Era l'alba dell'otto di dicembre del 1963

 

In quegli anni, essendomi trasferito nella città di Massa, andavo a caccia nel palulde del lago di Porta nel vicino comune di Montignoso, dove oggi c'è niente meno che un golf club. Quella mattina ero arrivato di buon ora come sempre, però, avevo trovato parcheggiate vicino all' argine del lago più auto del solito.  Scesi dalla macchina con il mio cane, una Springer Spaniel che allora aveva dodici anni (Briglia) e trovai subito un vecchio capannista che aveva il suo appostamento appena di là dell' argine. Ci mettemmo a parlare per qualche minuto e lui mi disse che la sera avanti aveva visto buttarsi una beccaccia nelle macchie vicine al fosso di scrico del lago che erano lì vicine.

Seguendo il suo consiglio entrai nel folto di quelle macchie, cominciai a trovare cacciatori con cani che solo a vederli incutevano rispetto e ammirazione, Setter, Pointer, Breton, io, con la mia Vecchia tornai indietro e andai a cacciare addirittura sull'altra sponda del fosso, non ritenendo opportuno restare lì.

Verso le nove, quando ormai avevo sentito diverse auto andare via riattraversai il fosso  e tornai a cacciare da dove ero partito, ma più che altro perchè era una zona dove a volte avevo trovato qualche gallinella o porciglione, che la Briglia apprezzava più di dieci fagiani.

Fatti appena pochi metri fra le macchie che finivano a raso all'acqua del fosso vedo il cane cacciare in modo frenetico ed ecco che parte la Signora, gli sparo due fucilate, la prima a vuoto e la secondo quando ormai stava per sparire tra gli alberi dell'argine, subito la Briglia parte di corsa e scompare tra la vegetazione ed io rimango lì come uno scemo certo di non averla presa.

Dopo circa tre, quattro minuti veri di orologio ecco la Springer con in bocca la beccaccia  completamente fradicia, così ho capito che la regina era caduta nel fosso e che Lei si era buttata a riprenderla lungo il corso della corrente.

Questo è stato l'ultimo animale importante ucciso con la mia cagna, morta un anno dopo.  Un ricordo che mi fà sempre piacere e che mi fà pensare che il cane in caccia ha sempre tanti punti più dell'uomo e che per farti felice sa sacrificarsi ed anche correre qualche pericolo.

Addosso a quella beccaccia trovai un solo pallino (n.10) nelle schiena.

 

Aveva ragione Lei, l'avevo presa!!!

 

 

 

Autore del racconto: STEFANO BINI Email: [email protected]