Il Romanticismo non e' una caratteristica che appartiene soltanto agli italiani, pero'... Io direi che gli italiani sono piu' pervasi da sentimentalismo che da romanticismo. Lo dico come italiano che in Italia ha vissuto, studiato, lavorato, gioito, sofferto, amato, e odiato i primi 27 anni della sua vita. Forse la mia conoscenza degli italiani e' limitata al centro-sud, del quale ho il DNA (temperato pero' da influssi veneti e anche nordeuropei. Diciamo che cio' che conservo in piccola o grande parte e' il sentimentalismo italiano, che a volte mi offusca il ben dell'intelletto e mi fa dimenticare le cose pratiche, come i danni che gli scoiattoli mi fanno, e le ruberie che compiono (frutta, granturco rubato ai polli con gran sfacciataggine, ecc.) e la pretesa bonta' delle loro carni, che li rende una delle prede preferite dei cacciatori del nordest e del sud degli U.S.
Ma che devo dire? Mia moglie ed io passiamo parecchio tempo alla finestra godendoci le loro acrobazie, le cose bizzarre che fanno, la loro furbizia. Ormai sono di casa. Mi vergogno a dirlo, ma adesso possiamo riconoscerne alcuni: Red (Roscio), che pur essendo uno scoiattolo grigio ha la pelliccia dai toni rossicci; Twitchytail (Scuoticoda), che ha la coda in continuo movimento convulso, spastico; Big Daddy (Paparone), un grosso maschio rispettato dai giovani scoiattoli; Big Mama (Mammona), una vecchia femmina sempre incinta o con le mammelle gonfie di latte... E come fai a sparare ad un animale relativamente innocuo al quale hai dato un nome (a sua insaputa--magari il nome non gli piacerebbe!) e che ormai e' quasi come un animale domestico?
Pensa tu che anche animali potenzialmente nocivi, come gli opossums, che magari mi hanno rubato anche qualche uovo ma che non hanno mai ucciso un pollo (reato capitale!) diventano quasi "di casa." Ce ne e' uno, che probabilmente dorme di giorno sotto la mia casa, che ho intrappolato ma non ho avuto il cuore di uccidere. Lo abbiamo persino chiamato "Opi." Nel passato, quando i due pollastri preferiti da mia moglie (Bonnie e Clyde) furono uccisi e divorati nel loro pollaio, dichiarai guerra ai nocivi con tagliole e trappole a gabbia. Pero' quando uccidevo procioni (i probabili pollicidi) e una volta una volpe grigia, presi in trappola lo facevo sempre a malincuore. Sparare ad un animale libero e' una cosa, sparare ad uno intrappolato che ti guarda con terrore e rassegnazione e' un'altra. Basta. Le tagliole sono in un secchio, tutte arrugginite, e la trappola a gabbia la uso soltanto per catturare gatti, che poi libero a parecchi km da casa in posti dove so che troveranno da mangiare e da rifugiarsi quando piove o fa freddo. Se ci capita Opi (il cretinetti non impara mai) lo lascio andare. Ormai si fa avvicinare ma non toccare quando la sera viene a rubare la cena del gatto (Kee-Wee) "esterno.." Ne abbiamo gia' due, di gatti, dentro casa, ed il maschio che ho, Jack, lo ammazzerebbe se lo lasciassi entrare.
Animali per i quali non ho troppa pieta', per egoismo ed avidiita' venatoria sono i coyotes, i Bobcats (una specie di lince piu' piccola di quella nordica), ed i maiali inselvatichiti, che uccidono cervi, tacchini, e nidiacei. E, naturalmente, le cornacchie, per le quali nutro un odio particolare, pur riconoscendone la grandissima intelligenza, che secondo me e' superiore a quella della maggior parte degli altri animali. Ed i topi, e gli insetti che pungono li ammazzo con gioia, insieme ai serpenti non velenosi che mi rubano le uova e minacciano i polli, e quelli velenosi che trovo vicino casa. Gli altri li lascio in pace. I ragni pure li rispetto, ma uccido le vedove nere ed i ragni-violino perche' sono pericolosi.
I cervi che caccio? Credimi, mi dispiace ucciderli, ma fra la passione e la carne della quale siamo ghiotti, lo faccio ugualmente anche se con poca gioia. Guardare quegli occhioni bruni mentre si spengono per sempre non e' bello. Anche le tortorelle, alle quali (e a decine di specie di altri uccelli che vengono a centinaia a mangiare dietro casa ogni mattina ) getto un kg o due di granaglie, mi spiace--in teoria--spararlee, mentre in pratica poi, lontano 150 metri da casa durante la stagione di caccia, le prendo a schioppetate. Logicamente non e' giusto ucccidere un uccello cosi' innocuo, cosi' innocente, grazioso, per due bocconcini di carne (prelibata). Ma la logica cede alla passione. La soddisfazione che capita di provare quando sporadicamente ne abbatto una cercando di non pensare alla media di cartucce sparate per ogni capo abbattuto sfida la logica a duello e vince. Poi pero', quando la sera trovo due o tre tortore che, entrate nel recinto coperto di uno dei tre pollai non sono piu' state in grado di ritrovare la via d'uscita, prendo una potente torcia elettrica ed un guadino, entro nel recinto, le abbaglio, le acchiappo col retino, e poi una ad una le lascio andare, dopo averle prese in mano dal retino e sentito il battito convulso del loro cuoricino terrorizzato prima di rilasciarle. E poi magari la mattina dopo le raccolgo quando il battito del loro cuoricino e' stato troncato dal mio piombo. Come tutti i cacciatori, io sono un groviglio di contraddizioni!