C'è un personaggio che veniva con noi a caccia nei favolosi anni '60 di nome Uccio (Bartolomeo),di carattere gioviale tanto da entrare subito in confidenza anche con gli estranei. Per questo motivo zio Franco lo soprannominò subito: il parente. Era molto più grande di noi giovani e faceva il rappresentante di medicinali e quindi stava spesso in giro. Allora zio Franco appena lo vedeva:" Parè,si sciout a Giovenazz?Tant piacer 'u….." (Parente,sei andato a Giovinazzo?Tanto piacere al…….).Un giorno che aveva ammazzato uno storno:" Il Parente ha fatto uno str…..".E via di questo passo. Una mattina siamo a caccia alle tortore e lui si trova al mio fianco a circa 40 metri.Gli arriva sulla testa a tiro uno stuolo di circa 30 tortore e lui, con il suo Breda con la prolunga al serbatoio (7colpi!)spara un solo colpo. Quando gli chiedo perchè ha sparato soltanto un colpo,mi risponde:"Non vanno le cartucce!!".Dopo questa allucinante risposta,gli strappo il fucile dalle mani e gli do la mia doppietta.Da un eccesso all'altro:uccido una tortora al 7° colpo!!. Dopo il passo andiamo alla "Masseria Maccarone" di Bebè per sparare qualche tortora in pastura.Mentre camminiamo Uccio ed io sulla stradina e Bebè nel terreno,all'improvviso si alza una quaglia e Uccio,senza pensarci due volte, la spara ad altezza d'uomo.Sulla traiettoria c'era Bebè che si becca quasi in pieno la rosata!Ancora oggi il povero Bebè porta i segni di quella fucilata. E dire che in quel periodo Bebè era fidanzato con la sorella di Uccio!. Non lo vedo da tanti anni ma comunque lo ricordo bene come uno di quei personaggi che popolavano in quegli anni il favoloso mondo della caccia.

 

Riccardo Turi

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