Genoa-Sampdoria 2-3

18' pt Soriano, 39' st Eder, 4' st Soriano, 24' st Pavoletti, 36' st Pavoletti


Il Genoa rischia l'umiliazione nel derby, poi rialza la testa, ma Pavoletti non basta. Gli episodi favoriti da errori grossolani pesano sulle tante sconfitte e sulla classifica



Un derby mortificante per un'ora di gioco nella quale Montella ha indovinato tutto mettendo in scacco il nostro lato sinistro composto da Laxalt e Ntcham con il solo Carbonero, e Gasperini e i suoi uomini che hanno sbagliato tutto l'immaginabile, con una difesa a quattro perpetuata fino all'inizio della rimonta, con Izzo il nostro centrale più promettente a fare lo stantuffo a destra, e tecnicamente con lo svarione di Burdisso del primo gol e l'incapacità di respingere un pallone fuori zona pericolo sul secondo gol. Il terzo gol in contropiede con la difesa totalmente sbilanciata e che scala male.

Il primo gol, dopo un paio di corner pericolosi e battuti con schema che liberavano al tiro puntualmente Eder, situazione che si è ripetuta anche nella ripresa quando Perin ha salvato sul colpo di testa dell'attaccante della nazionale. Lo segna Soriano con una punizione calciata da centrocampo, due passaggi con assist di Cassano. Burdisso cicca il pallone e Soriano batte Perin.

Il secondo gol forse è viziato da un fallo su Ansaldi, che perde così palla nella metà campo della Sampdoria, Dzemaili si accentra e non “scappa” inseguendo Carbonero che così s'invola ed entra in area, poi la mischia con due respinte di De Maio e Rincon, poco decise, palla a Eder che tira da fuori area e la piazza all'angolino.

Il terzo gol è un contropiede con i difensori che scalano male, si ammucchiano su Regini che serve Cassano che libera Soriano, niente da fare per Perin.

Un parziale 0 a 3 frutto soprattutto della nostra dabbenaggine.

Primo tempo Genoa sotto ritmo. Vicini al gol con Pavoletti su corner, colpo di testa e pallone fuori di poco alla destra di Viviano. Certo, se entrava questa cambiava la partita, ma non è entrata. C'è stato un tiro di Laxalt deviato in corner. Ancora una punizione nel finale, di Lazovic deviata dalla barriera, Viviano spiazzato ma esce alla sinistra della porta. Ci sarebbe anche un rigore per fallo in area su Izzo, trattenuto sul traversone di Lazovic...

Dentro Rigoni e Suso, difesa a tre. Di fatto il Genoa vince il secondo tempo 2 a 1 perché Pavoletti guida la rimonta e segna il primo gol su corner battuto da Laxalt, bel colpo di testa imparabile. E ancora Genoa che pressa e ruba palla davanti all'area di rigore con Pavoletti che mette Lazovic solo davanti a Viviano, ma incredibilmente il serbo calcia fuori. Aveva già sbagliato un gol fatto con l'Alessandria. Poi Pavoletti sfrutta una brillante azione di Rincon e un gran assist: stop al volo, pallonetto su Viviano e gol di testa a porta vuota. Poteva essere il terzo gol e invece non basta.


Entra anche Gakpé che impegna Viviano in un grande intervento su tiro da fuori. Ci prova anche Suso. Ancora una mischia con un flipper davanti alla linea di porta propiziato su corner da Rigoni, la Sampdoria si salva. Poi riparte in contropiede in pieno recupero e coglie la traversa con Barreto, ma il Genoa è sbilanciato alla ricerca del pareggio.

Quattro minuti di recupero dopo i sei del primo tempo a causa dei lanci di fumogeni della Nord che è in fermento. Nel primo tempo anche l'infortunio di De Silvestri, stiramento. Nonostante l'ammonizione di Burdisso nel recupero l'arbitro Valeri non allunga il tempo e le occasioni del Genoa finiscono con l'ultimo cross in area preso da Viviano. Valeri non ha convinto sul testa contro testa di Fernando su Ansaldi, ammonisce entrambi, noi ci ricordiamo Perotti con Rizzoli… E non vede un paio di gomitate. E' così.

E' la quinta sconfitta consecutiva in campionato, sesta con la Coppa Italia. Anche oggi scelte opinabili, ma compriamo sto benedetto esterno destro se Cissokho e Diogo sono stati epurati perché non piacciono e finiamola un po' una buona volta con le invenzioni. Gasperini è un tecnico fortunato. Altri con lo stesso score che comprende un derby perso e un'eliminazione da una squadra di serie C in Coppa Italia, verrebbero sollevati. A lui non succederà. Anche se contestato, al pari del presidente oggi assente perché in vacanza a Dubai. Con lo stadio gremito di tifosi rossoblù.

Vorremmo vedere una squadra che gioca a calcio e fa risultato, con i giocatori schierati dove sanno fare meglio. Fa male vedere una Sampdoria che dopo due mesi scarsi di Montella ci fa gol con due passaggi battendo una punizione da metà campo e con difesa schierata che sbaglia. Fa male vedere Eder, la loro punta, che con la nostra difesa a zona su calcio d'angolo la prende sempre lui, di piede e di testa, quando i nostri sanno solo fare cross e calciare le punizioni dirette, mai uno straccio di schema. Mai un briciolo di astuzia.

Pavoletti oggi migliore in campo, carattere e capacità dimostrati. Non tutti gli altri possono dirlo.

Chi vince ha sempre ragione, chi perde protesta e se la prende con qualcuno, intanto il match report del derby ci fornisce numeri sorprendenti: 63% possesso palla per noi, 2 parate di Perin e 8 di Viviano, 13 tiri contro 8 per noi di cui in porta 10 contro 6. Corner 12 a 5. Qualcuno ha dominato, altri hanno vinto. Gli errori individuali pesano troppo sulla classifica del Genoa.
 
Verona-Genoa 1-1

19' pt Suso, 40' pt Pazzini


Partita più frenetica che ragionata e contro i disperati di Delneri raccogliamo un punto. E va bene così. Suso porta in vantaggio il Genoa su punizione, pareggio di Pazzini e un secondo tempo ricco di errori e sofferenza



Il Genoa non vince in trasferta col Verona in serie A dal 1958 e anche oggi ha rispettato la tradizione. Per fortuna l’altra tradizione, quella che vuole il Genoa capace di resuscitare qualsiasi avversario, non ha fruttato al Verona la prima agognata vittoria in campionato. Verona ultimo in classifica, ma è un dato relativo. E’ la stessa squadra che domenica scorsa ha pareggiato all’Olimpico con la Roma, quindi attraversa un buon momento e complice il fattore ambientale, tifo incessante e cattivo della sua curva, un gioco prevalentemente fisico e un ritmo frenetico al quale il Genoa ha ingenuamente risposto, ha potuto quasi ribaltare il risultato che al 19’ del primo tempo arrideva ai rossoblù passati in vantaggio con un gol di Suso su punizione.

Il Genoa nel primo tempo col suo 3-4-3 ha dominato tecnicamente la partita, è passato in vantaggio, scambi belli e veloci anche nello stretto, buona interdizione, ha creato buone azioni per andare al raddoppio, ma non è stato capace di concludere verso la porta di Coppola, due tiri fuori di Suso e Perotti oltre ad una rovesciata di Pavoletti alta all’inizio dei giochi e un colpo di testa facile per Coppola del nostro centravanti su traversone dal corner. Il Genoa ha fallito un paio di contropiedi, e non avendo trovato il raddoppio è caduto al 40’: fascia destra presidiata male, uomo saltato sulla linea laterale, anticipo mancato di De Maio su Ionita al limite dell’area, Ionita chiuso da Izzo dal fondo pesca Pazzini solo davanti alla porta spalancata. La catena di destra Suso e Ansaldi ha però prodotto le azioni più pericolose del Genoa, segnando un gol e confezionando buoni cross. Verona pericoloso solo dopo il vantaggio di Suso, con un passaggio dal fondo di Wszolek dal nostro lato sinistro e girata al volo di Ionita alta da pochi metri.

Secondo tempo la foga del Verona mette in difficoltà il Genoa. Il centrocampo è spesso sbilanciato, Dzemaili cala, forse anche “appesantito” da un cartellino giallo al 34’ del primo tempo per un fallo che ha visto solo Rocchi. Primo tiro di Sala dopo trenta secondi, parato da Perin.

Il Verona è arrembante, sulla nostra sinistra sbandiamo, ma quello che infastidisce sono i tantissimi errori nei disimpegni, con tanti palloni regalati agli avversari e i troppi anticipi dei nostri avversari in ogni parte del campo. Un pericolo con Pazzini: pallone giudicato sul fondo ma sul quale Pisano arriva, messo in mezzo per Siligardi e Pazzini che si fa neutralizzare da Perin. Al 14’ punizione regalata dal limite da De Maio: tiro in area, flipper, Juanito Gomez dal secondo palo ci prova, ma Perin segna il suo gol chiudendo e respingendo in corner.


Esordio di Cerci entrato per Suso e cambio Rigoni – Dzemaili. Cerci pasticcia un po’ in difesa, con un retropassaggio sbagliato costringer Munoz ad un grande intervento in area. Più tardi dentro anche Marchese per dare sostegno in area sui palloni alti e aiutare la nostra fascia sinistra. Altra sbandata, Siligardi si invola, salta Perin ma da posizione angolata mette fuori, c’era però Izzo sulla linea di porta.

Grande confusione, partita brutta. Due colpi di testa di Pavoletti su cross di Marchese e Cerci, parato il primo, fuori il secondo. Un tiro di Rigoni da fuori area, un metro dal palo alla sisnitra di Coppola. De Maio fa una cosa buona quando spende bene il giallo e ferma un contropiede di Pazzini. Due cross di Cerci, sul primo Laxalt e Izzo pasticciano da buona posizione, sul secondo pallone a Rincon che tira ma la sfera è deviato in corner da un difensore. Verona ancora pericoloso al 93’ con un tiro di Siligardi che Perin respinge come può di pugno, meno male che c’è Marchese che di testa anticipa e impedisce agli avanti di Delneri di concludere a colpo sicuro, c’è però lo spazio per il contropiede del Ko ma i nostri in 4 contro 2 pasticciano e Rocchi fischia la fine.

Dati dal match report della Lega di Serie A: tiri totali 12 a 10, in porta 8 a 4, corner 1 a 2 per il Genoa, parate 3 a 7, occasioni da gol 11 a 8, possesso palla 51% per il Genoa.

Occasione per la terza vittoria consecutiva non sfruttata. Qualcosa non ha funzionato. Il Genoa attendista, razionale, autoritario e spietato di Bergamo oggi avrebbe portato a casa i tre punti. Il Genoa che ha voluto lottare alla pari sul piano della corsa, dell’agonismo, della confusione con i disperati e spesso scorretti giocatori di Delneri ha rischiato di tornare dal Bentegodi a mani vuote. Due punti in più avrebbero fatto comodo in vista del ciclo insidioso che sta per iniziare. Dovremo fare punti anche contro le cosiddette “grandi” del campionato.
 
Milan-Genoa 2-1

5' pt Bacca, 18' st Honda, 48' st Cerci

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Cerci segna il gol dell'ex ma il risultato non inganni: è stato un bruttissimo Genoa. Sconfitti da Honda. Confortante l'esordio di Fiamozzi e Matavaz in un mare di insufficienze

Non inganni il finale con un gol di scarto, il gol di Cerci è arrivato solo al 47’ della ripresa e non rende meno amara la sconfitta. Il risultato non è mai stato in discussione.

Bruttissima partita dei nostri apparsi incapaci di fare possesso palla e buona circolazione, disattenti in difesa, inconsistenti in attacco e non per colpa di Matavz che ha mostrato buone doti tecniche e ha fatto bene il suo lavoro compatibilmente con i pochi palloni ricevuti e giocabili. Troppo leggero Suso nelle ripartenze e Laxalt schierato nel tridente forse è chiedergli troppo. Male in mezzo Dzemaili troppo impreciso nei passaggi e Rigoni in difficoltà a fare legna in un centrocampo in balia delle maglie rossonere. In difesa il gol da polli dopo 4 minuti...

Quando ci si domanda come mai il Genoa sia messo male in classifica, arrivano partite come queste, giocate come se una sconfitta non bruciasse più di tanto. Se siamo a tre punti dalla serie B... Insomma... 6 partite vinte e 12 perse... Se continuiamo ad alternare prestazioni buone a prestazioni largamente insufficienti come quella di oggi, rischiamo di fare una brutta fine.

Degli assenti ho rimpianto Rincon, il nostro centrocampo ha sofferto e serviva più corsa e più densità, forse a 3 e con Tachtsidis non avremmo fatto peggio, e ho rimpianto Munoz perché De Maio è diventato un pasticcione inaffidabile. Bene Fiamozzi, il lato destro col neo acquisto e con Izzo ha funzionato a sufficienza. L’ex Pescara ha giocato con buona personalità mostrando passo e capacità di dribblare e andare al cross, bello quello che poteva portare al pareggio con il colpo di testa purtroppo mancato da Laxalt.



Il lato sinistro... stendiamo un velo... Gabriel Silva e Laxalt in difficoltà per tutta la partita contro Honda che impegnerà Perin in un miracolo con un tiro nel “sette”, che farà l’assist per il gol di Bacca, che farà l’assist per il possibile raddoppio di Bacca, tiro parato da Perin, e che addirittura segnerà il gol decisivo con un tiro da 30 metri che coglierà Perin decisamente poco reattivo. Troppa libertà concessa al giapponese. Nessuno in campo e in panchina è stato in grado di prendere le contromisure prima che fosse troppo tardi. Complimenti... Honda non segnava dal 2014...

Il report della lega di Serie A fotografa la nostra prestazione. Numeri negativi, evito di riportarli. Fa pensare l’1 in corrispondenza degli attacchi a sinistra. Fascia che di fatto abbiamo regalato all’avversario. Da lì i maggiori pericoli per noi.

Milan? Niente di trascendentale. L’Udinese, nostra prossima avversaria, ci ha pareggiato sette giorni fa... Il Milan ha sfruttato le manchevolezze di una squadra che ha cercato di fare un pressing alto senza riuscirci, che quando si è chiusa raramente ha saputo ripartire e che quando ha provato a fare possesso palla si è allungata e ha sbagliato una quantità enorme di passaggi.

Azioni primo tempo: 3’ minuto tiro di Honda nel “sette”, Perin vola e mette in corner; 4’ cross con i nostri che mettono Bonaventura in fuorigioco giudicato a torto ininfluente, perchè si ferma, ma il passaggio è diretto a lui, arriva Honda sul fondo da posizione regolare e mette in mezzo, De Maio a vuoto di testa, palla a Bacca solo sul secondo palo, controllo e tiro che supera Perin; 30’ Perin salva di Piede su una conclusione di Bacca; 33’ Fiamozzi supera due avversari ed effettua un bel cross che Laxalt sfiora di testa, palla a Silva che crossa in area e il Milan si salva in corner; 37’ tiro di Rigoni dal limite dell’area, respinto; 40’ contropiede di Suso, tiro da 20 metri deviato in corner, poi il corner battuto da Suso viene sprecato con un offside dello stesso Suso che riceve il pallone di ritorno e ci fa domandare se in serie A di debbano vedere robe simili...

Azioni secondo tempo: 15’ assist di Honda per Bacca che si allarga e tira centralmente ma Perin blocca; 18’ tiro da 30 metri do Honda che buca Perin sulla sua sinistra; 29’ staffilata di Montolivo che colpisce il palo alla destra di Perin con molti rossoneri in fuorigioco; 38’ prima vera azione nelle ripresa del Genoa in area su spunto di Laxalt, cross in mezzo di Lazovic respinto in fallo laterale; 47’ gol di Cerci propiziato da un bel tiro al volo di Rigoni non trattenuto da Donnarumma.

Delle prossime 4 partite, 3 sono in casa. Un vantaggio da sfruttare. E chiaramente sarà il momento decisivo del nostro campionato.
Vincere.
 
Lazio-Genoa 2-0


35' pt Djordjevic, 17' st Anderson


Spuntati e pasticcioni in difesa: un gol per tempo e due espulsi. Quarta sconfitta in cinque partite, è la terza consecutiva. E mentre tutti ostentano fiducia, Gasperini parla di salvezza...

Cercasi Genoa da Serie A. Può sembrare esagerato, ma la squadra di stasera è stata da serie A solo per mezzora perché alla fine i nostri ragazzi hanno confezionato un autentico disastro all'Olimpico di Roma contro la Lazio. Tutti i segnali di una squadra confusa e allo sbando, tecnicamente e con la testa. Sì, va bene Rizzoli... ma le disattenzioni continue di chi va in campo con la testa fra le nuvole e che puntualmente paghiamo in modo pesante?

Abbiamo perso 2 a 0 e chiuso con due espulsi, uno dei due è forse il migliore giocatore dell'inizio del campionato, Cissokho, l'altro è Pandev, nervoso per una precedente gomitata subita da Mauricio, non sanzionata da Rizzoli: rischierà due giornate per una gomitata rifilata a sua volta al suo marcatore. Sebbene il macedone sia poco efficace davanti è l'unico attaccante sano a disposizione di Gasperini viste le croniche assenze di Pavoletti e Gakpé. Due pesi e due misure di Rizzoli? Senz'altro. E gestione dei cartellini persino peggiore rispetto a quella di Valeri con la Juventus. Ma usare un po' il cervello? Non guasterebbe. Almeno quello, perché con gambe e piedi non siamo messi bene, eh caro Pandev?

Poi arriva la notizia del pareggio al 92' del Frosinone a Torino con la Juve e allora le giustificazioni di questo inizio di campionato non bastano più. Arriviamo alla sesta partita e l'unico centravanti della rosa l'abbiamo visto in campo per appena 17 minuti e non si sa quando tornerà. Infortuni, gente che non si mai allenata con i compagni, altri che non hanno fatto la preparazione e sono molto indietro. Due giocatori veloci (Laxalt e Cissokho) gli altri sembrano correre col freno a mano tirato. Capelle in difesa a ripetizione. Un gioco che sembra scolastico e prevedibile. Avevamo una squadra che girava a mille e giocava a memoria e schiacciava gli avversari, cos'è successo nell'estate appena conclusa?

E che sia stata un'estate del menga lo si vede anche dalle nuove maglie. Chissà chi è stato l'ubriaco che ha scelto quel font pacchiano e illeggibile con quei numeri giganteschi al punto da rendere completamente bianca la schiena dei giocatori. Rovinato anche l'elegantissimo “kit blu”. Roba da doriani in vena di scherzi.

La Lazio dopo il 5 a 0 rimediato a Napoli (al cospetto del Napoli sembravano dei poveretti) era in piena contestazione (fischi e cori stasera contro i giocatori e contro Lotito) e si era chiusa in ritiro per preparare il match. Il Genoa non è stato capace di approfittarne. Ha avuto sfortuna perché già al 5' poteva passare in vantaggio: tiro da fuori di Rincon e palo interno alla destra di Marchetti. Genoa volenteroso: un altro tiro del venezuelano forte e centrale respinto ancora da Marchetti. Nel primo tempo anche la reazione dopo l'1 a 0 con due punizioni di Tachtsidis ben calibrate, ma parate dall'estremo difensore laziale. Seconda punizione originata da un fallo di Cataldi su Rincon lanciato nei pressi dell'area di rigore, ci stava la seconda ammonizione per il laziale, ma Rizzoli non ha sanzionato. Nella ripresa sarà più severo con Cissokho in una situazione analoga e lo espellerà.


Genoa che giostrava discretamente fino alla tre quarti, ma bastavano due errori per far girare il vento e andare sotto, il primo errore era un fallo di mano di Perotti, forse istintivo, punizione regalata pochi metri fuori area e colpo di testa di Milinkovic con miracolo di Lamanna che volava e metteva in corner. La Lazio sentiva che il momento era buono, spingeva e trovava subito il gol con un cross di Lulic dal vertice destro dell'area, agevolato da un leggero ritardo nella chiusura di Tachtsidis, Marchese e Laxalt scattavano in ritardo rispetto a De Maio e Burdisso e non mettevano in offside Djordjevic, lasciandolo solo: facile il colpo di testa che batteva Lamanna.

Nella ripresa saranno sempre gli errori a condizionare il risultato. Intanto va detto che Gasperini ha rivoluzionato il centrocampo sostituendo Tachtsidis con Dzemaili e Ntcham con Capel per avere un attaccante in più. Veniamo agli errori: contropiede Lazio, Cissokho spende inutilmente un giallo a centrocampo invece di “scappare” dato che gli altri difensori che erano in condizione di uno contro uno e la situazione era gestibile. Passano tre minuti e Burdisso sulla tre quarti fa un disimpegno senza senso di testa regalando palla ai laziali, ripartenza di Anderson Cissokho va in scivolata in area e salva mettendo in fallo laterale: splendido. Ma sulla rimessa Felipe Anderson al limite dell'area si infila tra Rincon e Cissokho che allarga il piede e lo stende: Rizzoli senza pietà, lo caccia.

Genoa in dieci e arriva il raddoppio della Lazio, altro disimpegno sbagliato ai 20 metri, cross in area, respinta di testa centrale sui piedi di Felipe Anderson che tira dai 16 metri nel sette, imparabile.

Come se le cose non andassero abbastanza male, ci complichiamo la vita con l'espulsione di Pandev già raccontata. Il resto della partita è abbastanza inguardabile: gioco spezzettato, ammonizioni strane di Rizzoli, ma non scatta mai il rosso per i laziali sia chiaro, Genoa che non produce pericoli e possiamo dire tranquillamente che Marchetti durante tutto il secondo tempo non è mai stato impegnato. C'è anche la sostituzione palesemente non gradita da Perotti con Diogo. Il quadro del momentaccio è completo.

Quattro sconfitte in cinque partite, non ho controllato, ma potrebbe essere è il peggiore inizio in serie A dell'era Preziosi.

Sarebbe ora di darsi una mossa. Perché a parte le difficoltà ben conosciute, se chi va in campo ci mette del suo, tutto si complica terribilmente. Non so che tipo di sveglia serva ai nostri giocatori. So soltanto che le leggerezze che commettono sono da serie B sparata.

Certo pensare a com'eravamo tre mesi fa e vedere come siamo oggi fa male: una differenza come dal giorno alla notte.
 
Inter-Genoa 1-0

14' st Ljajc

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Un Genoa timoroso e votato al contenimento, sconfitto con un tiro cross su punizione di Ljajc. Dopo svantaggio e cambi si torna a giocare al calcio. Oggi un espulso ma è D'Ambrosio


Genoa sconfitto a Milano dall’Inter nell’anticipo della quindicesima giornata. Un gol di scarto e che razza di gol del cavolo. Una punizione di Ljajc, concessa da Giacomelli e dubbia, dal vertice dell’area. Un tiro cross che si è infilato direttamente in rete beffando Perin.

Un Genoa fino a quel momento molto timido e impreciso nei passaggi, votato al contenimento, operazione riuscita pur con qualche difficoltà e pericolo corso, poco incisivo in attacco dove difficilmente è riuscito a tenere palla e a sviluppare azioni, un paio di attacchi nel primo tempo con corner conquistato e un filtrante di Perotti con velo di Gakpé e Lazovic che non capisce e sta fermo. Buona la conclusione di Diogo nella ripresa su traversone di Perotti, prima del gol dell’Inter. Handanovic ha parato mettendo in corner.

Dopo il gol, grazie ai cambi positivi e quindi all’ingresso di Pandev, Capel e Cissokho, con Gakpé spostato dalla posizione centrale a sinistra e Perotti libero di svariare, il Genoa ha attaccato e costretto l’Inter nella sua metà campo e persino in 10 per l’espulsione di D’Ambrosio per due falli su Perotti. Produciamo un tiro di Costa dalla distanza, parato. Genoa intraprendente, non come nel primo tempo quando è apparso eccessivamente timoroso.

La necessità di pareggiare ha fatto tornare il coraggio ai nostri che hanno tessuto buone trame. Utile Capel entrato al posto di un deludente Lazovic. Intendiamoci Lazovic e Perotti per un’ora sono stati impiegati in contenimento ma quando il serbo ha avuto l’occasione di andare e puntare l’uomo non c’è mai riuscito e si è perso in un bicchiere d’acqua. Male anche Gakpé centravanti, oggi è sembrato inconsistente, nemmeno in grado di dare fastidio alla fase di impostazione avversaria. Imbarazzanti i suoi duelli con Miranda.


Inter pericolosa nel primo tempo con Melo già al primo minuto con un assist di Palacio dal fondo per il brasiliano che sbilanciato ha calciato alto. Ma chi se lo è perso? Poi due occasioni per Ljajc la prima su cross di Jovetic, Diogo in ritardo, tiro al volo parato, ma chi se lo è perso di nuovo? La seconda su ripartenza con i nostri sbilanciati, tiro teso a fil di palo, Perin c’era. Altra occasione per l’Inter nella ripresa ancora presi contropiede ancora Palacio dal fondo per Jovetic che scoordinato ha sbaglia completamente la mira. Ma anche lui era solo.

Annotazione: nel primo tempo capocciata tra Felipe Melo e Medel, il brasiliano farà fermare due volte il gioco per i suoi capogi.

Inter che ha pressato alto fino al vantaggio, ma poi è calata notevolmente nel finale, i nostri avevano più gamba. Perdite di tempo dei nerazzurri nei minuti di recupero.

Il Genoa oggi ha pagato la sconfitta col Carpi, scendendo in campo con troppa paura di perdere una partita che non è uno scandalo perdere. Non siamo stati gli unici a perdere 1 a 0 con l’Inter. Abbiamo pagato anche le assenze, inutile dire che poter schierare a centrocampo solo Costa e Rincon con Ntcham unico rincalzo per l'indisponibilità di Dzemaili (secondo me indispensabile) e Tachtsidis è molto limitante. L’assenza di Pavoletti importantissima, ma questo è un difetto della rosa del Genoa costruita con un pizzico di presunzione se nessuno ha sentito l'esigenza di un sostituto di peso.

Limitante anche il timore dei cartellini, troppa attenzione impedisce di giocare a viso aperto, di mettere il piede quando serve, ma come dare torto? Pensiamo all'assurda ammonizione di Tino Costa preso di mira dalle simulazioni del bacherozzo infame Medel. Dopo la seconda Giacomelli c'è cascato. E Medel l'ha fatta franca. Pensiamo alle due ammonizioni di Ansaldi e Perotti subito dopo l’espulsione di D’Ambrosio, una sorta di penosa compensazione di Giacomelli verso una squadra (giocatori e panchina) che per tutta la partita ha cercato di condizionare l'arbitro con continue proteste. Se non altro oggi non abbiamo avuto espulsi.

Sconfitta da riscattare sabato prossimo alle 15: giochiamo come sappiamo e battiamo il Bologna in una partita che fa parte del “nostro campionato” e che purtroppo è diventata fondamentale per la classifica e per l’ambiente. Unità e determinazione. Facciamoci rispettare sul campo e diamogli una mano noi sugli spalti.
 
Così è entrato in campo oggi il nostro Fuoriclasse DIEGO PEROTTI con in braccio il figlio nato 14 giorni fa a Genova.
Successivamente ha pittturato calcio per 90'.
Più tardi il mio resoconto.
 

Allegati

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Genoa-Fiorentina 0-0 --------------------------------------------------------------------------------



Partita senza reti, ma intensa, con tante occasioni e divertente. Punto prezioso per la classifica. Genoa vicino ai tre punti, anche un palo di Suso. Perotti ha salutato tutti ed è partito per Roma


Una gran bella partita oggi al Ferraris a dimostrazione che non sempre servono i gol per divertirsi, ma può bastare uno 0 a 0, se giocato bene, con intensità, con squadre corte, velocità, buona tecnica e senza cedere un centimetro.

I nostri ragazzi e il direttore di orchestra Gasperini hanno meritato gli applausi finali. Sousa, forse nervoso per l’espulsione al 39’ del secondo tempo, cacciato per aver toccato il pallone prima che uscisse in fallo laterale, ha osato affermare che la sua squadra ha dominato. Per fortuna ci sono di aiuto i numeri del Match Report del sito della Lega Calcio. A favore della viola il possesso palla (56% a 44%) ma il Genoa vince nei tiri totali (10 a 7), nei corner (7-6), nelle occasioni da rete (7 a 4). Pareggio nelle parate dei portieri (3 a 3).

Commemorato Spagna nel 21° anniversario del suo assassinio.

Almeno 70 minuti di dominio rossoblù, il Genoa ha pressato alto impedendo alla Fiorentina di giocare, di partire da dietro, di fraseggiare a centrocampo. Dzemaili, Rincon, Laxalt, Ansaldi con l’aiuto di Pavoletti, Perotti e Suso, hanno raddoppiato, rubato palloni e riproposto le azioni. Dietro splendidi oggi Izzo e Munoz, almeno una chiusura a testa da campioni e tanta sicurezza con capitan Burdisso.

Sousa ha schierato una formazione piuttosto spregiudicata con Zarate, Ilicic, Babacar e Bernardeschi. Ma non è riuscito a prendere le misure al Genoa. Due azioni per loro nel primo tempo, subito all’inizio con Zarate dalla destra assist in mezzo con Ansaldi che chiude la conclusione da due passi di Babacar e poi spazza. Sempre Babacar approfitterà di un lancio centrale per entrare in area ma dovrà fare i conti con Munoz bravissimo a risolvere la situazione. Genoa invece pericoloso con Pavoletti su cross di Ansaldi, in spaccata manca di un soffio il pallone, poi ancora Pavoletti colpo di testa a lato, sempre Pavoletti vistosamente trattenuto in area con grandi proteste del Ferraris, poi tocca a Laxalt che imbeccato da Perotti e solo davanti a Tatarusano tira sul portiere. Ancora Laxalt prima del riposo solo davanti a Tatarusano raccoglie il cross di Ansaldi e colpisce di testa come può, tradito dalla sua statura non schiaccia e il pallone sfiora la traversa.


Giacomelli arbitra un po’ all’inglese ma è troppo severo quando al 6’ ammonisce Ansaldi perché il pallone gli picchia sulla spalla, mentre non trova il coraggio per raddoppiare i gialli di Vecino nel primo tempo e di Roncaglia nella ripresa. Anche il IV ufficiale non lo aiuta. Sul possibile rigore non dato al Genoa va detto che nel secondo tempo non cederà alle proteste viola per un presunto contatto tra Burdisso e Kalinic.

Secondo tempo che il Genoa comincia spavaldo come il primo, con una serie di corner sotto alla Nord che si entusiasma. E’ un Genoa che attacca a tutto campo e va vicino al gol con Suso, il cui tiro da fuori area colpisce il palo alla sinistra del portiere. Un minuto dopo un grande cross dalla sinistra trova Perotti e Pavoletti soli davanti all’estremo difensore viola, ma Perotti serve di petto Pavoletti dando a Tatarusano la possibilità di chiudere lo specchio e respingere. Viola pericolosa con un tiro di Babacar dal limite, ma un difensore respinge.

I cambi di Sousa modificano un po’ la partita. Anche la stanchezza fa sì che col passare dei minuti le squadre si allunghino dando vita ad un match con tanti ribaltamenti di fronte. C’è un’azione di Cerci con passaggio teso in area ma Pavoletti non trova il modo di battere a rete. La Fiorentina attacca sfruttando soprattutto il nostro lato destro dopo l’inserimento di Alonso, il Genoa è attento e al 94’ ha l’occasione del KO in contropiede: Cerci serve in area Capel che però non arriva alla conclusione vincente per un soffio. La partita non è finita perché la Fiorentina ha l’ultima possibilità con un tiro di Alonso che Perin devia in corner allungandosi sulla sinistra.

Nemmeno il tempo per godere di uno spettacolo molto bello, per il punto in classfica, e di essere orgogliosi di un Genoa che ha giocato alla pari contro una squadra davvero forte, che dai meandri del Ferraris arriva la notizia che incupisce: imminente il trasferimento di Perotti a Roma, il giocatore mentre scrivo ha già preso l’aereo per la capitale.

Gasperini durante questo mese ha spesso affermato che il Genoa sarebbe uscito più forte, oggi nelle interviste non sembrava convinto che la cessione di Perotti andasse verso quella direzione. Viene a mancare non solo un esterno di grandissima classe, ma anche un giocatore tatticamente intelligente, capace di dare superiorità spostandosi sul fronte di attacco.

Punto preziosissimo perché ottenuto con una squadra in piena lotta per la Champions League, perché tiene a distanza il Carpi, perché permette di andare fra tre giorni a Torino con la Juventus con la giusta serenità per affrontare una missione impossibile. Poi ci sarà la Lazio in casa, sabato prossimo. Ci aspettiamo un grande Genoa.
 
...come vorrei averlo scrito io...


FIDANZATA O PARTITA DI CALCIO ?

Squillino le trombe !
L’estate è finita, care mogli-fidanzate-compagne-amanti-eccetera, e il campionato di calcio, finalmente, è iniziato. Lo dico a nome di tutti i vostri uomini tifosi: fatevene una ragione, mettetevi il cuoricino in pace, la domenica è off-limits anche quest’anno. Ma non ostacolateci, farete solo il male della coppia.

Voglio essere molto sincero con voi e parlarvi da “maschio”, proprio come ragiona un “maschio” dal basico pensiero lavoro-sesso-cibo- nanna: quando fingiamo entusiasmo nel venire la Domenica pomeriggio con voi all’Ikea per vedervi andare in estasi di fronte a delle candele profumate, in realtà vi odiamo, vorremmo essere allo stadio o davanti alla tv a vedere giocare la nostra squadra del cuore.

Ora proverò a spiegarvi che cosa passa DAVVERO nella testa di un maschio tifoso. Come dicevo prima, la mente maschile è molto più basica della vostra. E’ per questo che per noi andare allo stadio non significa per nulla preferire altro piuttosto che stare con voi, amare più undici scemi in calzoncini che voi, non voler passare del tempo con voi, non star bene con voi, non avere nulla in comune con voi, non vedere l’ora di scappare da voi e qualsiasi altra cosa voi – menti molto più contorte delle nostre – pensiate ogni qualvolta manifestiamo il desiderio di vedere la partita.

Quando si parla di calcio, non abbiamo questi sottili retropensieri, non elaboriamo machiavelliche fughe coniugali, non progettiamo di lasciarvi, non facciamo delle preferenze; semplicemente – e qui tenetevi forte, ragazze – quando noi guardiamo una partita di pallone, noi guardiamo una partita di pallone. Incredibile, eh? Lo so, vi sembrerà impossibile che riusciamo a fare soltanto una cosa e per giunta di tale elementare semplicità, ma è così.

“Eh, ma togli tempo alla tua famiglia…almeno nel weekend che non si lavora, potremmo condividere qualcosa …”

Mamma come odio questa parola che vi piace così tanto: condividere. Ma cosa vuol dire? Volete davvero sapere cosa pensiamo noi uomini quando ci dite che non condividiamo nulla? Pensiamo che stiamo assieme da dieci anni, abbiamo due figli, un cane, vostra madre sempre in casa e un mutuo che ci legherà fino alla morte. Che cosa dobbiamo condividere di più, ancora? Al limite un post su facebook!

Un’altra cosa: l’amore che prova un tifoso per la propria squadra è un amore incondizionato, unico, speciale, indescrivibile, alle volte masochista, passionale, tormentato, invincibile, un amore che se voi ostacolate, non farà altro che rafforzarsi e aumentare il nostro malumore nei vostri confronti, questo è giusto che lo sappiate. Non frapponetevi quindi tra noi e il campionato, esattamente come tra noi e le lasagne di mamma. Non ce n’è motivo. Ci rende più sereni, più in pace , ci fa bene, stiamo meglio con noi stessi e quindi con voi, è una nostra cura contro lo stress, altrimenti ci toccherebbe andare dall’analista, e lì sì che sarebbero davvero cavoli amari.

Inoltre – se questo è ciò che in realtà più vi turba – sappiate che non ha nulla a che vedere con l’amore che proviamo per voi. Tranquillizzatevi. Sono due sentimenti differenti, non potete metterli sullo stesso piano. Due bisogni separati, come il mangiare e bere. Necessitiamo di tutte e due, ma non sono la stessa cosa, non sono in competizione.

Ah, per cancellare eventuali dubbi, non fate nemmeno – vi prego – il patetico e mal riuscito tentativo di provare a vedere la partita con noi per condividere questa nostra passione. E’ imbarazzante vedervi lì, a guardare il campo con la stessa espressione vuota che, di contro, avrebbe Balotelli davanti alla Guernica di Picasso. Sembrate le mucche quando si fissano ore a guardare i treni che passano, avete presente?

Inoltre, anche se lui non ve lo dirà mai, il vostro uomo ama passare certi momenti senza di voi. La partita è il suo momento di aggregazione maschile, di urla, pianti, birra, rutti, parolacce. Vuole condividere certe cose solo col suo branco, con quelli come lui, voi rischiereste di rovinargli la festa. Datemi retta, lasciate che i vostri uomini vadano allo stadio serenamente, ne gioverà anche la coppia, oltre che il vostro quieto vivere, provare per credere. Non obbligateli a rinunciare a questo loro innocente amore, inconsciamente vi daranno la colpa per sempre. Lasciateli sfogare una tantum in santa pace. E’ un ottimo canale per far scorrere via anche le incomprensioni con voi, le tensioni del quotidiano.

Abbiamo bisogno di retrocedere allo stadio Neanderthal per 90 minuti a settimana, fatevene una ragione. Poi torniamo evoluti… quasi tutti… su alcuni non c’è proprio nulla da fare, ma questo è un altro discorso.

Matteo Monforte, nato a Genova nel 1976, autore tv e scrittore. Collabora da anni con Zelig, di recente ha pubblicato
l’ ebook PRENDO LA SCIARPA E ARRIVO DA TE in vendita su Amazon.
 
Genoa-Torino 3-2

4' pt Immobile, 15' pt Immobile, 20' pt Cerci (rig), 47' pt Cerci (rig), 21' st Rigoni


Un inizio da paura, doppietta di Immobile in un quarto d'ora, la rimonta è firmata da Cerci e Rigoni. Cerci, due rigori sotto alla Nord alla sua ex squadra. Vittoria meritata


Che partita!
E che vittoria!
Rendiamoci conto, sotto di due gol dopo 15 minuti, doppietta neanche a dirlo di Ciro Immobile pesantemente fischiato all’annuncio della formazione granata. Sembra quasi di averla chiamata…. Poi la rimonta che ha dell’incredibile. Doveri assegna due dei tre rigori da fischiare a favore del Genoa, trasformati da Cerci, e nel secondo tempo Rigoni completa la rimonta con un colpo di testa su punizione calciata da Suso.

Genoa che parte male e sbanda sulla fascia sinistra con Gabriel Silva esterno, Laxalt alto, servirà lo spostamento del brasiliano all’interno , di Laxalt all’esterno, di Izzo a sinistra per prendere in mano le redini della partita lasciate al Torino per un quarto d’ora dolorosissimo. Doloroso perché dopo 3 minuti con una combinazione veloce e ariosa il Torino passa in vantaggio con Immobile. E al 15’ Immobile riceve da Acquah e tira una sassata sotto alla traversa imparabile. Peccato fosse in fuorigioco, ma tant’è il gol è convalidato e il Genoa deve riprendersi da una mazzata tremenda.

Ci riesce con qualità e determinazione. Un Genoa arrembante che chiude il Toro nella sua metà campo e va a conquistare corner e occasioni da rete. Difesa granata in affanno. Cerci accorcia su rigore concesso per uno sgambetto netto ai danni di Ansaldi appena entrato in area.

Genoa ancora al tiro con Gabriel Silva e Cerci, non pericolosi, poi il rigore negato a Pandev che non ha senso. O forse sì. Doveri e l’addizionale Ros non se la sono sentita, dopo averne già concesso uno. Rigore ed espulsione. Ansaldi pesca in area Pandev che è solo davanti a Padelli, controlla e mentre sta per calciare viene steso da dietro da Bruno Peres. Tutti gli osservatori d’accordo. Doveri ha danneggiato il Genoa. Si continua.

Genoa proteso in avanti concede un’occasione ancora a Immobile che sul cross dalla destra di Bruno Peres irrompe sul secondo palo e si coordina di sinistro calciando alto. Sbandamento. Il Genoa trova una ripartenza in 3 contro 2 portato da Cerci, che salta pure Padelli, ma non riesce a trovare la via della rete. Intanto Doveri non punisce Immobile e Maksimovic autori di fallacci. Serie di corner del Genoa, Doveri fa un discorsetto ai difensori di Ventura che mettono sempre le mani addosso e trattengono i nostri. Puntuale arriva il secondo rigore per il Genoa, anche questo netto, per una trattenuta di Acquah su Izzo. Cerci trasforma e si va al riposo.


Secondo tempo con Rigoni in campo al posto di Laxalt. Inizio a ritmi meno sostenuti, il Genoa fa buona circolazione anche grazie ad un Pandev in grande forma e con la manovra chiude di nuovo il Torino nella sua metà campo. Al 56’entra Suso per Cerci. Subito in partita lo spagnolo, parte da posizione più decentrata e si destreggia bene. I rossoblù concedono ancora un’azione a Ciro Immobile che sulla nostra destra scende di prepotenza ed entra in area ma non trova compagni. Il Genoa risponde con un assist di Suso per Rigoni che in semi rovesciata esalta il Feraris, ma tira fuori. Sono le prove generali del gol della vittoria che arriva su punizione provocata da Moretti su Suso.Proprio Suso pennella in area e Rigoni di testa batte Padelli.

Restano 25 minuti per cuori forti. In campo è una battaglia e vedere dalla Nord i nostri difendere l’area riempie di orgoglio. Izzo, Burdisso e De Maio, con qualche diagonale importante di Ansaldi e con qualche intervento di Silva hanno davvero concesso poco o nulla. Ricordiamo un colpo di testa da posizione centrale di un solitario Vives, ma nessun problema per Perin che invece ha fatto una parata delle sue su conclusione da fuori area di Acquah. Ventura ha messo in campo Maxi Lopez per Benassi per aiutare Immobile e Martinez. Il Genoa è pericoloso con Pandev, diagonale che scheggia il palo alla sinistra di Padelli, e con Suso in contropiede due volte: primo tiro respinto da Moretti, seconda occasione tiro smanacciato da Padelli. In pieno recupero un contropiede 4 contro 2 con assist di Tachtsidis per De Maio, bella conclusione deviata in angolo da da un difensore.

Numeri del match report della lega di Serie A che non lasciano dubbi: possesso palla Genoa 52%, parate 3 Perin e 6 Padelli, tiri 14 a 7, in porta 9 a 5, occasioni da rete 13 a 5, corner 8 a 3

Una grande vittoria, ingiusto cercare difetti dopo una partita così generosa che permette al Genoa di fare un bel balzo in classifica. Potremmo trovare qualche sbavatura, qualche ricerca di giocate poco concrete, palloni regalati alle ripartenze del Torino. Meglio dare i meriti. A tutti, e in particolare a Cerci per i due rigori calciati con freddezza alla sua ex squadra, ad Ansaldi che è un giocatore importante e lo conferma ogni partita, a Pandev che ha giocato in modo straordinario e ha ricevuto ovazioni e cori personali. Da ricordare un recupero nella nostra metà campo con i distinti in piedi ad applaudirlo.
 
Palermo-Genoa 1-0

46' st El Kaotari

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Ottimo Genoa per mezzora, buono per un'ora, ma arriva alla fine stravolto. Beffati da El Kaotari al 91'. Ntcham è la sorpresa: corsa, tecnica e visione di gioco. Mette due volte Pandev solo davanti al portiere. Due pali dei rosanero.


Inizia male il campionato del Genoa sconfitto al Barbera dal Palermo di Iachini. Conoscevamo le difficoltà della vigilia e purtroppo non c’è stata la sorpresa auspicata dal Mister nella conferenza stampa del sabato. Non perché sia mancato quel qualcosa in più, quel moltiplicare gli sforzi quando si è in emergenza, anzi i ragazzi in campo lo hanno fatto e hanno giocato una grande partita, ma davvero c’erano poche scelte di formazione e la condizione, come abbiamo già evidenziato commentando l'amichevole di Vigo, è attualmente inadeguata.

I nostri si sono progressivamente spenti e nel finale non stavano più in piedi. Inevitabile errori a centrocampo e entrate in ritardo. Fatale la punizione al 46’. Anche la concentrazione se ne va con le energie: in area dopo il cross di Vasquez e prima del tiro di El Kaotari non siamo stati efficaci, brutta la respinta di Burdisso.

Il Genoa ha portato in Sicilia 12 giocatori più i portieri e 6 ragazzi della primavera.

Difficile preparare la partita con gli uomini contatissimi. Alle assenze di Perin, També, Diogo, Izzo, Rincon, Perotti, Pavoletti, Munoz e Gakpé... aggiungiamo che oggi è stato mandato in campo Capel che è un calciatore sì esperto e di livello, ma che è appena arrivato, forse non è nemmeno bene allenato, e non ha mai giocato con i suoi nuovi compagni. Capel e un sinistro puro ed è stato inserito a destra al posto del poco convincente Lazovic. Tolto dopo 17 minuti per motivi tattici (dentro Tachtsidis). Ha fatto intravedere le sue potenzialità in attacco.

Nei minuti finali davanti avevamo Panico a sinistra, entrato quando Costa in versione attaccante ha alzato bandiera bianca, Pandev a destra, Ntcham in mezzo...

L’indecente Iachini di fronte alle difficoltà dei suoi avversari ha pensato bene di lamentarsi per l’assenza di attaccanti sostenendo che avrebbe fatto “di necessità virtù”. Si prende tre punti. Può ringraziare il destino che gli ha fatto affrontare un avversario con poca autonomia e decimato. Sfortunato per i due pali, uno per tempo, ma può ringraziare il suo portiere e la mira poco precisa dei nostri in più occasioni.

Mancava poco per portare a casa un punto importante. Ma è successo come all'esordio nello scorso campionato, beffa in pieno recupero. Allora fu un errore tattico di Antonelli che tenne in gioco De Guzman, ma era un Napoli più rodato grazie agli impegni europei.
Quest'anno siamo noi in ritardo di condizione.
 
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