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Barzellette del "Regime"
1.
Mussolini a Starace: "Camerata, non sono soddisfatto con il risultato della battaglia demografica! Gli italiani non stanno facendo abbastanza figli per coltivare le nostre campagne, per bonificare le nostre paludi, per lavorare nelle nostre industrie, per costruire e pilotare i nostri bombardieri, per costruire le vie del Nuovo Impero che si dilungheranno oltre il mare ed oltre le Alpi, per innestare le baionette sui moschetti con i quali sconfiggeremo le plutocrazie occidentali... BLABLABLA...."
Starace: "Mio Duce, avete dimostrato che si puo' comandare un popolo di cogglioni, ma purtroppo adesso vi state accorgendo che non si possono comandare i cogglioni di un popolo!"
2.
Un antifascista, per protestare contro il regime, porta con se' in un bagno pubblico un secchiello di vernice indelebile e un pennello, e all'interno del bagno, su un muro, scrive a caratteri enormi: "QUI LA FACCIO E QUI LA LASCIO, MEZZA AL DUCE E MEZZA AL FASCIO."
Il giorno dopo, quando viene riferita la poesiola sovversiva alle autorita', il locale gerarca manda un operaio a cancellare l'infame scritta. Ma per quanto usi detersivi, candeggina, e olio di gomito, la scritta rimane. Non sapendo che altro fare, l'operaio svita la lampadina che illuminava il bagno pubblico e se la porta via in modo che chi usa il bagno non possa leggere la scritta, almeno fino al giorno successivo, quando tornera' con vernice bianca per coprire quello schiaffo osceno sulla faccia della Patria.
Il giorno dopo, tornato con la necessaria attrezzatura, riavvita la lampada e sul muro opposto trova un'altra scritta sovversiva: "QUI LA FACCIO SENZA LUCE, NIENTE AL FASCIO E TUTTA AL DUCE."
3.
Tempo di guerra. Una signora imbellettata ed ingioiellata, la moglie del locale Podesta' le cui corna sono molto chiacchierate in paese, si reca in un negozio d'abbigliamento e dopo aver esaminato bene la mercanzia, acquista settte paia di mutandine nere di pizzo, molto sexy, paga, e lascia il negozio con il suo acquisto. "Te tu ha' visto?" dice la commessa al proprietario. "La povera jente ha punto da manjare, e hodesta donna hompra le mutandine nere di pizzo!" "Eh, mia hara," risponde il proprietario. "Te tu non 'n lo sai che il rejime ha ordinato l'oscuramento de' lohali pubblici?"
4. Berlino. Hitler, nel suo bunker, mentre piovono bombe da tutte le parti, si abbandona a recriminazioni e fantasticherie, ormai rassegnato alla sconfitta e al suicidio. "Noi afere perduto kuerra anke perke' per i nostri panzer, Luftwaffe und korazzaten karburanten non afer avuto abbastannzen.
Kolpa anke di quel dumkopf, impecillen, di Mussolini. Otto milionen di baionetten in Libia, e se le afessero fikkate in terra sai qwanto petrolien sarebben skizzaten fwuori?"
5. (Quando tutto andava ancora bene) Sfilata di giovani fascisti. Passa un contingente di Balilla, con il libro in una mano ed il piccolo moschetto in un'altra, a passo di marcia. Applausi. "A noi!" "Viva il Duce!" dalla folla. Poi passa una colonna di giovani fanciulle del Fascio... Compiaciuto, il Duce sussurra a Starace: "Che belle, che sono! Sono le promesse d'Italia!"
E Starace risponde: "Si', mio Duce! E nell'avvenire saranno tutte mantenute!"
GIOVANNI così mi piace sentirti, barzellette simpaticissime che alzano l'umore e fanno sorridere dimenticando per un minuto i problemi quotidiani.
Grazie
piero