Pulci e zecche rappresentano un problema tipico delle stagioni più calde an­che se, le pulci soprattutto, posso­no essere presenti tutto l’anno in condizioni climatico-ambientali favorevoli.

 
PULCI
Sono insetti di piccole dimensioni (uno o due millimetri) che si posso­no trovare sulla superficie cutanea degli animali domestici.
Sono molto attive e mobili e lasciano sulla cute piccoli detriti nerastri, che altro non sono che feci costi­tuite da sangue digerito.
L’animale domestico infestato è spesso irrequieto, agitato e si mordicchia nervosamente. In alcu­ni soggetti allergici alle pulci si può, inoltre, sviluppare una dermatite al­lergica che richiede un trattamento specifico oltre, ovviamente, all’eli­minazione del parassita.
Ulteriori complicazioni possono so­pravvenire per autotraumatismo conseguente all’insistente gratta­mento.
La pulce può, occasionalmente, pun­gere anche l’uomo.
Ciò non rappresenta, perlomeno alle nostre latitudini, un notevole rischio sanitario. Nel cane e nel gatto, inve­ce, la pulce può trasmettere malattie infettive. La lotta alle pulci si attua attraverso tre tappe fondamentali: eliminazione dell’in­setto adulto, delle larve e delle uova; controllo dell’ attività riproduttiva delle pulci; igiene ambientale.
 
Eliminazione dell ‘insetto adulto, delle larve e delle uova
Gli ectoparassiticidi si possono pre­sentare sotto forma di: spray, polve­re, spot-on, nebulizzatore, collari. Molti prodotti tuttora in commercio, come gli ini­bitori dell’ acetilcolinesterasi quali organo-fosforati e a certi carbanuna­ti, sono molto tossici.
Più tollerati sono: gli estratti del piretro, le permetrine, sumitrin, dia­zinone ecc., anche se bisogna stare attenti alla somministrazione nei cuccioli e nei gatti.
Sicuramente migliori dal punto di vista della sicurezza e dell’ efficacia sono prodotti più moderni quali il fi­pronil, l’imidacloprid, il selamectin.
 
Le pul­ci non trascorrono la loro vita sul corpo dei nostri animali, in quanto alcune fasi del loro sviluppo av­vengono nell’ambiente. E’ meglio quindi preferire quei prodotti che per formulazione consen­tano un’ attività potratta dell’insetticida (ad esem­pio molecole microinca­psulate), anche se, come terapia d’attacco, può es­sere utile anche un tratta­mento con uno shampoo parassiticida.
 
Controllo dell’attività riproduttiva delle pulci
Di recente è stata introdotta sul mer­cato una molecola che inibisce la crescita parassitaria: il lufenu­ron.
Questo principio attivo somministra­to all’animale mensilmente per os (ma anche per via parenterale) è in grado di inibire la sintesi di chitina, principale componente della cuticola che costituisce l’ esoscheletro delle pulci.
L’ efficacia si manifesta in un periodo più lungo di tempo.
Va, quindi, spesso associato a un pa­rassiticida e somministrato per un periodo continuativo di sei mesi o più all’anno.
 
Igiene ambientale
È consigliabile eliminare coperte, teli, cuscini adibiti al riposo del­l’animale, aspirare bene con un’a­spirapolvere, eliminandone poi il sacchetto.
Utili sono anche gli apparecchi a va­pore per il lavaggio delle superfici. Infine si può passare a un trattamen­to chimico dell’ambiente con pro­dotti parassiticidi in varie formula­zioni adibiti selettivamente a questo scopo (da non utilizzare mai diretta­mente sull’animale).
 
ZECCHE
Sono acari di grandi dimensioni che si sviluppano prevalentemente in condizioni di clima caldo e umido. Ne esistono di diverse specie, tutte ematofaghe.
A differenza delle pulci possono rappresentare un grave rischio sa­nitario, in quanto veicolo di pato­logie gravi e spesso mortali degli animali, ma anche, sporadicamen­te, dell’uomo (malattia di Lyme, oltre a vari tipi di Rickettsiosi).
Per le loro dimensioni e per il fat­to che con l’ipostoma (rostro) ri­mangono letteralmente infilate nella cute degli animali, sono fa­cilmente identificabili. Forme e colori sono diversi a se­conda della specie, del sesso e del­la fase di sviluppo.
Le zecche, a seconda della specie, possono compiere il loro ciclo vi­tale su uno, due o tre ospiti.
Una parte la compiono, comun­que, nel terreno ove possono vive­re molto a lungo resistendo anche alle temperature più rigide.            
Se presenti in numero limitato, le zecche possono essere asportate manualmente, possibilmente dopo averle stordite con un batuffolo imbevuto di alcol o etere.
Una volta asportate vanno distrut­te ed eliminate evitando di schiac­ciarle (per non contribuire alla dif­fusione di uova nell’ambiente).
Conviene, poi, far seguire un trat­tamento antiparassitario utilizzan­do prodotti già citati a propo­sito delle pulci.

I già menzionati inibitori della crescita non sono efficaci nei con­fronti delle zecche. Esistono, inol­tre, prodotti specificatamente de­dicati alla lotta contro le zecche quali la flumetrina.

Se si viene punti da una zecca cosa bisogna fare?
Una volta che attaccata alla pelle si è trovata una zecca, questa va estratta con una pinzetta afferrandola nel punto in cui è più adesa al piano cutaneo. Va quindi tolta facendo attenzione a tirare verso l’alto senza schiacciarla per evitare che “vomiti” il sangue già succhiato dentro il nostro corpo. Se, come capita spesso, dopo l’estrazione rimane il rostro nella pelle (cioè la parte con cui la zecca si attacca) questo va estratto aiutandosi con un ago sterile da siringa. Bisogna poi disinfettare la parte colpita, verificare lo stato di vaccinazione contro il tetano e annotare sul  calendario il giorno in cui è avvenuta l’estrazione. 

E cosa non fare?
Contrariamente a quello che si consigliava una volta,  la zecca non va uccisa con gocce di olio o con altre sostanze in quanto questa procedura provoca vomito e quindi reflusso di sangue dalla zecca dentro il nostro corpo.
La zecca non deve essere bruciata con sigarette, aghi arroventati ecc., né va tolta con le dita per il rischio di contagio per l’operatore. Solo una volta estratta la si deve bruciare prima di gettarla.

Quali gli errori da evitare?
Bisogna innanzi tutto considerare che perché la zecca trasmetta malattie deve a sua volta essere infetta, cosa che è tutt’altro che frequente, anche se la percentuale di zecche infette varia da regione a regione.
L’errore più grave è allora quello di iniziare una terapia antibiotica per prevenire un evento che raramente si verifica e che si ha tutto il tempo eventualmente di affrontare. Il risultato sarebbe peggiore del male perché un eventuale infezione si renderebbe più subdola e più difficile da riconoscere.
Inoltre va ricordato che l’uso non appropriato degli antibiotici genera resistenze ai germi che provocano le comuni malattie infettive.
È utile piuttosto saper cogliere i primi segni di malattia.

Come prevenire?
La cosa migliore è prevenire la puntura di zecca.


1. Indossare vestiti chiari rende più facilmente identificabili le zecche, che sono scure, per rimuoverle prima che si attacchino alla pelle
2. Usare vestiti con maniche lunghe e pantaloni dentro ai calzettoni o agli stivali
3. Non camminare dove l’erba è più alta e non sedersi sull’erba
4. Al ritorno da una gita in zone che potrebbero essere infestate da zecche lavare i vestiti ad alte temperature
5. Prima di fare la doccia o il bagno ispezionare tutto il corpo con l’aiuto di un’altra persona alla ricerca della zecca

Come si può immaginare, però, queste precauzioni sono difficilmente attuabili se il bambino si trova da solo al campeggio. Al fine di non terrorizzarlo e non trasformargli la vacanza in un inferno, sarebbe necessario istruire gli animatori del campeggio affinché a fine giornata aiutino i bambini a controllare le zone cutanee che più facilmente possono essere state attaccate dalla zecca (specialmente il capo fra i capelli ma anche braccia, gambe, addome o dorso).
Le sostanze repellenti da spruzzare sulla pelle possono essere efficaci, ma non sono indicate per i più piccoli e comunque non vanno lasciate al libero uso del bambino per i rischi di tossicità.
 

E le zecche del cane e del gatto?
Non trasmettono la Malattia di Lyme ma possono trasmettere, anche se raramente, altre malattie. La cosa migliore è usare i prodotti repellenti sull’animale.

Cosa è la Malattia di Lyme?
È una malattia infettiva che si sviluppa in modo lento, nel corso di settimane, e quindi si ha  la possibilità di intervenire per tempo senza che si propaghi fino a provocare danni a varie parti del corpo. Il segno iniziale che va riconosciuto è l’eritema. La zona cutanea colpita dalla zecca diventa progressivamente rossastra: è quello che viene definito eritema migrante in quanto caratteristicamente si allarga e prende la forma di un anello perché spesso si schiarisce al centro. L’unica cosa che si deve fare è controllare giornalmente, per 30-40 giorni, la pelle in cui si era attaccata la zecca. Se compare un qualsiasi eritema bisogna rivolgersi subito al medico, il quale potrà prescrivere le cure appropriate che consistono in antibiotici per almeno 3-4 settimane. Qualora nel periodo di osservazione dei primi 30-40 giorni fosse necessario praticare terapie antibiotiche per altri motivi, il genitore dovrà ricordare al proprio medico dell’avvenuta puntura di zecca, perché si possano nel caso usare gli antibiotici efficaci anche contro la Malattia di Lyme, somministrati nei tempi adeguati.
Se non riconosciuta e curata in tempo la Malattia di Lyme si può propagare anche ad altri organi quali cervello e nervi, occhi, cuore, articolazioni. In questo caso le terapie sono più impegnative e non sempre efficaci al 100%.