La Commissione europea ha provveduto a rispondere all’interrogazione parlamentare presentata dall’on. Sergio Berlato, Deputato italiano al Parlamento europeo, con cui si chiedeva se fosse utile inserire i cacciatori come protagonisti nell’operazione di monitoraggio del territorio per contribuire alla precoce individuazione dell’influenza aviaria nella fauna selvatica, anche attraverso l’utilizzo dei richiami vivi.
Nella sua risposta la Commissione europea sottolinea come i cacciatori svolgano un ruolo significativo nella precoce individuazione dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) nei volatili selvatici. Questo ruolo viene riconosciuto e sostenuto dalla normativa dell’UE, in quanto fondamentale per segnalare rapidamente eventuali casi di mortalità anomala o focolai importanti della malattia nella fauna selvatica, soprattutto di quella acquatica. In particolare, la Commissione rimarca come l’autorità competente possa autorizzare, nel quadro di un programma di sorveglianza dell’influenza aviaria e in funzione della valutazione della situazione epidemiologica, l’utilizzo di uccelli da richiamo degli ordini anseriformi e caradriformi anche in zone ad alto rischio.
“Siamo lieti di constatare che le Istituzioni comunitarie abbiano sottolineato ciò che diciamo da sempre” scrive in una nota l’on. Sergio Berlato, Deputato italiano al Parlamento europeo.
A seguito di questo pronunciamento ufficiale da parte della Commissione europea, ci auguriamo che non avvenga più in Italia quello che è avvenuto nel corso della stagione venatoria che si sta concludendo, quando è stato sospeso ingiustamente l’uso dei richiami vivi con il pretesto del manifestarsi di un focolaio di influenza aviaria in Olanda.
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