Oggi è il 17 marzo 2015 ed è l'onomastico di:

San Patrizio - Vescovo

Auguri a tutti quelli che si chiamano così!

Capiamo chi era..

Patrizio, nato con il nome di Maewyin Succat, scelse successivamente il nome latino di Patrizio (Bannaventa Berniae, 385 – Saul, 17 marzo 461), è stato un vescovo e missionario irlandese di origini scozzesi.

È venerato come santo dalla Chiesa cattolica e ortodossa. Assieme a San Columba di Iona ed a Santa Brigida d'Irlanda è il patrono dell'Irlanda. Era figlio di Calphurnius e Conchessa, appartenenti ad una famiglia nobile romana.

Viene festeggiato da tutta la comunità irlandese del mondo il 17 marzo, data della sua morte. Viene anche festeggiato in America dove molti irlandesi sono emigrati.

Rapito quando aveva 16 anni da pirati irlandesi, fu venduto come schiavo al re del North Dal Riada, nell'odierna Irlanda del Nord. Qui apprese la lingua gaelica e la religione celtica. Dopo sei anni fuggì dalla corte del re per tornare alla sua famiglia. Ritornò alla Chiesa cristiana divenendo diacono. Recatosi in Gallia, san Germano d'Auxerre lo consacrò vescovo.

Successivamente gli fu affidata da papa Celestino I l'evangelizzazione delle isole britanniche e specialmente dell'Irlanda. Nel 431-432 iniziò il suo apostolato in terre irlandesi, all'epoca quasi interamente pagane. A lui si deve la diffusione del Cristianesimo in Irlanda seppur ispirato al paganesimo celtico.

Nacque infatti la corrente del Cristianesimo celtico, in seguito limitato dalla Chiesa cristiana. Infatti, per conservare le radici e le tradizioni storiche del popolo irlandese, Patrizio favorì la combinazione di molti elementi cristiani e pagani. Per esempio introdusse il simbolo della croce solare sulla croce latina, facendo diventare la croce celtica il simbolo del Cristianesimo celtico.

All'età di oltre cinquant'anni intraprese un lungo pellegrinaggio fino a Roma. Al ritorno si stabilì nell'Irlanda del Nord fino al termine dei suoi giorni. Fonti storiche accertano la sua morte a Downpatrick, in Irlanda, ma alcuni studiosi suppongono che la sua morte possa essere avvenuta in Inghilterra o in Galles.

Gli sono attribuite due lettere in latino: la Confessio (o "Dichiarazione" in cui offre un breve resoconto della sua vita e della sua missione) e l'Epistula, una lettera rivolta ai soldati di Coroticus.

Secondo la tradizione irlandese, in Irlanda non ci sarebbero più serpenti da quando San Patrizio li cacciò in mare.

Questa leggenda è connessa a quella della montagna sacra irlandese, Croagh Patrick, sulla quale il santo avrebbe trascorso quaranta giorni, gettando alla fine una campana dalla sommità del monte nell'attuale Baia di Clew per scacciare i serpenti e le impurità, formando le isole che la contraddistinguono.

Celebre anche la leggenda del pozzo di San Patrizio, il pozzo senza fondo, da cui si aprivano le porte del Purgatorio.

Da notare la presenza della leggendaria figura di San Patrizio anche nell'emblema nazionale irlandese, il trifoglio (shamrock). Grazie ad un trifoglio, si racconta infatti, San Patrizio avrebbe spiegato agli irlandesi il concetto cristiano della Trinità, prendendo come esempio le tre foglie collegate ad un unico stelo.
 
Oggi è il 18 marzo 2015 ed è l'onomastico di:

San Cirillo di Gerusalemme - Vescovo e Dottore della Chiesa

Auguri a tutti quelli che si chiamano così!

Capiamo chi era..

​Cirillo di Gerusalemme (Gerusalemme, 313 o 315 – Gerusalemme, 18 marzo 387) , fu teologo e vescovo di Gerusalemme. Sia la Chiesa cattolica che la Chiesa ortodossa lo venerano come santo e ne celebrano la memoria il 18 marzo, (in occidente anche il 20 marzo). Papa Leone XIII, il 28 luglio 1882, lo elevò a confessore e dottore della Chiesa.

Poco o nulla si sa della sua gioventù, incerta la data di nascita avvenuta probabilmente nel 313 o 315 a Gerusalemme o nei dintorni, da genitori cristiani. Le informazioni che abbiamo su questo vescovo ci giungono dai suoi contemporanei Rufino, Epifanio e Geronimo e da vari storici del V secolo tra cui Sozomeno, Socrate e Teodoro.

Venne ordinato sacerdote dal vescovo Macario di Gerusalemme o dal suo successore Massimo III nel 335. Sotto Massimo III operò come sacerdote della Diocesi di Gerusalemme, molto incline al dialogo e alla riconciliazione operò in questo senso, all’interno delle varie correnti filosofiche, nella Chiesa del momento. Egli abbracciò la corrente di Eusebio di Cesarea, che si situava in una posizione mediana tra la teologia di Atanasio di Alessandria (che divenne poi quella accettata dalla Chiesa), e quella di Ario, il tema era quello della divinità di Cristo. Gli ariani non la accettavano, Atanasio sosteneva la consustanzialità, stessa natura del Padre, mentre Eusebio e Cirillo erano per una posizione dove Cristo era definito ὅμοιος(homoios, simile al Padre).

Egli operò in una città dove, dopo molti anni di violenze e di soprusi, ritornava l’interesse dei potenti; come Elena, la madre dell'imperatore, che vi si era recata nel 323. Mentre nel 335 lo stesso imperatore Costantino fa erigere la basilica del Santo Sepolcro, che vedrà il nostro vescovo operare e predicare. Sotto un altro imperatore, Giuliano, si tentò anche di ricostruire il Tempio di Gerusalemme distrutto duecento anni prima.

Cirillo venne nominato vescovo nel 347 da Acacio patriarca di Cesarea. Tra i due sorsero quasi immediatamente forti attriti, sia per questioni amministrative che per questioni teologiche. Questi dissidi sfociarono nella condanna all’esilio, formulata da un concilio indetto dal patriarca Acacio nel 358, Cirillo venne accusato di vendere proprietà della Chiesa per aiutare i poveri. Nel concilio di Seleucia del 359, presente Cirillo, Acacio venne deposto e il nostro vescovo poté, per un breve periodo, rientrare nella sua diocesi. Appena un anno dopo, questa volta ad opera dell’Imperatore Costanzo II, anch’egli filo ariano, venne di nuovo esiliato. Con l'avvento al potere di Giuliano nel 361, tutti i vescovi esiliati vengono riammessi alle loro cariche.

Nel 367 viene di nuovo esiliato, questo esilio durerà fino al 378. Nel 381 partecipa al grande concilio di Costantinopoli, dove venne definitivamente decisa l’adozione del credo niceno, che diventò verità di fede. Anche Cirillo sottoscrisse la definizione di Cristo come ὁμοιούσιος (homoiousios, simile nella sostanza al Padre), convinto che questa era l'unica accettabile. Quando finalmente venne raggiunta, per lui e per la propria Chiesa, una chiara presa di posizione dopo una intera vita spesa a ragionare e ponderare quale fosse la vera sostanza del Cristo, poté trascorrere gli ultimi anni in tranquillità. Mori il 18 o il 20 marzo del 387.

Di questo vescovo ci sono pervenute: un sermone sul lago di Betsaida, una lettera all'imperatore Costanzo II, altri tre piccoli frammenti e ventiquattro sermoni per la Catechesi. La lettera all'imperatore descrive lo straordinario evento avvenuto nel mese di maggio agli inizi del suo episcopato, quando una grande croce comparve nel cielo tra il monte calvario e l'orto degli ulivi. Dei sermoni della catechesi, probabilmente trascritti da un catecumeno, includono la prima introduttiva (Procatechesi), diciotto sermoni tenuti in Quaresima quale preparazione al battesimo indirizzate ai catecumeni (photizòmenoi), e che trattano del peccato, della penitenza, della fede, e illustrano il contenuto del Simbolo battesimale molto simile al Credo adottato dal primo concilio di Costantinopoli, e cinque prediche dette mistagogiche, ossia istruzioni rivolte nella settimana dopo Pasqua ai neo-battezzati per illustrare la dottrina ed il rito dei sacramenti e la liturgia della messa.
 
Oggi è il 19 marzo 2015 ed è l'onomastico di:

San Giuseppe - Sposo della Beata Vergine Maria

Auguri a tutti quelli che si chiamano così!

Capiamo chi era..

Il nome Giuseppe è di origine ebraica e sta a significare “Dio aggiunga”, estensivamente si può dire “aggiunto in famiglia”. Può essere che l’inizio sia avvenuto col nome del figlio di Giacobbe e Rachele, venduto per gelosia come schiavo dai fratelli. Ma è sicuramente dal padre putativo, cioè ritenuto tale, di Gesù e considerato anche come l’ultimo dei patriarchi, che il nome Giuseppe andò diventando nel tempo sempre più popolare. In Oriente dal IV secolo e in Occidente poco prima dell’XI secolo, vale a dire da quando il suo culto cominciava a diffondersi tra i cristiani. Non vi è dubbio tuttavia che la fama di quel nome si rafforzò in Europa dopo che nell’Ottocento e nel Novecento molti personaggi della storia e della cultura lo portarono laicamente, nel bene e nel male: da Francesco Giuseppe d’Asburgo a Garibaldi, da Verdi a Stalin, da Garibaldi ad Ungaretti e molti altri ancora.
San Giuseppe fu lo sposo di Maria, il capo della “sacra famiglia” nella quale nacque, misteriosamente per opera dello Spirito Santo, Gesù figlio del Dio Padre. E orientando la propria vita sulla lieve traccia di alcuni sogni, dominati dagli angeli che recavano i messaggi del Signore, diventò una luce dell’esemplare paternità. Certamente non fu un assente. È vero, fu molto silenzioso, ma fino ai trent’anni della vita del Messia, fu sempre accanto al figliolo con fede, obbedienza e disponibilità ad accettare i piani di Dio. Cominciò a scaldarlo nella povera culla della stalla, lo mise in salvo in Egitto quando fu necessario, si preoccupò nel cercarlo allorché dodicenne era “sparito’’ nel tempio, lo ebbe con sé nel lavoro di falegname, lo aiutò con Maria a crescere “in sapienza, età e grazia”. Lasciò probabilmente Gesù poco prima che “il Figlio dell’uomo” iniziasse la vita pubblica, spirando serenamente tra le sue braccia. Non a caso quel padre da secoli viene venerato anche quale patrono della buona morte.
Giuseppe era, come Maria, discendente della casa di Davide e di stirpe regale, una nobiltà nominale, perché la vita lo costrinse a fare l’artigiano del paese, a darsi da fare nell’accurata lavorazione del legno. Strumenti di lavoro per contadini e pastori nonché umili mobili ed oggetti casalinghi per le povere abitazioni della Galilea uscirono dalla sua bottega, tutti costruiti dall’abilità di quelle mani ruvide e callose.
Di lui non si sanno molte cose sicure, non più di quello che canonicamente hanno riferito gli evangelisti Matteo e Luca. Intorno alla sua figura si sbizzarrirono invece i cosiddetti vangeli apocrifi. Da molte loro leggendarie notizie presero però le distanze personalità autorevoli quali San Girolamo (347 ca.-420), Sant’Agostino (354-430) e San Tommaso d’Aquino (1225-1274). Vale la pena di riportare soltanto una leggenda che circolò intorno al suo matrimonio con Maria. In quella occasione vi sarebbe stata una gara tra gli aspiranti alla mano della giovane. Quella gara sarebbe stata vinta da Giuseppe, in quanto il bastone secco che lo rappresentava, come da regolamento, sarebbe improvvisamente e prodigiosamente fiorito. Si voleva ovviamente con ciò significare come dal ceppo inaridito del Vecchio Testamento fosse rifiorita la grazia della Redenzione.
San Giuseppe non è solamente il patrono dei padri di famiglia come “sublime modello di vigilanza e provvidenza” nonché della Chiesa universale, con festa solenne il 19 marzo. Egli è oggi anche molto festeggiato in campo liturgico e sociale il 1° maggio quale patrono degli artigiani e degli operai, così proclamato da papa Pio XII. Papa Giovanni XXIII gli affidò addirittura il Concilio Vaticano II. Vuole tuttavia la tradizione che egli sia protettore in maniera specifica di falegnami, di ebanisti e di carpentieri, ma anche di pionieri, dei senzatetto, dei Monti di Pietà e relativi prestiti su pegno. Viene addirittura pregato, forse più in passato che oggi, contro le tentazioni carnali.
Che il culto di San Giuseppe abbia raggiunto in passato vette di popolarità lo dimostrano anche le dichiarazioni di moltissime chiese relative alla presenza di sue reliquie. Per fare qualche esempio particolarmente significativo: nella chiesa di Notre-Dame di Parigi ci sarebbero gli anelli di fidanzamento, il suo e quello di Maria; Perugia possiederebbe il suo anello nuziale; nella chiesa parigina dei Foglianti si troverebbero i frammenti di una sua cintura. Ancora: ad Aquisgrana si espongono le fasce o calzari che avrebbero avvolto le sue gambe e i camaldolesi della chiesa di S. Maria degli Angeli in Firenze dichiarano di essere in possesso del suo bastone. È sicuramente un bel “aggiunto” di fede.

Autore: Mario Benatti
 
Oggi è il 20 marzo 2015 ed è l'onomastico di:

Sant' Alessandra di Amiso e Compagne - Martiri

Auguri a tutti quelli che si chiamano così!

Capiamo chi era..

Alessandra di Amiso fu una martire di cui si hanno pochissime notizie storiche. Venerata come santa dalla Chiesa cattolica, la sua memoria liturgica cade il 20 marzo.

Le uniche due fonti su santa Alessandra Giarratana sono:


un breve elogio presente nel sinassario costantinopolitano, tratto probabilmente da una passio perduta;
la passio di Teodoto di Ancira. In essa sono presenti quattro nomi (Alessandra, Claudia, Eufrasia e Matrona) che fanno parte di un gruppo di sette vergini, annegate dal prefetto Teocteno. Negli altri tre nomi (Giulitta, Faine e Tecusa) si possono riconoscere gli altri tre nomi citati dalla prima fonte (Giuliana, Eufemia e Teodosia).
Altre fonti dicono che Alessandra diventò pazza all'ospedale Ferrarotto di Catania. Probabilmente la prima fonte è stata tratta dalla passio di Teodoto di Ancira e i due gruppi di martiri coincidono.
 
Oggi è il 22 marzo 2015 ed è l'onomastico di:

Santa Lea

Auguri a tutti quelli che si chiamano così!

Capiamo chi era..

Lea è un nome proprio di persona italiano femminile.
In italiano, è la forma femminile del nome Leo, dai termini latini leo e lea, "leone" e "leonessa".

Il nome conta però una buona dose di origine alternative: in svariate altre lingue, fra le quali croato, sloveno, danese, norvegese, olandese, svedese, finlandese e tedesco, Lea è una variante del nome di origine ebraica Lia. In inglese può costituire una variante del nome Lee, e infine Lea è anche il nome della divinità hawaiiana dei costruttori di canoe, il cui nome deriva forse dall'hawaiiano le'a, "gioia", "piacere", "piacere fisico" (termine che indica anche la stella Arturo).

In rari casi, infine, può essere un ipocoristico di altri nomi che iniziano o cominciano per lea, come Leanne, Leandra, Learca, Galilea, Pantalea e via dicendo.

L'onomastico si festeggia il 22 marzo in memoria di santa Lea di Roma, vedova.
 
Oggi è il 25 marzo 2015 ed è :

Annunciazione del Signore

L'Annunciazione della Beata Vergine Maria o del Signore è l'annuncio del concepimento verginale e della nascita verginale di Gesù che viene fatto a sua madre Maria (per il Vangelo secondo Luca) e a suo padre Giuseppe (per il Vangelo secondo Matteo) dall'arcangelo Gabriele.

La Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa celebrano questo evento il 25 marzo (per la Chiesa ortodossa il 25 marzo del calendario giuliano cade il 7 aprile del calendario gregoriano) di ogni anno. La liturgia che celebra la solennità dell'Annunciazione del Signore viene rinviata se coincide con una domenica di Quaresima o altre solennità del tempo pasquale.

Come ogni data relativa agli eventi dell'infanzia di Gesù, anche quella del 25 marzo per l’Annunciazione è stata stabilita in riferimento a quella del Natale, e quindi, come questa, è stata indicata solamente dalla tradizione della Chiesa, mancando al riguardo riferimenti precisi nei Vangeli. Quale momento del concepimento, l'Annunciazione è stata simbolicamente collocata nel giorno al 90 mese prima del Natale, e questo avvenne presto dopo l’istituzione della festa del Natale e la sua collocazione al 25 dicembre, che avvenne in Occidente intorno alla metà del IV secolo d.C. (in Oriente alla fine dello stesso secolo). Tale collocazione ha anche però un valore teologico e liturgico: l’Annunciazione, quale momento storico dell’inizio dell’Incarnazione e quindi della storia della salvezza, viene così a cadere nello stesso periodo in cui la tradizione ebraica poneva l’inizio del suo anno religioso, cioè nel mese di nisan (marzo/aprile), e fino all’Alto Medioevo proprio il 25 marzo segnava l'inizio del ciclo liturgico annuale del cristianesimo, poi spostato allo stesso Natale ed infine all’Avvento, ma anche l'inizio del calendario civico (come ad esempio in Firenze). Questo fatto fu favorito anche dalla coincidenza con importanti ciclicità astronomiche: infatti, se la collocazione del Natale fu volutamente fatta coincidere con il periodo del solstizio invernale, l'Annunciazione viene così a cadere in quello dell'equinozio primaverile.

Dal punto di vista liturgico, la ricorrenza dell'Annunciazione è una solennità, e contrariamente a quanto comunemente si reputa, è una festa del Signore, e non di sua madre Maria. Secondo il calendario liturgico cattolico occidentale, il 25 marzo cade spesso nel tempo di Quaresima; in alcuni anni, invece cade nella Settimana santa o nell'Ottava di Pasqua. Succede quindi non di rado che la solennità dell'Annunciazione sia rinviata, o perché deve cedere il posto a una domenica di Quaresima (e in tal caso, è spostata al giorno successivo, lunedì 26 marzo, come è accaduto nel 2007 e nel 2012), o perché, dato che la Settimana Santa e l'Ottava di Pasqua prevalgono sull'Annunciazione, la solennità viene rimandata al lunedì dopo la Domenica in albis (come nel 2008, spostata a lunedì 31 marzo, o nel 2002 e 2013, spostata a lunedì 8 aprile).
 
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