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Ricordi di caccia di Franco Sacchetti

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Letti d'un fiato un paio di Racconti : "La Vigna dei Parioli" e "A Santa Marinella a Caccia di Quaglie" molto avvincenti 😉!

Certo una narrazione da un punto di vista privilegiato : er sor Sacchetti era "ovviamente Marchese".....un po' come il piu' noto Onofrio (Del Grillo) interpretato dall'inarrivabile A.Sordi 🤣 !

Una Roma sul finire dell'800, in un atmosfera che noi possiamo solo immaginare perche' troppo distante anche dai nostri ricordi d'infanzia 🙄 !I successivi racconti saranno piu' contemporanei ....anche se ,pure quelli, oramai da archiviare solamente nei bei tempi che furono 😢!

Nel leggerlo pero' si riassapora quell'emozione che fa' trepidare da sempre noi Cacciatori ! Molto piacevole.....ottimo consiglio 👍

Un saluto.
 
...assolutamente imperdibili.... di Alberto Chelini Tutte le cacce col Cane e di Felice Steffenino Starne e altre Cacce......
Raccontano un passato non così remoto ....anni 60-70....ma cosi meravigliosamente diverso da oggi.....
 
Sacchetti non l'ho letto ma Niccolini mi fa venire la pelle d'oca e una tristezza mischiata all'invidia per non aver potuto vivere quelle emozioni in quei luoghi (molti dei quali li conosco bene ma nei ns tempi purtroppo)!
Se leggiamo questi libri ci facciamo del male, non tanto per la caccia in sé, piuttosto per il tempo, la natura e per l'aria che si respirava.
 
Buongiorno, faccio pubblicamente i complimenti ad Achille, potrei dirti tante cose ma te ne dirò solo due, una è che mi hai ricordato tempi e persone che pure a me mi presero per mano inizziandomi alla Caccia, due solo Grazie, un onore avere questo libro, importante se non di più di tutti li altri, visto l'amicizia che ci lega.
Saluti 😜👍👍
 
Buongiorno, faccio pubblicamente i complimenti ad Achille, potrei dirti tante cose ma te ne dirò solo due, una è che mi hai ricordato tempi e persone che pure a me mi presero per mano inizziandomi alla Caccia, due solo Grazie, un onore avere questo libro, importante se non di più di tutti li altri, visto l'amicizia che ci lega.
Saluti 😜👍👍

Se ti interessa ti vendo anche la mia copia firmata dall'artista...
 
Avete citato, nei giorni scorsi, diversi libri meravigliosi. Ho letto quasi tutti i testi di cui avete parlato e, a suo tempo, divisi gli autori di caccia in due gruppi che per narrazione e qualità lessicali, oltre ad un meraviglioso bagaglio di esperienze apportato anche alla tecnica venatoria di allora, distinsi tra i toscani e i laziali.
Da una parte un trittico che ha fatto sognare la Maremma toscana, descritto le genti che allora popolavano campagne e paludi, raccontato di sofferenze e società contadine di quel tempo. Parlo del marchese Eugenio Niccolini ("Giornate di caccia" e "Altre giornate di caccia"), Vincenzo Chianini ("Fra una caccia e l'altra", "I cacciatori romantici", "Beccacce sul foresto", "In montagna e in Maremma"), Luigi Ugolini ("Storie di caccia in padule e in collina", "La lupa", "Musoduro, memorie di un bracconiere"). Cacciatori e scrittori a tutto tondo, cimentatisi anche in altre forme artistiche del tempo.
I Romani: Tito Pagliari ("Vecchi cacciatori"); Nino Cantalamessa ("Cacciatori si diventa"); l'introvabile Pierino Della Porta ("Caccia sparita") .
Ma anche i cacciatori "prestati" al mondo romano della caccia; Alberto Noghera: "Dal mio diario di caccia" e "Sole di novembre"; Pietro Chilanti, "Un fucile e una capanna". Tutto in un tripudio di cacce legate in particolare alle paludi che si estendevano nell'agro romano e a nord o sud di Roma.
La cosa simpaticissima è che tutti questi autori conoscevano le "gesta" dei loro colleghi e quindi si citavano reciprocamente nei loro testi.
Colacicco, Pediconi e Sacchetti imperversarono tra beccaccini, quaglie ed articoli e libri di caccia.
Giudicherei più "scrittori" i toscani e più pionieri della penna venatica i laziali ma il risultato è che questi signori, nobili o medio borghesi siano stati, ci hanno consegnato una quantità di storie, bozzetti, testimonianze sulla vita rurale del tempo ma anche leggende (Tiburzi) e citazioni da demiurgo che senza alcun dubbio consegnano la materia "Caccia",nelle più ampie sfaccettature, ai posteri e alla storia letteraria.
Per necessità di preservare spazio non ho potuto inserire tanti nomi di tante "Penne" esterne ai due "gruppi" descritti. Autori come Barisoni, Bucciantini, e Broglio appartengono alla caccia vissuta alla stessa epoca degli altri scrittori citati e dai natali delle città del nord.
Con questi, scusandomi per probabili sviste e dimenticanze, si concluse l'epoca dell'epopea della caccia italiana collocata tra la fine dell'ottocento ed esauritasi prima della seconda guerra.
Subito dopo avremo altri entusiasmanti penne, iniziando da Ponce de Leon e Pieroni fino ai più recenti Mazzotti e Celano (quelli a me più graditi).
Achille ? Appena leggerò le sue trame vi saprò dire. :)
 
Achille ? Appena leggerò le sue trame vi saprò dire. :)

Allora.....ripeto quello che ho detto a tutti coloro cui l'ho dato : in primis non è assolutamente paragonabile ai test "sacri" menzionati in questo post 😁!

In secundis ....è una semplice raccolta di miei racconti,quindi autobiografici, per lo più gia' pubblicati qua' su' Mygra, con una leggera vena romanzata,d'episodi vari dall'infanzia a qualche tempo fa' 😁!

Non ho alcuna velleità artistica......solo un qualcosa da lasciare ai miei Cari e a chi mi conosce per ricordo.....tutto qua 😉👍.

Un saluto
 
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Quando leggo dell'innovazione che pervade queste "nostre" moderne preaperture 🙄.......mi capita d'andar a rimirare quel ch'era la Caccia nei tempi che furono 😍! Tratte da una raccolta di Diana del '49 :

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La "Lucania" l'eldorado dei beccacciai....oggi terra di trivellazione della compagnia energetica di stato..🤮

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Le cacce a mare primaverili.....come i nord africani oggi...🙄
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L'orgoglio d'esser "Figlio di Cacciatore"......roba ormai desueta 😢

Un saluto
 
Tito Pagliari, Giuseppe Colacicco... tanti scrittori minori che mi facevano venire il magone, quando ero in Italia, ogni volta che passavo per i posti che descrivevano dove avevano fatto incredibili carnieri in una natura selvaggia e quasi intoccata, e che ormai erano sfregiati da strade asfaltate, deturpati da fabbriche, case, parcheggi, supermercati e del tutto privi di selvaggina, sorvolati soltanto da qualche rara cornacchia. Forse una delle ragioni per cui ho lasciato l'Italia fu perche' era ormai cosi' antropizzata e urbanizzata. Immagina oggi come mi sentirei dopo che a tutto questo si sonno aggiunti la parcomania, le zone rosse, gli ATC, le monocoltivazioni di migliaia di ettari ognuna, e le regolamentazioni spesso assurde e controproducenti, le stagioni di caccia semre piu' risicate e con sempre piu' specie protette (gli storni "in deroga"? Ma scherziamo?) L'apertura a Ottobre, la chiusura alla fine di Gennaio e la presa per il cu10 di enumerare le marzaiole fra le specie cacciabili. Non sono mica "Ottobraiole," o "Gennaiole," e poi, quando risalgono, in Italia sono protette mentre in altri paesi ne fanno stragi. Quant'era bella la caccia a Marzo, ai tordi nelle spallette, alle lodole in branchetti che migravano al nord, alle marzaiole in botte a Fogliano...
Il giorno di San Giuseppe, fra giorno di festa a scuola, tordi, storni, e qualche trampoliere all'Isola Sacra, e bigne' fritti che Papa' ed io compravamo alla premiata pasticceria Partenopepa, entrando in pasticceria con fucie a tracolla, cartuccere, e laccioli pieni di uccelli... Tiemp' belle 'e 'na vota, ma pecche' nun turnate....
 
Io lo ricordo questo, da bambino che andavo a caccia al paese con mio padre prima dell ora di pranzo c era il raduno al bar del paese di tutti i cacciatori che mostravano i loro fasci di tordi , fasci impressionanti da parte dei locali che prendevano e sapevano le poste migliori ERA TUTTO NORMALE e motivo di orgoglio ............
 
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