Premetto che sono un cacciatore migratorista da sempre e quindi non ho il cane anche perchè ritengo che i cani debbano tenerli quelli che abitano in una villa o in campagna e non chi vive in appartamento: è una mia opinione personale!Dunque siamo nell’autunno 1968 e da pochissimo ho acquistato un semiautomatico BREDA con canna da cm71 e due stelle di strozzatura (prezzo £ 90.000).E’ un pomeriggio verso le 16,30 quando sto uscendo dal portoncino di via Forcella (la casa dove abito occupa un intero isolato ed ha l’ingresso principale nell’altra strada) quando vedo Paolo con il padre don Ciccio a bordo della 500 vestiti da caccia.La mia domanda è ovvia e spontanea.” Dove cavolo andate a quest’ora?”.Allora Paolo sorridendo mi dice che sono diretti a Monte Guarini all’aspetto alla beccaccia (per la cronaca Monte Guarini è la pineta sopra il paese di Fasano dove oggi c’è il famoso Zoosafari).In un baleno dico:”Vengo con voi!”.Non mi cambio neppure;salgo sopra velocemente, prendo il fucile e la cartucciera e mi infilo nella 500.Dopo circa 10/15 minuti siamo arrivati.Mi dicono di entrare nella pineta,che è in salita,e trovare un posto con un pò di visuale.Salgo di un 30/40 metri e mi fermo in un posto che mi sembra idoneo.Annotta velocemente.Sono abbastanza scettico quando alle 16,55,come mi avevano detto,vedo 2 uccelli che invece di scendere salgono.Due rapide fucilate in direzione perchè sono nella penombra e non vedo niente nè sento rumore di qualcosa caduto a terra.Dopo altri 5 minuti (ormai è buio completo),ridiscendo verso in compagni.Appena fuori della pineta vedo Paolo che con una punta d’invidia mi porge una beccaccia;era una delle 2 che avevo sparato che dopo un ampio giro era andata a cadere proprio vicino a Paolo.Me la rigiro tra le mani non so quante volte e dopo averla pesata (gr.420) mi documento in maniera più approfondita su di essa leggendo il catalogo Bolaffi del cacciatore e delle armi del 1963 (che ho ancora!).Rapito dal fascino della beccaccia,non me ne vogliano i veri beccacciai ma di beccacce così ne ho ammazzate ancora tante.

Riccardo Turi