Oggi è 27 gennaio 2015 ed è l'onomastico di:

Sant' Angela Merici - Vergine

Auguri a tutti quelli che si chiamano così!

Capiamo chi era..


Angela Merici (Desenzano del Garda, 21 marzo 1474 – Brescia, 27 gennaio 1540) è stata una religiosa italiana, fondatrice della Compagnia delle dimesse di sant'Orsola. Fu proclamata santa da papa Pio VII il 24 maggio 1807; nel 1861 papa Pio IX ne estese il culto a tutta la Chiesa cattolica, che la celebra il 27 gennaio (in precedenza era ricordata il 31 maggio).


Nacque a Desenzano, una piccola città sulla costa sud-ovest del Lago di Garda in Lombardia nel territorio dell'allora Repubblica di Venezia.


Rimase orfana all’età di dieci anni e insieme con l'ultima sorella si trasferì a casa di suo zio nella vicina città di Salò.


Quando sua sorella morì improvvisamente senza aver ricevuto gli ultimi sacramenti, la giovane Angela ne fu molto angosciata; divenne terziaria di Francesco d'Assisi e accrebbe enormemente le sue preghiere e mortificazioni per la pace dell’anima di sua sorella, e pregò Dio di rivelarne la condizione; secondo la leggenda devozionale che narra la sua vita, fu soddisfatta da una visione nella quale sua sorella era in compagnia degli angeli in Paradiso.


Aveva vent’anni quando suo zio morì, e quindi tornò alla casa paterna a Desenzano. Convinta che il maggior bisogno ai suoi tempi fosse quello di dare una migliore istruzione nei rudimenti della religione cattolica alle giovani ragazze, trasformò la sua casa in una scuola dove, a intervalli stabiliti, riuniva quotidianamente delle bambine di Desenzano e insegnava loro gli elementi fondamentali del Cristianesimo.


Un'altra leggenda agiografica narra che un giorno, mentre era in estasi, ebbe una visione in cui le fu rivelato che doveva fondare un’associazione di vergini che dovevano dedicare le loro vite all’educazione religiosa delle giovani ragazze. Dopo aver fondato una scuola a Desenzano, fu invitata nella città vicina, Brescia, per fondarvi una scuola simile. Angela accettò felicemente l’invito e giunse a Brescia nel 1516.


Secondo un'altra leggenda devozionale, nel 1524, mentre faceva un pellegrinaggio in Terra Santa, divenne improvvisamente cieca mentre era sull’isola di Creta, ma continuò il suo viaggio nei luoghi santi e guarì al suo ritorno, mentre stava pregando davanti ad un crocifisso nello stesso posto dove era stata colpita dalla cecità poche settimane prima.


Quando, nell’anno del Giubileo 1525, era venuta a Roma per ottenere l’indulgenza, papa Clemente VII che aveva sentito parlare di lei e del suo successo come insegnante religiosa di giovani ragazze, la invitò a restare a Roma; ma Angela, che scansava la pubblicità, ritornò a Brescia.


Alla fine, il 25 novembre 1535, Angela scelse 28 vergini e pose le fondamenta dell'ordine delle Orsoline in una piccola casa vicino alla Chiesa di Santa Afra a Brescia. La Regola della Compagnia di Sant'Orsola fu approvata l'8 agosto 1536 da Lorenzo Muzio, Vicario Generale del Vescovo di Brescia card. Francesco Cornaro. Il 18 marzo 1537 Angela venne eletta "Superiora e Madre Generale" a vita. Alla fine del 1539 dettò i Legati ed i Ricordi, quale testamento spirituale indirizzato alle Madri e Governatrici della Compagnia. Angela morì il 27 gennaio 1540, quando la Compagnia contava circa 150 figlie.


Il suo corpo venne sepolto nella chiesa di Sant'Angela Merici a Brescia, dove si trova tuttora. Fu beatificata nel 1768 da Clemente XIII e canonizzata nel 1807 da Pio VII. Sant' Angela è patrona secondaria della Diocesi di Brescia dal 24 gennaio 2010.
 
Oggi è 28 gennaio 2015 ed è l'onomastico di:


Auguri a tutti quelli che si chiamano così!


Capiamo chi era..


San Tommaso d'Aquino - Sacerdote e Dottore della Chiesa


Tommaso d'Aquino (Roccasecca, 1225 – Fossanova, 7 marzo 1274) fu un frate domenicano, esponente della Scolastica, definito Doctor Angelicus dai suoi contemporanei. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica che dal 1567 lo considera anche dottore della Chiesa. È venerato come santo anche dalla Chiesa luterana.

Tommaso rappresenta uno dei principali pilastri teologici e filosofici della Chiesa cattolica: egli è anche il punto di raccordo fra la cristianità e la filosofia classica, che ha i suoi fondamenti e maestri in Socrate, Platone e Aristotele, e poi passati attraverso il periodo ellenistico, specialmente in autori come Plotino. Fu allievo di sant'Alberto Magno, che lo difese quando i compagni lo chiamavano "il bue muto" dicendo: «Ah! Voi lo chiamate il bue muto! Io vi dico, quando questo bue muggirà, i suoi muggiti si udranno da un'estremità all'altra della terra!»

Tommaso dei conti d'Aquino nacque nel 1225 a Roccasecca, nel castello paterno situato nel feudo dei conti d'Aquino, da Landolfo d'Aquino e da Donna Teodora, appartenente al ramo Rossi della famiglia napoletana dei Caracciolo. La sua data di nascita non è certa, ma è calcolata in maniera approssimativa a partire da quella della sua morte. Bernardo Gui, ad esempio, afferma che Tommaso è morto quando aveva compiuto i suoi quarantanove anni e iniziato il suo cinquantesimo anno. Oppure, in un testo un po' anteriore, Tolomeo da Lucca fa eco ad un'incertezza: «Egli è morto all'età di 50 anni, ma alcuni dicono 48». Tuttavia, oggi, sembra che ci sia accordo nel fissare la sua data di nascita tra il 1224 e il 1226.

Patrono di: Teologi, accademici, librai, scolari, studenti; della regione Campania e delle città di Aquino, Grottaminarda, Monte San Giovanni Campano, Priverno
 
Oggi è 29 gennaio 2015 ed è l'onomastico di:

San Costanzo di Perugia - Vescovo e Martire

Auguri a tutti quelli che si chiamano così!

Capiamo chi era..


Secondo la tradizione, durante la persecuzione di Marco Aurelio, fu condotto per mano di alcuni soldati davanti al console Lucio e barbaramente flagellato, quindi immerso nell'acqua bollente, da dove uscì miracolosamente illeso. Ricondotto in carcere, convertì i suoi custodi, che lo aiutarono a fuggire. Rifugiatosi a casa di Anastasio, cristiano, fu con questo di nuovo arrestato e decapitato nella città di Foligno. Le diverse redazioni della Passio sono concordi nello assegnare il suo martirio al tempo di Marco Aurelio in una località presso Foligno denominata il Trivio. Il santo perugino aveva infatti in questa città, vicino a Porta Romana, una chiesa che, secondo Ludovico Jacobilli, fu demolita nel 1527. Questi afferma inoltre che, al suo tempo, tale località era chiamata ancora campagna di San Costanzo

Tutte le redazioni della Passio affermano che il corpo del santo, dopo il martirio, fu portato a Perugia e sepolto non lontano dalla città in un luogo detto Areola fuori Porta S. Pietro, dove venne costruita la prima cattedrale di Perugia. In questo medesimo luogo fu eretta l'attuale chiesa di San Costanzo consacrata, secondo un'iscrizione esistente nell'antico altare, nel 1205 dal vescovo di Perugia, Viviano. Questo edificio venne restaurato nel 1888 dall'architetto perugino Guglielmo Calderini.

Alla intercessione di san Costanzo furono attribuiti in particolare due miracoli: una donna affetta da completa cecità si fece portare ai piedi del santo per ricevere la benedizione e implorare aiuto e dopo la sua benedizione, si dice che la donna riacquistò completamente la vista; il secondo miracolo riguarda invece un nobile perugino di nome Crescenzio, sofferente da molti anni di inguaribile paralisi degli arti inferiori, il quale, sospinto da viva fede, andò da Costanzo e, avutane la benedizione, fu risanato immediatamente.

Il culto di san Costanzo da Perugia si diffuse anche fuori l'Umbria. Nel 1781 fu fatta una ricognizione delle sue reliquie e nel 1825, con grande solennità, si eseguì la traslazione delle medesime dal vecchio al nuovo altare, sempre nella attuale chiesa di San Costanzo.

Tradizione vuole che ogni anno, durante la festa di San Costanzo, le ragazze nubili vadano nella chiesa di San Costanzo per chiedere se si sposeranno entro l'anno: la leggenda dice che, se guardando il gioco di luci riflesse sull'immagine del santo si ha l'impressione che san Costanzo ha fatto l'occhiolino, significa che le nozze ci saranno, altrimenti, per consolazione, il fidanzato regalerà alla ragazza il tipico dolce, il "Torcolo di San Costanzo". Per tradizione medievale, "l'occhiolino" può solo essere visto da ragazze nubili vergini.

È venerato dalla Chiesa cattolica come santo e patrono di Perugia, assieme a san Lorenzo e sant'Ercolano. La commemorazione liturgica ricorre il 29 gennaio.
 
Oggi è 30 gennaio 2015 ed è l'onomastico di:

Santa Martina - Martire

Auguri a tutti quelli che si chiamano così!

Capiamo chi era..


Martina (... – III secolo) è stata una nobile romana, che subì il martirio durante l'impero di Alessandro Severo (sotto il quale tuttavia non vi sarebbe stata alcuna persecuzione dei cristiani), venerata dalla Chiesa cattolica.

Secondo una Passio leggendaria la diaconessa Martina fu arrestata per aver professato apertamente la sua fede e fu trascinata davanti ad una statua di Apollo e poi davanti ad una di Diana, e infine a una di Giove, facendo in ogni caso andare in pezzi la statua e crollare il tempio, per un terremoto o per un fulmine mandato da Dio. Vana anche l'esposizione alle belve, dal momento che il feroce leone scatenato contro di lei miracolosamente parve ammansito e si accucciò ai suoi piedi come un animale domestico. Fu quindi sottoposta a tormenti (in particolare seviziata con uncini, in genere presenti nell'iconografia specifica della santa) e infine decapitata.

La storia è molto simile a quella di Taziana (o Tatiana), festeggiata il 12 gennaio, o di Prisca (18 gennaio).

Le prime notizie storiche risalgono al VI secolo, quando papa Onorio I le dedicò nei pressi del Foro Romano una chiesa (l'attuale chiesa dei santi Luca e Martina, rifatta nel XVII secolo ad opera di Pietro da Cortona).

La sua festa era celebrata nell'VIII secolo, ma il culto venne rivitalizzato solo dopo che la tomba di tre martiri venne scoperta in alcuni scavi sotto l'antica chiesa del Foro Romano, nel 1634. La festa fu fissata al 30 gennaio da papa Urbano VIII, che ne fece anche una delle patrone della città di Roma.

Un proverbio lombardo recita: Santa Martina la tra giò gran farina ("Il giorno di Santa Martina dispensa farina").

Santa Martina è compatrona di Martina Franca.
 
Oggi è 31 gennaio 2015 ed è l'onomastico di:

San Giovanni Bosco - Sacerdote

Auguri a tutti quelli che si chiamano così!

Capiamo chi era..


Giovanni Melchiorre Bosco, meglio noto come don Bosco (Castelnuovo d'Asti, 16 agosto 1815 – Torino, 31 gennaio 1888), fu il fondatore delle congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. È stato canonizzato da papa Pio XI nel 1934.

Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 in una modesta cascina dove ora sorge il Tempio di Don Bosco, nella frazione collinare I Becchi di Castelnuovo d'Asti (oggi Castelnuovo Don Bosco), figlio dei contadini Francesco Bosco (1784-1817) e Margherita Occhiena (1788-1856). Il padre, era rimasto vedovo della prima moglie Margherita Cagliero nel 1811, aveva già avuto due figli, anche se la seconda era morta dopo appena due giorni dalla nascita. Il figlio rimasto si chiamava Antonio (1808-1849).

Quando Giovanni aveva soltanto due anni, il padre contrasse una grave polmonite che lo condusse alla morte il 12 maggio 1817, a soli 33 anni. Francesco Bosco lasciò così la moglie Margherita vedova con tre figli da accudire (Antonio, Giuseppe, nato nel 1813 e Giovanni), oltre alla madre del marito, Margherita Zucca (1752-1826), anziana ed inferma.

Furono anni molto difficili per mamma Margherita; molta gente morì a causa della fame e delle epidemie.

A nove anni il piccolo Giovanni Bosco ebbe un sogno che egli stesso definì "profetico" e che più volte raccontò ai ragazzi del suo Oratorio:

« A 9 anni ho fatto un sogno. Mi pareva di essere vicino a casa, in un cortile molto vasto, dove si divertiva una gran quantità di ragazzi. Alcuni ridevano, altri giocavano, non pochi bestemmiavano. Al sentire le bestemmie, mi slanciai in mezzo a loro. Cercai di farli tacere usando pugni e parole.
In quel momento apparve un uomo maestoso, vestito nobilmente. Un manto bianco gli copriva tutta la persona. La sua faccia era così luminosa che non riuscivo a fissarla. Egli mi chiamò per nome e mi ordinò di mettermi a capo di quei ragazzi. Aggiunse: «Dovrai farteli amici non con le percosse ma con la mansuetudine e la carità. Su, parla, spiegagli che il peccato è una cosa cattiva e che l'amicizia con il Signore è un bene prezioso». Confuso e spaventato risposi che io ero un ragazzo povero e ignorante, che non ero capace di parlare di religione a quei monelli.
In quel momento i ragazzi cessarono le risse, gli schiamazzi e le bestemmie, e si raccolsero tutti intorno a colui che parlava. Quasi senza sapere cosa facessi gli domandai: «Chi siete voi, che mi comandate cose impossibili?» «Proprio perché queste cose ti sembrano impossibili – rispose - dovrai renderle possibili con l'obbedienza e acquistando la scienza». «Come potrò acquistare la scienza?». «Io ti darò la maestra. Sotto la sua guida si diventa sapienti, ma senza di lei anche chi è sapiente diventa un povero ignorante». «Ma chi siete voi?». «Io sono il figlio di colei che tua madre ti insegnò a salutare tre volte al giorno». «La mamma mi dice sempre di non stare con quelli che non conosco, senza il suo permesso. Perciò ditemi il vostro nome.» «Il mio nome domandalo a mia madre.»
In quel momento ho visto vicino a lui una donna maestosa, vestita di un manto che risplendeva da tutte le parti, come se in ogni punto ci fosse una stella luminosissima. Vedendomi sempre più confuso, mi fece cenno di andarle vicino, mi prese con bontà per mano e mi disse: «Guarda» Guardai e mi accorsi che quei ragazzi erano tutti scomparsi. Al loro posto c'era una moltitudine di capretti, cani, gatti, orsi e parecchi altri animali. La donna maestosa mi disse: «Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare. Cresci umile, forte e robusto, e ciò che adesso vedrai succedere a questi animali, tu lo dovrai fare per i miei figli.» Guardai ancora, ed ecco che al posto di animali feroci comparvero altrettanti agnelli mansueti, che saltellavano, correvano, belavano, facevano festa attorno a quell'uomo e a quella signora. A quel punto nel sogno mi misi a piangere. Dissi a quella signora che non capivo tutte quelle cose. Allora mi pose una mano sul capo e mi disse: «A suo tempo, tutto comprenderai.»
Aveva appena detto queste parole che un rumore mi svegliò. Ogni cosa era scomparsa. Io rimasi sbalordito. Mi sembrava di avere le mani che facevano male per i pugni che avevo dato, che la faccia mi bruciasse per gli schiaffi ricevuti. Al mattino ho subito raccontato il sogno, prima ai fratelli che si misero a ridere, poi alla mamma e alla nonna. Ognuno diede la sua interpretazione. Giuseppe disse: «Diventerai un pecoraio». Mia madre: «Chissà che non abbia a diventare prete.» Antonio malignò: «Sarai un capo di briganti». L'ultima parola la disse la nonna, che non sapeva né leggere né scrivere: «Non bisogna credere ai sogni». Io ero del parere della nonna. Tuttavia quel sogno non riuscii più a togliermelo dalla mente »
(Memorie, Don Bosco)
Lo storico Pietro Stella ipotizzò che il sogno del giovane Bosco venne influenzato da una predica riguardante il mandato di Gesù a san Pietro e la celebre frase: «Pasci le mie pecorelle». Secondo gli studi dello storico infatti Giovanni fece quel sogno proprio la notte successiva alla festa di San Pietro.
 
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