Nel bel mezzo di un’emergenza sanitaria, economica, occupazionale e sociale senza precedenti, questo governo traballante crede di aiutare gli italiani in gravi difficoltà aumentando le tasse ed i balzelli.
L’ultima chicca in ordine di tempo è rappresentata dall’innalzamento dei massimali delle polizze assicurative previste per la Responsabilità Civile verso Terzi derivante dall’uso delle armi o degli arnesi utili all’attività venatoria, indicati all’art. 12 comma 8 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, sancito con un Decreto del 23 dicembre 2020 e pubblicato in questi giorni sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
Per ogni Sinistro si passa dai precedenti 516.456,89 Euro agli attuali 903.283,12;
Per quanto riguarda il massimale per ogni persona danneggiata, si passa dai precedenti 387.342,67 Euro agli attuali 677.462,34;
Per quanto riguarda i massimali per danni a persone o cose, si passa dai precedenti 129.114,22 Euro agli attuali 225.820,78;
Per quanto riguarda gli infortuni correlati all’esercizio dell’attività venatoria, il massimale passa dai precedenti 51.645,68 Euro agli attuali 90.328,31.
Questo aumento, che in realtà equivale quasi ad un raddoppio dei massimali previsti per legge, comporterà molto probabilmente un aumento del costo della licenza per i praticanti l’attività venatoria, cosa ben diversa da quella dell’impegno di valutare la possibilità di ridurre il costo della licenza per l’anno 2021 per ristorare parzialmente i cacciatori italiani del danno subito nell’aver pagato per intero tutte le tasse di concessione relative all’anno 2020, essendo stato loro impedito di esercitare l’attività venatoria per la maggior parte della stagione venatoria con il pretesto dell’emergenza sanitaria per precisa volontà del governo che, se avesse voluto, avrebbe invece potuto equiparare l’attività venatoria alle altre attività sportive che si esercitano all’aperto nel rispetto del distanziamento sociale e nel pieno rispetto delle normative vigenti, permettendo quindi a tutti i cacciatori italiani di andare a caccia indipendentemente dalla colorazione della propria regione.
Questa ulteriore mancanza di rispetto nei nostri confronti conferma la necessità di unire le forze tra tutti i portatori della Cultura rurale, se vogliono garantire un futuro dignitoso alle loro attività.
Il Presidente dell’Associazione per la Cultura Rurale
on. Sergio Berlato
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