PREMESSA Quasi tutti i cani provano talvolta paura e soffrono di ipersensibilità psichica, in una forma od in un’altra ed in varia misura. La differenza tra queste emozioni, paura e ipersensibilità psichica (timidezza) non è netta: in entrambe interviene uno schema di reazioni fisiologiche e psicologiche, tra cui emozioni e sensazioni spiacevoli. Benchè vengano spesso classificate come emozioni, la timidezza e la paura svolgono un ruolo molto importante nella motivazione canina. Come le motivazioni di ostilità del cane verso i propri simili o verso l’uomo, così la paura e la timidezza sono condizioni indotte ma solo in quei soggetti selezionati con accoppiamenti strettissimi consanguinei ed in linea orizzontale e dove ad uno psichismo tarato corrisponderà sempre una risposta errata. La paura è generalmente considerata l’emozione più specifica delle due, una risposta non giusta a stimoli particolari e specificabili nel nostro caso a rumori di una certa intensità , a imperativi violenti. La timidezza, stato emotivo più diffuso nei cani da caccia, focalizzato in maniera meno chiara, si differenzia dalla paua, principalmente per la natura alquanto fluttuante. Essa è dovuta talvolta a tossicità, talvolta ad un alterato metabolismo, talvolta a disfunzioni endocrine, talvolta ad una sensibilità psichica, e talvolta ancora ad un grado di intelligenza superiore. Difatti da un punto di vista clinico, la timidezza nel cane non è una condizione patologica in sé e per sè, bensì una preparazione al pericolo, fisiologica e mentale necessaria. La timidezza nei cani è necessaria per la incolumità del soggetto in determinate circostanze e la mancata apprensione per il pericolo può avere risultati disastrosi nei nostri ausiliari. La timidezza, come ogni altra emozione, che non tutti gli allevatori e dressatori differenziano dalla paura, ha origine, oltre a quanto sopra citato, dalle nozioni elementari il cui punto di partenza è una sensibilità organica che è modificabile e curabile attraverso adeguate tecniche.  La paura, l’angoscia, il terrore del colpo di fucile e di ogni altra manifestazione violenta, sono problemi di grande interesse per gli allevatori ed i dressatori di cani da caccia, in quanto esiste la possibile ereditarietà di questa anomala manifestazione. Questa risposta errata a determinati stimoli è generalmente ritenuta incurabile se scaturisce da una tara ereditaria, ovvero da consanguineità fittissima ed ancora per la presenza  di un processo celebrale alterato che pur ricevendo stimoli buoni si manifesta in una attesa errata.  La paura, caratteristico turbamento emotivo per la focalizzazione di un danno eminente, implica per il cane la preoccupazione di effetti nocivi più o meno prossimi ed influenza le varie funzioni psichiche del soggetto tarato e di quello dalla ipersensibilità cortico-celebrale., aumentando o inibendo le sue capacità di prestazione e concettuali rendendogli impossibile ogni tipo di continenza . Lo sgomento che colpisce in questo caso il cane ha qualcosa di assoluto, sconfina nell’angoscia e nell’ipertono muscolare (fuga dirompente) ed alternativamente nell’ipotonia (blocco totale dell’essere e desiderio di eclissarsi alla presenza dell’uomo).  Per quanto premesso non dobbiamo quindi mettere, come fanno purtroppo molti, la timidezza in relazione con la paura e con i fenomeni che la accompagnano. La timidezza di un cane ha origine da minaccie contro l’integrità fisica, da incidenti, da malattie alteranti i processi biochimici, da tossicosi etc., cause che con il tempo ed il buon senso si possono rimuovere. La paura, di contro, da una tara ereditaria, da un processo celebrale errato che investe tutta la personalità del cane e diviene un tratto caratteristico del soggetto e come tale è impossibile da combattere e da eliminare perché profondamente radicata nell’io.  Teniamo quindi presente la distinzione tra timidezza e paura in modo da non commettere l’errore di scartare, a priori, il cucciolo timido perché, forse, proprio quel cucciolo sarà, da adulto, il vero campione, l’ausiliare ragionatore che tutti desideriamo. Addestramento (accortezze e tecniche) In genere un cane da caccia con assenza di tare ereditarie ed altro, che ha un buon rapporto con il padrone, che ha voglia di " selvatico " (animus venandi) non ha paura del colpo di fucile singolo. COSE DA NON FARE Gridare il cane; Accarezzare il cane quando ha paura; Esporre il cane a forti rumori; Non far socializzare il cane con persone estranee ed altri cani; Lasciare il cucciolo solo durante un temporale o fuochi d’artificio (Abbinamento mentale : Solitudine = Rumori forti = Paura); Portare il cane nelle prime uscite a caccia insieme ad amici incompetenti  che alla prima occasione usano sparare vari colpi senza che il cane è stato abituato; Portare  il cane , all’inizio, nelle immediate vicinanze a poligoni di tiro; Usare pistole da bambini ( il rumore delle armi giocattolo è quello più fastidioso per le orecchie canine ); Allacciare il cane alla cinghia dei pantaloni e coattivamente frenarlo e sottoporlo al trauma delle esplosioni di decine di colpi; Non abituarlo ai rumori gradatamente e portarlo a pochi mesi su selvaggina bruciando le tappe dell’addestramento, etc. Quando si ha a che fare con cuccioli non ancora svezzati l’allevatore mentre la madre allatta DEVE procurare rumori di lieve intensità; allo stesso modo deve comportarsi quando essi iniziano a mangiare oppure durante le fasi di gioco quando vengono fatti uscire dal box. Quando si acquista un cucciolo bisogna innanzitutto rivolgersi ad un allevatore fidato che possa garantirci la validità dei genitori con conseguente assenza di tare ereditare o altro. Una brutta abitudine che noto in molti cacciatori è quella di bruciare le tappe dell’addestramento in generale; nel caso specifico alcuni, convinti di avere un cane senza difetti e avendo fretta di vedere il giovanissimo allievo in ferma non prendono in considerazione la convenienza di effettuare un’abitudine progressiva ai rumori/situazioni particolari per scongiurare eventuali problemi futuri. In generale l’abitudine ai rumori (compreso colpo di fucile) nei cani di qualsiasi età va sempre cominciato nei pressi o dentro il box ed in seguito cortile di casa, campagna. Premesso ciò ,si eviterà l’isolamento del nuovo arrivato (cucciolo) cercando di stare il più tempo possibile con lui, cercando di conquistarci la sua fiducia nonché cercare anche di farlo abituare col tempo al nuovo ambiente. Quando poi avrà fiducia in noi lo esporremo  gradatamente, ad una certa distanza, a rumori differenti ; una cosa importante è cercare di fargli fare  sempre associazione positiva con i rumori ed in seguito con persone, ambienti diversi, altri cani etc. Inizialmente non bisogna esporlo a quello che lui percepisce come situazione di paura; bisogna assolutamente evitarlo.  Come detto in precedenza i rumori dovranno aumentare gradatamente in base alla reazione del cane;  per esempio all’inizio si potrà battere una volta le mani non troppo vicino prima di farlo mangiare, mentre insegue la pallina,una lucertola etc. In seguito si potrà battere con la mano sotto il fondo di una ciotola sempre nel momento che il cane fa qualcosa a lui molto gradita o prima di mangiare. Quando  il cane si sarà abituato a stare tranquillo nel trasportino in macchina, mentre quest’ultima è in movimento, si potrà anche provare ad accendere lo stereo senza esagerare con il volume. Alcuni usano cassette o cd con la registrazione di rumori di vario genere (compreso tuoni) che servono per abituare il cane a questi nuovi stimoli facendogli ascoltare a basso volume per poi aumentare l’intensità pian piano. Col passare dei giorni ad una distanza di circa 10-15 metri, prima di dargli la ciotola con le crocchette  si utilizzerà un petardo di quelli che non provocano un eccessivo rumore o una pistola a salve di piccolo calibro (non bisogna farsi vedere dal cane con la pistola in mano anche in futuro in campagna); se si usa la pistola a salve si dovrà sparare un solo colpo ad una certa distanza. Bisogna quindi non affrettare i tempi ed aumentare l’intensità del rumore lentamente sempre facendo attenzione alla reazione del cane e che quel rumore arrivi all’orecchio del cane come avviso di un avvenimento piacevole che può essere, come detto prima, l’arrivo della zuppa, il gioco, bocconcini, carezze (gratificazione d’affetto), l’uscita in cortile, l’uscita col guinzaglio (senza tirare e senza accarezzarlo se si impaurisce di un qualsiasi rumore ) per fare la passeggiata in cortile/campagna e quando sarà grande l’incontro col selvatico, la ferma, l’abboccamento della preda con il riporto. Quindi, ripetendo, si continuerà nella progressione dell’esercizio solo se il cane è pronto ad un nuovo stimolo di maggior intensità e si cercherà anche di effettuare questa tecnica anche a giorni alterni, non sempre quindi. Si continuerà giornalmente e nel frattempo si porterà il cane fuori per abituarlo agli estranei, ad altri cani, a rumori di altro genere mentre in cortile se è il caso si potrà passare ad usare progressivamente un flobert,una pistola a salve calibro 22, un fucile calibro 20, un 12.                          Allo stesso tempo si porterà in campagna per farlo correre e fare esperienza col nuovo ambiente. In seguito,  una volta che il cane si sarà abituato ad allontanarsi nella cerca  e prima di aumentare il calibro dell’arma, si porterà in campagna il cucciolone: una volta che si è allontanato nella fase di cerca, l’aiutante, con una pistola a salve cal.22 (la pistola in seguito dovrà essere nascosta alla vista del cane in modo che esso non si accorga chi è stato a procurare la deflagrazione), esploderà UN colpo e si osserverà il comportamento del cane. Questo esercizio si ripeterà due volte ad ogni uscita per un brevissimo periodo avendo cura di sparare un SOLO  colpo. Se il lavoro a casa si è svolto progressivamente come detto in precedenza ed il colpo  in campagna è stato sparato a debita distanza non ci dovrebbero essere problemi altrimenti la causa è dovuta alla progressione affrettata o allo sparo troppo ravvicinato nella fase di cerca.  Nei  giorni seguenti si porterà nuovamente in campagna il cucciolone sempre muniti di pistola a salve per procurargli qualche incontro (quaglie selvatiche, beccaccini….) e farlo appassionare e fermare. Se così non fosse si immetterà in terreno libero con erba bassa qualche una quaglia o starna che una volta fermata e frullata la si farà rincorrere dal cane; a questo punto l’aiutante esploderà il colpo con la pistola a salve e se il cucciolone continuerà a rincorrere il surrogato significa che il tutto procede nei migliori dei modi. Bisogna evitare, anche se  si è sicuri che il cane non teme il colpo del fucile nei giorni in cui si effettua questo esercizio, di abbattere la quaglia o la starna in questione. Fatto ciò, nei giorni successivi, il colpo sarà sparato diminuendo gradatamente la distanza ed variando sempre gradatamente il calibro del fucile sino ad arrivare al 12. Questo aumento di calibro aumenterà coincidendo sempre con il lavoro fatto in casa; questo serve logicamente per capire quanto possiamo andare oltre (aumento intensità rumore = nuovo stimolo).  Quando si arriverà al punto di essere sicuri che il cane reagisce positivamente anche con calibri tipo il 20 sino ad arrivare al 12 si potrà abbattere il selvatico frullato dopo ESSERE STATO FERMATO  e farglielo riportare nonché aumentare il numero dei colpi esplosi (due-tre e così via) . Cuccioloni – Adulti Nei cuccioloni la cura alla paura del colpo di fucile è identica in parte a quanto sopra esposto. Innanzitutto bisogna capire cosa ha causato tale "paura" o timidezza; quindi la prima cosa da capire è il carattere del cane e provare a recuperarlo iniziando da zero e comportandosi come detto in precedenza. Esistono due vecchi metodi: il primo di origine belga e  simile a quello citato in precedenza ed il secondo tedesco. Ecco quello che il cinologo belga consiglia: Se la persona che accompagna il cane allorchè si manifesta l’inaspettato rumore cerca di calmare il suo allievo e si occupa di lui, rendendo chiaro al cane che l’attenzione della persona gli è rivolta, si ottiene il risultato opposto a quello desiderato. Quest’attenzione induce il cane a credere che è l’uomo a provocare il rumore mostruoso ossia che è il padrone stesso a lanciargli contro le sue folgori terrificanti: avrà così la tendenza a fuggire lontano dallo sparo e dall’uomo. Si dovrà rovesciare la posizione mentale e persuadere il cane che proprio l’uomo è la sua protezione. Da ciò deriva di conseguenza che, al momento in cui si verifica il fragore, non bisogna dimostrare al cane nessuna attenzione, ma stare con lui in assoluta indifferenza; nessun gesto nessuna occhiata si rivolgano al cane immediatamente prima o immediatamente dopo lo sparo. Non bisogna neanche che il cane sia libero invece deve esser eal guinzaglio. L’allievo sarà indifferente allo sparo solo quando lo sparo stesso sarà passato, con l’abitudine, dal conscio all’inconscio. Per ottenere questo risultato , vi è una sola cosa da fare: ripetere l’atto. A poco a poco, avanzando molto piano e senza avere nessuna premura, si diminuirà giorno per giorno la distanza dalla quale un aiutante tirerà un solo colpo con una pistola a salve. Come l’allievo si sarà abituato  anche a breve distanza si passerà al fucile. Da principio lo sparo deve giungere al cane in uno dei seguenti momenti: 1) quando mangia; 2) quando esce col padrone per la passeggiata. Insomma i primi spari devono verificarsi da lontano e quando il cane è allegro. Successivamente gli spari potranno aver luogo anche al’aperto, sempre badando bene alla gradualità della distanza e facendo avvicinare l’aiutante soltanto quando l’allievo non ha più reazioni spiacievoli. Procedendo senza fretta la rieducazione del cane sarà coronata da successo. Il sistema tedesco è più rapido ma crudele. Al momento stesso in cui da gran distanza l’aiutante spara un colpo, si lancia davanti al cane un coniglio con una zampa un po’ legata in modo che non possa fuggire troppo lontano: l’allievo lo insegue, lo agguanta, lo riporta. Spesso l’effetto del sistema è sorprendente: il povero cane fino ad allora tremante allo sparo si trasforma in breve in un energico cacciatore di conigli che al colpo scatta senza timore. Col tempo gli spari si avvicinano gradualmente, prudentemente. Bisogna poi correggere con tatto l’allievo che s’è abituato alla scorrettezza d’inseguire la preda in cui ode il colpo che non lo spaventa più. Ma è ben più facile correggere l’inseguitore che non il tremante allo sparo! – Se si segue  la progressione del primo articolo citato riguardo la progressione graduale effettuata su cucciolo durante la crescita, quando si arriverà al punto di portarlo in campagna gli si  farà incontrare vari selvatici, facendoli rincorrere senza richiamarlo eventualmente assieme ad altro cane non timoroso;  questo per  diverse uscite. Questa serie di uscite serviranno per far appassionare il cane ed entrare in amicizia con l’altro; in seguito si porteranno entrambi i cani su selvaggina  e si sparerà con la pistola a salve di piccolo calibro  ad una certa certa distanza (non meno di quindici metri) mentre rincorrono la selvaggina; si ripeterà questo diverse volte sino a quando si capirà che il cane non teme più il colpo della pistola. Se il cane migliora lo si porterà da solo in campagna e si sparerà con abbattimento solo se la selvaggina è stata fermata correttamente, lodando  il cane molto, anche se dimostrasse un pò di timore. Se questo sistema non funzionerà, ma il cane normalmente sarà franco e senza timori, e la paura viene fuori solo con il colpo di fucile, si potrà  provare con un sistema drastico che consiste nello sparare un colpo (non bisogna usare subito il calibro 12, ma calibri minori o altro) mentre il cane abbassa la testa nella ciotola per mangiare; se il cane si spaventerà e si nasconderà nella cuccia, si dovrà togliere la ciotola SENZA dire niente e ridarla il giorno dopo, con la stessa procedura, ripetendo fino a che il cane, preso dalla fame, se ne frega del colpo di fucile e seguita a mangiare. A quel punto il cane è guarito! Resta inteso che se il cane si spaventerà durante questa tecnica non dovrà mangiare altro fino al giorno successivo. Se però il cane, anche durante la giornata dimostrerà timidezza e spavento provocati da rumori diversi dal colpo di fucile questo sistema probabilmente non otterrebbe risultati validi. Se dopo tutte queste tecniche-accorgimenti non si avranno risultati soddisfacienti il soggetto in questione sarà da scartare e da NON utilizzare nella riproduzione.                                                           A cura di   CORVAGLIA Salvatore [Nick forum: Siska]