Qui ci sono, ma costosi, complicati, e non sempre troppo efficaci. Il miglior rimedio e' basato sugli effluvi che gli abeti emanano e che attraggono il coleottero, che e' molto specifico nelle sue vittime. Innestando o iniettando non so che di altre specie di conifere si inganna il coleottero, che crede si tratti di specie da lui non appetibili.
I picchi funzionerebbero, ma ce ne vorrebbero a milioni, come gli storni. E di picchi non e' che ce ne siano tanti, in giro, anche nella natura piu' incontaminata.
Il problema e' esacerbato di questi tempi dalla cattiva salute dei boschi di abete. Il coleottero aggredisce alberi che emanano gli effluvi di un albero in difficolta'. Quindi assicurarsi che i boschi di abeti siano in ottima salute, e non spegnendo incendi di boschi che consumano alberi in numeri eccessivi e prevalentemente in via di essiccamento (e pieni delle larve del coleottero). Da noi le teorie odierne sul saggio management delle aree boschive tendono a vedere gli incendi come eventi non sempre negativi, ma come metodi usati da Madre Natura per guarire i suoi malanni.