Scheda tecnica della Specie: Corvo

Corvo Imperiale..

     I Corvidi sono i più grossi tra i passeriformi e i più intelligenti tra gli uccelli: imparano presto a conoscere trappole e spaventapasseri e sanno aprire i molluschi facendoli cadere sulle pietre. Il CORVO COMUNE (Corvus frugileus) è più piccolo (max. 46 cm), è tutto nero e potrebbe essere confuso con la cornacchia se non avesse una zona grigia alla base del becco.
Predilige i campi bordati da boschetti o alberi ma in inverno vive anche sulle coste e in spazi aperti. Di solito lo si vede in stormi. Il corvo  similmente a molti rapaci  espelle attraverso il becco i resti alimentari non digeriti sottoforma di borre: giallastre se è prevalso il consumo di granaglie e grigie se il cibo prevalente sono stati piccoli mammiferi. È un uccello gregario che si vede spesso in stormi; nidifica sugli alberi in colonie, costruendo grossi nidi – che vengono riutilizzati per anni, sempre migliorandoli – sui rami alti. Un tempo era diffuso in tutta Italia; da una quarantina d’anni però lo si vede quasi solo in Italia settentrionale, nella stagione fredda, mentre rovista tra i solchi arati per catturare qualche seme dimenticato o qualche verme imprudente. Il CORVO IMPERIALE (Corvus corax, fam. Corvidi) raggiunge i 70 centimetri di lunghezza, con apertura alare fino a un metro e quaranta. Le zampe sono forti, con unghie robuste, il becco è lungo e potente; le narici sono coperte da setole rivolte in avanti. Le penne sono tutte nere, con riflessi metallici. Molto intelligente (ha una notevole capacità di imitare i suoni), diffidente e molto temuto, soprattutto se non ha soddisfatto il suo insaziabile appetito diventa predatore di uova, di uccellini che coglie al volo, di lepri e conigli. Segue le aquile cibandosi non solo dei loro resti, ma anche strappando loro, a colpi di becco, dei brandelli di prede. Sfrutta poi abbondantemente le carogne, e in montagna lo fa soprattutto quando le valanghe e le slavine uccidono camosci e stambecchi. Utilizza pure le discariche dei rifugi e dei villaggi, e si avvicina perciò molto alle case. Sulle Alpi vive alle quote più alte in coppie isolate, e può avere un territorio di 10-15 chilometri quadrati; durante il mese di gennaio e febbraio compie spettacolari e acrobatiche parate nuziali seguite dalla costruzione del grosso nido (anche un metro di diametro), posto in genere in un anfratto o in una sporgenza rocciosa, più raramente su un albero. I piccoli, voraci, si cibano di tutto e sono seguiti con grande cura e addestrati al volo e alla caccia, ospiti del nido fino in autunno. Vive anche lungo le coste marine, dove si nutre in abbondanza di molluschi e pesci spiaggiati. Il suo richiamo è inconfondibile, ed è un krok krok molto forte emesso soprattutto in volo. Anticamente si traevano auspici non solo dal volo, caratterizzato da lunghe planate, scivolate d’ala, ma anche dalla varietà del suo sgradevole, profondo gracchiare.