Una pre apertura che ad oggi ci sogneremo .. tortore a gogo .. ma sopratutto si poteva pure fare il rientro ai passerotti ed erano rientri con nuvole di uccelli che adesso non ci sono più ..

Un bel ricordo che ho e' quello delle uscite pomeridiane autunnali con un mio carissimo amico, Virgilio, a fare il rientro ai passerotti sul viale della fattoria di suo zio, sulla Nomentana, alle porte di Roma. I passeri arrivavano a centinaia per passare la notte sui pini secolari che costeggiavano il vialone che menava alle stalle. Noi due, armati di Flobert cal. 9 a percussione anulare, ne facevamo un grosso mazzo sparando a fermo fino a buio. Virgilio non li voleva, e io me li portavo tutti a casa, dove con santa pazienza li spennavo, pulivo, condivo, avvolgevo ognuno in una fetina di pancetta e lo piazzavo nel mezzo di una pizzetta di pasta di pane, che poi chiudevo e pizzicavo per renderla a chiusura ermetica. Poi mettevo tutte le "pagnottelle imbottite" su una teglia e le infornavo prima a fuoco caldissimo, per cinque minuti, e poi a fuoco basso per mezz'ora. Chi dice che i passeri non sono buoni da mangiare evidentemente non li ha mai preparati cosi'!
 
Mi ricordo ero ragazzo è allora eravamo al camping boschetto a Condofuri (rc), ci facevamo i giri di perlustrazione sulla ionica per trovare le tortore è la mattina si partiva quando uscivamo dalla roulotte è si arrivava nella strada si incrociavano altri cacciatori che fucile al seguito andavano nei parcheggi ha prendere le macchine tutti in fila in indiana speranzosi e al ritorno quando ti vedevano le persone si avvicinavano domando come era andata ogni venti metri una fermata arrivavi in roulotte fiero è senza niente xché una la un'altra la quelle erano e per tutto il tempo venivono ha domandare se la prossima tortora gli è davi, se lo facevi ora ha fare 5-600 m tanto distava dai parcheggi in mezzo ai campeggiatori ti chiamavo l'esercito.Tempi passati che non torneranno mai più

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Che bei ricordi le prime preaperture alle tortore. Io l'ho fatta solo 4 volte (col porto d'armi) perchè la regione toscana dal 1986 la tolse con la scusa che c'erano i turisti e apriva direttamente alla 3 domenica di settembre. Mi ricordo che prima che prendessi il porto d'armi (fino al 1981) si poteva sparare oltre alle tortore, anche agli strillozzi, ai prispoloni, alle allodole, oltre naturalmente ai merli e ai passeri. Purtroppo il tempo passa (troppo velocemente9 e tutto cambia, spesso in peggio. Speriamo che qualche tortora rimanga fino al 2 di settembre.
 
E' una cosa brutta quando per andare per cosi' dire in paradiso bisogna rivolgersi verso il passato, perche' se guardi verso il futuro non vedi che nuvole nere, tempeste...
Si', considerando che presi la prima licenza a 16 anni, nel 1964 (e che gia' cacciavo da sette o otto anni, senza licenza), di giornate venatorie meravigliose, di aperture quando si poteva sparare a quasi tutto cio' che volava meno che rondini e falchi, di cacciatori cortesi e generosi (niente cannucce e bandierine), di carnieri spesso pingui, si' che me ne ricordo--e soprattutto mi ricordo quel sant'uomo di Papa' che mi accompagno' a caccia fino alla fine degli Anni '60, quando fra salute e problemi seri d'altro tipo smise di cacciare. Io continuai a cacciare. Ma gia' nel 1974, l'ultimo anno che cacciai in Italia, che a tanti di voi giovincelli potrebbe sembrare parte del "paradiso perduto," le nuvole nere si stavano addensando e gia' qualche fulmine era caduto sul mondo della caccia, bruciandone diversi territori. Se io fossi in Italia oggi a caccia non ci vorrei andare. L'atmosfera e' ostile. I Soloni sono ostili. Le leggi e regolamentazioni, oltre ad essere strettissime e severissime sono spesso anche palesemente assurde (i.e. divieto di sparare alle tortore dal collare, divieto di cacciare a Marzo alle marzaiole, quando queste vengono trucidate a mazzi in paesi stranieri limitrofi, "deroga" per poter sparare due storni, apertura alle tortore dopo che se ne sono gia' andate... e chi piu' ne ha piu' ne metta. Inoltre la burocrazia ed il costo di ottenere la licenza, le restrizioni sul possesso delle armi e delle munizioni,,, Meglio darsi alla filatelia o alla numismatica...
Fortunatamente per me, dopo aver perduto un paradiso al quale guardo con nostalgia, ne ho trovato un altro. Certo, non c'e' piu' Papa', non ci sono piu' gli amici, i posti, le usanze di un tempo, e anche se ho trovato un nuovo paradiso neanch'io sono come ero una volta, quando saltavo di roccia in roccia come una capra, sgambavo nel fango per ore, macinavo chilometri il Sabato, e poi facevo lo stesso la Domenica invece di giacere dolorante a letto dopo l'uscita di mezza mattinata del giorno prima. Le nuvole nere ci sono anche per me, nel futuro, ed un buco nero nella terra che amo. Sono tuttavia nuvole nere dettate da Dio e dalla Natura e non dalla cre-tinaggine umana. Pero' il presente e' ancora paradiso, per me, anche se limitato dalle mie limitazioni di anziano. E se penso che potrei essere un anziano cacciatore--in Italia, rabbrividisco.
E fra una ventina di giorni qui si apre la caccia alle tortore, e non devo preoccuparmi di trovare cannucce e bandierine o altra gente scortese e litigiosa dove caccero'. E a Novembre apre la caccia al cervo. E anche per questa non mi devo preoccupare della concorrenza. E a Marzo apre la caccia ai tacchini... Guardo al futuro con speranza e anticipazione, il che, anche se la nostalgia di "anni fa" rimane, non mi fa temere il futuro--almeno per quanto riguarda la caccia. Ci sono altre cose da temere, ma visto che non si possono evitare uno le puo' prendere con filosofia, con accettazione. Nessuno esce vivo dalla vita. Ma morire in qualsiasi modo prima della morte non e' accettabile. E per me dover rinunciare alla caccia sarebbe la morte prima della morte.
 
Io mi ricordo le preaperture in quel di Parma, si avevamo l'abitudine di fare le preaperture a Parma, quando si poteva andare in "italia" senza rotture.
Alla mattina aspetto alle anatre e alcuni trampolieri (sinceramente non mi ricordo quali) lungo il fiume Taro, dopo gioco agli storni dove si sparavano centinaia di colpi, qualche tortorella e se avevi voglia passeri a migliaia, bei tempi e bei ricordi, si partiva il giorno prima e si dormiva in macchina o sacco a pelo, parecchie volte ospiti dei contadini che ormai ci conoscevano da anni, in cambio dell'ospitalità pesce fresco del tirreno e grigliate a non finire e tanta tanta serenità ed amicizia, oggi non ce la farei sicuramente a dormire nella 127 senza sedili ribaltabili, ma nemmeno in una mercedes, gli anni si fanno sentire come dice Giovanni, però che ricordi meravigliosi e che compagni di caccia , un pensiero proprio per quelli che oggi non ci sono più e che mi mancano molto di più di quelle meravigliose preaperture in terra di Emilia...........in bocca al cocker!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
Pensate che il 18 Agosto cadeva...cade il giorno del mio compleanno! Era una ricorrenza unica. Da giorni i preparativi, si andava in giro per la Sicilia a vedere dove erano le tortore. Deciso il posto, il pomeriggio del giorno prima, si partiva e si pernottava sul posto, bivaccando intorno al fuoco, dove si arrostiva di tutto, (se lo fai ora sei in difetto).
Quanti ricordi! Quanti amici andati... quanti persi chissà dove.
La mattina a buio, in silenzio, si raggiungeva la postazione prescelta. I primi ad arrivare erano i colombacci, che pagavano pegno, poi le tortore... a una...a coppia ecc....
Verso le 10,00 si staccava per il caldo, ci si riuniva al fresco di qualche grande albero o sotto una tenda, dove sotto vi era un vero e proprio banchetto. Si commentava la cacciata, con sfottò per le padelle e complimenti per i bei tiri.
Pomeriggio, dopo una pennichella, si riprendeva e via così.

Poi c'erano le quaglie, dove mi divertivo veramente, guardando il lavoro dei cani.Durante la "passeggiata, capitava il fagiano, la lepre, il coniglio e anche qualche tortora o colombaccio che ti sorvolava sulla testa, incauto del pericolo.
La sera comunque si rientrava a casa felice, dove ti aspettavano per vedere il carniere.
Tempi andati, che non ritorneranno più.
 
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