Auguri, oggi 21 febbraio è primavera a mare, un giorno particolare per chi come me ha vissuto le cacce di risalita come un evento straordinariamente coinvolgente, in similitudine con il 21 settembre una sfuriata, ma con maggiore intensità. Anche i due cinema del posto rimanevano deserti, dico tutti si interessavano alla migrazione anche i non cacciatori per intendersi e magari qualcuno si prenotava per fare nottata, cosa gradita perchè sicuramente non dormiva e esentava gli altri da qualche turno di guardia. Senza telefonini era la provenienza delle spingardate che indicava chi aveva tirato, giorno fatto e alcuni i più preparati coglievano particolari come il petto bruciato "sono stati in mare" la frase ricorrente, come ricorrente era la frase passeranno quel giorno che io non ci sono e giù scongiuri da miscredenti. Zilli tutta la notte e al mattino le reti per la tesa a pavoncelle pittime e gambettoni poi di corsa a mettere gli affili agli storni, ricordi come in un sogno che la realtà ha reso irripetibile.
 
Oggi è 22 febbraio 2015 ed è l'onomastico di:

Santa Margherita da Cortona - Religiosa

Auguri a tutti quelli che si chiamano così!

Capiamo chi era..

​Margherita da Cortona (Laviano, Perugia, 1247 – Cortona, 22 febbraio 1297) è stata una religiosa italiana, appartenente al Terz'Ordine Francescano. Nel 1728 è stata proclamata santa da papa Benedetto XIII.

Di umili origini, venne battezzata presso l'antica pieve di Pozzuolo Umbro, dove attualmente sorge la chiesa dei Santi Pietro e Paolo: rimase presto orfana di madre e dall'età di diciassette anni visse come concubina con un nobile di Montepulciano, Arsenio (identificato con Raniero del Pecora, dei signori di Valiano), dal quale ebbe anche un figlio.

La coppia passava molto tempo in una residenza di caccia nelle colline al confine tra Umbria e Toscana, appartenente al feudo valianese dei Del Pecora. Ancora oggi, in questo castello, si trova una cappella ricavata dall'antica entrata del castello dedicata alla santa, che visse in quelle stanze nel XIII secolo.

Nel 1273 Arsenio, durante una battuta di caccia in una delle sue proprietà di Petrignano del Lago, venne aggredito e assassinato da un gruppo di briganti: Margherita, secondo la leggenda, seguì a piedi il cane di Arsenio dalla sua residenza presso Valiano fino in località Giorgi, presso un piccolo boschetto, dove trovò il corpo dell'amante; vicino alla quercia secolare dove si colloca l'accaduto, è sorta una chiesetta in onore della Santa e della cosiddetta "Quercia del Pentimento".

Scacciata col figlio dai famigliari dell'amante, rifiutata dal padre e dalla sua nuova moglie, si pentì della sua vita e si convertì. Si avvicinò ai francescani di Cortona, in particolare ai frati Giovanni da Castiglione e Giunta Bevegnati, suoi direttori spirituali e poi biografi: affidò la cura del figlio ai frati minori di Arezzo, e nel 1277 divenne terziaria francescana, dedicandosi esclusivamente alla preghiera ed alle opere di carità.

La sua spiritualità pone attenzione particolare alla Passione di Cristo, in linea con quanto vissero Francesco d'Assisi, Angela da Foligno e più tardi Camilla da Varano. Margherita, infatti, visse numerose crisi mistiche e visioni.

L'urna con il corpo di Santa Margherita
Diede vita ad una congregazione di terziarie, dette le Poverelle; fondò nel 1278 un ospedale presso la chiesa di San Basilio e formò la Confraternita di Santa Maria della Misericordia, per le dame che intendevano assistere i poveri ed i malati.

Donna mistica, ma anche di azione, coraggiosa, ricercata per consiglio, fu attenta alla vita pubblica e, nelle contese tra guelfi e ghibellini, fu operatrice di pace presso i feudi di Montepulciano.

Onorata come beata sin dalla morte, Innocenzo X ne approvò il culto il 17 marzo 1653, ma fu canonizzata soltanto il 16 maggio 1728 da Benedetto XIII con l'appellativo di Nova Magdalena.

Il Martirologio Romano fissa per la sua memoria liturgica la data del 22 febbraio.

La biografia redatta dal suo confessore frà Giunta Bevegnati (in AA. SS., mense Februarii, die 22), con i racconti delle numerose estasi e visioni di Margherita, ha contribuito a renderla una delle sante più popolari dell'Italia centrale.

Il suo corpo è conservato a Cortona, nella basilica a lei intitolata, in un'urna collocata sopra l'altare maggiore, bordata da una cornice in lamina d'argento sbalzata e cesellata e pasta vitrea.

Presso la frazione Giorgi di Petrignano, nel luogo della tragedia e decisione di conversione (il cosiddetto Pentimento) vi è una pieve ed una quercia tuttora in vita ai cui piedi ella pregò, considerata sacra ed intangibile. Nell'estate 1972, per il settimo centenario dell'evento ci sono state grandi celebrazioni nel Castiglionese con ostensione delle sue spoglie.
 
Oggi è 23 febbraio 2015 ed è l'onomastico di:

San Policarpo - Vescovo e Martire

Auguri a tutti quelli che si chiamano così!

Capiamo chi era..

​Policarpo di Smirne (Πολύκαρπος ο Σμυρναίος; Smirne, 69 circa – Smirne, 23 febbraio 155) è stato un vescovo, teologo e santo greco antico. Fu discepolo di Giovanni apostolo e divenne vescovo di Smirne durante il regno di Traiano. Come teologo, godette di grande autorità e fu uno dei pastori più stimati del tempo. È venerato come santo da molte Chiese cristiane e la sua memoria liturgica è celebrata il 23 febbraio (per i copti, l'8 marzo).

Dei suoi numerosi scritti, sono pervenute solo una Lettera di Policarpo ai Filippesi, scritta alla comunità di Filippi (tra il 107 e il 140), in cui riferisce del viaggio di Ignazio di Antiochia a Smirne e dalla quale si ricavano numerose informazioni sugli usi e la fede dei primi cristiani. Fu maestro di Ireneo di Lione, fondatore delle chiese nelle Gallie e suo biografo. Secondo la tradizione, sarebbe stato lui ad inviare in Gallia san Benigno, sant'Andochio, sant'Andeolo e san Tirso per evangelizzare il Paese.

Dalla sua celebre passio (comunemente nota come Martirio di san Policarpo), redatta sotto forma di lettera circolare inviata alla comunità cristiana di Filomelio, città della Frigia posta tra Licaonia e Antiochia di Pisidia, si deduce che nacque nel 69 (avrebbe subito il martirio all'età di 86 anni): figlio di genitori cristiani, fu discepolo, con Papia di Ierapoli, di Giovanni il Presbitero, (per la tradizione Giovanni apostolo), dal quale fu consacrato vescovo della città di Smirne.

Divenne uno dei più autorevoli e stimati vescovi del suo tempo, tanto che nel 154 fu scelto come rappresentante della Chiesa d'Asia e inviato a Roma a discutere con papa Aniceto la questione della data di celebrazione della Pasqua.

A Roma e a Smirne contrastò la diffusione delle dottrine docetiche di Marcione e Valentino.
Secondo Ireneo di Lione, Marcione incontrò Policarpo nel 154 e attribuisce a Marcione la condanna, "il primogenito del demonio", che Policarpo aveva scritto nella sua lettera ai Filippesi, senza indicare nomi.

Durante l'impero di Antonino Pio (138 - 161) fu catturato per ordine del proconsole Stazio Quadrato: essendosi rifiutato di sacrificare per l'imperatore, fu condannato ad essere arso vivo nello stadio della sua città e, visto che miracolosamente le fiamme non lo consumavano, fu ucciso con un colpo di pugnale (sabato 23 febbraio 155).

La principale fonte su Policarpo è Ireneo di Lione, che lo menziona in Adversus Haereses (III 3.4) e nelle lettere a Florino e a papa Vittore. Le altre fonti sono Girolamo (347-420) in De illustribus viris, XVIII ed Eusebio di Cesarea (265 – 340) in Ecclesiastica Historia, IV. 15, 1-43

La lettera testimonia una visione ancora molto comunitaria di Chiesa: diaconi e presbiteri non sono infatti posti in una gerarchia a parte, ma vengono visti insieme agli altri componenti della comunità. La lettera si rivolge innanzitutto alle donne, seguite quindi dai diaconi, dai giovani e dai presbiteri. Riguardo a questi ultimi, dal testo si evince che essi si occupavano della visita agli infermi e dell'assistenza alle vedove e agli indigenti oltre che, forse, della riconciliazione dei peccatori.

La lettera, che ci è giunta parzialmente in greco e integralmente in una traduzione in latino, nasce probabilmente dalla fusione di due scritti: il primo (cap. 13-14) è un biglietto di accompagnamento delle lettere di Ignazio raccolte da Policarpo (110 circa), il secondo è invece un testo sugli affari interni della Chiesa e sul rischio dell'eresia (cap 1-12), scritto diversi anni dopo.

Lo scritto ha un'impostazione anti-docetista e conferma numerose affermazioni fondamentali per l'ortodossia allora in fase di formazione. Nella sua lettera Policarpo cita ripetutamente la prima lettera di Pietro e varie lettere di Paolo. Sono presenti inoltre due citazioni della prima lettera di Giovanni, mentre mancano citazioni dirette dai vangeli. Secondo alcuni studiosi[5] la teologia di Policarpo aveva comuni basi paoline con quella di Marcione.
 
Oggi è 24 febbraio 2015 ed è l'onomastico di:

San Modesto - Vescovo

Auguri a tutti quelli che si chiamano così!

Capiamo chi era..

​Modesto fu vescovo di Treviri, in Germania, nel V secolo, nel difficile periodo in cui la città passò sotto il dominio dei Franchi. Ha retto la città durante l'invasione effettuata dai re franchi Meroveo e Childerico I. Ha combattuto contro lo scoraggiamento e la povertà del popolo, l'indisciplina del clero e la corruzione. Modesto ha usato la preghiera e il digiuno, predicando per le strade della città.
 
Oggi è 26 febbraio 2015 ed è l'onomastico di:

Sant' Alessandro di Alessandria - Patriarca

Auguri a tutti quelli che si chiamano così!

Capiamo chi era..

Alessandro di Alessandria (250 – Alessandria d'Egitto, 26 febbraio 326) fu il settimo Papa della Chiesa copta (massima carica del Patriarcato di Alessandria d'Egitto). Occupò la cattedra patriarcale dal 313 fino alla sua morte, avvenuta nel 326.

Alessandro viene ricordato sia per la sua grandezza che per il fatto che la sua nomina patriarcale escluse l'eresiarca Ario da quella carica. Quest'ultimo aveva iniziato a predicare la sua eresia nel 300, quando Pietro, da cui fu scomunicato, era patriarca. Ario fu riammesso alla comunione da Achilla, il successore di Pietro, e da questo momento iniziò a tramare per essere nominato vescovo. Alla morte di Achilla, però, fu eletto Alessandro, pertanto Ario gettò la maschera e si ribellò apertamente. Alessandro, in principio, fu molto tollerante verso gli errori di Ario, al punto che il clero quasi si ribellò. Infine, però, l'eresia condannata da un concilio tenutosi ad Alessandria nel 318 e, più tardi, dal primo concilio di Nicea (325), di cui Alessandro redasse gli atti.

Il concilio di Nicea stabilì, infatti, che il Figlio è consustanziale al Padre e non generato, contraddicendo in tal modo le tesi di Ario che, pur ammettendo che Gesù fosse di sostanza simile a Dio, riteneva che questi avesse iniziato ad esistere solo nel momento in cui era stato generato. Il concilio adottò, inoltre, la partizione civile dell'Impero come modello di partizione giurisdizionale della chiesa, riconoscendo per la prima volta ad Alessandria il ruolo di patriarcato.

Durante il suo lungo episcopato si verificarono le sanguinose persecuzioni degli imperatori Galerio e Massimino Daia che misero per l'ennesima volta a dura prova il cristianesimo in Egitto. Fu proprio mentre il suo predecessore Pietro era in carcere, in attesa del martirio, che Alessandro ed Achilla si recarono presso il pontefice ed intercessero per Ario, che Pietro aveva scomunicato dichiarando che era destinato alla perdizione. Il pontefice rifiutò di riammetterlo alla comunione, tuttavia, quando Achilla succedette a Pietro, Ario fu ordinato sacerdote e quando, a sua volta, Alessandro divenne vescovo l'eretico era ancora tollerato.

Alessandro veniva descritto dai contemporanei come "un uomo tenuto nella massima considerazione dal popolo e dal clero, magnificente, liberale, eloquente, amante di Dio e dell'uomo, dedito ai poveri, al bene e solerte verso tutti; così dedito alla mortificazione, che non ruppe mai il suo digiuno finché il sole brillava in cielo".

Viene venerato come santo dalla Chiesa cattolica (26 febbraio), da quella ortodossa (26 febbraio, anche se per lungo tempo il 17 aprile) e da quella copta (22 aprile).

Dal Martirologio Romano:

« 26 febbraio – Commemorazione di sant'Alessandro, vescovo: anziano glorioso e dal fervido zelo per la fede, divenuto dopo san Pietro capo della Chiesa di Alessandria, separò dalla comunione ecclesiale il suo sacerdote Ario, pervertito dalla sua insana eresia e confutato dalla verità divina, che egli poi condannò quando entrò a far parte dei trecentodiciotto padri del concilio di Nicea I. »
 
Oggi è 27 febbraio 2015 ed è l'onomastico di:

San Leandro di Siviglia - Vescovo

Auguri a tutti quelli che si chiamano così!

Capiamo chi era..

​San Leandro di Siviglia (Cartagena, 534 – Siviglia, 13 marzo 600) è stato arcivescovo di Siviglia in Spagna. Viene ricordato in particolare per essere riuscito a convertire dall'arianesimo la casa reale visigota. La Chiesa cattolica lo venera come santo.

Leandro apparteneva a un'antica famiglia romana di Cartagena, il padre Saveriano, morì in giovane età e fu il primo dei cinque figli, appunto Leandro, a prendersi la responsabilità dell'educazione e della crescita dei quattro fratelli, Isidoro, Fulgenzio, Fiorentina e Teodosia. Tutti, tranne Teodosia, si dedicarono alla vita religiosa e sono venerati come santi dalla Chiesa cattolica.

I tre fratelli maschi divennero tutti prelati, Leandro e Isidoro, famosissimo nel medioevo per la sua grande opera enciclopedica Etimologie, divennero vescovi di Siviglia, mentre Fulgenzio divenne vescovo di Écija.

La sorella si fece monaca e fondò il convento di Santa Maria de Valle presso Écija. Tutti i fratelli furono tra i principali fautori dell'unificazione della penisola sotto il Credo Niceno, ottenuta con la conversione del monarca visigoto Recaredo e sancita dal III Concilio di Toledo del 589.

Iniziò la sua vita religiosa come monaco benedettino. Suo grande desiderio era convertire al Credo Niceno gli ariani della Spagna con gli scritti e la predicazione.

Divenuto arcivescovo della città di Siviglia, ebbe l'opportunità di conoscere e convertire Ermenegildo il figlio del re ariano Leovigildo, che era stato esiliato a Siviglia assieme alla moglie che era di fede cattolica.

Ermenegildo entrò in conflitto con il padre e da questi venne sconfitto e imprigionato a Toledo. Il padre nella Pasqua del 585 impose al figlio di ricevere la comunione da un vescovo ariano, il figlio rifiutò e per questo venne fatto uccidere.

Leovigildo che voleva unificare sotto il credo ariano tutta la Spagna, fa mandare in esilio a Costantinopoli Leandro e molti altri cristiani. Durante il suo breve esilio, avrà l'opportunità di conoscere il futuro papa Gregorio, a quel tempo inviato pontificio presso i bizantini. Da quell'incontro nacque una forte amicizia tra i due, parte della corrispondenza tra i due è ancora esistente. Leovigildo richiamerà in seguito il prelato in patria.

Alla sua morte il nuovo re Recaredo si converte e il processo di unificazione sotto il credo cattolico si accelera anche grazie alla liturgia detta mozarabica o visigota, di cui i vescovi Leandro e Isidoro furono grandi promotori, con apposite preghiere e canti per la Messa.

La chiesa iberica si uní nel credo Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto invece dell'ariano Gloria Patri per Filium in Spiritu Sancto.

Oltre a frammenti della corrispondenza con Papa Gregorio I, ci sono pervenute De institutione virginum et contemptu mundi, la regola monastica per la comunità religiosa della sorella Fiorentina e Homilia de triumpho ecclesiæ ob conversionem Gothorum (P.L, LXXII).
 
Auguri a tutti i Romani=nativi di Roma. I riti e le credenze contadine legate al mese più corto dell'anno derivano da tempi lontanissimi e più propriamente dalle usanze del mondo romano. Per i romani era proprio febbraio a terminare l'anno e marzo era quindi il primo mese del nuovo anno. Febbraio deriva da - februare - (purificare) era il periodo in cui si compivano riti di espiazione (riparare a una o più colpe) il periodo della quaresima.
 
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