giovannit.

Cacciatore diamante (5000/8000)
Registrato
20 Luglio 2007
Messaggi
9,682
Punteggio reazioni
7,163
Età
75
Località
Elba, Alabama.
Un'ora fa ero al computer ed ho sentito un tonfo contro il vetro della finestra davanti alla quale siedo. Con la coda dell'occhio ho visto una cosa minuscola che cadeva. Sono uscito ed ho trovato un uccellino dal corpo non piu' grosso di una noce, escludendo testa e coda. Pareva morto. L'ho raccolto, l'ho tenuto nella mano per riscaldarlo un po', l'ho accarezzato, e dopo un po' e' rinvenuto. Ho aperto la mano e lui s'e' appollaiato sul mio dito indice. Pesava cosi' poco che non riuscivo a percepirne il peso. Piano piano s'e' fatto piu' vispo, ma non voleva volare via. L'ho messo sulla ringhiera del balcone, ma da li' mi e' volato sul polso. poi si e' appollaiato di nuovo sul dito. Ho bussato alla finestra per attirare l'attenzione di mia moglie e farglielo vedere. Poi, con l'uccellino sul dito, sono andato dal balcone (che ha una scala che porta a terra) verso il garage, che ha un portico laterale che l'avrebbe protetto dalla pioggia finche' non si riprendesse del tutto. Dal dito e' saltellato sul polso, dal polso all'avambraccio, e poi nell'incavo del gomito, dove e' rimasto fino a quando siamo arrivati sotto il portico. Li' l'ho delicatamente preso con l'altra mano e l'ho messo su un tavolino. Ed improvvisamente e' partito a razzo... Speriamo che sopravviva all'urto. Poi magari domani vado a caccia e ammazzo un cervo. Che contraddizione, noi cacciatori!
 
La tua storia con l'uccellino è davvero commovente, e apprezzo la tua sensibilità nel cercare di aiutare una creatura così vulnerabile. È un ricordo che sicuramente rimarrà impresso nella tua memoria, dimostrando quanto siamo connessi con la natura anche durante le nostre attività quotidiane.
Il dilemma etico che hai sollevato alla fine del tuo racconto è qualcosa con cui molti di noi si confrontano. Come cacciatori, siamo spesso chiamati a bilanciare la nostra passione per la caccia con un profondo rispetto per la vita selvatica. È un tema complesso che va affrontato con consapevolezza e responsabilità.
La contraddizione che hai menzionato alla fine del tuo racconto è un punto su cui rifletto spesso. La caccia, una pratica antica e profondamente radicata in molte culture, si scontra con la compassione e la protezione degli esseri più fragili.
Spero che l'uccellino abbia superato l'urto e stia ora vivendo la sua vita libera. Questi momenti ci spingono a riflettere sulla bellezza e sulla fragilità della natura e a cercare modi per preservarla nel miglior modo possibile.
È sempre interessante vedere come la caccia, oltre a essere una passione, possa portare a riflessioni più profonde sulla nostra relazione con la natura. In definitiva, il cacciatore ama e rispetta gli animali non solo attraverso le parole, ma anche attraverso le azioni quotidiane e la dedizione alla conservazione. La caccia diventa così una forma di connessione profonda con la natura, un modo per preservarla per le generazioni future.
 
Questa discussione apre un vaso di Pandora.
Cosa facciamo noi cacciatori? Perchè uccidiamo, ma allo stesso tempo siamo magnanimi nei confronti di altre situazioni?
Io personalmente la vedo in questo modo:
questa NON è una contraddizione. io sparo al tordo sul ramo nel momento in cui si appoggia, perchè ritengo che quello sia il suo momento. Ritengo che quel tordo che si è appoggiato sia uno degli anelli della catena che è, nell'insieme, l'equilibrio della Natura di cui io sono parte.
Anch'io avrei salvato quell'uccellino che ha menzionato Giovanni, perchè quello non era il suo momento. Non stavo esercitando una funzione di controllo e regolazione dell'Habitat, non era un anello della catena dovuta al progredire della normale funzione che un cacciatore svolge in Natura.

Spero di essere stato chiaro anche se un po' contorto
 
Armeria online - MYGRASHOP
Sponsor 2024
Indietro
Alto