La caccia nella storia

Ieri è scomparso Roberto Calasso, scrittore saggista e presidente della più prestigiosa casa editrice italiana : Adelphi. Dice: “ grazie per la notizia, ma che c entra con l argomento?” C entra , c entra...perché l avrei citato come autore del libro “ Il Cacciatore Celeste” , non è un libro di caccia ma un testo che si chiede come mai Homo sapiens una volta stanzializzato abbia , da quel momento in poi, tentato di nascondere il suo passato di Cacciatore anche se nei riti e nelle storie questo passato tornasse inesorabilmente; lettura affascinante anche se impegnativa trattandosi di un saggio alleggerito da tratti romanzati , il saggio è l ottavo di una serie di libri iniziata nel 1983 e durata fino ad oggi in cui denominatore comune è : la mente. La Caccia ha lasciato tracce profonde nella nostra storia ma ancora di più nella nostra Mente e nella sua evoluzione , noi Sapiens tra tutte le altre specie di Homo ,siamo stati probabilmente i più abili nell affinare questa attività che ha avuto un peso determinante nel decretare il successo della specie insieme alle capacità comunicative ed astrattive.
 
E come promesso, la rubrica "la caccia nella storia" è tornata con un nuovo articolo. Questa volta mi occupo del mito di Diana, Dea della caccia.
 

ilroso

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Buonasera a tutti i colleghi, mi presento: sono un archeologo di professione e cacciatore per nascita. Vi segnalo, se può interessare, la rubrica che curo per il sito iocaccio.it dove tratto articoli dedicati alla storia e all'archeologia. Grazie a tutti di seguito il link al mio ultimo articolo dedicato al cacciatore preistorico alpino Oetzi.
 
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Qui dove abito io, in Alabama, si trovano spesso punte di frecce e di arpione vecchie anche di migliaia di anni. I Nativi locali cacciavano con archi e frecce cervi, tacchini, e tanti altri tipi di selvaggina grossa e piccola e pesci. Usavano diversi tipi di pietra della quale scolpivano queste punte. Per selvaggina piu' piccola usavano le durissime e taglientissime squame del "gar," un pesce primitivo, corazzato, che assomiglia ad un luccio ma ha il muso simile a quello di un gaviale indiano. In Alaska, dove abitavo prima, ho fatto qualche corso universitario in archeologia Nativa (per rinnovare il mio teaching certificate) e i reperti aecheologici che risalgono a 5000 anni fa erano interessantissimi. Le loro armi da caccia e gli accesssori, kayaks, vestiti, ecc. che usavano erano incredibilmente raffinati, complessi. Uno immagina popoli praticamente dell'Eta' della Pietra come rozze semi-bestie, ma la loro tecnologia era avanzatissima, anche se i materiali a disposizione erano pochi.
 
Per quel pochissimo che so sulle culture dei nativi americani, mi sembra di capire che sulla costa pacifica si trovavano gli artigiani più abili del Nord America in settori come la costruzione di grandi capanne in legno o di canoe da mare, ecc.
Tuttavia, a mio modesto parere, quei nativi brillavano per abilità manuale mentre la tecnologia era la stessa (o anche più arretrata) rispetto all'Europa. Basti dire che non conoscevano i metalli.
 
Per quel pochissimo che so sulle culture dei nativi americani, mi sembra di capire che sulla costa pacifica si trovavano gli artigiani più abili del Nord America in settori come la costruzione di grandi capanne in legno o di canoe da mare, ecc.
Tuttavia, a mio modesto parere, quei nativi brillavano per abilità manuale mentre la tecnologia era la stessa (o anche più arretrata) rispetto all'Europa. Basti dire che non conoscevano i metalli.

Corretto: niente metalli, ma solo pietra, legno, ossa e tendini di animali, pelli, ecc. Ma anche con questa limitazione, i loro oggetti erano incredibilmente complessi, come pure la loro abilita' a costruirli ed usarli. E' anche interessante come certe idee siano scaturite in parti diverse della Terra senza che ci sia stato alcun contatto fra le popolazioni. Un esempio e' l' atlatl, il "lancialance," il bastone dotato di un uncino che si attacca all'estremita' posteriore dell'asta della lancia e che ne moltiplica la velocita' al momento del lancio. I Nativi di Kodiak ce l'avevano, e cosi' gli Aborigeni australiani, dall'altra parte del mondo. Il boomerang, invece, e' sempre rimasto in un posto solo, almeno credo.

In seguito descrivero' , se interessa a qualcuno, alcuni degli strumenti ed armi dei Nativi dell'isola di Kodiak, i "Koniag," e delle loro abitazioni e imbarcazioni. Per quanto riguarda il legno e la pietra, questi nativi avevano anche ulteriori limitazioni rispetto ai Nativi del continente: il legno adatto alla costruzione di tante cose non cresce o cresceva sull'isola, e dovevano contare su tronchi di alberi sradicati dalle piene dei grandi fiumi del continente e portati dalla corrente ad arenarsi sulle spiagge. La selce non esiste a Kodiak, ma solo roccia sedimentaria, e "slate." L'ossidiana ed altre pietre importanti le importavano dal continente, da altri ceppi di Nativi, come i Tlingit. Difficile da credere che potessero viaggiare in Kayak da Kodiak al continente in quel mare gelido e tempestoso--un viaggio che non avrei mai cercato di fare con il mio Mako a doppio fondo di 19 piedi con un Suzuki a 4 cilindri e 140 HP che usavo per la pesca sportiva e col quale non mi spingevo a piu' di tre o quattro km dal porto! E con GPS e bussola! Pensa che i colonizzatori russi, con le loro navi , ne perdevano una su tre nei viaggi fra Alaska e Russia. E nessuno della ciurma di tali navi si salvava mai. L'acqua di quei mari e' gelida anche d'estate, e ci si muore di ipotermia in una decina di minuti. Non si ha neanche il tempo di annegare...
 
Buonasera colleghi. Questo mese su ***********, per "la rubrica la caccia nella storia", ho scritto un articolo sulla domesticazione del cane.

Qui il link diretto all'articolo
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Qui il link facebook:
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Sperando di aver fatto cosa gradita. Buona lettura a tutti.
 
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Buona sera, volevo avvertire gli appassionati della rubrica "La caccia nella storia" che questo mese parlo della nascita della falconeria. Pur avendo fatto richiesta alla mail indicata da Franuliv, non ho ricevuto alcuna autorizzazione e, per tanto, non allegherò nessun link. Il sito e la rubrica sono sempre i soliti. Comunque, chi vuole può contattarmi privatamente.
Buona serata a tutti
 
Interessante discussione. Mi fa piacere aver suscitato curiosità. Comunque, tornando ai dati archeologici, in Europa il propulsore (atlati) è in uso, almeno, fin dal paleolitico superiore. Le tracce ci portano oltre ben oltre i 15.000 anni da oggi. Se interessa, nell'articolo che ho pubblicato a febbraio, sempre sul sito iocaccio.it, parlo proprio dell'uomo sapiens e delle sue invenzioni.
 
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Non sapevo che il propulsore fosse usato altrove. Ogni giorno s'impara qualcosa. Grazie. Dunque, una delle invenzioni dei Nativi di Kodiak, e probabilmente anche di altri nativi che avevano a che fare con animali pericolosi, era la lancia "a ripetizione," forse resa necessria anche dala scarsita' di buon legno adatto alle aste per le lance. Questo tipo di lancia aveva la punta, fatta quasi sempre di "slate," abbonantissima ovunque a Kodiak, montata su un'asticciuola che poi veniva essa stessa infilata nell'asta principale. Quando la punta veniva conficcata in un orso Kodiak, una variante del grizzly ma molto piu' grosso, si staccava dall'asta principale, ed il cacciatore ne inseriva un'altra delle molteplici punte che portava. La punta conficcata nell'orso continuava a "lavorare" con i movimenti dell'animale, lacerando muscoli, vasi sanguigni, e organi interni.

L'arpione che usavano per la caccia alle lontre marine era anch'esso fatto di due pezzi staccabili. L'asta principale, di legno, naturalmente galleggiava dopo che l'arpione aveva raggiunto il bersaglio. La parte anteriore, munita di una punta di pietra, era assicurata ad una cordicella (probabilmente fatta di tendini o striscioline di pelle, o di fibre vegetali) e questa era assicurata ad un galleggiante, una vescica animale. Il tutto era lanciato con un atlatl.

I Koniag, dal cui nome e' tratta la parole Kodiak, erano una popolazione molto aggressiva. Spesso facevano scorrerie nelle isole Aleutine, razziando, uccindendo i difensori e portandosi via donne e bambini, ambedue destinati a divenire schiavi. Lo schiavismo non e' un'invenzione dei bianchi, voglio aggiungere, ma esisteva ovunque da sempre.

Le loro abitazioni, chiamate "barabaras," erano semisotterranee e dotate di molte stanze, una delle quali era per i resti dei loro defunti. Ancora oggi si trovano i resti di tali abitazioni vicino alle spiagge alla foce di fiumi e fiumicelli che i salmoni risalivano da Maggio a Ottobre. Spesso nel mio vagabondare trovavo un "midden," un immondezzaio, sempre segnalato dalla presenza di innumerevoli conchiglie. I molluschi bivalve costituivano gran parte della loro alimentazione. Infatti i loro denti erano gia' consumati fino alle gengive quando avevano trenta o quarant'anni, a causa della continua abrasione dei denti causata dalla sabbia contenuta nei molluschi.

Facendo un passo indietro a quando ero nel Montana, nella grande pianuta che era stata tutta prateria ed oggi quasi tutta coperta da infiniti campi di grano, stoppie e maggesi, dove i bisonti pascolavano a milioni, ovunque ci fosse dell'acqua ed un rialzo del terreno ancora puoi trovare i "teepee rings," i cerchi di rocce che tenevano giu' i lembi delle loro abitazioni di pelle di bisonte a forma di cono, caratteristiche degli Indiani seminomadici o nomadici delle grandi pianure. Seguivano le migrazioni dei bisonti, e si accampavano nei posti piu' proficui per la loro caccia.

I "romantici" ( che accettano acriticamente Rousseau e le sue cazzate sul "nobile selvaggio") e i "politically correct" che pensano che i Nativi Americani erano i precursori degli ambientalisti di oggi dovrebbero andare vicino Havre, nel Montana, o dovunque ci sia un "buffalo jump," un precipizio. I Nativi circonavano una mandria di bisonti e sventolando coperte, facendo rumore, ecc. li terrorizzavano e li facevano correre verso quel precipizio. Spinti da quelli dietro, i bisonti in prima fila non poteveno fermarsi e cadevano. Poi toccava alla seconda fila, alla terza, e cosi' via, fino a quando anche centinaia di bisonti giacevano morti o morenti sotto il precipizio. Poi l'intera tribu' scendeva e cominciava a macellare. Dai segni lasciati sulle ossa dai loro coltelli di pietra emerge chiaramente un dato scorcentante: prelevavano soltanto le parti migliri della carne, tendini, ossa e corna utili per vari scopi, e certi animali neanche li toccavano perche' potevano portar via soltanto una minima parte di quel carnaio. Il resto era per i lupi, i coyotes, i grizzlies. Se i Nativi no avessero passato gran parte del loro tempo a far guerra ad altre tribu', se malattie, freddo atroce e neve, e le frequanti carestie non li avessero spesso decimati--ce ne sarebbero stati molti di piu', e forse i bisonti sarebbero diventati estinti ancor prima dell''arrivo dei bianchi e dei loro fucili. Ma in realta', di nativi ce ne erano ben pochi, in proporzione all'enormita' del continente. Eppure furono capaci di far estinguere altri animali, come il piccolo cavallo eohippus, perseguitato per la sua carne e cacciato fino alla sua estinzione.

Poi i Plains Indians credevano che le specie animali comunicassero l'una con l'altra. Cosi' quando partivano per una spedizione venatoria si sentivano in dovere di uccidere qualsiasi animale che incontrassero in modo che non avvertissero la loro preda designata. Come se un cacciatore italiano di oggi sparasse a ricci, rondini, tartarughe, rospi, gatti, cani, pettirossi e lucertole mentre si avviano verso il bosco per paura che quegli animali possano avvertire le beccacce... E gli animali non commestibili o usabili che gli indiani uccidevano a causa di tale superstizione venivano lasciati a marcire dove erano caduti.

Sebbene io non accetti affatto l'immagine di un Indiano "migliore" dei bianchi (tutti gli esseri umani sono uguali, un miscuglio di buono e di cattivo--vedi cio' che i "civilizzatissimi" giapponesi fecero in Manciuria e nelle Filippine, gli italiani in nordafrica con gas e mitragliatrici contro poveracci armati di lance, gli americani agli Indiani, e i russi prima di loro, gli Aztechi alle popolazioni ciscostanti, i Caraibi (cannibali) che castravano i bambini di altre tribu', e li tenevano in gabbia per ingrassarli) e cio' che Navajos e altre tribu' del Southwest facevano gli Indiani Pueblo, e lo schiavismo praticato dai Nativi del Nordest americano... ) io sono affascinato dai Nativi del Northwest e della loro cultura, arte, lingua. Ho fatto un paio di semestri di universita' studiando la lingua che veniva parlata lungo le Aleutine--una lingua (Alutiq) difficilissima, con grammatica e verbi complicatissimi da far invidia al greco.. I loro verbi hanno persino il "duale." Ci sono dei suoni in Aleutiq che non esistono in altri linguaggi, difficilissimi da riprodurre. Ma non inventarono mai la scrittura e la lettura. Tutti imparavano a orecchio da genitori e nonni.

Ho persino partecipato in scavi archeologici, e un giorno con grande eccitazione, filtrai dalla terra un dente che io e gli altri credemmo da principio umano, ma che poi risulto' di origine animale.

A proposito di archeologia, dove costruimmo la nostra villa fra Frascati e Grottaferrata su un lieve pendio a margine di una piccola vallata deve essere stato un immondezzaio d'epoca romana antica, a giudicare dai cocci di vasi ed anfore venuti su durantte lo scavo per le fondamenta. Quella zona e' ricchissima di reperti archeologici, e tanti locali ne detengono illegalmente a migliaia. Ho visto vasi integri, statuette, persino giocattoli per bambini nelle collezioni di gente del posto.

La caccia nella storia... Argomento interessantissimo. Spero solo che la caccia, in Italia e nel mondo non diventi soltanto... storia antica, come gli animalZisti vorrebbero.
 
A parte alcune considerazioni, su cui sorvolo, la storia delle tradizioni dei nativi americani è interessante. Esiste, infatti, una branca dell'archeologia, chiamata etnoarcheologia, che studia popolazioni attuali che hanno forme di organizzazione e modi di vivere "antichi" per aiutarci a comprendere i dati provenienti dagli scavi preistorici. Contesti americani sono stati utilizzati allo stesso scopo. Basti pensare che in Italia nel XV secolo ci stava il Rinascimento..

PS. Della questione dell'"immondezzaio" romano sotto la villa di famiglia non ne parlerei. In Italia è un reato. Penale!🤣
 
A
PS. Della questione dell'"immondezzaio" romano sotto la villa di famiglia non ne parlerei. In Italia è un reato. Penale!🤣

C'e' una scorciatoia che dalla Tuscolana va a Viale Kennedy, la strada che va da Frascati a Grottaferrata, evitando di passare per Frascati. Si chiama Via dei Sale'. Io ci andavo a caccia di storni e di tordi. Era piena di alberi d'ulivo e di ruderi romani. Pensa che uno dei ruderi era perfetto come capanno. Io mi nascondevo in quello che sara' stato il piano terra o lo scantinato di una villa romana dopo aver sistemato una lunga canna con una seconda canna attaccata trasversalmente in cima alla quale avevo messo degli stampi di storni in modo che gli stampi fossero appena sopra lada chioma dell'ulivo secolare a cui la canna era appoggiata, ben visibii ai branchetti che traccheggiavano fra gli ulivi. Poi mettevo anche degli stampi in terra, sull'erba, e mi divertivo a sparare agli storni. Oggi ai due lati della strada sono tutte ville, costruite sui ruderi o accanto ad essi. Mi domando come i costruttori siano riusciti ad ottenere permessi. Tutta la zona era piena di antiche ville romane, e conosco gente che ha trovato quintali di artifatti scavando le fondamenta per le loro case.
Per quanto riguarda il mio "immondezzaio," la villa, costruita nel 1968-69 da mio padre, deceduto nel 1976, e' stata venduta da mio nipote tredici anni fa dopo la morte di mio fratello. Io sono emigrato nel 1975. Se reato e'., ormai i "colpevoli" sono morti ed il reato e' caduto in prescrizione (si dice cosi'? Il mio italiano e' arrugginito). Poi, se vogliamo, uno dei Sette Colli di Roma, il Testaccio, e' un colle artificiale perche' e' l'antico immondezzaio dei romani, che ci gettavvano i cocci--e percio' chiamato "Testaceus." Dovrebbero denunciare tutti quelli che ci hanno costruito case?
 
La rubrica "la caccia nella storia" questo mese ci porta a Mareta, in Tirolo. Qui, infatti, si trova il Museo della caccia e della pesca. Buona lettura a tutti.
 
e' un piacere leggere questa discussione, complimenti a tutti, apprezzo il fatto di evidenziare che i "cattivi" erano e sono da tutte le parti già da tempi immemorabili, il proggredire della civiltà dovrebbe migliorare il senso di rispetto dell'essere umano ma l'interesse e il potere non hanno coscienza............. in bocca al cocker!!!!!!!!!!!
 
Buona sera, volevo avvertire gli appassionati della rubrica "La caccia nella storia" che questo mese parlo della nascita della falconeria. Pur avendo fatto richiesta alla mail indicata da Franuliv, non ho ricevuto alcuna autorizzazione e, per tanto, non allegherò nessun link. Il sito e la rubrica sono sempre i soliti. Comunque, chi vuole può contattarmi privatamente.
Buona serata a tutti

Nessuno ti ha risposto.?. la cosa non mi risulta.. è stato l’admin a farlo… l’interesse del tuo scritto qui con le finalità di riportare un link su altro forum oltre ad essere vietato dal regolamento non interessa la politica di questo forum per cui non esitare ulteriormente con tale pubbliche richieste ed ulteriori post.

cordialmente
 
Non è una questione di buoni o cattivi ma di conoscenze, capacità di applicazione di queste e etica. Un uomo della preistoria, con il proprio bagaglio di conoscenze, sapeva sopravvivere all'aria aperta, conosceva il territorio come noi le nostre città e, di sicuro aveva capacità di adattamento migliori delle nostre. Ma la sua visione generale dei fenomeni naturali era certamente meno profonda della nostra. La forza che lo muoveva era sempre e soltanto quella della sopravvivenza. Non immaginava minimamente la possibilità di un cambiamento climatico e della possibile estinzione di un qualsiasi animale. Anche se era già successo in passato, non ne aveva comunque ricordo (non esisteva lo studio della storia e non aveva testi su cui leggere gli eventi storici). Eppure, ormai lo sappiamo, esistono studi sui Neanderthal che testimoniano scelte di caccia selettive. Noi, a.maggior ragione, da cacciatori moderni, abbiamo il dovere di tutelare il nostro.pianeta e l'ambiente in cui ci muoviamo e prediamo. E dobbiamo farlo, visto che ne conosciamo le conseguenze, proprio per scelta etica.
 
Buona sera, volevo avvertire gli appassionati della rubrica "La caccia nella storia" che questo mese parlo della nascita della falconeria. Pur avendo fatto richiesta alla mail indicata da Franuliv, non ho ricevuto alcuna autorizzazione e, per tanto, non allegherò nessun link. Il sito e la rubrica sono sempre i soliti. Comunque, chi vuole può contattarmi privatamente.
Buona serata a tutti

Gentile Domenico, ti ha risposto l Admin come ha già scritto Francesco e l’ha fatto seguendo il regolamento. Quando si va in casa d’altri non si fa ciò che si vuole ma ciò che il padrone di casa ti consente , se ritiene che ci si debba togliere le scarpe perché si può rovinare il parquet non sta all’ospite disquisire sulla sua scelta, se gli sta bene entra altrimenti gira i tacchi. Sicuramente i tuoi articoli sono interessanti e ci farebbe piacere leggerli qui su Migra per cui ti abbiamo invitato a pubblicarli , ma riteniamo altamente scorretto usare il forum per procacciarsi lettori per un altro sito, ora la decisione spetta a te: se vuoi pubblicare saremo lieti di leggere, altrimenti ti preghiamo di desistere .
🙋‍♂️
 
Grazie a te Pietro. Spero sempre di suscitare un po' di interesse verso un pubblico di non addetti ai lavori
 
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