Silvilago o Minilepre..

Il Silvilago o Minilepre  appartiene alla famiglia dei leporidi (ordine: lagomorpha) ed è originario della parte meridionale del Nord America, dove, presente in gran numero e conosciuto con l’appellativo di cottontail  (coda di cotone), costituisce una delle selvaggine più diffuse.
Nel 1966 i cacciatori di Pinerolo ricevettero da un compatriota emigrato negli Stati Uniti una dozzina di esemplari e li liberarono sulle rive del Pellice. Gli animali si ambientarono rapidamente e, grazie ad eccezionali qualità riproduttive, iniziò a diffondersi in Piemonte.
Attualmente è presente con buone concentrazioni nelle aree pianeggianti e collinari del Piemonte e, localmente grazie a successive introduzioni, nel nord-est e in Toscana. La minilepre è un animale di media taglia, di struttura simile a quella del coniglio selvatico, ma con orecchie e coda più brevi, ha una lunghezza media attorno ai 40 cm ed un peso medio di poco più di 1 Kg. Il mantello è costituito da peli brevi e morbidi, di colore grigio con tonalità rossicce ed ocra, con gli apici dei peli spesso neri, nel complesso molto mimetico, variabile, identico nei due sessi. La testa è piccola con brevi orecchie dagli apici neri. Tipica e distintiva, ben nota ai cacciatori, la coda bianca e fioccosa che le ha valso il nome americano. L’attività della minilepre è prevalentemente crepuscolare, durante la notte si ciba di molte specie di vegetali, mentre di giorno trova riparo in un covo. Ama il folto e la si trova i zone a vegetazione erbacea, boschi, macchie, siepi, roveti e cespugli fitti, lungo i corsi d’acqua e sui bordi di strade e ferrovie. Si riproduce dalla primavera alla tarda estate, ciascuna femmina può portare a termine fino a 7 gravidanze per stagione dando alla luce, dopo 27 giorni di gestazione, 3/8 piccoli, i quali all’età di circa 4 mesi sono sessualmente maturi, potenzialmente in grado di riprodursi già nella stagione in cui sono nati. La minilepre si caccia prevalentemente con i cani da cerca e da ferma, meno con cani da seguita. Il tiro è quasi sempre rapido, di imbracciata, ravvicinato; sulla levata dell’animale ci sono pochi secondi prima che lo stesso si nasconda di nuovo alla vista, aiutato dall’ambiente in cui ama vivere. Nel folto la corsa è breve, scattante e con scarti improvvisi, mentre una volta allo scoperto può raggiungere i 70 Km/h, ma non possiede una grossa resistenza. Per questi motivi la si caccia prevalentemente con fucili con canne corte per un migliore brandeggio nel folto, poco strozzate. Risulta utile l’utilizzo in prima canna di cartucce dispersanti, caricate con piombo 8-10, soprattutto per non rovinare gli animali che spesso vengono colpiti a breve distanza.