FIDC. NON POSSONO ESSERE LE AULE DEI TAR I LUOGHI DEPUTATI A GESTIRE L’AMBIENTE

Con la sospensione del Calendario Venatorio abruzzese torna ancora una volta alla ribalta l’inadeguatezza dell’attuale modello di gestione nel nostro Paese. A decidere cosa sia meglio per territorio, fauna e ambiente non sono tecnici e Istituti scientifici, ma giudici e avvocati.

Roma, 18 agosto 2021 – Accogliendo il ricorso presentato nei giorni scorsi dalle Associazioni ambientaliste WWF, ENPA, LIPU, LAV, LNDC Animal Protection nei confronti della Regione Abruzzo, il Tar ha disposto la sospensione integrale del calendario venatorio regionale fino all’udienza fissata per il giorno 8 settembre.

Ancora una volta dobbiamo assistere a discussioni e tecnicismi tecnico legali cui affidare il regolare svolgimento dell’attività venatoria. Ricorsi e atti giudiziari sembrano essere i mezzi attraverso i quali discutere di programmazione faunistica. Siamo arrivati al punto che nemmeno il parere positivo dell’Ispra è sufficiente a salvaguardare i calendari venatori dai ricorsi, come dimostra il caso dell’Abruzzo, sospeso anche in quelle parti che per l’Istituto ambientale non erano in discussione”. Così il Presidente nazionale di Federcaccia Massimo Buconi ha commentato la notizia della decisione del Tar Abruzzo.

Naturalmente anche questa volta Federcaccia sarà al fianco della Regione con i suoi tecnici e i suoi legali a sostegno dei cacciatori e della certezza del diritto e farà tutto quanto in suo potere affinché l’udienza dell’8 settembre rigetti le pretestuose argomentazioni delle associazioni anticaccia – ha continuato il Presidente Buconi – Rimane il fatto che non è più tollerabile che qualsiasi decisione in campo gestionale faunistico e venatorio venga messa sotto scacco da ricorsi fatti ad arte e nella più totale impunità per impedire il regolare svolgimento della stagione di caccia o delle attività svolte in funzione del controllo della fauna selvatica, dal cinghiale alla nutria, spesso in aperto contrasto con gli interessi e la sicurezza dei cittadini. La politica non può continuare ad ammiccare a un mondo animal-ambientalista che ha più volte dimostrato di preoccuparsi non della reale tutela dell’ambiente e delle imprese agricole, ma solo di creare difficoltà a una attività legale e sostenibile per una mera ideologia. Credo siano maturi i tempi affinché tutti i soggetti attivi nella ruralità si uniscano per farsi ascoltare dalla politica e dal Governo” ha concluso Buconi.