axel69

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[h=1]...e che sia "giusta"[/h]






[h=2]Nell'eventualità (fortunatamente ogni giorno meno probabile) che lo sciagurato progetto di direttiva europea "disarmista" diventi realtà, è opportuno ricordare che la Carta dei diritti fondamentali dei cittadini Ue e la corte europea per i diritti umani, stabiliscono che l'indennizzo in caso di espropriazione deve essere "equo". Il conto per gli anti-armi sotto la bandiera blu dell'Unione, potrebbe essere salatissimo![/h]


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Nell'eventualità (fortunatamente ogni giorno meno probabile) che lo sciagurato progetto di direttiva europea "disarmista" diventi realtà, è opportuno ricordare che la Carta dei diritti fondamentali dei cittadini Ue e la corte europea per i diritti umani, stabiliscono che l'indennizzo in caso di espropriazione deve essere "equo". Il conto per gli anti-armi sotto la bandiera blu dell'Unione, potrebbe essere salatissimo!
Giusto per ricordarlo, l'articolo 17 della Carta dei diritti fondamentali dei cittadini Ue, stabilisce che "Ogni individuo ha diritto di godere della proprietà dei beni che ha acquistato legalmente, di usarli, di disporne e di lasciarli in eredità. Nessuno può essere privato della proprietà se non per causa di pubblico interesse, nei casi e nei modi previsti dalla legge e contro il pagamento in tempo utile di una giusta indennità per la perdita della stessa. L'uso dei beni può essere regolato dalla legge nei limiti imposti dall'interesse generale".
È anche giusto ricordare, in tema di "equità" dell'indennizzo, che il 29 luglio 2004 la corte europea per i diritti umani ha emesso una sentenza contro l'Italia, nella quale si stigmatizzava la mancanza di equità nell'attribuzione del valore dei beni espropriati, che lo Stato italiano, in determinate circostanze, aveva la pretesa di ridurre del 40 per cento rispetto al valore di mercato.
Tutto questo per dire che, nel caso in cui veramente (ma è una ipotesi folle) si arrivasse all'espropriazione di massa delle armi B7 e delle armi da guerra disattivate, il conto per lo Stato italiano potrebbe essere veramente da tracollo finanziario, perché le stesse norme europee obbligherebbero il nostro erario a liquidare il valore dei beni espropriati (cioé i black rifle) al loro effettivo valore di mercato. considerando che si parla di cifre oscillanti tra un minimo di 6-700 euro per un clone Ak, ai quasi tremila di un Ar di alta gamma (senza considerare il valore degli accessori) e considerando che tali armi sono diffuse nel nostro Paese in decine, forse centinaia di migliaia di esemplari, forse sarà il caso che i nostri politici comincino a mettere in vendita il Colosseo e la fontana di Trevi...
 
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