Eros vs. Artemis--Come andare in bianco...

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(Oh, anvedi che rincojonito! Gia' ero ad "ALTRO"!)

Novembre 1973, vicino G__

__, la mia ragazza, ed io eravamo parcheggiati nella mia Cinquecento in una vigna nella valle sovrastata dall'Abbazia. La vigna era una delle tante che tappezzavano quella fertile valle, ed era ai confini di un convento di monache, circondato da un muretto. __ era in uno stato di eccitazione amorosa. Baci, carezze, e--diciamo cosi' per non scadere nella pornografia--eravamo agli "scherzi di mani" che, come sapete, sono scherzi da villani ma che almeno ottengono soddisfacenti (appena) risultati che pero' non sono mai stati responsabili per la procreazione di nuovi esseri umani. Com'e' bella giovinezza che si' fugge tuttavia, chi vuol essere lieto sia, che' vecchiaia e' una schifezza (Scusa, Lorenzo...), e come sono volubili i giovani, che saltano come gazzelle da una passione all'altra. Ero stato a caccia, quella mattina, rimediando poco: un sassello, un merlo, due frosoni, cacciando da un capannolo che avevo costruito sotto un enorme noce a ridosso del muretto di una villa che apparteneva ai Gesuiti, a meta' strada fra G__ e F__. Ci andavo a piedi da casa, traversando un pezzo di macchia sotto Villa G__, i cui prati erano popolati da dozzine di somari. Il passo era finito, e c'era poco da sparare. Ero tornato a casa a pranzo deluso. Era tanto che non facevo una sparatoria come Dio comanda. Mentre godevo... la compagnia della mia ragazza, lo sguardo mi cadde su un albero spoglio all'interno del recinto del convento. Era coperto di storni, dozzine di storni, e altri branchetti di storni volteggiavano sulle vigne in cerca di chicchi appassiti. La mia ragazza pero', non soddisfatta dei giochini adolescenziali nei quali eravamo stati ingaggiati fino a quel punto, chissa' perche', forse per carpire la mia attenzione che aveva visto scemare negli ultimi minuti, si sbarazzo' di vari "impedimenti" per assumere un'inequivocabile posizione sul sedile ribaltabile della Cinquecento. Ma quegli storni, quegli storni... Chissa' quanto tempo sarebbero rimasti in quella vigna? Erano ingenui, provenienti da altri lidi? Infatti sorvolavano bassi la Cinquecento--bianca e spiccante come il proverbiale pugno in un occhio sul sentierino fra i filari delle viti senza mostrare sospetti, paura. Poi, lo ammetto, non ero pronto per un matrimonio forzato, col suocero in piedi dietro di noi con doppietta caricata a pallettoni e __ con un abito da sposa che le andava troppo stretto sul davanti... Avevo paura di non riuscire a fare una... ritirata strategica all'ultimo momento, trascinato dalla passione. "Senti," le dissi, "non e' il caso. Rivestiti. Non e' il momento giusto. Troppo rischio. Io non sono neanche venuto preparato e non voglio... venire.. impreparato. Un'altra volta, eh? Dopo essere passati in farmacia..." lo sguardo che mi diede quasi riempi' la Cinquecento di stalattiti di ghiaccio. Senza una parola si ricompose e tiro' su il suo sedile. Io feci lo stesso accesi il motore, feci manovra e velocemente raggiunsi la statale e accompagnai __ a casa. Lei scese dalla macchina senza dire una parola, sbatte' lo sportello con violenza tale da far ondeggiare la Cinquecento come se fosse stata sull'epicentro di un 8,2 sulla scala Richter, e spari' dentro il suo portone. Io partii a razzo lasciando meta' delle gomme sull'asfalto (vabbe', esagero--era una Cinquecento, non una Ferrari) e in pochi minuti ero a casa, dove mi cambiai i vestiti, indossai un paio di stivali, afferrai S55B e cartuccera, e via, verso la vigna. Parcheggiai un po' lontano dall'albero degli storni, e facendomi piccolo piccolo e percorrendo un lungo giro fra i cespugli che crescevano lungo il muretto fra vigna e convento riuscii ad avviciarmi a tiro. Aspettai che gli storni si ammassassero, e... BLAM! BLAM! Gran confusione di ali, penne che volavano, stridii, e... due storni caddero sotto l'albero. Cattive cartucce? Sbaglio di mira? Rami che avevano intercettato i pallini? Chi cavolo lo sa? Dove ci sarebbero dovuti essere almeno una dozzina di storni morti ce ne erano soltanto due. Mi infilai fra la rete metallica sovrastante il muretto ed il muretto stesso, attraverso un pertugio che qualcun altro aveva fatto, forse per la stessa ragione, recuperai il magro bottino e mi appostai nella vigna. Ma tutti gli storni, sia quelli che erano stati appollaiati sull'albero che quelli che pasturavano nella vigna erano probabilmente tornati a Roma, all'Alberone o alla Stazione Termini. Il cielo era vuoto.
Quella sera le telefonai, pronto a chiedere umilmente venia per il mio comportamento. Rispose la madre. "No __ non e' a casa."
"Come, non e' a casa? Sono le 22:30. Dov'e' andata?"
"Non lo so." Prova domani." Povera Signora __! Una donna meravigliosa non abituata a mentire. Si sentiva dal tono di voce che era imbarazzata...
Cinque giorni dopo __ "ancora non c'era." Due settimane dopo finalmente si degno' di venire al telefono, ma la freddezza continuo' per qualche tempo, e l'opportunita' di ... di... be', che, vi devo fare un disegno? non si presento' piu', e un paio di mesi dopo ci lasciammo. E la cosa peggiore e' che sebbene ritornassi tante volte alla vigna fatidica fino alla chiusura della caccia, che a quei tempi era alla fine di Marzo, non riuscii piu' a incarnierare nemmeno uno storno. Scommetto che __ mi aveva fatto il malocchio!
 
Larga e' la foglia, stretta e' la via, dite la vostra che' ho detto la mia. Forza, ragazzi, resuscitiamo 'sto forum prima che si spenga definivamente. ]E, come diceva JFK: "Non chiederti che cosa il forum possa fare per te. Chediti che cosa tu possa fare per il forum." Be', insomma, magari cio' che disse era un po' diverso, ma rende l'idea, no?

Domani pomeriggio voglio aprire il forum e trovare una lista di soggetti di discussione lunga come il mio braccio, non come il pisellino del Davide di Donatello, poveretto!
 
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