Ci sono i presupposti per alcune riflessioni e iniziando dalla prima dico che il referendum è una cosa seria o almeno dovrebbe, ad es. nel 1946 fu importante per l'Italia che scelse la repubblica e non la monarchia. Non dovrebbe avere limiti l'informazione anche se questa salvo rare eccezioni è gestita promossa e pilotata dal vento dominante. E' uno strumento a doppia lama della sovranità del popolo, uno strumento di democrazia perfetta e per altri uno strumento pericoloso per il rischio di manipolazioni e derive plebiscitarie che in genere non tutelano le minoranze, si chiedono opinioni come in questo caso sullo scontro fra due poteri forti quello delle lobby di governo e quello del mondo ambientalista e in mezzo ci siamo noi, gli enti locali sono entrati in gioco per avere un ruolo più rilevante per lo sfruttamento di gas e petrolio, ma la questione è ridicola, queste 21 piattaforme (tra l'altro già proibite) che operano a 20-22 Km da terra estraendo idrocarburi con prevalenza di gas al termine della concessione verranno smantellate, ci dovrà essere un ulteriore rinnovo, o possono continuare fino ad esaurimento, il tutto accadrà fra 10-20 anni, fermo restando il fatto che solo per quelle già esistenti. Riassumendo se vince il si fra tot anni le concessioni scadono e le estrazioni "dovrebbero" (salvo ....ecc ecc.) cessare, i comitati no triv sono le regioni interessate, ambientalisti tra cui greenpeace, legambiente wwf ecc. una vittoria a effetto molto politico che indirizzerebbe i soldi su altri percorsi, alzandosi il vento dell'ipocrisia. Le ragioni del no l'altro comitato "Ottimisti e razionali" alla cui presidenza c'è il comunista pci Borghini e anche settori cgil che con l'indotto coinvolge circa 115 mila persone, l'estrazione principale è di gas metano che copre il 10% del fabbisogno nazionale, dicono bene la crescita di energie verdi ma nel frattempo non si può rinunciare a quello che abbiamo, la situazione rimarebbe così fino alla scadenza dopo le compagnie eni shell ecc. potranno fare richiesta di prolungamento da approvarsi in base a valutazioni di impatto ambientale. Quindi falso è lo stop alle trivelle, è già così per almeno un ventennio. Visto il calo dei prezzi degli idrocarburi e l'indebitamento di un terzo delle compagnie nel mondo sono già a rischio fallimento, stragi del mare, pericolo delle coste per la fauna il turismo per la pesca sostenibile dice greenpeace, più che altro sono piccoli e molti gli incidenti fonte ISPRA, spesso la causa della fuoriuscita è il trasporto e noi in questo caso non siamo messi malissimo abbiamo estrazione a Km zero. Ricordando che non andare è già un voto e che probabilmente l'attuale governo prossimamente forse toglierà il quorum, vista la nuova legge elettorale, no preferenze e premio di maggioranza ignorando il pronunciamento della consulta, non stupisce la disaffezione per la politica, il crescente astensionismo, i politi non hanno saputo potuto voluto fare il loro mestiere, solo propaganda e retorica, molto avviene nei palazzi (e anche fuori) dietro le quinte dove la regia è fatta dalle lobby e corporazioni, noi subiamo i tempi fatti di scandali e un sistema che è all'insegna della corruzione e che premia incapaci e furbetti.
 
Al referendum sono interessate solo 21 piattaforme d'estrazione colocate entro le 12 miglia. Il referendum è stato indetto per impedire il rinnovo delle concessioni alla loro scadenza naturale che permetterebbe l'estrazione fino all'esaurimento del petrolio. Non interessa le trivelle fuori le 12 miglia ... che sono 3 volte tanto. Quindi non finisce l'estrazione, ma semplicemente andranno a morire negli anni qualsiasi trivellazione vicino le coste, perchè sta di fatto che già sono stati vietati per leggi eventuali nuovi impianti entro le 12 miglia ... che significa ? Evidentemente se vengono vietate nuove trivellazioni " vicine " lo si fà per salvaguardia. Già questo ... cioè rispettare un limite è presa di coscienza che l'estrazione del petrolio, pur in sicurezza deturpa l'habitat. Non vedo i motivi di scandalizzarci solo perchè il referendum è appoggiato da chi odia la nostra passione e ..... boicottato per questo e non per motivi ben più seri. Le compagnie di petrolio sono categorie tra le più ricche ... tanto chè i titolari sono tutti " paperoni ". Andassero a trivellare oltre le 12 miglia, che nessuno glielo impedisce.
 
Non vado a votare nemmeno se cala la Madonna. I motivi principali ve li dico. Il primo è perchè questo referendum non è stato indetto grazie alla raccolta delle fatidiche 500.000 firme, ma bensì grazie a 9 consigli regionali che lo hanno richiesto. .......
Sono d'accordo anche sui punti e le virgole di quanto scritto da Tino
 
Al referendum sono interessate solo 21 piattaforme d'estrazione colocate entro le 12 miglia. Il referendum è stato indetto per impedire il rinnovo delle concessioni alla loro scadenza naturale che permetterebbe l'estrazione fino all'esaurimento del petrolio. Non interessa le trivelle fuori le 12 miglia ... che sono 3 volte tanto. Quindi non finisce l'estrazione, ma semplicemente andranno a morire negli anni qualsiasi trivellazione vicino le coste, perchè sta di fatto che già sono stati vietati per leggi eventuali nuovi impianti entro le 12 miglia ... che significa ? Evidentemente se vengono vietate nuove trivellazioni " vicine " lo si fà per salvaguardia. Già questo ... cioè rispettare un limite è presa di coscienza che l'estrazione del petrolio, pur in sicurezza deturpa l'habitat. Non vedo i motivi di scandalizzarci solo perchè il referendum è appoggiato da chi odia la nostra passione e ..... boicottato per questo e non per motivi ben più seri. Le compagnie di petrolio sono categorie tra le più ricche ... tanto chè i titolari sono tutti " paperoni ". Andassero a trivellare oltre le 12 miglia, che nessuno glielo impedisce.

Non è proprio così Fabio, nel senso che con le nuove tecnologie si può mettere un impianto a 12,1 miglia che con la tecnica della trivella orizzontale arriva a perforare, l'eventuale giacimento, a 1 miglio dalla costa (sto facendo un estremizzazione sia chiaro). Quindi il discorso della presa di coscienza del legislatore è solo una farsa.
Detto questo delle 21 piattaforme nelle cosiddette 12 miglia solo 4 estraggono petrolio (oltretutto dai dati che avevo visionato in esaurimento, con l'attuale estrazione, nel massimo dei prossimi 5 anni). Tutte le altre piattaforme estrattive riguardano il metano.
Aldilà poi degli aspetti politici già snocciolati da chi mi ha preceduto faccio notare che ad esser aggredita e a rimetterci in competitività sarebbe l' ENI , unica industria nazionale in grado di competere con le multinazionali anglosassoni ( e di assumere giovani italiani con uno stipendio degno di esser chiamato stipendio).
Non a caso quando c'è da muoversi contro l' ENI (e a torto oltretutto) compare sempre in prima fila Greenpeace, ma quando c'è da muoversi contro gli anglosassoni Greenpeace scompare. Anche lo sbandieramento dell'ecologia è uno strumento utile a far fuori un competitor internazionale.
 
Non è proprio così Fabio, nel senso che con le nuove tecnologie si può mettere un impianto a 12,1 miglia che con la tecnica della trivella orizzontale arriva a perforare, l'eventuale giacimento, a 1 miglio dalla costa (sto facendo un estremizzazione sia chiaro). Quindi il discorso della presa di coscienza del legislatore è solo una farsa.
Detto questo delle 21 piattaforme nelle cosiddette 12 miglia solo 4 estraggono petrolio (oltretutto dai dati che avevo visionato in esaurimento, con l'attuale estrazione, nel massimo dei prossimi 5 anni). Tutte le altre piattaforme estrattive riguardano il metano.
E tutte le altre piattaforme non aspettano che finisca il metano ed al termine della concessione se ne vanno oltre le 12 miglia ( a meno che il referendum riguardi solo il petrolio ).Sinceramente ... come per un cacciatore sono deturpanti paesaggisticamente pale eoliche e fotovoltaico, per un pescatore lo saranno le piattaforme. Poi .... ragazzi .... non è che possiamo pretendere un mondo pulito e continuare a bruciare petrolio o gas ..... fosse per me tornerei all'antica con candele e lampade ad olio ( d'oliva lampante :) ) .... ed il caretto trainato dal cavallo .... sai quanta selvaggina ci sarebbe ?
 
Mi rivolgo a chi ne sa più di me, qualora dovesse vincere il si, potrebbe aumentare il costo del metano?

e perchè ? Il costo del metano come quello del petrolio te lo aumentano con le tasse come e quando vogliono i nostri governanti ... la materia prima incide in una percentuale infinitesimale che ingrassa le chiappe della lobby dei distributori.
 
Sinceramente ... come per un cacciatore sono deturpanti paesaggisticamente pale eoliche e fotovoltaico, per un pescatore lo saranno le piattaforme.

No No Fabio, anzi le piattaforme sono una vera e propria attrattiva per i pesci, fanno da oasi di richiamo e ripopolamento per la biomassa.
Purtroppo da pescasub non ci posso pescare (è vietata qualsiasi tipo di pesca nel raggio di 200 m) ma ti assicuro che sono veri e propri luna park di pesci. Non per nulla parecchi diving organizzano visite per immersioni guidate.
 
No No Fabio, anzi le piattaforme sono una vera e propria attrattiva per i pesci, fanno da oasi di richiamo e ripopolamento per la biomassa.
Purtroppo da pescasub non ci posso pescare (è vietata qualsiasi tipo di pesca nel raggio di 200 m) ma ti assicuro che sono veri e propri luna park di pesci. Non per nulla parecchi diving organizzano visite per immersioni guidate.

Diego ....... deturpazione paesaggistica ...... anche l'occhio vuole la sua parte !!! Pure i relitti sono un grande richiamo per la fauna acquatica .... mettiamoci a cannoneggiare i mercantili [43]
 
Se poi parliamo dell'Adriatico con tutte le nazioni frontaliere che vi si affacciano......................continuate voi il discorso che a me scappa da ridere.

Questa è la stessa storia del nucleare...........noi siamo i più furbi d'Europa, anzi del mondo.........ma quanto mai!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
Esatto Enzo!
L' Adriatico è un mare abbastanza stretto, da costa a costa è largo in media 60/70 miglia, la fascia delle acque nazionali è di 12 miglia sia da parte italiana che croata, in mezzo sono acque internazionali per la navigazione ma non per il diritto di sfruttamento economico (pesca, risorse minerarie, varie). La linea di demarcazione di sfruttamento economico passa in mezzo al mare, quindi mezzo mare è di competenza italiana e mezzo croato, o almeno così dovrebbe essere ma non è.
Capita che l'Italia sia storicamente una nazione così ignorante che al termine della 2° guerra mondiale si è dimenticata di possedere un piccolo arcipelago proprio in mezzo all'adriatico (Pelagosa) e che tale arcipelago fu prima occupato dagli increduli Jugoslavi, e poi ad essi ufficialmente ceduto col trattato del 1947. All'Italia (le isole sono più vicine all'italia che alla croazia e geologicamente sono parte del Gargano) sono rimasti solo i diritti di pesca in condivisione con i croati, ma non il diritto di sfruttamento minerario. Quindi in questo settore non ci sono neppure le acque internazionali, Italia e Croazia confinano direttamente essendo Pelagosa a 55 km dal Gargano.
Succede che anche i Croati sfruttano il metano dell'adriatico costruendo piattaforme, solo che mentre l'Italia ha costruito prevalentemente piattaforma sulla fascia delle 12 miglia dalla nostra costa, i Croati costruiscono proprio a cavallo della linea di demarcazione di sfruttamento economico. Così accade che il nuovissimo campo Isabel è a 24 miglia dalla nostra costa, campo Ivana a 29 miglia, campo Ada a 32 miglia.
Sembrerebbe normale e giusto, ma pochi sanno che quando si trivella con le nuove tecniche la trivella può essere ruotata in orizzontale e quindi fatta entrare direttamente nel suolo italiano per circa 15 km e quindi nel caso di Pelagosa si può benissimo venir a succhiare metano da sotto il Gargano pur restando in Croazia. Tutto lecito.
A sollevare ufficialmente la questione sull'argomento fu Prodi, il decreto salva italia non fece altro che riprendere l'allarme lanciato da Prodi e intraprendere una campagna che più che di sfruttamento delle risorse minerarie è una difesa delle risorse minerarie.
Chiaro che i Croati non si fanno nessun problema e pure godono, sognano di diventare il nuovo big energetico d'Europa proprio col nostro metano che ci chiavano.
Ma qualcuno si chiederà, questo referendum nasce da una esigenza ambientale o da qualcos'altro? Il referendum è mascherato da falsi motivi ambientali e su cui ovviamente i Mario Tozzi ci si gettano, ma in realtà è frutto della fame di denaro dei politicanti di mezza Italia di tutti i partiti, questi hanno messo sotto ricatto l'ENI e vogliono soldi da magnarsi loro per le loro porcate, a loro frega niente se poi a pagare alla fine sarà il cittadino con le solite maxi bollette. Questi politici per far cassa sono pronti perfino a distruggere l'ENI fregandosene dei disoccupati e dei 3% del PIL, questi non esitano a distruggere l'ultima grande azienda che abbiamo.
Già si sono inventati l'ICI sulle piattaforme, ora vogliono direttamente gli incassi, oppure fanno chiudere.
ps: quel buf...e in carica nel Veneto (a questo punto neppure per nome va chiamato, ma si era capito di che pasta era fatto quando fu minestro nella capitale), si è inventato le piattaforme davanti alle coste Venete quando neppure esistono e mai potranno esistere visto che c'è un decreto presidenziale che le vieta (il salva Venezia). Davanti al Veneto c'è solo la CNR, ma non nulla estrae, è scientifica ed è del CNR (il nome non è un caso).
Però c'è il già citato campo Isabel a 24 miglia, 1 metro dopo la linea di demarcazione , Croazia ovviamente.




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Esatto Enzo!
L' Adriatico è un mare abbastanza stretto, da costa a costa è largo in media 60/70 miglia, la fascia delle acque nazionali è di 12 miglia sia da parte italiana che croata, in mezzo sono acque internazionali per la navigazione ma non per il diritto di sfruttamento economico (pesca, risorse minerarie, varie). La linea di demarcazione di sfruttamento economico passa in mezzo al mare, quindi mezzo mare è di competenza italiana e mezzo croato, o almeno così dovrebbe essere ma non è.
Capita che l'Italia sia storicamente una nazione così ignorante che al termine della 2° guerra mondiale si è dimenticata di possedere un piccolo arcipelago proprio in mezzo all'adriatico (Pelagosa) e che tale arcipelago fu prima occupato dagli increduli Jugoslavi, e poi ad essi ufficialmente ceduto col trattato del 1947. All'Italia (le isole sono più vicine all'italia che alla croazia e geologicamente sono parte del Gargano) sono rimasti solo i diritti di pesca in condivisione con i croati, ma non il diritto di sfruttamento minerario. Quindi in questo settore non ci sono neppure le acque internazionali, Italia e Croazia confinano direttamente essendo Pelagosa a 55 km dal Gargano.
Succede che anche i Croati sfruttano il metano dell'adriatico costruendo piattaforme, solo che mentre l'Italia ha costruito prevalentemente piattaforma sulla fascia delle 12 miglia dalla nostra costa, i Croati costruiscono proprio a cavallo della linea di demarcazione di sfruttamento economico. Così accade che il nuovissimo campo Isabel è a 24 miglia dalla nostra costa, campo Ivana a 29 miglia, campo Ada a 32 miglia.
Sembrerebbe normale e giusto, ma pochi sanno che quando si trivella con le nuove tecniche la trivella può essere ruotata in orizzontale e quindi fatta entrare direttamente nel suolo italiano per circa 15 km e quindi nel caso di Pelagosa si può benissimo venir a succhiare metano da sotto il Gargano pur restando in Croazia. Tutto lecito.
A sollevare ufficialmente la questione sull'argomento fu Prodi, il decreto salva italia non fece altro che riprendere l'allarme lanciato da Prodi e intraprendere una campagna che più che di sfruttamento delle risorse minerarie è una difesa delle risorse minerarie.
Chiaro che i Croati non si fanno nessun problema e pure godono, sognano di diventare il nuovo big energetico d'Europa proprio col nostro metano che ci chiavano.
Ma qualcuno si chiederà, questo referendum nasce da una esigenza ambientale o da qualcos'altro? Il referendum è mascherato da falsi motivi ambientali e su cui ovviamente i Mario Tozzi ci si gettano, ma in realtà è frutto della fame di denaro dei politicanti di mezza Italia di tutti i partiti, questi hanno messo sotto ricatto l'ENI e vogliono soldi da magnarsi loro per le loro porcate, a loro frega niente se poi a pagare alla fine sarà il cittadino con le solite maxi bollette. Questi politici per far cassa sono pronti perfino a distruggere l'ENI fregandosene dei disoccupati e dei 3% del PIL, questi non esitano a distruggere l'ultima grande azienda che abbiamo.
Già si sono inventati l'ICI sulle piattaforme, ora vogliono direttamente gli incassi, oppure fanno chiudere.
ps: quel buf...e in carica nel Veneto (a questo punto neppure per nome va chiamato, ma si era capito di che pasta era fatto quando fu minestro nella capitale), si è inventato le piattaforme davanti alle coste Venete quando neppure esistono e mai potranno esistere visto che c'è un decreto presidenziale che le vieta (il salva Venezia). Davanti al Veneto c'è solo la CNR, ma non nulla estrae, è scientifica ed è del CNR (il nome non è un caso).
Però c'è il già citato campo Isabel a 24 miglia, 1 metro dopo la linea di demarcazione , Croazia ovviamente.




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Sono completamente d'accordo tu hai detto cose vere e sensate, la questione vera in fondo è come indirizzare e gestire i quattrini e qui ne girano tanti, il resto propaganda e retorica, è una mia opinione che il referendum sarà un flop, perchè la gente contrariamente a quello che certi ambienti credono non è stupida e ha capito che la questione è Ridicola. Il costo del metano non deriva dalle piattaforme è una cosa un po più complessa, deriva da altre cose, si può dire a grandi linee che il metano lo comprano le reti di vendita dai giacimenti per l'anno futuro in base a delle stime-previsioni e non è come il petrolio.
 
Non vado a votare nemmeno se cala la Madonna. I motivi principali ve li dico. Il primo è perchè questo referendum non è stato indetto grazie alla raccolta delle fatidiche 500.000 firme, ma bensì grazie a 9 consigli regionali che lo hanno richiesto. La raccolta firme è miseramente fallita. 7 su 9 consigli regionali sono a guida dello stesso partito di maggioranza. Da cittadino ignorante mi viene da pensare che dietro ci sia un qualche interesse visto che neanche i nostri cani muovono la coda per senza niente. E si fa presto a capire, è il cavalcare l'onda ambientalista, che porta reclutamento di voti, mi sembra ovvio. Va di moda. Vogliono dare una forte valenza politica proprio per dimostrare il loro orientamento, quindi questo è un referendum politico. Poi altro fatto importante, se vince il SI, vuol dire che a scadenza tanti pozzi smetteranno di estrarre gas e quindi energia. E che direzione pensate si prenderà ? Energie alternative, i nostri amatissimi e bellissimi campi di colore nero coperti di fotovoltaico, dove noi cacciatori andremo a cercare lepri e conigli, oppure quelle bellissime pale eoliche che tanto aiutano noi cacciatori, dove i colombacci e i tordi si posano per riposarsi. Terzo e ultimo punto è che al contrario di quello che vogliono farci credere, non c'è MAI stato nei nostri mari un inquinamento rilevante dovuto alle trivellazioni.
Ma che pensino a controllare cosa arriva nei nostri fiumi anziché rompere i "c o g l i o n i" a chi lavora e produce energia e reddito. Paghiamo la corrente elettrica oltre il 50% in più della media Europea.
Spendere una valanga di soldi per indire un referendum come questo, meriterebbe da solo, di andare nei consigli regionali e dargli 4 bastonate fatte bene.



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Mi hai letto nel pensiero!

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Esatto Enzo!
L' Adriatico è un mare abbastanza stretto, da costa a costa è largo in media 60/70 miglia, la fascia delle acque nazionali è di 12 miglia sia da parte italiana che croata, in mezzo sono acque internazionali per la navigazione ma non per il diritto di sfruttamento economico (pesca, risorse minerarie, varie). La linea di demarcazione di sfruttamento economico passa in mezzo al mare, quindi mezzo mare è di competenza italiana e mezzo croato, o almeno così dovrebbe essere ma non è.
Capita che l'Italia sia storicamente una nazione così ignorante che al termine della 2° guerra mondiale si è dimenticata di possedere un piccolo arcipelago proprio in mezzo all'adriatico (Pelagosa) e che tale arcipelago fu prima occupato dagli increduli Jugoslavi, e poi ad essi ufficialmente ceduto col trattato del 1947. All'Italia (le isole sono più vicine all'italia che alla croazia e geologicamente sono parte del Gargano) sono rimasti solo i diritti di pesca in condivisione con i croati, ma non il diritto di sfruttamento minerario. Quindi in questo settore non ci sono neppure le acque internazionali, Italia e Croazia confinano direttamente essendo Pelagosa a 55 km dal Gargano.
Succede che anche i Croati sfruttano il metano dell'adriatico costruendo piattaforme, solo che mentre l'Italia ha costruito prevalentemente piattaforma sulla fascia delle 12 miglia dalla nostra costa, i Croati costruiscono proprio a cavallo della linea di demarcazione di sfruttamento economico. Così accade che il nuovissimo campo Isabel è a 24 miglia dalla nostra costa, campo Ivana a 29 miglia, campo Ada a 32 miglia.
Sembrerebbe normale e giusto, ma pochi sanno che quando si trivella con le nuove tecniche la trivella può essere ruotata in orizzontale e quindi fatta entrare direttamente nel suolo italiano per circa 15 km e quindi nel caso di Pelagosa si può benissimo venir a succhiare metano da sotto il Gargano pur restando in Croazia. Tutto lecito.
A sollevare ufficialmente la questione sull'argomento fu Prodi, il decreto salva italia non fece altro che riprendere l'allarme lanciato da Prodi e intraprendere una campagna che più che di sfruttamento delle risorse minerarie è una difesa delle risorse minerarie.
Chiaro che i Croati non si fanno nessun problema e pure godono, sognano di diventare il nuovo big energetico d'Europa proprio col nostro metano che ci chiavano.
Ma qualcuno si chiederà, questo referendum nasce da una esigenza ambientale o da qualcos'altro? Il referendum è mascherato da falsi motivi ambientali e su cui ovviamente i Mario Tozzi ci si gettano, ma in realtà è frutto della fame di denaro dei politicanti di mezza Italia di tutti i partiti, questi hanno messo sotto ricatto l'ENI e vogliono soldi da magnarsi loro per le loro porcate, a loro frega niente se poi a pagare alla fine sarà il cittadino con le solite maxi bollette. Questi politici per far cassa sono pronti perfino a distruggere l'ENI fregandosene dei disoccupati e dei 3% del PIL, questi non esitano a distruggere l'ultima grande azienda che abbiamo.
Già si sono inventati l'ICI sulle piattaforme, ora vogliono direttamente gli incassi, oppure fanno chiudere.
ps: quel buf...e in carica nel Veneto (a questo punto neppure per nome va chiamato, ma si era capito di che pasta era fatto quando fu minestro nella capitale), si è inventato le piattaforme davanti alle coste Venete quando neppure esistono e mai potranno esistere visto che c'è un decreto presidenziale che le vieta (il salva Venezia). Davanti al Veneto c'è solo la CNR, ma non nulla estrae, è scientifica ed è del CNR (il nome non è un caso).
Però c'è il già citato campo Isabel a 24 miglia, 1 metro dopo la linea di demarcazione , Croazia ovviamente.




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Daccordissimo! Dall'alto della mia enorme ignoranza, penso che quei tempi siano finiti. Da allora ad oggi le cose sono cambiate, a volte in meglio altre in peggio. Allora la maggior parte del popolo non sapeva neanche apporre la propria firma e quei pochi "colti" la facevano da padroni. La generazione attuale è sicuramente più colta (come hai dimostrato col tuo scritto) e più informata.
Io non andrò a votare, (che è già un voto ed è quello che voglio). Penso a migliaia di famiglie che si sostengono con questo lavoro, penso che non è mai successo niente di grave per queste trivellature e se ci fosse eventuale pericolo, ci pensano adesso!? Ancora; ci tolgono un bene che sicuramente si prenderà la Croazia, vendendoci poi il gas estratto dove noi lo abbiamo proibito!
E' tutto un magna magna......
 
Fabio ti correggo su una cosa, tutte le piattaforme oggetto del referendum estraggono non petrolio ma bensì gas. Questo per far capire la disinformazione che regna su questo quesito...oltretutto omettono di dire che la Croazia già si sta fregando le mani visto che le proprie piattaforme si trovano proprio a poche miglia dal ns confine delle 12 miglia e sono dotate della tecnologia di trivellazione orizzontale...per la serie se vincesse il Sì ci ritroviamo cornuti e mazziati.

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A me non frega chi vince .... frega assai che venga raggiunto il quorum, poi rimane nelle considerazioni d'interpretazione quello che viene estratto ..... le concessioni sono sia per il petrolio che per il gas ....... e il voto secondo coscenza. La mia dice che ovunque verrà estratto sia l'uno che l'altro il 90% del costo sono e saranno sempre tasse .... forse ne pagheranno le conseguenze i lavoratori, ma se dovessimo guardare ogni singolo interresse, preferisco rivolgerlo nei confronti degli agricoltori che abbandonano le campagne perchè s'importano a prezzi ridicoli prodotti della terra provenienti da dove dovrebbe esser invece estratto + pretrolio ... o gas !!
Italia paese fondato sull'agricoltura sull'arte e sul turismo ...... le triville che c'azzeccano ??? [22][22]
 
Certamente andiamo a votare , ma la mia opinione che ci stanno a prendere per il cul@ come sempre ... !!! Si voterà per la trivella e poi per altre cose , ma quella di mettere i presidenti del consiglio non si vota piu ??? ma... !!! Saranno tasse e ritasse e spese inutili , mi dispiace dirlo son anni che l Italia allo sbando ....
 
Io cerchero' di invalidare il referendum e me ne andro' al mare alla faccia dei grillini e di chi vuole che migliaia di operai restino senza lavoro e poi si straccia le vesti quando qualcuno si suicida dando la colpa ai governi in atto....
 
Fabio ti correggo su una cosa, tutte le piattaforme oggetto del referendum estraggono non petrolio ma bensì gas. Questo per far capire la disinformazione che regna su questo quesito...oltretutto omettono di dire che la Croazia già si sta fregando le mani visto che le proprie piattaforme si trovano proprio a poche miglia dal ns confine delle 12 miglia e sono dotate della tecnologia di trivellazione orizzontale...per la serie se vincesse il Sì ci ritroviamo cornuti e mazziati.

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no no estraggono anche petrolio...inoltre il voto non fa chiudere o revocare le concessioni in atto,ma elimina le concessioni senza limite di scadenza.
pap
quindi votero' si
 
Indipendentemente da come uno la pensa, ho visto che c'è molta disinformazione sull'argomento.... il quesito riguarda il rinnovo delle concessioni delle piattaforme già esistenti e quindi non si parla di costruirne di nuove. Inoltre la legge già vieta la costruzione di nuove piattaforme entro 12 miglia dalla costa.
Anche se vince il si, non vuol dire che tutte le piattaforme dal 18 aprile chiuderanno, ma porteranno avanti le loro concessioni fino a scadenza che se non sbaglio scadranno nei prossimi 5-10 anni.
 
Comunque il discorso del quorum funziona cosi:
-adesso si devono raccogliere 500.000 firme e sarà valido se si raggiunge il 50%+1 degli aventi diritto al voto.
-se verrà approvata la riforma della costituzione, si dovranno raccogliere sempre 500.000 firme MA se i promotori riusciranno a raccoglierne piu di 800.000 il quorum si abbasserà, e non si dovrà più raggiungere il 50%+1 degli aventi diritto al voto, ma il 50%+1 di coloro che hanno votato nelle ultime elezioni politiche.
 
Indipendentemente da come uno la pensa, ho visto che c'è molta disinformazione sull'argomento.... il quesito riguarda il rinnovo delle concessioni delle piattaforme già esistenti e quindi non si parla di costruirne di nuove. Inoltre la legge già vieta la costruzione di nuove piattaforme entro 12 miglia dalla costa.
Anche se vince il si, non vuol dire che tutte le piattaforme dal 18 aprile chiuderanno, ma porteranno avanti le loro concessioni fino a scadenza che se non sbaglio scadranno nei prossimi 5-10 anni.
Io mi chiedo che senso ha fare un referendum quando i paesi confinanti si comportano diversamente dall' Italia. Vedi nucleare.

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