Apro questa riflessione dopo avere letto l'interessante articolo "Cacciatori domani".
A mio avviso, molte responsabilità della crisi del mondo venatorio sono ascrivibili ai cacciatori stessi e a chi li rappresenta.
Il fanatismo ambientalista ha colpito la caccia al cuore, sicuramente, su questo non c'è dubbio.
Tuttavia, sono fermamente convinto che l'ambiente venatorio italiano, soprattutto in alcune regioni, sia diventato un autentico museo incapace di adeguarsi, anzi, privo del desiderio di adeguarsi.
Un Mausoleo.
Personalmente, ho trovato un ambiente diffidente, restio ad aprirsi, a guardare la realtà circostante.
Parlo della realtà concreta, non del forum in generale, sia chiaro.
Con la scusa dell'"attenzione agli ambientalisti infiltrati!" e del "non parlate troppo, ci sorvegliano, abbiamo il porto d'armi!", molti colleghi e moltissime associazioni si sono trasformati in realtà immobili.
Il mondo è cambiato, ma tanti cacciatori non vogliono cambiare.
I ricordi sono una bella cosa, le cene sociali anche, ma richiudendosi solo nelle chiacchierate nostalgiche e negli incontri a tavola, l'unica cosa che aumenterà sarà il girovita.
Non il numero dei cacciatori.
Numerosi miei ex-alunni, molto giovani, non provenienti da famiglie di cacciatori, mi riferivano in passato che il loro approccio a questo mondo era stato traumatizzante: diffidenza, incapacità di aprirsi, zero confronto.
Della serie: non si accettano novità, né facce nuove.
Molti di quelli che si lamentano della "politica che viene da noi solo per i voti", sono gli stessi individui che fino agli anni '90 con questa politica andavano a braccetto e avevano trasformato le proprie sezioni in una realtà a metà fra una bocciofila democristiana e un centro per l' impiego per amici.
Molti, ancora, sono spaventati, perché non riescono a star dietro alla tecnologia, ad una realtà complessa.
Non sanno coglierla, non vogliono coglierla e si chiudono a riccio.
Io ho 40 anni, ma - per fortuna! - in quanto a cervello, energia e fisico ne dimostro 20.
Ho la testa dura e continuo a coltivare il mio sogno, tuttavia non vi nascondo che mi sono scontrato contro una realtà in cui non mancano invidie, polemiche sterili e totale diffidenza.
In bocca al lupo, a chi ci crede e a chi sa mettersi in discussione, perché se noi non cambiamo, se noi non ci mettiamo in discussione, non cambierà neanche la realtà che ci circonda.
Un saluto
Carlo
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E ti sembra poco! O ingiusto? Io credo che così dev'essere. Siamo gli ultimi testimoni di un mondo rurale e sano, pieno di "antichità" di usanze, culture da invidiare. Portatori sani di un virus che non colpisce tutti, di una malattia inguaribile, che per dir si voglia.....non c'è cura se non quella di alzarti in piena notte, (mentre tutti gli "altri" dormono), magari con freddo, pioggia, neve, ghiaccio, vento e altro, per andare a godere della nascita del nuovo giorno. Naturalmente con lo schioppo in mano, sparando che la tua scelta sia stata giusta e che da li a poco si paleseranno gli animali.
Di quanto sopra, non c'è niente di moderno, ......tecnologico e credo che anche nel futuro non ci sarà. Qui si parla di natura, vecchia milioni di anni.....sempre la stessa da allora ad oggi. L'uomo è cambiato, si, è vero, dall'omo sapiens a l'uomo moderno c'è una grande differenza....sopratutto fisica.
Dall'uomo della preistoria a quello di oggi, la differenza è meno accentuata. I primi erano cacciatori e raccoglitori, poi l'intelligenza ha mutato il vivere.....agricoltori, fabbricatori e via dicendo. Il bisogno di avere armi per cacciare e difendersi, risale a quell'epoca e da li tutti gli ammodernamenti per arrivare allo scopo con meno pericolo e più incisione.
Oggi secondo me al cacciatore dovrebbe bastare un buon fucile e un buon cane.....tutto ciò che gira intorno a questo è relativo. Basterebbe non vedere il cacciatore come l'unico male della natura e sopratutto non disegnarlo così.
E' difficile che i giovani d'oggi, come detto da voi più volte, si avvicini alla caccia se nella famiglia non ci sia un cacciatore. Gli interessi dei giovani di oggi sono molto appetibili, quelli nostri erano..... come dire.....più fisici, più all'aria aperta, .....più ristretti.
Poi c'è da dire anche che il "virus" che ci ha colpito.....non colpisce tutti.