Un giorno che ero a beccacce, mentre facevo colazione appoggiato ad una pianta, mi capitò che uscì un topetto da sotto una foglia.
Sapete quei topini piccolissimi di quel colore marroncino chiaro che ogni tanto vengono a curiosare intorno a voi?
Girellò un po’ intorno comparendo e scomparendo tra le foglie, poi si avvicinò fino quasi a toccarmi, mi guardò con quei suoi occhietti neri e disse:

“Ma quel brutto cane peloso è buono si!? Non è che gli piglia la voglia improvvisa di mangiare un bocconcino delicato?”
“No no, stai tranquillo topetto, lui ha occhi solo per quel che tengo in mano. Maaa…..senti un po’, tu parli!?”
“Mbè? Che c’è di strano!? Parlo si, ma solo per quelli che mi sanno ascoltare”
“ Non sapevo che si potesse…-saper ascoltare-”
“Si si, certo! Ho provato di tanto in tanto con qualcuno che passa di qui, ma manco mi vedevano”
“Bè io ti vedo. A dir la verità ti ho visto spesso, mai un suono però ho sentito dalla tua bocca”
“ Oggi è diverso, ….tu sei diverso. E anche il tuo cane. Non avete quegli occhi cattivi e scrutatori degli altri giorni, quando passate in allerta e avete quel brutto odore acre”
“Vero! Oggi è diverso, son qui solo per starmene un po’ in pace, lontano dai rumori e dai problemi”
“Tu abiti in quel brutto posto pieno di case e di gente che sta lì, subito dopo il bosco?”
“ No no, non quello, sto in una città molto più grande e affollata, laggiù dove sorge il sole”
“ Ci sono stato una volta, i compagni mi avevano detto mirabilie di quel posto. Cibo a non finire, golosità di tutti i tipi. Ma non fa per me, troppi pericoli, cercano tutti di schiacciarti, gatti a non finire. E poi tutti quei cibi grassi mi fanno venire il mal di pancia. Preferisco starmene qui, lavoro sodo tutto il giorno per rimediare un semetto, una bacca. Ma sto tranquillo”
“Hai proprio ragione topino. Sapessi quante volte ho pensato di andarmene via, lontano dalla città”
“ E perché non lo fai!?”
“Eeeh! La fai facile tu, noi uomini oramai, non siamo più fatti per vivere nei boschi. Non so nemmeno se riuscirei a sopravvivere”
“Senti un pò. Ma tu sei un cacciatore?”
“ Si si, sono cacciatore”
“ Ma mi spieghi perché lo fai? Hai tutto quello di cui hai bisogno laggiù in città, cosa ti serve di più?
“Eh topetto, mi fai una bella domanda. Potrei dirti che vado a caccia per passare una bella giornata nel bosco, per godere dell’aria fresca, per guardare l’orizzonte lontano. Ma in fondo son tutte cose che potrei fare anche senza fucile. La verità è che non lo so perché vado a caccia.”
“ Mmmmmh, forse ti capisco sai? E’ come quando d’estate arrivano quei grossi animaletti succulenti, si…gli zompetti. Son difficili da prendere, ma quando riesco a chiapparne uno! Mi sento un altro, mi eccito e subito dopo vorrei prenderne un altro ancora…e come son buoni! Si, hai ragione, ho fatto una domanda stupida, io lo so perché vai a caccia”
“Lo facciamo perché ce lo dice la testa topetto. Inutile starci a pensare, in fondo poi non diamo mica fastidio a nessuno”
“Si si, è vero…sono solo fantasticherie, così è, punto e basta.

Bene, ora devo andare che ho molto da fare. Ciao cacciatore…magari ci si incontra di nuovo”
“ Ciao topino, stammi bene”
“Ciao”

Tornò il silenzio…ma forse non era mai andato via.

 

Mauro Gabassi