...come vorrei averlo scrito io...
FIDANZATA O PARTITA DI CALCIO ?
Squillino le trombe !
L’estate è finita, care mogli-fidanzate-compagne-amanti-eccetera, e il campionato di calcio, finalmente, è iniziato. Lo dico a nome di tutti i vostri uomini tifosi: fatevene una ragione, mettetevi il cuoricino in pace, la domenica è off-limits anche quest’anno. Ma non ostacolateci, farete solo il male della coppia.
Voglio essere molto sincero con voi e parlarvi da “maschio”, proprio come ragiona un “maschio” dal basico pensiero lavoro-sesso-cibo- nanna: quando fingiamo entusiasmo nel venire la Domenica pomeriggio con voi all’Ikea per vedervi andare in estasi di fronte a delle candele profumate, in realtà vi odiamo, vorremmo essere allo stadio o davanti alla tv a vedere giocare la nostra squadra del cuore.
Ora proverò a spiegarvi che cosa passa DAVVERO nella testa di un maschio tifoso. Come dicevo prima, la mente maschile è molto più basica della vostra. E’ per questo che per noi andare allo stadio non significa per nulla preferire altro piuttosto che stare con voi, amare più undici scemi in calzoncini che voi, non voler passare del tempo con voi, non star bene con voi, non avere nulla in comune con voi, non vedere l’ora di scappare da voi e qualsiasi altra cosa voi – menti molto più contorte delle nostre – pensiate ogni qualvolta manifestiamo il desiderio di vedere la partita.
Quando si parla di calcio, non abbiamo questi sottili retropensieri, non elaboriamo machiavelliche fughe coniugali, non progettiamo di lasciarvi, non facciamo delle preferenze; semplicemente – e qui tenetevi forte, ragazze – quando noi guardiamo una partita di pallone, noi guardiamo una partita di pallone. Incredibile, eh? Lo so, vi sembrerà impossibile che riusciamo a fare soltanto una cosa e per giunta di tale elementare semplicità, ma è così.
“Eh, ma togli tempo alla tua famiglia…almeno nel weekend che non si lavora, potremmo condividere qualcosa …”
Mamma come odio questa parola che vi piace così tanto: condividere. Ma cosa vuol dire? Volete davvero sapere cosa pensiamo noi uomini quando ci dite che non condividiamo nulla? Pensiamo che stiamo assieme da dieci anni, abbiamo due figli, un cane, vostra madre sempre in casa e un mutuo che ci legherà fino alla morte. Che cosa dobbiamo condividere di più, ancora? Al limite un post su facebook!
Un’altra cosa: l’amore che prova un tifoso per la propria squadra è un amore incondizionato, unico, speciale, indescrivibile, alle volte masochista, passionale, tormentato, invincibile, un amore che se voi ostacolate, non farà altro che rafforzarsi e aumentare il nostro malumore nei vostri confronti, questo è giusto che lo sappiate. Non frapponetevi quindi tra noi e il campionato, esattamente come tra noi e le lasagne di mamma. Non ce n’è motivo. Ci rende più sereni, più in pace , ci fa bene, stiamo meglio con noi stessi e quindi con voi, è una nostra cura contro lo stress, altrimenti ci toccherebbe andare dall’analista, e lì sì che sarebbero davvero cavoli amari.
Inoltre – se questo è ciò che in realtà più vi turba – sappiate che non ha nulla a che vedere con l’amore che proviamo per voi. Tranquillizzatevi. Sono due sentimenti differenti, non potete metterli sullo stesso piano. Due bisogni separati, come il mangiare e bere. Necessitiamo di tutte e due, ma non sono la stessa cosa, non sono in competizione.
Ah, per cancellare eventuali dubbi, non fate nemmeno – vi prego – il patetico e mal riuscito tentativo di provare a vedere la partita con noi per condividere questa nostra passione. E’ imbarazzante vedervi lì, a guardare il campo con la stessa espressione vuota che, di contro, avrebbe Balotelli davanti alla Guernica di Picasso. Sembrate le mucche quando si fissano ore a guardare i treni che passano, avete presente?
Inoltre, anche se lui non ve lo dirà mai, il vostro uomo ama passare certi momenti senza di voi. La partita è il suo momento di aggregazione maschile, di urla, pianti, birra, rutti, parolacce. Vuole condividere certe cose solo col suo branco, con quelli come lui, voi rischiereste di rovinargli la festa. Datemi retta, lasciate che i vostri uomini vadano allo stadio serenamente, ne gioverà anche la coppia, oltre che il vostro quieto vivere, provare per credere. Non obbligateli a rinunciare a questo loro innocente amore, inconsciamente vi daranno la colpa per sempre. Lasciateli sfogare una tantum in santa pace. E’ un ottimo canale per far scorrere via anche le incomprensioni con voi, le tensioni del quotidiano.
Abbiamo bisogno di retrocedere allo stadio Neanderthal per 90 minuti a settimana, fatevene una ragione. Poi torniamo evoluti… quasi tutti… su alcuni non c’è proprio nulla da fare, ma questo è un altro discorso.
Matteo Monforte, nato a Genova nel 1976, autore tv e scrittore. Collabora da anni con Zelig, di recente ha pubblicato
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