Chiusura armerie

Ciao Giovanni, in che anni sei stato al Santa Maria? l'era di Chiodeca e Pasquale? Classico o scentifico?
 
Ehi, una piccola speranza per il centro-nord Marche? 😉Speriamo 🙂. A Monte San Vito (AN) sembra che abbiano aperto una nuova armeria, armeria C.F. (l'ho scoperto ieri leggendo il volantino di una gara di piattello). Non ci sono ancora stato ma é nella zona artigianale-commerciale a valle del paese, direzione Chiaravalle (ad occhio saranno circa 3-4 km. dalla defunta FB: per la chiusura della FB mi viene ancora da piangere, scusate 😭...). Non so quando di preciso abbia aperto. Si, lo so che questa discussione riguarda armerie chiuse, ma ogni tanto qualche buona (spero🙂) notizia ci vuole, no?
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<<dorset commentata
09/06/20, 19:38
Ciao Giovanni, in che anni sei stato al Santa Maria? l'era di Chiodeca e Pasquale? Classico o scentifico?>>

Gli anni? Dunque, ho preso la maturita' (classica) nel 1966, ed avevo frequentato il Santa Maria a cominciare dalla seconda media. Sette anni di S. Maria! Di Chiodeca mi ricordo appena, ma di Pasquale, altro che se me ne ricordo... Certe sberle, che mollava! Mi ricordo il "Grillo Parlante" (Padre Rota), e di insegnanti ho avuto Casella, Trisoglio, il boriosissimo e noiosissimo Gualtiero Gherardi, quel fetentone di "Zi' Fico" (Piergentili) che ti cacciava fuori dall'aula se davi una gurdata furtiva all'orologio, La Santoro dai capelli turchini (ma non una fata!), Rimoldi (il professore di religione che mi mando' in consegna un paio di volte perche' io e un altro giocavamo a battaglia navale durante una noiosissima dissertazione su non so queli eventi biblici), "Pecorino," il prete (soprannominato anche "l'Abbacchio di Dio," pure lui professore di religione--quello che teneva i pescetti di liquerizia nella tasca della tonaca e li distribuiva come premio alle risposte corrette, o buon comportamento. Peccato che li teneva in una tasca della tonaca insieme al suo fazzolettone nel quale si soffiava sovente il naso! Cavallo, che ammollava dolorosissimi nocchini in testa a discoli e pigri, Vigar, professore d'inglese, maltese di nascita, che aveva un occhio storto che non ti faceva mai capire dove stesse guardando, e ti beccava sempre se stavi facendo qualcosa che non dovevi, Mantura, professsore di storia dell'arte, un esteta raffinato. E poi Padre Marinelli (aveva due nipoti nella mia classe. Uno era un vero studioso, un secchione. Mori' prematuramente di cancro. Suo cugino mori' altrettanto prematuramente, di scompenso cardiaco incurabile. La mia "gang" era composta da me, Vittorio (morto da tanto, di suicidio), Roberto (anche lui morto da tanto), Raffaele, Massimo, Domenico e altri tre o quattro "pochi di buono."
Il Santa Maria... Bei ricordi e brutti ricordi. Prima delle vacanze di Natale ci congregavano tutti noi liceali, classico e scientifico, nell'Auditorio. Mi ricordo che ci faceva sempre freddo. Poi Padre Marinelli, rettore, ci chiamava uno ad uno, in ordine alfabetico, leggeva i nostri voti, e faceva commenti sui suddetti mentre il chiamato rimaneva in piedi. Una volta, quando i miei voti erano particolarmente brutti (brutti erano sempre, ma stavolta erano veramente brutti) mi chiamo', recito' i miei voti con intonazione drammatica, con tanta enfasi sui peggiori, e dopo l'ultimo tre o quattro (c'erano anche dei due) fece una lunga pausa e poi, chiamandomi per il mio cognome, come facevano tutti gli insegnanti e amministratori con tutti noi, con voce piena di disprezzo tuono': "Tallino (lunga pausa)... Bravo! Che voti magnifici! (o, qual maestro di sarcasmo da due soldi!) Adesso, quando andrai a casa, ti siederai a pranzo con i tuoi genitori, e mangerai il cibo che ti hanno procurato..."(lunghissima pausa, piena di suspense). "E con che faccia mangerai? Come non potrai vergognarti del cibo mangiato a sbafo? Come non ti sentirai un verme approfittandoti di loro, che ti nutrono, ti vestono, ti danno un tetto, ti pagano la retta della Nostra Scuola (le maiuscole di "Nostra Scuola" si potevano indovinare dall'enfasi), ti danno tutto--e tu non studiando, non facendo il tuo dovere di figlio, non li ripaghi dei loro sacrifici? Siediti, siediti, e pensa a cio' che ti ho detto." E avanti un altro--da umiliare o da panegiricizzare, a seconda dei voti. Poveraccio, non sapeva che fra noi liceali non secchioni e leccaculi essere cosi' redarguito dal rettore era una medaglia al valore scolastico!
Dulcis in fundo: Un grandissimo insegnante, Umberto Duranti. Alto, distinto, capelli grigi, naso aquilino, accento toscano e piccolo difetto di pronuncia che trasformava ogni S in una F. Sembrava un generale tedesco della Wermacht, ma uno di quelli per bene, un nobile con tanto di Von davanti al cognome--non un turpe macellaio delle SS. Un monocolo gli si sarebbe addetto magnificamente. Non ti dico le scene mute che facevo quando mi chiamava e mi domandava di brani di letteratura greca, o di autori latini, o mi chiedeva di tradurre dieci righe di De Bello Gallico o dell'Anabasi di Senofonte. I 3 ed i 4 fioccavano. Poi, verso la fine dell'anno scolastico, temendo la tragedia imminente della bocciatura, mi davo veramente da fare ed un 6 striminzito lo rimediavo sempre. Ma arrivato al terzo classico (Sezione B) mi resi conto che l'ultimo anno doveva essere diverso se volevo passare l'esamone di maturita', che a quei tempi non era la barzelletta che e' oggi. Alla fine della prima settimana Duranti mi chiama alla cattedra e comincia a farmi domande sulla letteratura latina, ed io--tac! tac! tac!--a ogni domanda una risposta esatta ed una discussione matura ed intelligente sul soggetto. Duranti mi guarda un po' strano durante l'interrogazione. E alla fine: "Tallino," mi dice, "non ti riconofco piu'! Che cofa fara' mai fucceffo? Io mi afpettavo la folita fcena muta, e adeffo tu invece brilli come un diamante!"
Non mi voglio dilungare, ma di tutti gli insegnanti preti, laici e religiosi del Santa Maria, l'unico che ricordo con ammirazione e' il Professor Duranti. Pero' anche Pasquale, per quanto fosse manesco e rozzo, era un brav'uomo, buono come il pane, umile, ed aveva a cuore i "suoi" ragazzi, anche se per indirizzarli sulla retta via erano sberle e calci nel sedere. Lo rividi molti anni dopo, quando portai la mia moglie americana a vedere la mia vecchia alma mater. Non era cambiato per niente. Quando gli dissi che ero emigrato, che mi ero laureato in lingua e letteratura inglese e americana e che insegnavo al liceo di Kodiak, sbotto': "Tu insegnante? Non ci posso credere! Eri un tale somaro, un discolo, un insubordinato... Insegnante? (pausa, e poi con un tono dolce del quale non sapevo che la sua voce rauca fosse capace) Bravo! Sono fiero di te!"
 
Scusate il lunghissimo O.T., ma rispondevo nella mia solita maniera verbosa e prolissa ad una domanda fattami. Si', lo so, avrei potuto rispondere in maniera piu' concisa, ma se non posso neanche scambiare due chiacchiere con un altro ex-alunno del S.Maria, che razza di forum sarebbe?
 

Grive old

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Buongiorno
poco fa riflettevo su quante armerie hanno chiuso i battenti e credo che sarà sempre peggio . Anni addietro nella città di Terni ci saranno state 10 armerie e per la maggior parte gran caricatori oggi quelle poche che sopravvivono lo fanno grazie all abbigliamento o attività parallele . Che peccato perdere tanta tradizione e cultura senza che nessuno muova un dito . Purtroppo siamo specie in estinzione tra pochi anni aimè la caccia finirà da sola e con essa tante storiche tradizioni e culture . Spero solo di non ricordarlo . 😦😢
 
Vero, purtroppo 😭… Parlo delle Marche, province di Ancona (soprattutto) e di Macerata. Se non erro: a Macerata (città), in passato 3 armerie (una aveva 2 negozi…), almeno una aveva numerosi caricamenti propri… ne è rimasta una, che vende solo cartucce di marca (… negli ultimi tempi, sempre di meno per canna liscia… sopravvive con le munizioni per canna rigata e con l'abbigliamento). Circa 15-20 anni fa ha aperto un'armeria (che fa anche pesca, cibo per animali...) a Corridonia (MC) e vende cartucce originali. Ad Urbisaglia (MC) è rimasto uno dei pochi riparatori di armi delle Marche. Poi, relativamente alle zone di Morrovalle / Civitanova (dovrebbe esserci un'armeria a Morrovalle) ed a quelle di Cingoli / San Severino (a Cingoli un'armeria temo che abbia chiuso) non so molto. Jesi (AN): in passato 4 armerie: almeno 3 avevano caricamenti propri (poi c'era pure, se non ricordo male, un riparatore che caricava…): ne è rimasta una, che vende solo cartucce di marca e svolge l'attività di calcista… In tutta la Provincia di Ancona, se non sbaglio, sono rimaste 3 armerie (una a Jesi, come ho detto; una a Fabriano; una a Castelfidardo...). C'è poi un magazzino-armeria a Corinaldo (AN) che vende cartucce originali ed abbigliamento per caccia e pesca, oltre a fuochi artificiali, mangimi ecc. Ad Osimo (AN) ha chiuso un'armeria con caricamenti propri, che in passato era arrivata ad avere due negozi. Ad Ancona (città) hanno chiuso almeno due armerie (che non mi risulta avessero caricamenti propri). A Chiaravalle (AN) molti anni fa ha chiuso un'armeria caccia e pesca… poi, circa due anni fa, c'è stata la fine della rinomata FB (caccia, tiro a volo, canna rigata, difesa e tiro sportivo, arceria). / Ora, non vado più avanti, perché molti dei titolari li conoscevo… e, quelli che non hanno chiuso nel periodo "horribilis" della metà degli Anni '90, hanno "tirato avanti" fino a quando sono morti, e non c'è stato nessuno che li abbia sostituiti… 😭😭😭
 
Non posso mettere "mi piace" al tuo messaggio… quello della fine del settore armiero è un argomento che veramente mi rattrista 😨. Però (purtroppo per noi tutti) hai perfettamente ragione… 😭
 
Purtroppo i cacciatori/ tiratori sono sempre più in calo causa cultura e istituzioni sempre più contrarie al mondo della caccia e delle armi in generale. E' ovvio che i primi a farne le spese sono come al solito le piccole imprese e gli artigiani, anche perché non scordiamoci che un' armeria è pur sempre un negozio e come tale viene sistematicamente vessato in misura abnorme dalle tasse....
Io nel 2010 avevo pensato di aprire un armeria, ma dopo un' attenta analisi dei costi e delle prospettive ho rinunciato, anche perché vivo in un posto piccolo e senza grandi numeri è veramente difficile.
Poi ho notato anche che molti "armieri" si danno la zappa sui piedi da soli.... mi spiego meglio: entri in armeria chiedi le cartucce e si e no ti propongono a malapena un paio di opzioni nei soliti due o tre caricamenti, cartucce serie nisba, tutto da ordinare e con tempi enormi, fucili una decina e tutti del nonno, ma non quelli seri quelli che non vuole più nessuno.... fucili nuovi con tempi biblici di ordinazione e a prezzi veramente troppo alti, accessori zero e a prezzi tripli di quelli che trovi su internet, al quale avrebbero accesso anche loro, servizi post vendita zero, servizi di riparazione o comunque da armaiolo inesistenti o comunque terribili.... e via andando.
Quello che ho notato io è che le armerie serie, grandi o piccole che siano resistono bene, con tanti sforzi come tutti in Italia ma comunque hanno sempre il negozio pieno di gente, gli altri chiudono, è questo è un fatto.
Io ho un 'armeria di un mio amico a 10 km che non ha niente a prezzi alti, e un 'armeria a 100 km che ha tutto ad ottimi prezzi, anche volendo aiutare il mio amico con tutta la buona volontà dove vado secondo voi???
Purtroppo bisogna anche capire che i tempi sono cambiati e bisogna aggiornarsi, oggigiorno avere un armeria significa anche avere una grande competenza specifica in fatto di armi e caricamenti e di tutto ciò che ruota intorno e bisogna mettersi in testa che bisogna stare al passo con i tempi, i giorni delle vacche grasse e dei polli da spennare è finito.
Io vedo che le armerie serie, seppur piccole, vanno avanti e sono sempre sulla breccia pur con tutte le difficoltà del caso, e se chiudono è solo perché il vecchio titolare va in pensione e chi lo sostituisce non ha la competenza necessaria per rimanere a galla e si trasforma inevitabilmente nel solito tutto sport di turno....
Insomma ragazzi la crisi ci sta, l'Italia ed il governo sono quelli che sono e nessuno lo mette in dubbio, ma l'armiere di oggi bisogna pure che si mette davanti allo specchio e si fa un bell'esame di coscienza.
 
Siete proprio messi male... Mi dispiace. Qui da noi di armerie ce ne sono ancora tante. Quasi tutte le catene di grandi magazzini hanno un dipartimento dedicato ad articoli da caccia e pesca, fucili inclusi. Pistole e fucili semiautomatici di calibro superiore al .22 LR invece sono spariti da un po' tutti i grandi magazzini, in omaggio alla political correctness. Ma di armerie vere e proprie e di negozi specializzati in articoli sportivi di tutti i tipi, inclusi vestiti, scarpe, ecc. ma con un grande inventorio di armi e munizioni ce ne sono tanti, e anche catene di tali negozi, come Cabela's e Bass Pro Shop. Una di queste catene pero' e' andata in fallimento, Gander Mountain. Avevano un enorme negozio a Dothan, a un'ora e mezza da casa mia, e ci andavo spesso. Ci ho comprato diverse armi, accessori, e munizioni. La pistola che porto quasi sempre, se non porto la Kimber .45 e' la Sig Sauer P250 9 Parabellum (9x19) che ho comprato li'. Proprio qui a Elba s'e' aperta recentemente un'armeria. Ma e' piccola, c'e' poca scelta, e i prezzi sono un po' alti. In compenso la giovane donna (moglie del proprietario) che ci lavora e' un gran pezzo di **** ed ha due occhi viola meravigliosi. Ho comprato diverse armi, sempre a Elba, a un negozio di ferramenta che vende anche qualche fucile, ma ho sempre comprato li' su ordinazione. Qui da noi le armerie specializzate non possono durare a lungo, adesso che su internet puoi comprare di tutto. Munizioni confezionete (di marca--qui non esiste l'armeria che carica, solo le grandi industrie e le cartucce di marche importate), componenti per la ricarica: palle, bossoli, inneschi, polvere, attrezzi, ecc. te li porta FedEx alla porta di casa. Le armi, no. Per comprare un'arma su Internet devi andare da un negoziante munito di licenza FFL (Federal Firearms License) il quale deve mandare una copia della sua licenza al grossista o fabbricante che poi mandera' l'arma al titolare della FFL. L'acquisto avverra' soltanto dopo che il titolare della FFL ha condotto il background check e ricevuto il benestare dell'FBI dopo una ricerca semi-istantanea nei loro computers per vedere se l'acquirente e' "pulito." L'armeria non ricava molto da queste compravendite. Ti fa pagare per lo scomodo e l'uso della loro licenza, ma non e' tanto. Al massimo un trentina di dollari. Gli accessori come fondine, cinghie da fucili, attrezzi per la pulizia, richiami, stampi, ecc. li puoi comprare ai grandi magazzini o su Internet. Tante armerie neanche ce li hanno piu'. Quindi anche qui, dove la caccia non e' sul Viale del Tramonto come da voi, ma ancora se non a mezzogiorno almeno alle due del pomeriggio, la piccola armeria e' rara. Del resto, anche da voi, quando c'ero io (ho lasciato l'Italia nel 1975) certe piccole armerie che caricavano eccellenti cartucce e vendevano qualche fucile e un po' d'accessori venatori, anche allora per sopravvivere dovevano vendere altre cose. L'armeria Lorenzini di Frascati, dove compravo le ottime cartucce per tordi e lodole caricate nel negozio e vendute a un prezzo molto ragionevole, vendeva anche elettrodomestici. E non e' che Lorenzini si sia mai arricchito con quel commercio. E' sopravvissuto per parecchio tempo soltanto perche' non doveva pagare impiegati e commessi. Nell'angusto negozio lavoravano soltanto lui e sua sorella.
Scommettp che Gianni il Marinese baffuto se li ricorda.
 
Eccome se me la ricordo l'armeria Lorenzini di Frascati, caricava ottime GP e Anigrina in bossolo di cartone identico alle Baschieri e Pellagri, le armerie hanno iniziato a chiudere dopo il cambio di Legge la 157, che ha dimezzato i cacciatori e quasi subito le armerie in calo costante fino ad oggi, quasi tutte le armerie dei Castelli hanno chiuso, Doglia a Grottaferrata, Marzetti e Spoletini a Marino, Peppe Rossi ad Albano, Orazi a Genzano, per non parlare delle armerie romane. Fra poco i fucili li useranno, per tenere i pomodori nell'orto, vedo tanti che vendono in blocco 10-15 fucili a quattro soldi, nelle Questure vengono rottamati tanti fucili buoni, acquistare un fucile nuovo adesso è un pessimo affare, ce ne sono a bizzeffe usati. ciao Giovà
 
Siete proprio messi male... Mi dispiace. Qui da noi di armerie ce ne sono ancora tante. Quasi tutte le catene di grandi magazzini hanno un dipartimento dedicato ad articoli da caccia e pesca, fucili inclusi. Pistole e fucili semiautomatici di calibro superiore al .22 LR invece sono spariti da un po' tutti i grandi magazzini, in omaggio alla political correctness. Ma di armerie vere e proprie e di negozi specializzati in articoli sportivi di tutti i tipi, inclusi vestiti, scarpe, ecc. ma con un grande inventorio di armi e munizioni ce ne sono tanti, e anche catene di tali negozi, come Cabela's e Bass Pro Shop. Una di queste catene pero' e' andata in fallimento, Gander Mountain. Avevano un enorme negozio a Dothan, a un'ora e mezza da casa mia, e ci andavo spesso. Ci ho comprato diverse armi, accessori, e munizioni. La pistola che porto quasi sempre, se non porto la Kimber .45 e' la Sig Sauer P250 9 Parabellum (9x19) che ho comprato li'. Proprio qui a Elba s'e' aperta recentemente un'armeria. Ma e' piccola, c'e' poca scelta, e i prezzi sono un po' alti. In compenso la giovane donna (moglie del proprietario) che ci lavora e' un gran pezzo di **** ed ha due occhi viola meravigliosi. Ho comprato diverse armi, sempre a Elba, a un negozio di ferramenta che vende anche qualche fucile, ma ho sempre comprato li' su ordinazione. Qui da noi le armerie specializzate non possono durare a lungo, adesso che su internet puoi comprare di tutto. Munizioni confezionete (di marca--qui non esiste l'armeria che carica, solo le grandi industrie e le cartucce di marche importate), componenti per la ricarica: palle, bossoli, inneschi, polvere, attrezzi, ecc. te li porta FedEx alla porta di casa. Le armi, no. Per comprare un'arma su Internet devi andare da un negoziante munito di licenza FFL (Federal Firearms License) il quale deve mandare una copia della sua licenza al grossista o fabbricante che poi mandera' l'arma al titolare della FFL. L'acquisto avverra' soltanto dopo che il titolare della FFL ha condotto il background check e ricevuto il benestare dell'FBI dopo una ricerca semi-istantanea nei loro computers per vedere se l'acquirente e' "pulito." L'armeria non ricava molto da queste compravendite. Ti fa pagare per lo scomodo e l'uso della loro licenza, ma non e' tanto. Al massimo un trentina di dollari. Gli accessori come fondine, cinghie da fucili, attrezzi per la pulizia, richiami, stampi, ecc. li puoi comprare ai grandi magazzini o su Internet. Tante armerie neanche ce li hanno piu'. Quindi anche qui, dove la caccia non e' sul Viale del Tramonto come da voi, ma ancora se non a mezzogiorno almeno alle due del pomeriggio, la piccola armeria e' rara. Del resto, anche da voi, quando c'ero io (ho lasciato l'Italia nel 1975) certe piccole armerie che caricavano eccellenti cartucce e vendevano qualche fucile e un po' d'accessori venatori, anche allora per sopravvivere dovevano vendere altre cose. L'armeria Lorenzini di Frascati, dove compravo le ottime cartucce per tordi e lodole caricate nel negozio e vendute a un prezzo molto ragionevole, vendeva anche elettrodomestici. E non e' che Lorenzini si sia mai arricchito con quel commercio. E' sopravvissuto per parecchio tempo soltanto perche' non doveva pagare impiegati e commessi. Nell'angusto negozio lavoravano soltanto lui e sua sorella.
Scommettp che Gianni il Marinese baffuto se li ricorda.

Occhio Giovanni che se ti legge la moglie mi sa che all'armeria non ti ci manda più... scherzo ovviamente.
Ma il problema qui in Italia con le armerie è proprio questo, oramai la gente va in armeria solo per comprare armi e cartucce perché tutto il resto non ce l'hanno e allora te lo compri su internet. Purtroppo gli armieri dovrebbero capire che quando uno compra un arma ha la necessità di comprare anche il contorno ed invece il contorno non c'è.
L'anno scorso ho comprato un remington 870 a pompa e volevo comprargli anche il calciolo remington supercell perché quello originale è piuttosto duro modello mattone. L'armeria dove ho comprato il fucile mi ha detto che avrebbe dovuto ordinarlo (un paio di settimane) al prezzo di 70 euro...... all'armeria vicino casa, che è di un mio amico, mi ha risposto che quelle sono cose strane e che lui non le tratta..... avrei forse potuto cercare su internet......
Io sono andato sul sito di brownells usa perchè quello Italia non ha niente, è ho ordinato il calciolo al prezzo di 26 euro più 8 euro di spedizione..... ci ho aggiunto le mire della truglo, le magliette porta cinghia e la basetta per montare ottiche e punti rossi...... il tutto alla modica cifra di 122 euro spedizione compresa ed arrivato a casa in una settimana......
Di questi altri accessori le armerie consultate non avevano idea, avevo trovato solo le mire ma al modico prezzo di 97 euro....
Poi ci chiediamo perché le armerie chiudono.....
Adesso ho trovato un armeria seria a 100 km da me fra andata e ritorno, ha tutto e di più, ottimi prezzi e grande disponibilità per tutti, anche per chi non conosce o comunque non è già cliente, risultato ha sempre il negozio pieno.
Per me è una questione di mentalità e di sapersi adattare ai tempi che corrono.
Il tempo i cui si campava vendendo cartuccine per tordi ormai è passato e di questo gli armieri dovrebbero prenderne atto, anche perché la gente è stufa di dover macinare chilometri solo per prendere due scatole di cartucce.
 
Le armerie chiudono non solo perchè i cacciatori sono in calo, ma perchè anche nel settore accessori per la caccia ed il tempo libero le vendite on-line hanno spazzato via i piccoli negozi specializzati come succede anche in tanti altri settori. Anche i grandi Market dell'elettronica, dal tv all'elettrodomestico hanno chiuso i battenti, rimangono alcune realtà che si sono adeguate e offrono anche la vendita per corrispondenza. Il consumatore guarda molto il prezzo confronta e se c'è convenienza a toccare con mano probabilmente preferisce la soluzione dei negozi. Basta vedere la ressa alla Dimar quanto vende a saldi. I tempi sono cambiati, 20 anni fà non solo eravamo di più, ma non esisteva Amazon, Ebay, Bigh Hunter ecc. Solo per quegli articoli la cui vendita on line è impossibile come armi e munizioni ci si rivolge all'armeria. Forse è questo il vero motivo della scomparsa di queste realtà sopraffatte dal consumismo frenetico di chi non è disposto a macinare chilometri, per un fischio, un giaccone, o qualsiasi altro utile accessorio.
 
Un vecchio armaiolo (Cioni di Firenze), qualche anno fa, mi disse, che ai tempi d'oro della caccia (metà anni 70- primi anni 80) nel solo comune (non la provincia) di Firenze c'erano 32 o 33 armerie, intese come negozi che vendevano cartucce, in quanto non tutti vendevano fucili. Ora nel comune di Firenze al massimo ne sono rimaste 2 o 3. Con questo ho detto tutto. Secondo me è stata la 157 che ha dato un colpo mortale alla caccia, non potendo cacciare più i piccoli uccelli. Poi Atc, rompimenti vari, se uccidi un fringuello penale, ecc.. hanno fatto smettere tanti di andare a caccia. Se si pensa che agli inizi degli anni '80 eravamo 2 milioni, adesso non siamo nemmeno 500.000 (quest'anno con la crisi lo sai in quanti non rinnovano!!!) e tanti di questi si son dati alla selezione e al cinghiale, e quante cartucce sparano in un anno?
Ormai noi cacciatori siamo una razza in estinzione c'è poco da fare, basta guardare che età media abbiamo.
 
vicino casa mia talmente è degradato l'ambiente, che dire andare in campagna è un eufemismo figuriamoci a caccia e naturalmente selvaggina cacciabile e non zero spaccato come si diceva a scuola e così è successo per tanti altri posti. Ho 50 anni di P. D'armi e sono incazzatissimo che tutto questo passi inosservato, in primis dai falsi e ignoranti ambientalisti
 
Se dovessi fare l'elenco dell'armerie di Roma scomparse mi prenderebbe alla gola una tristezza infinita.
Ne conosco un paio una Roma e una a Viterbo che continuano a lavorare, ma hanno dalla loro il settore riparazioni, quella a Viterbo, ricarica anche ottime cartucce. Porta ancora il nome del primo titolare Bruni, ha associato vicino a Tuscania un poligono dove il fratello del riparatore\venditore mi ha sempre accolto gentilmente, prodigo di consigli.
Anche di recente quando mi sono convertito ad una
BROWNING BAR MK3 COMPOSITE HC TRACKER 308WIN per la battuta al cinniale,
, sono andato da lui per tararla e mi ha aiutato con la sua solita gentilezza e una spesa modica.
In altre armerie delle quali non voglio fare il nome, entri chiedi informazioni e solo se pensano che spenderai ti rivolgono la parola e io non ci torno più, per giunta uno di questi fossili viventi in età e comportamento, mi voleva rifilare anni fa una doppietta cal. 20, con una evidente camolatura sulla canna sx e alle mie rimostranze affermava che era solo sporcizia.
Un altro invece mi proponeva un S2 Beretta, ad un prezzo molto basso, peccato che le canne fossero state rifatte e pure male, quando gli chiesi di pesarle disse che non era necessario.
Un altro mi disse quando gli parlai di un revolver Colt che ho ereditato e non uso, nuovo di pacca che poteva darmi al massimo 100 € per utilizzarlo come pezzi di ricambio, quando sul mercato dell'usato viaggia fra i 600 e 1000 €.
Poi rimangono i super store vedi Dimar, non ci sono mai andato però ritengo che essendo come dei supermercati, possano ofrire due cose: la prima una quantità enorme di accessori vari, basta vedere sul loro sito, e la seconda ottimi prezzi e anche lì un poligono per provare le armi.
Se devo comprare un fucile nuovo e da loro costa anche 300 €di meno, mi faccio una gita e lo prendo là, i miei compagni della squadra al cinniale una volta l'anno vanno là con l'idee chiare e comprano, specie quando ci sono i saldi, cartucce per tutto l'anno e se hanno voglia anche uno schioppo.
Ho provato a scrivergli delle mail per dei chiarimenti, sono sempre stati professionali, esaustivi e veloci nel rispondere.
Certo come avete detto in molti la concorrenza di Infernet è spietata e ha portato alla scomparsa di molte piccole attività fra le quali ci sono anche le armerie.
Se un negoziante deve pagare un affitto, a Roma esorbitante, ha le tasse che lo strozzano, è impossibilitato a prendere un dipendente messo in regola, troppo costoso alla fine dell'anno, non regge.
Ora in rastrelliera ho vari archibugi ereditati e non, ma di quelli comprati il 90% era usato, oggi con 400 € porti a casa un fucile degno del massimo rispetto.
Perchè mi dovrei comprare un affare nuovo che costa minimo 3 volte tanto e non è detto che goda della balistica dei vecchi?
E poi quanti di noi stanno sempre a comprar fucili per giunta nuovi?
A parte il rigato temo che il mercato sia fermo, negli ultimi anni è nata la passione dei piccoli calibri che non mi ha mai contaggiato, per me il 20 è più che sufficiente, e ne sono stati venduti molti.
Con tutto il rispetto di chi li usa, mi è parso che le industrie consapevoli del crollo del mercato abbiano spinto perchè questi nuovi calibri prendessero piede , con articoli, video interviste, canali specializzati su infernet,etc.
Non conosco i numeri delle nostre industrie delle armi, ma credo che vendano quasi solo all'estero, forse rimane uno spiraglio per chi tira al piattello, non so.
 
Io la vedo così: in Italia il numero dei cacciatori tende a scendere, questo è senz'altro vero, ma fino ad un certo punto, perché vedo nei forum e anche tra i miei amici cacciatori che ogni anno c'è qualche giovane che decide di iniziare l'avventura nel mondo della caccia. Ora se questo è comunque un dato un po' minimalista mi fa comunque ben sperare per il futuro. Bisogna capire che il mondo, così come le esigenze ed il pensiero della popolazione al livello mondiale, cambia. Non si può sempre pensare al presente raffrontandolo con il passato, perché questo era assai diverso, nel pensiero e nelle esigenze delle genti, in ogni aspetto sociale non solo per quanto riguarda la caccia.
In Italia ci sono tantissime persone che hanno bisogno delle armerie e degli articoli che esse trattano o potrebbero trattare, i numeri "veri" dei pda in Italia sono assai più importanti di quelli che ci vorrebbero far credere, non date retta alla propaganda, delle armerie hanno bisogno non solo i cacciatori ma anche i tiratori ludici e sportivi, nonché tutte quelle persone che con il pda ci lavorano (guardie giurate etc etc ), quindi il bacino di utenze è molto più vasto e non solo ristretto ai cacciatori.
E' vero che prima eravamo di più ma è anche vero che prima c'erano anche tante altre cose, gli animali sono diminuiti semplicemente perché è diminuito il loro habitat, dove prima c'era l'erba noi ci mettiamo il cemento... è ovvio che se nessuno più coltiva la terra è altrettanto ovvio che animali come lepri, conigli selvatici, starne, quaglie e quant'altro ben difficilmente troveranno cibo. Gli animali per primi sanno adattarsi e evolversi in base a quello che trovano, se un loro habitat si riduce automaticamente si riducono anche loro, ma se da un lato diminuiscono certi animali, automaticamente dall'altro ne aumentano gli altri, la natura per prima sa equilibrarsi.
Negli anni 80' c'erano in ogni grande città dalle 15 alle 20 armerie ( parlo di armerie vere non di quelli che vendevano solo cartucce), oggi ce ne sono 3/5, ma non significa necessariamente che i cacciatori stiano sparendo.
Per fare un esempio forse un po' fuorviante ma a mio modo di vedere comunque significativo, negli anni 80 in ogni grande città c'erano dai 500 ai 1000 negozietti di casalinghi, oggi non esistono più, ma i casalinghi non si sono estinti, si sono semplicemente trasformati.
Prima c'erano molte più casalinghe di mestiere, oggi quasi più nessuna, ma non per questo i lavori casalinghi non li fa più nessuno.
Oggigiorno quelle due o tre armerie che ancora esistono in ogni grande città, ci sono perché hanno saputo adattarsi al cambiamento dei tempi.
Oggi, come ieri, non si può sopravvivere se non si sta al passo con i tempi e se non si è in grado di far fronte alle esigenze dettate dai tempi, e questo vale per tutti, non solo per le armerie. Il fatto stesso che ci sia così tanta gente che ricorre ai negozi online, fa capire che l'esigenza di comprare c'è.
E', a mio modo di vedere, ovvio che se quando vado in armeria trovo tutto quello che mi serve, ad un prezzo onesto, io compro in armeria, non su internet.
Purtroppo molti armieri e negozianti in genere si ostinano a vendere a 100 ciò che potrebbero benissimo vendere a 40 e non capiscono che, così facendo, si tagliano la testa da soli.
provate a dare un occhiata ai prezzi on -line delle varie armerie e raffrontateli con i prezzi di listino dei vari importatori.
Esempio pratico: Browning mk3 hck adjustable etc etc,,, prezzo di listino 2019 1850 euro...... armeria pippo 2000 euro, armeria pluto 1750 euro armeria topolino 1550 euro, armeria paperino 1350 euro super sconto.
Paperino ne venderà 150, avrà un super sconto dall'importatore e sarà sempre sulla breccia, non chiuderà mai.
Topolino ne venderà 100, avrà un ottimo sconto dall'importatore e sarà sempre sulla breccia, non chiuderà mai,
Pluto ne venderà 10, avrà uno sconto misero dall'importatore, rischierà di chiudere presto.
Pippo ne venderà 2, non avrà nessuno sconto, probabilmente ha già chiuso, anche se ancora non lo sa.
Se a questo si aggiunge tutto il contorno, ecco che l'armiere che oltre ad avere i prezzi esagerati, non ha nulla o quasi, per quello che riguarda ottiche, caricamenti, vestiti, ricarica e accessori vari e nemmeno per ciò che riguarda i servizi che può offrire un armeria, inevitabilmente chiuderà.
Al contrario l'armeria che saprà offrire ai propri clienti quello di cui necessitano, avrà vita facile, non ci sono più i cacciatori che vanno ad uccelletti e si vendono poche cartucce a pallini??. Bene , in compenso ci sono molti più cacciatori di ungulati, e allora avanti con fucili bolt action, cartucce specifiche, ottiche , telemetri, attacchi, binocoli, materiale di ricarica e quant'altro, e guarda caso magicamente l'armeria campa.
Infine permettetemi un ultima riflessione, i nostri nonni, andavano a caccia con un doppiettone (fortunati quelli che ce lo avevano) e pallini e palle (tonde) fuse in casa, si comprava solo un po' di polvere, gli inneschi e qualche bossolo e non compravano niente perché i soldi non ci stavano, eppure ci cacciavano di tutto e senza tante storie, oggi senza il telemetro e l'ottica super mega ci facciamo problemi ad andare a caccia..... allora che dire, direi che forse è un bene che i tempi cambino, nel bene o nel male, non credo che le armerie sarebbero state bene ai vecchi tempi.
Oggi come oggi chi ha un occhio è fortunato, chi ha un armeria è fortunato due volte, si desse da fare invece di piangersi addosso, perché se chiude è solo colpa sua, non dei tempi.
 
Alphalollo, sono quasi del tutto d'accordo con te, l'unica cosa non so se basterà la "caccia a palla" a salvare il settore.
A livorno, negli anni 90 (ho cominciato nell'88, il primo in assoluto della mia famiglia quindi di prima non so), c'erano 5 armerie "vere".
E facevano tutti i bei soldi (tranne una ma era di gente che non era certo nata per lavorare...)
Attualmente ce ne sono tre.
Una che molto probabilmente "morirà" quando il gestore andrà in pensione (e sembra essere vicino).
Una che dovrebbe continuare con gli eredi giovani di terza generazione del vecchio titolare, l'unica dove puoi trovare qualche fucile, ma non molti, e non a prezzi competitivi, e che si è "buttata anche sull'abbigliamento.
Una il cui titolare da un annetto ha smesso la ricarica (e caricava bene!!!) e la vendita di fucili lasciando solo vendita cartucce e riparazioni (è l'unico esperto di armi, vi fanno riferimento tutte le forze armate ed è l'unico esperto balistico nell'arco di km e km). La sua armeria finirà con lui, nessuno degli eredi ha scelto la strada del padre (che tra l'altro è oltre i 70!)
Io penso che lo scartucciamento degli sparatori degli anni 80 abbia fatto la fortuna di tanti esercizi, ormai quello è solo ricordo, finito.
Ma alla nuova legge, alla diminuzione di selvaggina e soprattutto di territorio (da noi saremo anche meno ma d'ottobre se non hai un appostamento non sai dove andare!) hanno resistito quelli che della caccia hanno una passione/malattia, che in fondo all'anno spenderanno sempre dei soldi, naturalmente in base alle proprie possibilità, ma faranno sempre un sacrificio a favore della propria passione.
Un "pericolo" lo vedo più dalla burocrazia per tutto quello che riguarda le armi ed il porto d'armi, quella potrebbe far passare la voglia a qualcuno....
 
Da Brownell's non paghi nessuna dogana o se la paghi è compresa nel prezzo, al totale ti aggiunge solo 8 euro di spedizione che in realtà vanno al corriere bartolini in Italia.
Io ho comprato diverse cose che mediamente costano un quarto rispetto alle armerie italiane, quando hanno voglia di ordinartele.... ho preso anche la calciatura completa magpull al prezzo di 136 euro rispetto ai 250/300 che ti chiedono in Italia per non parlare di tutti gli altri accessori.... Tieni anche presente che oltre ai marchi americani trovi anche gli accessori per Benelli e Beretta...... Ci trovi il mondo, costa il giusto e ti arriva a casa con bartolini che è una garanzia in 7/10 giorni
 
Cimbellatore io sono d'accordo con te ma come puoi vedere tu stesso la gente appassionata non manca, poi se vai a palla o a pallini oppure anche solo a bucare carta non importa, ciò che conta e che la passione non si fermi.
Ho amici di 80 anni che quando hanno cominciato loro non serviva nemmeno il pda, era pieno di uccelletti e di lepri e gli ungulati nemmeno esistevano, adesso praticamente fanno solo cinghiale, ma non gli importa, vedessi come sono felici in giro per la macchia con lo schioppo in collo.
Purtroppo lo sappiamo che la legislazione è dura e sempre più stringente, ma quando mai un cacciatore che ha la passione si fa fermare da un bollettino in più o da un obbligo **** che ti fa cambiare cartucce e fucili... noi siamo gente che appena può si compra un altro fucile o una nuova scatola di cartucce, un ottica migliore, una nuova scarpa e un'altra giacchetta, ne abbiamo bisogno?? No ma è la passione che ci brucia dentro che ci manda avanti e ci trascina il quel vortice meraviglioso che è il mondo della caccia.
I giovani di oggi purtroppo pensano ad altro, sono figli di altri tempi, dove è più facile drogarsi e ubriacarsi tutti i sabati sera, piuttosto che alzarsi al mattino per andare a godersi la natura, ma io voglio essere fiducioso, vedrai che alla fine, con il tempo, impareranno anche loro e forse non saremo più bistrattati ed ingiuriati e maledetti come lo siamo ora, un giorno la gente capirà che vivere secondo natura è la cosa migliore, e forse, chissà, magari lo capiranno anche le armerie
 
a forli erano una decina di armerie ora forse3.quando si poteva sparare ai passeri e uccellini si sparava molto ora poco.pensate che un cacciatore di stanziale quante cartucce sparera'.per me poche.ciaooo

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Io mi ricordo che quando al Vallone di Grottaferrata (dietro l'Abbazia di S. Nilo) si faceva il rientro agli uccellesimi (passeri, verdoni, fringuelli, frosoni, ballerine, cardellini, scriccioli, beccafichi, qualche raro tordo e merlo e se in Italia ci fossero stati i colibri' pure a quelli) c'erano decine di cacciatori (me compreso) che sparavano, sparavano, sparavano. E le armerie vendevano, vendevano, vendevano. Poi, quando hanno chiuso la caccia agli uccellesimi (eccettuati tordi, storni, allodole, merli) tutto questo sparare divenne un caro ricordo. E le armerie se vendevano un terzo delle cartucce che avevano venduto prima erano fortunate. E poi l'eta' della licenza aumento' a 18 anni, il costo delle licenze ando' alle stelle, e poi l'esame venatorio, e poi la burocrazia e gli ostacoli all'acquisto e possesso delle armi, le leggi astruse, e poi questo, e poi quello...
L'Italia, legalmente e burocraticamente e' ostile alla caccia, e il popolino ignaro e' ancora piu' ostile. Fare l'armiere in Italia oggi e' come cercare di vendere condizionatori agli eschimesi e termosifoni ai congolesi. Non c'e' piu' mercato per armi e munizioni. Quello che ancora esiste e' un pallido fantasma di quello che era. A Roma non so quante armerie avessi a disposizione quando ero un adolescente negli anni '60: una a Via Gela, una a Piazza Re di Roma, una vicino Piazza Re di Roma, una addirittura a cinque minuti di cammino da casa mia (abitavo a Via Muzio Scevola), un'altra a Via Appia Nuova vicino Piazza San Giovanni. Poi Banchetti Sport vicino Piazza Vittorio, Frinchillucci e tante altre al centro. C'era quella enorme vicino all'Ambasciata Americana--non ricordo il nome della via, ma era dove c'erano tutti gli uffici delle compagnie aeree e di viaggi dall'altro lato della strada. Poi quando andai a Grottaferrata c'erano Lorenzini e Ciaffoni a Frascati. Oggi?

Una nota: Io andavo a scuola al Collegio S.Maria, a Viale Manzoni. Il Sabato passavo da Banchetti Sport, a due passi, e compravo 3 o 4 scatole delle buone cartucce che Banchetti caricava nel retrobottega. A quell'epoca anche i minorenni potevano comprarle senza assilli burocratici. Poi salivo sul tram o autobus e tornavo a casa. La Domenica poi andavo a tordi o a lodole con Papa'. C'e' ancora Banchetti Sport? E se c'e', vende ancora armi e munizioni?

Per i piu' anziani: Vi ricordate quando sul Messaggero di Roma il Lunedi' c'era sempre un articolo con i carnieri delle comitive delle varie armerie romane? "Banchetti Sport a Poli 131 tordi, 15 merli, 20 storni, 5 colombacci; Frinchillucci a Latina 8 alzavole, tre germani, quattro moriglioni, ventuno folaghe, sei chiurli reali, cinque gambettone, tre pittime..." e cosi' via. Oh, 'sti fiji de mamma sua le purghe nun l'arimmediaveno mai! A volte mi veniva un'invidia, quando il giorno prima avevo a fatica preso un paio di tordi due lodole e tre babbussi!
 
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