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In vista dell’autunno e pur nell’auspicio di una situazione sanitaria ottimale, Federcaccia chiede alle Istituzioni nazionali certezze per la stagione venatoria 2021-22. Un richiamo alle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Il clima torrido di questa estate è reso ancora più arroventato dal confronto fra contrapposte posizioni in tema di vaccinazioni Covid e Green pass. Non è compito né intenzione della Federazione Italiana della Caccia esprimere indirizzi per conto o nei confronti dei propri associati su questo tema, estremamente personale e sensibile.

Tuttavia, non ci possiamo esimere dall’invitare a riflettere attentamente sulle parole pronunciate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e in particolare a quel suo auspicio a far prevalere il senso di comunità e di responsabilità collettiva per il bene comune. “La libertà è condizione irrinunziabile – ha affermato il Presidente – ma chi limita oggi la nostra libertà è il virus non gli strumenti e le regole per sconfiggerlo”. Strumenti e regole che, comunque la si pensi, ci riguardano tutti come cittadini.

La scorsa stagione l’attività venatoria è stata fortemente penalizzata dai provvedimenti riguardanti la libera circolazione e malgrado gli sforzi compiuti, solo in qualche regione è prevalso il buon senso di riconoscere come la caccia per sua stessa natura limiti al minimo i contatti interpersonali e quindi le probabilità di contrarre o trasmettere il virus.

Molta è stata la confusione, l’incertezza e la disparità di trattamento sul territorio nazionale e di conseguenza la giusta irritazione dei cacciatori. Ma non dimentichiamo anche le conseguenze sulla gestione faunistica e sulla sicurezza, messa a rischio dal moltiplicarsi senza controllo di quelle specie invasive e problematiche che senza la caccia hanno raggiunto livelli allarmanti, denunciati quotidianamente da organizzazioni agricole, Sindaci, Atc ed enti gestori.

Per questo motivo Federcaccia chiede sin da subito che nel disegnare le linee di azione e i provvedimenti per affrontare nella stagione autunno-invernale eventuali recrudescenze del virus, lo svolgimento dell’attività venatoria – che richiama aspetti sia individuali che di interesse collettivo – venga tenuta in massima considerazione e soprattutto sia fatta oggetto di una specifica e univoca regolamentazione nazionale basata su dati oggettivi.

Se Green pass deve essere, crediamo che niente sia più “green” del trascorrere le giornate in solitudine nella natura, nei boschi o in montagna. Se poi il cacciatore è anche vaccinato il dubbio neppure si dovrebbe porre.

Ufficio Stampa Federazione Italiana della Caccia

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