Oggi è il 12 aprile 2015 ed è l'onomastico di:

San Giulio I - Papa

Auguri a tutti quelli che si chiamano così!

Capiamo chi era..

Giulio I (Roma, ... – Roma, 12 aprile 352) fu il 35° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo. Fu papa dal 6 febbraio 337 alla sua morte.

Dopo una sede vacante di circa 4 mesi, di cui si ignorano le cause, il 6 febbraio 337 fu scelto come successore di papa Marco il figlio di un certo Rustico, il romano Giulio.

Il suo pontificato è ricordato principalmente per la posizione ferma e ponderata che assunse nella controversia ariana, della quale esistono abbondanti testimonianze. Tale fermezza, tra l'altro, assume un significato estremamente rilevante in quanto riafferma il ruolo prioritario della Chiesa in difesa dell'”ortodossia romana”, ruolo che l'imperatore Costantino aveva di fatto esercitato nella prima parte del suo regno, complice anche la debolezza dei pontefici che in quel periodo si erano succeduti.

Dopo la morte di Costantino I (22 maggio 337), suo figlio Costantino II, "Augusto" in Occidente, si adoperò affinché il vescovo esiliato Atanasio di Alessandria facesse ritorno alla sua sede vescovile, con il benestare di Costanzo, sovrano d'Oriente, di simpatie ariane. Ma gli Ariani egiziani inviarono un'ambasceria a Giulio per consegnargli le delibere del concilio da loro tenuto a Tiro nel 335, con lo scopo di dimostrare che Atanasio era stato deposto validamente. Da parte sua Atanasio inviò a Roma i suoi emissari per consegnare a Giulio una lettera del sinodo dei vescovi egiziani, contenente una completa giustificazione delle opere del loro patriarca. All'arrivo degli inviati di Atanasio a Roma, Macario, il capo dell'ambasceria ariana lasciò la città; pertanto Giulio convocò i soli due inviati ariani rimanenti e gli emissari di Atanasio. I primi chiesero al papa di convocare un grande sinodo dinanzi al quale ambedue i partiti avrebbero potuto esporre le proprie posizioni e dirimere le questioni in ottemperanza al giudizio emesso.

Giulio, dopo aver inviato due emissari per consegnare una lettera di invito ai vescovi orientali, convocò il sinodo a Roma. Nel frattempo, però, i vescovi ariani guidati da Eusebio di Nicomedia, patriarca di Costantinopoli, avevano tenuto un nuovo concilio ad Antiochia di Siria, ed avevano designato vescovo della sede di Alessandria d'Egitto Gregorio di Cappadocia. Quest'ultimo prese possesso con la forza della sua sede, ed Atanasio, nuovamente esiliato, prese la via di Roma, come molti altri vescovi orientali che furono rimossi dal partito ariano; fra loro c'era anche Marcello d'Ancyra, che sarebbe poi stato condannato come promotore di una nuova eresia: il sabellianismo. I vescovi ariani del partito di Eusebio, a questo punto, rifiutarono di partecipare al sinodo convocato da Giulio.

Il sinodo si tenne, comunque, nell'autunno del 340 o del 341 e fu presieduto dal papa nella chiesa titolare del presbitero Vito. Dopo un esame particolareggiato dei documenti, Atanasio e Marcello d'Ancyra, che resero una professione di fede soddisfacente, furono discolpati e riammessi nelle loro funzioni episcopali. Papa Giulio comunicò la decisione ai vescovi del partito di Eusebio con una lettera molto ben articolata, nella quale giustificava il suo modo di procedere nel caso, difendeva nel dettaglio la sua riabilitazione di Atanasio, e si lamentava fortemente della mancata partecipazione dei vescovi orientali al concilio, la cui convocazione avevano suggerito essi stessi. Ma Atanasio ancora non riuscì a rientrare nella sua sede e anzi il partito ariano convocò un ulteriore proprio concilio nel 241, in cui vennero riaffermate le posizioni intransigenti contro le decisioni del papa di Roma.

Dopo la vittoria sul fratello Costantino II, l'imperatore Costante I regnava sovrano sulla parte occidentale dell'Impero romano. Dato che il suo punto di vista era completamente in linea con la Chiesa di Roma, alla richiesta del papa e degli altri vescovi occidentali intercesse presso il fratello Costanzo II, Imperatore d'Oriente, in favore dei vescovi che erano stati deposti ed erano stati perseguitati dal partito ariano. Ambedue gli imperatori furono d'accordo sulla necessità di convocare un concilio generale dei vescovi occidentali ed orientali a Sardica, la città principale della Provincia della Dacia Mediterranea. Il concilio si tenne nell'autunno del 342 o del 343. Giulio, ritenendo opportuno non intervenire nell'assemblea per non condizionare le scelte, fece presiedere il concilio da Osio, il vescovo di Cordova già consigliere di Costantino per le questioni religiose, e inviò come suoi rappresentanti i presbiteri Archidamo e Filosseno ed il diacono Leone. Anche se i vescovi orientali del partito ariano, in decisa minoranza, non si unirono al concilio, ma tennero le loro riunioni in separata sede, il sinodo portò comunque a termine il suo compito. Attraverso i canoni III, IV, e V (VII nel testo latino) di questo concilio, fu regolata più precisamente la procedura contro i vescovi accusati, e furono definitivamente stabilite le modalità dell'intervento esclusivamente papale nella condanna dei vescovi.

Al termine delle sue riunioni il sinodo comunicò al papa, con una lettera molto deferente, le sue decisioni. Nonostante la riaffermazione della sua innocenza da parte del Sinodo di Sardica, Atanasio non fu reinsediato nella sua sede dall'Imperatore Costanzo fino a dopo la morte di Gregorio, vescovo ariano di Alessandria, avvenuta nel 346.

Papa Giulio colse questa occasione per scrivere una lettera, tuttora conservata, ai presbiteri, ai diaconi, ed ai fedeli della città, per congratularsi con loro per il ritorno del loro pastore. I due vescovi Ursacio di Singiduno e Valente di Mursia che, a causa del loro arianesimo, erano stati deposti dal Concilio di Sardica, fecero una ritrattazione formale del loro errore davanti a Giulio che, dopo averli convocati in udienza ed averne ricevuto una professione di fede firmata, li ripristinò nella loro sede episcopale.

Riguardo alla vita interna della Chiesa romana durante il pontificato di Giulio non esistono informazioni certe. Gli storici concordano comunque sul fatto che si assistette ad un rapido incremento del numero dei fedeli a Roma, dove Giulio fece erigere due nuove basiliche: la chiesa titolare di Giulio (l'odierna Basilica di Santa Maria in Trastevere) e la Basilica Julia (l'odierna Basilica dei Santi XII Apostoli). Oltre a queste fece costruire tre chiese cimiteriali fuori dalle mura di Roma: una prima sulla strada per Porto, una seconda sulla Via Aurelia, ed una terza sulla Via Flaminia sopra la tomba del martire San Valentino. Anche la venerazione dei fedeli per le tombe dei martiri ebbe un rapido incremento.

Sotto il pontificato di Giulio, se non prima, entrarono in uso i cataloghi dei giorni di festa dedicati ai santi; il calendario romano delle feste di Filocalo, per esempio, risale all'anno 336.

Decretò che nessun ecclesiastico si rivolgesse più ai magistrati laici e che i loro atti notarili, ad esempio donazioni, testamenti, lasciti, cauzioni, manomissioni e qualsiasi altro loro atto notarile dovesse essere redatto unicamente da notai appartenenti al clero. Ciò fu reso possibile grazie al precedente incarico che dette Papa Fabiano a sette suddiaconi, che era di vigilanza sull’operato di sette notai appartenenti al clero, coprenti un territorio di quattordici regioni romane, che avevano come compito la corretta e fedele registrazione degli atti dei martiri durante le persecuzioni ai Cristiani. Cessate le persecuzioni, Papa Giulio I gli dette questo nuovo incarico.

Grazie a Sant'Atanasio, che rimase a Roma per molti anni dopo il 339, la vita monastica egiziana divenne nota nella capitale, e l'esempio degli eremiti dei deserti egiziani trovò molti imitatori nella Chiesa romana.

Giulio morì il 12 aprile 352 e fu sepolto nelle catacombe di Calepodio sulla via Aurelia. In seguito, nel 790, il suo corpo fu traslato, da Papa Adriano I, a Santa Maria in Trastevere, la chiesa che lui aveva voluto.

La sua festa ricorre il 12 aprile.
 
Buon onomastico ai .... Giovanni

Buon onomastico ai .... Giovanni

Auguri di buon onomastico a tutti coloro che portano il nome di Giovanni ed in particolar modo al mio grande amico Giambi e Walker. Un forte abbraccio a tutti.
 
[h=1]24 giugno, San Giovanni Battista: ecco perchè è una ricorrenza così importante[/h][h=2]E’ l’unico Santo, se si eccettua Maria, ad essere ricordato nella liturgia oltre che nel giorno della sua morte (29 agosto), anche in quello della sua nascita terrena (24 giugno)[/h]
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Oggi, 24 giugno, si celebra la nascita di San Giovanni Battista. Sono i Vangeli a dirci che era figlio di Zaccaria e di Elisabetta e che fu generato quando i genitori erano in tarda età. Zaccaria era della classe di Abia, Elisabetta discendeva da Aronne. Mentre un giorno Zaccaria offriva incenso nel tempio, gli comparve l’Arcangelo Gabriele che gli disse “Non temere Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita poiché sarà grande davanti al Signore”.
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Dopo questa visione, Elisabetta, già anziana, concepì un figlio fra la meraviglia dei parenti e dei conoscenti. Dopo 6 mesi, l’Arcangelo Gabriele andò a Nazareth per annunciare a Maria la maternità del Cristo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio”. Fu in quell’occasione che l’Arcangelo Gabriele informò la Madonna delle novità: “Vedi anche Elisabetta tua parente, nella vecchiaia ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei che tutti dicevano sterile; nulla è impossibile a Dio”. Maria allora si recò dalla cugina Elisabetta per farle visita e al suo saluto declamò il bellissimo canto del “Magnificat” per le meraviglie che Dio stava operando per la salvezza dell’umanità e, mentre Elisabetta, esultante, la benediceva, anche il figlio che portava in grembo sussultò di gioia. Il padre Zaccaria, diventato muto per la sua incredulità all’annuncio dell’Arcangelo Gabriele, riacquistò la voce quando Giovanni nacque. Giovanni, che in ebraico faceva Iehôhānān, col significato di “Dio è propizio”, venne al mondo a Ain Karim, a circa 7 km da Gerusalemme.Quando ebbe un’età conveniente, conscio della sua missione, si ritirò a condurre la dura vita da asceta nel deserto, indossando un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi, cibandosi di locuste e miele selvatico. Nell’anno 15essimo dell’impero di Tiberio (28-29 d.C.) iniziò la sua missione lungo il fiume Giordano, annunciando l’avvento del regno messianico ormai vicino, esortando alla conversione e predicando la penitenza. Da tutta la Giudea, da Gerusalemme e da tutta la regione intorno al Giordano, in tanti accorrevano ad ascoltarlo. Giovanni, in segno di purificazione dai peccati e di nascita a nuova vita, immergeva nelle acque del fiume Giordano coloro che accoglievano la sua parola, dando un battesimo di pentimento per la remissione dei peccati… da ciò il nome Battista che gli fu dato.
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E’ tanta la considerazione che la Chiesa gli riserva, che è l’unico Santo, dopo Maria, ad essere ricordato nella liturgia oltre che nel giorno della sua morte (29 agosto) anche in quello della sua nascita terrena (24 giugno). San Giovanni Battista è un personaggio cui i Vangeli danno grandissimo risalto, intrecciando costantemente la sua vita e le sue predicazioni con l’opera di Gesù: ultimo profeta e primo apostolo, si è donato totalmente per la sua missione, per questo è venerato dalla Chiesa come martire. Durante le sue predicazioni, in molti cominciarono a pensare che egli fosse il tanto atteso Messia ma Giovanni assicurava loro di essere solo il Precursore: “Io vi battezzo con acqua per la conversione, ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di scogliere il legaccio dei sandali, egli vi battezzerà in Spirito e fuoco” .Alla delegazione ufficiale inviatagli dai sommi sacerdoti, Giovanni disse di non essere affatto il Messia il quale era già in mezzo a loro ma essi non lo conoscevano, aggiungendo: “Io sono la voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia”.
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Quando Gesù si presentò al Giordano per essere battezzato; Giovanni, vedendoselo davanti, disse: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato dal mondo” e a Gesù: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?” e Gesù: “Lascia fare per ora, poiché conviene che adempiamo ogni giustizia”. Allora Giovanni acconsentì e lo battezzò, vedendo scendere lo Spirito Santo su di Lui come una colomba, mentre una voce diceva: “Questo è il mio Figlio prediletto nel quale mi sono compiaciuto”. Da quel momento Giovanni confidava ai suoi discepoli: “Ora la mia gioia è completa. Egli deve crescere e io invece diminuire”. La sua missione era compiuta: Gesù iniziò la sua predicazione, formando il gruppo degli Apostoli e Discepoli, seguito da una gran folla. Giovanni aveva predicato proprio per preparare un popolo degno, che accogliesse Gesù e il suo messaggio di Redenzione. Giovanni Battista, giudeo osservante e rigoroso, operò senza mai indietreggiare neanche davanti al re d’Israele Erode Antipa, che aveva preso con sé la bella Erodiade, moglie divorziata di suo fratello; sentendosi in dovere di protestare verso il re per la sua condotta immoriale.Erodiade, infuriata, gli portava rancore, ma non era l’unica perché il Battesimo che Giovanni amministrava, perdonava i peccati, rendendo così inutili i sacrifici espiatori, che in quel tempo si facevano al Tempio, e ciò non era gradito ai sacerdoti giudaici. Il Vangelo di Marco ci racconta che Giovanni venne fatto arrestare da Erode su istigazione di Erodiade. Un giorno il re diede un banchetto per festeggiare il compleanno di Erodiade, invitando tutta la corte ed i notabili della Galilea. Alla festa partecipò con una conturbante danza anche Salomè, la figlia di Erodiade e nipote di Erode. La sua esibizione piacque molto al re ed ai commensali, per cui il re disse alla ragazza: “Chiedimi qualsiasi cosa e io te la darò”. Salomè chiese consiglio alla madre ed Erodiade le disse di chiedere la testa di Battista. Erode rimase rattristato da tale richiesta , ma per il giuramento fatto pubblicamente, non volle rifiutare e ordinò di portare la testa di Giovanni, che era nelle prigioni della reggia. Il Battista fu decapitato. La morte per decapitazione lo rese famoso come San Giovanni Decollato e la morte venne fissata al 29 agosto.I suoi discepoli, saputo del martirio, recuperarono il corpo, seppellendolo, forse , a Sebasta in Samaria e si sulla sua tomba avvenivano numerosi miracoli, guarendo soprattutto ossessi. Nel 361-362 l’imperatore Giuliano l’Apostata profanò la tomba, bruciando le reliquie e facendole disperdere al vento. Il capo, invece, restò nelle mani di Erodiade che lo fece seppellire in un luogo segreto del palazzo per timore che la testa del Battista potesse ricongiungersi al corpo e il profeta ritrovare la vita. Ritrovato miracolosamente, venne segnalato come sepolto a Costantinopoli, Emesa, Gerusalemme e Damasco. C’e’ chi dice che il capo fu sepolto col corpo e bruciato con il resto. Nel XII secolo una testa di San Giovanni giunse a Roma; nel XIII un’altra giunse a Amiens. Una testa senza mandibola è tutt’oggi custodita a Roma, nella Chiesa di San Silvestro in Capite; mentre il sacro mento nella Chiesa di San Lorenzo a Viterbo. Al mondo si venerano 60 teste. Per quanto le ceneri siano state disperse al vento, “al completo” si trovano in San Giovanni in Laterano a Roma; a Genova nella Chiesa di San Lorenzo, a Vienna nel Delfinato, ed in un numero infinito di altri posti.


Meteoweb.
 
Auguri di buon onomastico a tutti coloro che portano il nome di Giovanni ed in particolar modo al mio grande amico Giambi e Walker. Un forte abbraccio a tutti.

Grazie di cuore Raffaele. Comunque oggi è San Giovanni Battista e non San Giovanni. Ci tengo a precisare....e poi basta leggere ciò che ha scritto PRETE e diventate Santi anche voi...ahahahaha
 
San Giovanni un Santo famoso cugino di Gesù, auguri ai nostri amici di nome Giovanni. Tanti sono i proverbi legati a questo Santo ma uno su tutti "San Giovanni non vuole inganni" Firenze che abbandonò i riti pagani dediti a Marte (dio della guerra) lo scelse come patrono perchè considerato forte e fiero, dall'animo guerriero, battagliero e indomito e oggi è la sua festa, viene ricordato fin dal mattino in cattedrale continuando con il calcio storico per finire con i fuochi.
 
29 giugno, il santo del giorno: Pietro e Paolo Pietro è il primo della lista dei dodici e tale rimane in tutti gli elenchi del Nuovo Testamento
29 giugno 2015

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Il martirio di Pietro e Paolo a Roma è stato da sempre ricordato con venerazione dai cristiani di tutto il mondo. Già nel 200 il presbitero romano Caio scrive ad un amico: ”io posso mostrarti i trofei degli apostoli. Se infatti vorrai recarti in Vaticano o sulla via Ostiense troverai i trofei di coloro che hanno fondato la chiesa”. Pietro, nato a Betsaida della Galilea, figlio di Giovanni o Giona, era sposato e abitava a Cafarnao. Nel suo primo incontro con Gesù si sente dire: ”Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa, Pietro”. Dare un nome nuovo voleva dire indicare la missione cui era destinato. Quando più tardi il Maestro, dopo una notte in preghiera, sceglie e costituisce i dodici, Pietro è il primo della lista e tale rimane in tutti gli elenchi del Nuovo Testamento.

Meteoweb
 
Auguri a tutti i Pietro e Paolo, gli apostoli cofondatori della chiesa, due personaggi molto diversi fra loro, San Pietro il pescatore ricordato come patrono dei fornai, macellai, pescatori, mietitori, cordai, orologiai, fabbri, calzolai, tagliapietre e costruttori di reti da pesca e navi, ma anche patrono della longevità del popolo e primo papa della chiesa. San Paolo è patrono dei giornalisti, cestai, missionari, vescovi e invocato contro i morsi dei serpenti e contro la cecità.
Sono i due santi patroni il 29 giugno della mia cittadina, Agliana, che durante il mese di giugno offre il festival delle culture popolari con oltre 170 eventi in 30 giorni e la 47° sagra del pesce da sempre GRATIS a cura della Lenza Aglianese. Il giugno Aglianese di quest'anno sarà orfano della sagra del pesce dopo tanti anni, uno degli appuntamenti tradizionali più seguiti e partecipati della rassegna estiva del centro della piana pistoiese in programma sempre il 29 giugno. le difficoltà dell'associazione Lenza Aglianese organizzatrice dell' evento sono di natura economica, l'uragano dell'inizio marzo ha provocato danni alla struttura del lago Primo Maggio gestita dalla Lenza, l'impegno del comune e Lenza è di lavorare e di restituire il prossimo anno la sagra del pesce a giugno al contado e oltre. Padella enorme con quintali di pesce fritto, l'impegno dei pescatori è indubitabile, brava gente (anche miei amici) che si prestano in maniera passionale per offrire servizio e cibo, una visione occidentale e mistica della cosa: prendete e mangiate tutti questo è il mio segno.
 
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