PREMESSA

La mia passione per le pavoncelle inizio’ lo scorso anno. Giravo per le nostre piccole pianure piene di case in modo sconclusionato. Prima provavo a incarnierare un beccaccino, sempre quello che ogni volta mi faceva fesso, poi in qualche canaletto una gallinella, poi correvo dietro un branco di allodole. Non sapendo che fare andava bene tutto tanto era il primo anno di licenza.

Passando vicino a un campo vidi un uccello, non lo avevo mai visto dal vivo ma subito capii che era una pavoncella. Scesi dalla macchina per prendere il fucile e provare ad avvicinarmi, ma da dietro arrivo una macchina. Rimontai in macchina e mi accostai. Dentro la macchina c’erano dei cacciatori che pensarono di fare come me. Uccisero la pavoncella che stranamente si lascio avvicinare. Io li guardavo dal finestrino un po arrabbiato. Ad un tratto uno dei 2 mi fece “We maschie…non l’hai vista che era tonta tonta” allora mi avvicinai alla macchina e dopo 4 chiacchiere mi regalarono la preda. La guardavo esterrefatto, era un animale bellissimo. Decisi che da quel giorno mi sarei dedicato anche a quella caccia.

Rimediai dei vecchi stampi, costruii una giostra ma i risultati per quelle 2 volte che andai non furono buoni.

Girando per il forum mi ricordai che un ragazzo che era venuto alla cena era molto appassionato di pavoncelle. Ci contattammo tramite mp e ci demmo appuntamento al locale dei miei genitori.

Un caffe, qualche parola per prendere conoscenza meglio e la decisione Sabato andiamo a pavoncelle.

Il Sabato pero nevico e la cacciata fu rimanda alla domenica.

 

CACCIATORI DI PAVONCELLE

Sveglia alle 4.30, la macchina gia caricata. Fuori fa un freddo boia bisogna vestirsi. Pigiama 4 paia di calzetti, maglione mimetica e gilet, stivali per iniziare.

L’appuntamento con Luigi e alle 5. Arrivo all’appuntamento Luigi è gia arrivato, 4 chiacchiere mentre carichiamo la sua sacca con gli stampi sulla mia punto. Partiamo direzione bar per fare colazione. Dopo un piccolo contrattempo che ci costringe a tornare indietro (Luigi ha lasciato portafoglio e sigarette in macchina) ci dirigiamo verso il luogo di caccia.

Arriviamo, mentre indico a Luigi alcuni campi ai lati della strada frequentati dal Charadriiforme, la mia piccola ma arrancante punto percorre con facilita la strada dissestata, imbocchiamo la stradina per arrivare vicino al capanno e dopo un fallito tentativo di avvicinarsi ulteriormente al capanno attraverso il campo decidiamo di lasciare la macchina li dove è e portare stampi e capanno sulle spalle.

Io e Samuele avevamo approntato un capanno di frasche  ma l’ubicazione non è ideale quindi optiamo per il montaggio di quello di tela,( ricoperto poi completamente di cannucciole) operazione che svolgo io mentre Luigi mette gli stampi.

Pavoncelle  a destra e a sinistra, poi piu’ lontano pittime a sinistra e cornacchie a destra, 2 gruppetti di storni leggermente vicino al capanno, persino 2 gazze su un alberello li vicino.

Appena finito di montare che “ffiiiiiii” “Cazzo” esclama turquiloquiamente Luigi “entriamo nel capanno che arrivano le fife” appena dentro vediamo il brancone che sfila  sui 100 metri avanti a noi. Passa un po’ di tempo e le pavoncelle non si vedono quindi ci sediamo e beviamo un te caldo portato da Luigi. Appena finito di bere il te vedo una freccia che piomba sul gioco e con innumerevoli esibizioni di volo acrobatico si mette sul corridoio tra gli stampi. Io tremo tutto non avevo mai provato una simile emozione. Guardo Luigi con occhi quasi di paura e lo incito a sparare. Luigi tira fuori il fucile e boom, la pavoncella si alza illesa, mi alzo anche io dal mio seggiolino e gli tiro 3 botte dietro ma va via. Non ci uscivano parole, non riuscivamo a spiegare il fatto eravamo  passati da una grande emozione positiva a una negativa. L’unico rimedio era ucciderne una subito. Ci rimettiamo dentro e dopo poco sento uno strano verso Luigi prontamente fa “incredibile stanno a passa i pivieri oggi e una gran giornata me lo sento”

Infatti non passa molto che vediamo un branco di pavoncelle  prendere il vento e planare sopra. Se per una tremavo per un branchetto sembro passatemi il brutto esempio malato di parkinson.

Luigi mi fa “Pronto?” Io “Ci provo”. Passa a tiro il branco mi alzo in un istante che sembra interminabile sento Luigi che spara e non cade nulla, io sparo niente, riparo niente, in un istante mi rendevo conto che stavo sprecando una opportunita che la natura concede poche volte o che almeno fino ad allora non mi aveva mai concesso. Tutto cio mi e passato per la testa prima di tirare il grilletto per la terza volta, sapevo che la mano non poteva tremare come aveva fatto le prime 2 volte, misi la canna sulla pavoncella più vicina(che cmq stava sui 50 metri ) e bom una pavoncella cade a terra, ci guardiamo e ci abbracciamo. Corro a raccogliere la pavoncella col fucile imbracciato, ormai doveva essere nostra non poteva sfuggirci, ma la pavoncella era rimasta fulminata e il mio cannone non doveva piu’ tuonare.

Erano ormai le 9 e vedo arrivare una macchina “ Una polo grigia” esclamo  “E’ arrivato Samuele”.

Infatti era proprio lui, ci raggiunge nel capanno dove mentre si svolgono le dovute presentazioni con Luigi, io lo sfotto goliardicamente per il tardo orario di levata dal caldo letto.

Ci mettiamo nel capanno ma entriamo stretti, nel frattempo Samuele tira fuori un contenitore pieno di pasticcini e noci ricoperte di cioccolato che Luigi sembra gradire particolarmente.

Premetto che da qui in poi il tempo non lo misurerò più in ore e minuti poiché le emozioni si sono susseguite con una tale forza da toglierci la cognizione del tempo.

Troviamo posto nel mio capanno autocostruito che per quanto largo mal si adatta a tre persone sedute.

Samuele spalle al gioco controlla la situazione da dietro attraverso il muro di cannucciole che ci coprono alle spalle.

Nel tempo che passa abbiamo piu volte modo di notare cacciatori che svolgono cacce meno impegnate delle nostre; c’è quello che con un cane passeggia lungo il fiume a una ventina di metri dalla pista ciclabile e tira ai merli che gli partono dalle edere, di tanto in tanto probabilmente buca con un pallino la ruota di qualche ciclista, ci sono persino due cacciatori che arrivano e col fucile spianato entrano in una casa abbandonata davanti a noi, lasciandoci sbigottiti, ma la curiosita dura poco quando escono e mentre uno tira i sassi sul tetto uno spara ai piccioni padellandoli.

Che volete che vi dica, sono superbo se vi dico  che li col gioco spianato da alcune ore e solo una pavoncella in carniere vedendo queste scene mi sentivo un vero cacciatore e reputavo tali i miei amici? Forse lo sono. Ma che ci volete fare sono cosi mi piace spaventosamente sentirmi esponente di un arte elitaria, per pochi, nobile, sacrificata e mi piace condividere del tempo con gente che reputo tale Cacciatori Veri non sparatori.

Le nostre risate e i miei pensieri aristocratici sono pero subito tolte di mezzo dall’emozione quando sentiamo il fischio di una fifa che rapidamente viene al gioco e si mette tra gli stampi.

E li splendente, ci ha gia beffato una volta questa volta non deve sfuggire: spariamo insieme sull’unico bersaglio, senza contare e senza dire parole spariamo nello stesso identico istante come se le nostre menti fossero collegate. Il colpo è unico, sordo, la pavoncella viene scaraventata via, spostata dal piombo.

Luigi raccoglie e  ci tranquillizza, la bellezza della fifa non è scalfita nonostante il doppio colpo. Un pezzo alla volta stavamo facendo carniere. Nel frattempo che si fa? Prosciughiamo il termos di the portato da Luigi, svuotiamo il contenitore con i dolcetti fatti dalla mamma di Samuele.

Nel mentre che il tempo passa la situazione sembrava un troppo tranquilla, non si vedeva una fifa volare. Questa fu solo la conferma che l’apparenza è ingannevole.

Ci eravamo alzati in piedi per sgranchirci un po e mentre i miei compagni fumavano io mi gustavo il te ormai diventato quasi freddo.

D’un tratto senza preavviso alcuno quattro fife vengono da dietro e non vedendoci 3 si mettono sugli stampi e una piu’ lontano.

I nostri riflessi assopiti dalla stanchezza e dal freddo si svegliano tutto d’un tratto e come per magia ci troviamo tutti e tre in ginocchio pronti a sparare.

Io e Luigi miriamo ognuno ad una preda, Samuele non c’entra a sparare quindi si tiene pronto a ribattere in caso di errore. Spariamo anche questa volta simultaneamente due pavoncelle ribaltate mi alzo per sparare alla terza che si è involata ma sono preceduto da Samuele che con prontezza butta giu le terza pavoncella. La quarta si becca le restanti fucilate ma va via illesa vista l’enorme distanza. Ci guardiamo negli occhi increduli e decidiamo di andare a raccogliere le nostre prede.

Usciamo tutti e tre, cautamente a causa delle armi cariche, ognuno ha cosi l’onore di raccogliere la sua preda, chi mai ha il diritto di togliere questa soddisfazione al bravo cacciatore?

Eppoi servivano quattro passi per smorzare l’emozione che ancora ci faceva tremare le gambe.

Mentre ci avviamo sul luogo della caduta vediamo una fifa credere al gioco nonostante la nostra presenza, giù tutti a terra sull’erba bagnata, la pavoncella prende il gioco ma ci nota, 

“Dagliela che tanto senno se ne va” mi dice Luigi. Io mi alzo di scatto miro, la virata dell’animale e lenta ma la distanza è notevole. Sparo la prima non va, cade di seconda. Corro a raccoglierla mentre gli altri raccattano le altre.

Nel capanno le mettiamo tutte insieme in un angolino dove non si rovinano il bellissimo piumaggio mentre Luigi con aria soddisfatta esclama “ Siamo stati bravi ragazzi”.

Il tempo continua a passare ormai si è fatto tardi stiamo per uscire e smontare quando altre due fife vengono da dietro, prendono il vento ed entrano lateralmente sugli stampi. Una  è vicinissima a tiro, l’altra vistosamente fuori dagli stampi oltre i 35 metri. Tiriamo io e Luigi a quella a tiro, booom ribaltata, quella fuori dagli stampi invece di dirigersi lontano taglia da sinistra a destra davanti a noi, è lontano ma ci provo, avevo due colpi, cade col secondo ad una distanza veramente notevole.

Oramai la sequenza è ripetitiva e usciamo a raccogliere.

Ormai si è fatto tardi sono almeno le  tre siamo stanchi e non si vede più nulla decidiamo di smontare. Mentre lo facciamo il branco ci passa sopra ancora una volta pero alto. Le guardiamo soddisfatti, per oggi hanno dato il loro contributo alla nostra passione. A presto splendido animale.

La giornata si conclude con un giretto lungo il fiume cosi per passeggiare un po’ e un sostanzioso e delizioso pranzo\ merenda offertoci gentilmente dalla famiglia di Samuele.