Ho preso il porto d’armi a ventisei anni, ma andavo a caccia sin da piccolo, quando morì mio padre, non andai a caccia per sette anni, poi spinto da un amico mi presi il porto d’armi. Le mie prime uscite furono a beccacce, io ero senza il cane ma cacciavo con i setter del mio amico Maurizio insieme con lui, aveva due setter, padre e figlio, vidi fermare diverse beccacce, al volo sparavamo insieme, ma lui era più esperto, e le colpiva quasi tutte lui, mentre io qualcuna, decisi che quella non era la mia caccia, infatti, l’anno dopo con Nino iniziai ad andare a tordi e capii che quella sarebbe stata la mia strada. Nino m’insegnò a sparare meglio i tordi. Devo ai suoi consigli e ai suoi rimproveri se oggi sparo meglio. M’insegnò tante cosa e tanti posti. Ancora oggi dopo più di venti anni, cacciamo insieme, lui è un tipo molto simpatico, che mi prende in giro sempre. Spesso vado a caccia da solo, quando lui non può venire (haime gli anni passano e i primi acciacchi cominciano a sentirsi) soprattutto a lui che è più grande di me, comincia a fargli male la schiena, e qualche volta deve rinunciare. Ma io non rinuncio. Andare a caccia da solo non mi dispiace, poi tanto solo non sono, ora ho il mio cane, e poi da solo, riesco a concentrarmi meglio, cerco di fare il minimo rumore, alcuni momenti sto immobile, divento un albero, mi piace sentire il bosco, sto zitto, ascolto il rumore delle foglie degli alberi soffiate dal vento (mi fanno morire), il silenzio dei boschi m’incanta, sto' immerso nella natura, sensazioni uniche, ritrovo me stesso. Son talmente imbambolato all’inizio di ogni alba, che mi passa il tordo e non lo sparo. Sono talmente affascinato che ancora devo carburare, mi piace vedere l’alba, mi piace ascoltare il pettirosso, mi piace sentire il freddo pungente, so che fa bene alla caccia. Adoro i tordi, quando ne vedo uno, mi emoziono, ho la fortuna di sentire lo zinno prima che passi….

Ricordo con nostalgia, una mattina del 1990, allora la caccia chiudeva l’8 marzo se non erro, era l’ultima giornata, mi trovavo in Aspromonte col mio amico Nino e Nicola, io ero fresco di porto d’armi, era l’anno della guerra del golfo, quanti tordi quella mattina……. Nino mi piazzò in un posto e lui e Nicola proseguì più in alto, ci fu una mezzoretta di passaggio straordinaria, arrivavano da tutte le parti anche a gruppetti di cinque sei tordi, quella mattina ne presi tredici, e per me era un numero, considerando che cacciavo da poco, alla fine della mattinata vidi Nicola che si avvicinò a me…. Mi disse: Fabio, ti sei divertito, io stamattina non ho preso niente, stanotte non ho dormito bene, molto strano, perché lui era un cacciatore esperto e molto più grande di me, arrivò Nino sorridendo, con venticinque tordi, che generosamente regalò con tutto il chiacco a Nicola, per consolarlo……. quando mi accompagnò a casa Nino mi disse, tu non lo sai, ma Nicola l’ho fermato in tempo, stava tirando il fucile contro un albero, scoppiai a ridere…..

Ancor oggi, una mattina come quella, non l’ho più vista purtroppo…….


Fabi [email protected]