanto riguarda le armi da fuoco di cui alla categoria C, che siano specificamente autorizzate ad acquisire e detenere tali armi da fuoco conformemente al diritto nazionale”. La conseguenza più immediata è che persone che oggi detengono legalmente armi ad avancarica o armi disattivate (ma la norma riguarda solo le disattivate in conformità del regolamento europeo, quindi solo quelle disattivate dopo il 9 aprile) potrebbero scoprire di non avere i requisiti previsti per la detenzione e, quindi, essere costretti a disfarsene. Appare evidente, in particolare, l’assurdità di aver realizzato un regolamento europeo per essere sicuri che un’arma disattivata NON sia più un’arma, per poi richiedere al detentore gli stessi adempimenti previsti per le armi da fuoco. Verosimilmente, una norma di questo genere rappresenterà un colpo mortale sia per il mercato delle armi disattivate, sia per le repliche ad avancarica. Oltretutto, anche per le armi di categoria C sono previsti adempimenti in materia di custodia, che oggi non erano richiesti, anche se tali adempimenti potrebbero essere meno impegnativi rispetto alle “vere” armi da fuoco perché è specificato che “il livello di controllo in relazione alle modalità di custodia appropriata è commisurato al numero e alla categoria delle armi da fuoco e delle munizioni in questione”. Attenzione, ripetiamo: la norma non si applica alle armi disattivate prima dell’entrata in vigore del regolamento europeo del 9 aprile, a meno che tali armi non siano poste in vendita o trasferite in un altro Stato membro (in tal caso occorrerà adeguarle alle prescrizioni del regolamento e denunciarle).

Demilitarizzate e caricatori maggiorati: più no che sì...

I problemi più grossi si preannunciano per i detentori delle armi demilitarizzate e dei caricatori cosiddetti “maggiorati”, ovvero di capacità superiore a 20 colpi per le pistole e 10 per le carabine. È proprio in questo caso che si concentrano le criticità della norma che, se da un lato concede, dall’altro rende di fatto impossibile, o molto difficile, l’effettiva detenzione. Vediamo perché.
Come è noto, vengono create tre nuove voci nella categoria A dell’allegato I alla direttiva 91/477 (armi da fuoco proibite), cioè: A6, per le armi demilitarizzate (armi da guerra vendute sul mercato civile dopo l’eliminazione della raffica); A7, per le armi semiautomatiche a percussione centrale con caricatori “maggiorati” inseriti; A8, per le armi lunghe semiautomatiche che, mediante l’asportazione o il ripiegamento del calcio, possono assumere una lunghezza totale inferiore a 60 cm senza veder compromesso il loro funzionamento.
Cosa cambia per chi a oggi già detiene queste armi? In teoria nulla, perché è specificato che “gli Stati membri possono decidere di confermare, rinnovare o prorogare le autorizzazioni per le armi semiautomatiche di cui ai punti 6, 7 o 8 della categoria A per le armi da fuoco che rientravano nella categoria B e legalmente acquisite e registrate prima della data di entrata in vigore della presente direttiva modificativa, fatte salve le altre condizioni di cui alla presente direttiva”. Ma è proprio l’ultima frase che fa drizzare i capelli sulla testa: “le altre condizioni”, infatti, si riferiscono al fatto che per le armi di categoria A (quindi, oltre alle “ex” civili, principalmente quelle da guerra) sono, con la presente direttiva, richieste precauzioni di custodia particolarmente rigide.
I problemi più grossi si pongono per chi vorrà acquistare tali armi dopo l’entrata in vigore della direttiva: i collezionisti sono praticamente (di fatto) esclusi, visto che è specificato “gli Stati membri possono decidere di concedere a collezionisti, in singoli casi eccezionali e debitamente motivati, autorizzazioni ad acquisire e detenere armi da fuoco, componenti essenziali e munizioni rientranti nella categoria A nel rispetto di rigorosi requisiti riguardanti la sicurezza, ivi compresa la dimostrazione alle autorità nazionali competenti di aver adottato misure per far fronte a eventuali rischi per la pubblica sicurezza o l’ordine pubblico e di custodire le armi da fuoco, i componenti essenziali e le munizioni interessate con un livello di sicurezza proporzionato ai rischi associati a un accesso non autorizzato agli stessi”. Capito? In pratica, così come è posta la normativa, per chi intenda collezionare le demilitarizzate o i famosi caricatori “maggiorati” saranno richieste misure di custodia degne di Fort knox ma, attenzione, tali misure di custodia saranno richieste anche agli attuali detentori di tali armi! In pratica, per continuare a detenere un Ak demilitarizzato da 600 euro, saranno richiesti 5 mila euro tra inferriate, allarmi eccetera. La conseguenza è che, pur essendo in teoria autorizzato il possesso, nella realtà per la maggior parte dei cittadini esso sarà precluso nella pratica.
Non va meglio per chi intenderà acquistare tali armi (o i caricatori, non dimentichiamoci dei caricatori…) per utilizzo sportivo: occorrerà dimostrare di praticare attività regolare di tiro da almeno 12 mesi e, soprattutto, le modalità di custodia dovranno sempre essere quelle appena espresse.

La custodia delle armi

A parte la categoria “A”, anche per le altre armi da fuoco sono esplicitamente previsti adempimenti per la custodia: “Al fine di ridurre al minimo il rischio di accesso alle stesse da parte di persone non autorizzate, gli Stati membri stabiliscono norme in materia di adeguata sorveglianza delle armi da fuoco e delle munizioni e norme in materia di custodia in sicurezza. Le armi da fuoco e relative munizioni non devono essere facilmente accessibili contemporaneamente. Per “adeguata sorveglianza” si intende che la persona che detiene legalmente l’arma da fuoco e la munizione interessata ne ha il controllo durante il suo trasporto e utilizzo. Il livello di controllo in relazione a tali modalità di custodia appropriata è commisurato al numero e alla categoria delle armi da fuoco e delle munizioni in questione”.
In pratica, questo tipo di prescrizioni è già vigente in Italia per coloro i quali sono in possesso di licenza di collezione per armi comuni da sparo. Verrà, tuttavia, esteso anche ai semplici detentori ex art. 38 Tulps.

Monitoraggio continuo o non continuo...

Un altro punto molto critico per gli appassionati è quello relativo alla verifica periodica della persistenza dei requisiti psicofisici per la detenzione delle armi (che è di 5 anni per tutti: semplici detentori, possessori di un porto d’armi, collezionisti). Nella direttiva è infatti indicato che “Gli Stati membri devono porre in essere un sistema di monitoraggio, che possono attivare su base continua o non continua, inteso a garantire il rispetto delle condizioni di autorizzazione stabilite dal diritto nazionale per tutta la durata dell’autorizzazione, nonché la valutazione delle informazioni mediche e psicologiche pertinenti. Le disposizioni specifiche sono stabilite in conformità del diritto nazionale”.
Cosa significa? Tutto e niente. Tutto, se questa norma dovesse essere interpretata dai nostri solerti ministeriali nel senso che ogni anno tocca di fare la visita medica; niente (o “poco”) se, in modo più intelligente e meno punitivo, si istituisse una forma di comunicazione tra i medici di base e l’autorità di Ps, idonea ad avvisare nel momento in cui a un detentore di armi dovessero essere diagnosticate determinate patologie. Ci perdonerete se non abbiamo tutta questa fiducia nella buona fede dei burocrati romani…

Le uniche note positive

Anche se pochi, ci sono comunque aspetti positivi nel testo della direttiva: il più importante è che si stabilisce, su base europea, che le armi da fuoco trasformate a salve (come le armi per uso scenico) continuano a essere considerate armi a tutti gli effetti (come è già in Italia) e restano nella loro categoria d’origine. In questo modo, si potranno scongiurare quei casi in cui la criminalità ha comprato di libera vendita tali armi per poi ri-modificarle per sparare cartucce a pallottola. Un altro aspetto interessante è che viene eliminato dall’elenco delle parti fondamentali d’arma il silenziatore; per gli italiani però, sul momento, non cambierà nulla, perché comunque il possesso di tali strumenti è vietato dal decreto legislativo 121 del 2013.
 
Re: La direttiva è passata

Re: La direttiva è passata

Che una volta completati tutti gli iter a noi il pda passa da 6 a 5 anni di durata....ringraziate queste me@@@@

La legge dice fino ad un max di 5 anni, ma ogni Stato la recepisce come vuole, nel senso che nulla vieta uno Stato di fare rinnovare il Pda ogni 4-3-2 anni e siccome noi stiamo in Italia cè da preoccuparsi.
 
Re: Domani il voto

Comunque contrari sono stati solo Lega e Fratelli d'italia ..... pd f.i. e 5 stelle ... fronte compatto a favore delle nuove norme. Tanto per precisare ..... e per futura memoria.
 
Re: Domani il voto

In commissariato 5 anni fa (quando rinnovai il porto d'armi) mi dissero che volevano portare la durata del porto d'armi uguale a quello dell carta europea, cioè 5 anni e vedrete che finirà così.
 
Re: Domani il voto

vabbè passasse da 6 anni a 5 ......cambia poco.... :)

da 6 a 5 ..... ok, ma qui si parla da 6 a max 5 anni. Quindi possono essere anche 1, non dimenticandoci che quei poveracci che hanno smesso di rinnovare per raggiunti limiti di età o per passione stuprata da assurde restrizioni .... si troverebbero ogni anno ad effettuare le visite mediche previste per l'idoneità a tenere a casa ( in armadio blindato ) le armi compagne che furono di vecchie albe. Ogni anno balzelli economici e burocratici che hanno costretto molti a rottamare o svendere oggetti, che se pur di valore economico insignificante, hanno un valore affettivo che certi parassiti neanche conoscono !! Quindi non stupiamoci dei nostri governanti, se si svegliano una mattina e decidono di farci fare annualmente il rinnovo del pda. In caso stupiamoci dei nostri colleghi di passione che quando vengon chiamati alle urne, mettono la crocetta su chi ha contribuito all'applicazione di queste ulteriori nuove restrizioni.
 
Re: Domani il voto

da 6 a 5 ..... ok, ma qui si parla da 6 a max 5 anni. Quindi possono essere anche 1, non dimenticandoci che quei poveracci che hanno smesso di rinnovare per raggiunti limiti di età o per passione stuprata da assurde restrizioni .... si troverebbero ogni anno ad effettuare le visite mediche previste per l'idoneità a tenere a casa ( in armadio blindato ) le armi compagne che furono di vecchie albe. Ogni anno balzelli economici e burocratici che hanno costretto molti a rottamare o svendere oggetti, che se pur di valore economico insignificante, hanno un valore affettivo che certi parassiti neanche conoscono !! Quindi non stupiamoci dei nostri governanti, se si svegliano una mattina e decidono di farci fare annualmente il rinnovo del pda. In caso stupiamoci dei nostri colleghi di passione che quando vengon chiamati alle urne, mettono la crocetta su chi ha contribuito all'applicazione di queste ulteriori nuove restrizioni.

Rinnovo ogni anno o 2/ 3 creerebbe solo confusione nei commissariati....credo che 5 anni sia il periodo che vogliono...
 
Re: Domani il voto

Altro mattoncino sottratto al muro della pazienza del cacciatore....che tanto alla fine dovra' sgretolarsi [14] ! Passeremo a 5 anni e magari un sostanzioso "ritocchino" alla governativa....che vuoi fare heuuu.gif] !?! D'altronde siam il paese dei ripetuti governi non eletti che ha fatto dell'accoglienza il nuovo business degli amici degli amici......e gente onesta armata in giro,seppur legalmente....da fastidio [8]!Tanti saluti.
 
Re: La direttiva è passata

Re: La direttiva è passata

Sempre peggio....altro che kc migliorativi...qui tra un po' ce fanno il culo...

tra un po?

- - - Aggiornato - - -

Comunque contrari sono stati solo Lega e Fratelli d'italia ..... pd f.i. e 5 stelle ... fronte compatto a favore delle nuove norme. Tanto per precisare ..... e per futura memoria.

c'è poo da dì, in materia armi-caccia-difesa ecc gli altri son robaccia
 
La direttiva è passata

La direttiva è passata

La proposta di modifica della direttiva in materia di armi è stata, come era prevedibile, approvata con ampia maggioranza, senza emendamenti

L’esito era praticamente scontato, nonosante le vigorose critiche di una quarantina di deputati europei nella discussione preliminare di questa mattina. La bozza di direttiva europea votata nelle scorse settimane dal comitato Imco è stata approvata dal plenum del Parlamento europeo, con 491 voti favorevoli, senza alcun emendamento. 123 deputati hanno votato per il respingimento totale, mentre 178 hanno appoggiato la proposta dell’eurodeputata ceca Dita Charanzova per votare gli emendamenti migliorativi. I singoli Paesi membri hanno 15 mesi di tempo per provvedere al recepimento.
 
Re: La direttiva è passata

Re: La direttiva è passata

ho seguito poco la cosa.....per noi cacciatori cosa cambi? chi è cosi gentile da delucidarmi in parole povere?
 

axel69

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Domani il voto fatidico da parte del Parlamento europeo sulla bozza di modifica della direttiva in materia di armi. Cosa bisogna aspettarsi?


Allegati
http://www.armietiro.it/articoli/allegato/8322/1


Domani sarà il giorno fatidico: dopo il voto da parte del comitato Imco (Mercato interno e protezione dei consumatori), sarà il plenum del Parlamento europeo a pronunciarsi sulla bozza di modifica della direttiva in materia di armi che è in discussione dal 18 novembre 2015. Rispetto alla prima stesura del documento, che si può senza alcun dubbio definire indegna di una istituzione democratica, è indubbio che il lavoro compiuto in particolare dalla presidente del comitato Imco, Vicky Ford, abbia mitigato molti degli aspetti più punitivi nei confronti degli appassionati. Ed è quindi logico e comprensibile che le associazioni di categoria ritengano opportuno, in questa fase, accettare quanto si è riusciti a conquistare piuttosto che rischiare nuove lotte e nuovi dibattiti che potrebbero portare a un miglioramento, ma anche a un peggioramento della situazione.

La stesura attuale del documento prevede però numerose criticità che, se approvate così come sono, comporteranno notevolissimi problemi applicativi, sia in fase di recepimento nazionale, sia soprattutto nella vita pratica del nostro settore e degli appassionati. Le maggiori criticità, in particolare, si riscontrano sulla questione delle armi demilitarizzate che, spostate in categoria “A”, per coloro i quali volessero acquistarle dopo l’entrata in vigore della legge saranno difficilissime da acquisire per collezionismo (le deroghe previste al generale divieto di raccolta sono molto restrittive e richiedono misure antifurto e anti-intrusione rigidissime). Per i tiratori sportivi, questi adempimenti non saranno richiesti (violando, quindi, il principio costituzionale di eguaglianza) ma si prevede che essi possano materialmente acquistarle solo dopo almeno 12 mesi di pratica dello sport. Pratica che, però, prevederebbe di utilizzare per l’appunto tali armi! Il rischio è che si arrivi a una situazione di sostanziale divieto, mascherato da autorizzazione condizionata. È assurdo che si sia arrivati a una situazione del genere, quando la Commissione europea avrebbe avuto tutto il tempo e il modo di prevedere, così come si è fatto per le armi disattivate, un regolamento europeo con norme tecniche omogenee per tutti i 28 Stati, volte ad assicurare l’effettiva impossibilità di ripristino della raffica.

​Anche la norma sulla marcatura delle singole parti fondamentali d’arma potrà verosimilmente presentare numerosi problemi pratici: sia per i produttori o importatori, sotto forma di oneri finanziari per adeguamento delle macchine e maggior tempo occorrente per la produzione, sia per gli utilizzatori finali.
Negli allegati, troverete una serie di emendamenti proposti proprio per mitigare questi aspetti che, però, con tutta probabilità non saranno votati domani, perché a quanto sembra l’orientamento è quello di votare il documento già preparato dall’Imco, senza ulteriori spazi di discussione.
Così stando le cose, ferma restando la piena comprensione delle legittime motivazioni delle associazioni di categoria, non possiamo far altro che auspicare che il plenum dell’assemblea voti “no” al provvedimento, respingendolo in toto. Sia per evitare grossissimi problemi in fase di recepimento, sia per dare un segnale forte a chi (in particolare Jean Claude Juncker) da oltre un anno vuole utilizzare le restrizioni ai legittimi possessori di armi per far credere ai cittadini europei di contrastare il terrorismo e la criminalità.
Questa è una brutta direttiva, è un testo antigiuridico e non può essere approvato da un legislatore europeo nella sua forma attuale. Non si può che votare "no", nell'interesse degli appassionati e nell'interesse della certezza del diritto. A chi paventa che dicendo "no" a questo testo, ne possa essere proposto in breve tempo uno peggiore, ribattiamo considerando che un "no" secco dell'assemblea può comunque far capire ai disarmisti ideologizzati che non possono fare sempre ciò che vogliono e che non basta proporre "cento" per portare a casa comunque "trenta". Sarebbe un segnale storico, fortissimo, che potrebbe segnare veramente il giro di boa nella tutela dei diritti dei legittimi possessori di armi. Fino a domani, lasciateci credere che sia possibile...
 
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