La pesca subacquea a questo animale è decisamente una fra le più difficili, sia sotto l’aspetto fisico che mentale: le quote spesso rilevanti, le apnee richieste e le tecniche utilizzate per insidiare il dentice richiedono un allenamento e un’acquaticità notevoli, unite ad una tecnica sopraffina e soprattutto ad un indispensabile autocontrollo.
Bisogna cioè conoscere i propri limiti, sapere fin dove poter arrivare in sicurezza, il che si risolve anche col saper rinunciare ad una possibile cattura: se i tempi della sommozzata si allungano pericolosamente, in attesa che i dentici si avvicinino, il rischio di incappare in un incidente sincopale diviene troppo alto ed una opportuna risalita testimonierà soltanto la raggiunta maturità e autodisciplina di cui sopra.
I dentici potremo sempre “fregarli” dopo!!!
Il dentice viene prevalentemente insidiato all’aspetto, con armi lunghe, preferibilmente veloci e dotate di mulinello;
l’asta sarà munita di doppia aletta, questo per scongiurare la possibilità che la stessa si sfili dalla ferita, la quale, vista la fragilità delle carni e la violenta reazione del pesce appena colpito, si “apre” abbastanza facilmente.
Per quanto concerne l’azione di pesca, la capovolta sarà fluida, mirata ad evitare rumori controproducenti (ad es. non dovremo “mulinare” con le pale non ancora sotto il pelo dell’acqua) e la conseguente discesa composta, senza bruschi movimenti che potrebbero allertare i pesci.
Discorso a parte meriterebbe il boccaglio, che comunque è sempre bene sfilare dalla bocca per motivi di sicurezza, sia che lo si allaghi prima della capovolta, sia che lo si faccia nei metri immediatamente successivi alla stessa.
Se durante la discesa non avremo la fortuna di individuare i dentici, cosa che ci faciliterebbe almeno nella scelta della direzione d’appostamento, una volta giunti in prossimità del fondo non sceglieremo a caso la “posta” di caccia, ma staremo attenti ai segnali che il mare saprà fornirci: morfologia del fondale, direzione delle correnti, comportamento della mangianza, presenza o meno del taglio freddo, ecc.
Le variabili sono così tante e l’argomento così vasto, che richiederebbero davvero troppo spazio e le considerazioni qui riportate sono da considerarsi di solo carattere generale.
Il riparo che sceglieremo dovrà nasconderci per gran parte del corpo e al contempo permetterci una sufficiente visuale; preferibilmente sarà tale da riuscire a disporci col sole alle spalle, di modo che i dentici abbiano maggiori difficoltà nel riconoscere la nostra figura.
A questo punto, se non avremo commesso errori (e soprattutto se la balena non avrà fatto quello che tutti saprete…) potremo scorgere i dentici che inizieranno ad avvicinarsi:
il carosello di inseguimenti che ne segue, i colori dell’intero branco, quei musoni autoritari che sembra vengano a reclamare il loro dominio su quel tratto di mare, costituiscono uno degli spettacoli più affascinanti e agognati dal sub, e insieme uno dei più tremendi per il suo sistema nervoso!
Ma la calma in questi momenti è essenziale: bisogna rimanere lucidi, non fare rumori o movimenti affrettati e ritrarsi ulteriormente dietro al riparo, assottigliare sempre di più la nostra figura in modo da incoraggiare il dentice ad avvicinarsi il più possibile, fino alla distanza utile per il tiro.
All’atto dello sparo, bisogna poi tener presente lo straordinario scatto di cui il dentice è dotato, che in alcuni casi, infelicissimi per il pescatore (ma perlopiù dovuti a tiri approssimati o lunghi), può permettergli di evitare l’asta già in corsa: può capitare inoltre che, sparando il dentice di muso, si finisca col colpirlo a centro corpo, proprio a causa della velocità dello scatto.
Il pesce centrato (si spera!), generalmente ha una reazione furibonda nei primi istanti, per poi intanarsi appena possibile nel primo taglio o spacca che trova; tuttavia è sempre meglio controllarne la fuga, per riuscire a recuperarlo senza eccessive difficoltà, soprattutto se si opera a profondità elevate (è ovviamente indispensabile il mulinello).
A questo punto stringeremo il pescione tra le mani se tutto è stato svolto a regola d’arte….ora però andiamo a mare,mica è così semplice! 🙂
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