A differenza dell’agguato, dell’aspetto e della pesca in tana, il razzolo non è una tecnica "pura", ma piuttosto la combinazione di queste tre diverse metodologie di pesca.
Per praticare il razzolo con successo, pertanto, è necessario maturare esperienza in tutte e tre le tecniche pure; in aggiunta, dovremo sviluppare enormemente l’istinto, la capacità di interpretare il fondale e quella di individuare le prede. Un buon "razzolatore" è colui che unisce ad un buon "fiuto del pesce" la capacità di improvvisare senza mai dare per scontato nulla delle azioni di pesca. escando al razzolo è fondamentale imparare a "passare in rassegna" il fondale, ossia ad osservare il fondo prestando attenzione anche ai minimi particolari. Questa attenta osservazione potrà portarci ad avvistare le prede, nel qual caso potremo tentarne la cattura, oppure ci potrà permettere di cogliere segnali che ne denunciano la possibile presenza, nel qual caso procederemo ad un’ispezione più accurata.

Pescando, capitano spesso delle occasioni di cattura in caduta o con tiro al libero. In fase di discesa può accadere di avvistare nella nostra verticale una cernia a candela, qualche tanuta di peso, dei cefali che si presentano un pò alti sul fondo, qualche tordo corpulento o altre prede.
In caso di un avvistamento di questo tipo, discesa o planata vanno interrotte a favore di una discesa a foglia morta, che potrà permetterci di tentare un tiro in caduta o al volo. Il migliore avanzamento sulle prede è in diagonale anziché dalla verticale.
Così facendo, sebbene l’avanzamento avviene in acqua libera e quindi allo scoperto, le possibilità di portare a tiro l’eventuale preda aumentano notevolmente. La posizione così assunta ci permette di risultare meno visibili alla preda, perché offriremo alla sua visuale una massa minore; bloccare la pinneggiata, poi, riduce in modo sensibile le vibrazioni percepite dai pesci grazie alla linea laterale.

A volte potremo imbatterci in un branco inaspettato di limoni (ricciole di piccola taglia), che si possono catturare fermandosi a mezz’acqua, oppure, a volte, anche puntandoli direttamente in caduta.
Quando si opera nel bassofondo, potremo incappare in cefali di buona taglia che permettono il tiro al volo, e spesso ci capiteranno a tiro grossi branchi di salpe.

Le principali doti di un vero pescatore in apnea sono la capacità di adattamento al fondale e la capacità di sfruttare le occasioni di cattura che si possono presentare. Occorre essere polivalenti e saper mettere a frutto le esperienze maturate in tante catture effettuate nelle condizioni meteo più disparate. Difficilmente potremo ritenerci buoni razzolatori senza un adeguato bagaglio di esperienza. Le doti fisiche in sé non garantiscono alcun successo di cattura, al pari di azioni spinte al limite della profondità operativa o le apnee esasperate. E’ il bagaglio d’esperienza che gioca a favore del pescatore, e la miglior cosa che si possa fare è sempre valutare e memorizzare le esperienze positive e negative del passato, per evitare di effettuare scelte di caccia sbagliate.

A differenza delle altre tecniche, che permettono di preparare il tuffo minuziosamente, nella pesca al razzolo dovremo restare concentrati durante l’intero arco della pescata.
Razzolando, l’imprevisto e la sorpresa saranno una vera costante nell’arco dell’intera pescata, e per questo non sempre avremo la possibilità di preparare un tuffo. Bisogna essere perennemente pronti ed attenti a sfruttare le occasioni che a volte si presentano in brevissimi attimi. Occorre mantenere la massima concentrazione anche in superficie, dove, come a fondo, non smetteremo mai di guardarci intorno e di prestare attenzione ad ogni dettaglio. L’istinto giocherà un ruolo di primo piano, così come l’esperienza, che matureremo anche con errori e scelte controproducenti.

Per diventare bravi razzolatori dovremo imparare a sfruttare ogni occasione e a non commettere l’errore di sperare in altri incontri. Quando ci si trova di fronte ad una preda degna si deve sempre avere la necessaria lucidità per premere il grilletto, consapevoli del fatto che ogni occasione mancata è un pesce perso. Non dimentichiamo poi che un buon razzolatore realizza carnieri composti da prede di ogni tipo e non disdegna prede di minor pregio alimentare.

osa importantissima sia per questa tecnica che per le altre è la pesca in coppia,dove non bisogna mai perdersi di vista col compagno, ed è tassativo non abbandonare mai il pallone e pescare allontanandosi da esso.
La competizione con il compagno è assolutamente da evitare, per questo risulta ottima la scelta di dividere sempre il pescato. Il fine di un’uscita in mare deve essere sempre il divertimento, e le catture vanno considerate come un valore aggiunto della bella giornata di mare. Nella coppia, ciascun pescatore deve essere consapevole dei propri propri limiti.Particolare attenzione meritano le condizioni meteo marine, il mare calmo si presenta ideale per chi si avventura le prime volte ad ispezionare zone nuove o ha poca esperienza.
In base alle condizioni meteo si sceglie la batimetrica più congeniale ed è sempre preferibile evitare correnti e venti contrari che possono mettere a dura prova il fisico. Mai avventurarsi in mare con condizioni avverse e mai entrare in acqua senza avere pianificato la strategia insieme al compagno. In caso di affaticamento bisogna sempre informare il compagno e desistere.