Grazie Claudio, il tuo racconto mi ha fatto apprezzare una caccia che non pratico e conosco. Invidio molto il territorio in cui " sei costretto " a cacciare.

Fabio
 
Complimenti per la bella cacciatta e l ottimo racconto......
Voglio pero' farti una domanda per curiosita':
Usate mettere le campanelle ai cani oppure no?
Ciao e ancora complimenti
Ciao
Alberto
 
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Da tempo la mia caccia alla stanziale vive di magri risultati.
Forse dipende dal fatto che non ci sono più le varie Lula, Buia, Briciola o forse dipende dal fatto che la densità di lepri e fagiani è decisamente cambiata in peggio. Quella dei fagiani sicuramente ma quella delle lepri forse no.
Comunque ora ci affidiamo ad una muta composta da Lulù e sua figlia Rendi che sono le cagne di punta del gruppo, Lulù ha 11 anni e mezzo, Rendi 6. Poi c’è Timbo segugio dal carattere forse troppo timido ma che ci riserva sempre gradite sorprese. C’è Zara che è la più giovane del gruppo e che sempre più spesso riesce a trovare la lepre. Infine c’è la mia Zoe che ormai ha 12 anni e mezzo, cagna dalle forti potenzialità e che da giovane prometteva molto bene ma che, per vari motivi, si è persa nel crescere.
Uno dei vantaggi di questa eterogenea muta è che non fanno al capriolo e da quando siamo riusciti ad ottenere questo risultato sono diminuite vicino allo zero le incazzature ed è aumentato di parecchio il divertimento.

Stamani ci sono tutti fuori che Zoe, l’ho portata ieri sotto un diluvio e mi sembra giusto lasciarla a riposo, vista anche l’età.
Il posto dove abbiamo deciso di cacciare è lo stesso che abbiamo battuto una settimana fa. Trovammo ben quattro lepri senza riuscire a prenderne neanche una, principalmente perché cacciammo malissimo come neanche dei bambini senza esperienza sarebbero riusciti a fare. Si stratta di profondi valloni ricoperti da bosco e macchia fitta circondati da ampi vigneti. Il panorama da queste parti è splendido, penso uno dei più belli di tutte le nostre zone di caccia.
Prima di sciogliere vado a posizionarmi dove il confine di una riserva privata si inoltra nel bosco che batteremo. E’ un punto dove troviamo quasi sempre la lepre, ma questa sembra avere un sesto senso e riesce sempre ad eludere le nostre poste passando nei punti più fitti della macchia per guadagnare la riserva e la salvezza. Mio fratello Carlo è in mezzo al bosco nella macchia. Renzo farà una mezza posta e mio cugino Marcello cercherà di stare dietro ai cani.

L’alba promette una bella giornata di sole, dopo tutta la pioggia di ieri ci voleva proprio.
Di la dal poggio diverse scariche, qualche tordo inizia a passare.
Dopo una decina di minuti inizio a sentire i bubboli dei cani nel bosco, passa poco che Lulù da i primi scagni di avvicinamento alla lepre. La tensione sale, ma stamani sembra che non riescano a trovarla, ma è solo una sensazione. Ad un certo punto Timbo parte deciso a canizza seguito subito dalle altre tre cagne. Mi preparo semiimbracciato, la canizza punta decisa verso la riserva rimanendo comunque sempre nel fondo della macchia. Ad un certo punto sembra alzarsi verso di me, ondate di brividi di passano per la schiena, ma la furbona non mette il naso fuori dal bosco. La canizza mi passa serrata ad una ventina di metri dentro il bosco e si inoltra in riserva. Dopo ancora qualche decina di minuti vedo la lepre a oltre duecento metri dentro la riserva che se ne va sbeffeggiandoci. Avverto Marcello che inizia a chiamare i cani.
Passata una mezz’oretta i cani rientrano e ripartiamo. Questa volta andrò a posizionarmi in una posta dietro un poggio di vigne. E’ un punto dal quale non si sente niente di cosa succederà nella zona di caccia, ma lì c’è un ampio tratto di terreno spoglio e siccome quando troviamo la lepre in quella zona riesce ad infilarsi nelle vigne sempre da un punto diverso, mentre dietro al poggio è costretta a passare dal punto scoperto e sarà lì che l’aspetterò.
Arrivato nel punto che ritengo più opportuno scatto un paio di foto al paesaggio che mi lascia tutte le volte a bocca aperta. Eppure caccio in quelle zone da quando ero bambino.
Ho poco tempo però per pensare al paesaggio, Marcello urla alla radio che i cani sono a canizza.
Non sento niente, ma dopo un po’ mi arriva l’eco di due fucilate lontane, per radio i miei colleghi iniziano a dire che ha tirato uno che era dall’altra parte dei boschi ad aspettare qualche uccello di passo. Mio fratello si fa una bella scarpinata in salita per andare a vedere cos’è successo. Marcello e Renzo gli danno indicazione per radio, loro sono molto lontani ma più in alto e riescono a vedere lo sparatore. Comunque dopo poco Carlo dice alla radio, con un bel po’ di fiatone, che la lepre è stata padellata e che i cani possono essere richiamati.
Appena rientrati i cani Marcello mi dice che posso venire via dalla posta e andare con loro a fare l’altra parte del bosco.
Quando arrivo dalla loro parte mi partono un paio di moccoli silenziosi, mi rendo conto che in realtà la parte di bosco dove, se trovata, la lepre passerà dove ero prima alla posta la devono ancora fare. Comunque mi posiziono in una discreta posta ad un angolo di macchia. Passa pochissimo che Rendi lancia l’urlo di scovo e la canizza, composta da mamma e figlia, si dirige veloce verso di me, ma so già come andrà a finire. Infatti la lepre esce fuori tiro da quella fava di mio cugino che spara un colpo disperato e poi dopo essersi inoltrata nei vigneti va a passare dove ero di posta prima. Mi in***** come un bufalo cafro, ma cerco di contenere gli improperi, con mio cugino siamo come fratelli e non voglio trascendere. Per fortuna i cani non riescono a portare a lungo la canizza nella vigna. Così rientrano velocemente.
Mi avvio alla svelta verso la posta successiva di la dal bosco evitando di incontrare il cugino. Sono ancora troppo ****. Anche questa volta ci siamo fatti fregare come dei neofiti.
La lunga salita con il fango attaccato agli stivali mi calmano un po’ i bollori dell’incazzatura.
Mi posiziono nel punto più alto dei vigneti, il panorama da qui è veramente mozzafiato, in lontananza si vede San Gimignano con dietro il poggio ricoperto di boschi, prima un alternarsi di vigneti, prati con innumerevoli rotoballe di fieno e boschi più o meno ampi.
Anche stavolta poco dopo che i cani si sono inoltrati nel bosco Lulù da la voce, la tensione sale velocemente sappiamo tutti cosa questo significa e puntuale come un orologio svizzero dopo poco la veterana scova. Si scatena una canizza furibonda che appare e scompare negli avvallamenti del bosco.
Mi preparo, ma so che se la lepre uscirà subito dal bosco saranno i miei soci a sparare, ma questo non avviene. La canizza perde foga e a tratti si arresta per riprendere poco dopo il filo del girovagare della lepre nel bosco. So per esperienza che il selvatico avrà preso molto vantaggio sui cani e potrei trovarmelo davanti in qualsiasi momento.
Infatti ad un certo punto appare in uno stradone fra le vigne e viene decisa verso di me. La prima fucilata mi rendo conto mentre stringo che è bassa, ma la seconda non perdona.
Strillo per radio che la lepre è morta e corro a raccoglierla. E’ sempre un piacere e una forte emozione.
I cani ci mettono un bel po’ ad arrivare, così ho tempo per rimirare l’animale, bellissimo.
Dell’incazzatura di prima non c’è più traccia.

Quando riusciamo a radunare i cani è quasi mezzogiorno, ma dobbiamo ancora fare l’ultimo bosco.
Ci posizioniamo, a regola io sarei dovuto andare nella posta dall’altra parte del bosco verso la riserva. Ma avendo già sparato lascio che vada mio fratello. Il bosco ricopre una vallata, ha una forma a triangolo, circondato da vigneti e da terreno arato se troviamo la lepre sarà difficile che esca senza farsi vedere, magari anche da lontano.
I cani si inoltrano nel bosco, ormai conoscono la zona come noi e sanno da soli dove devono andare a cercare. Passa oltre un quarto d’ora non danno la voce ma rimangono sempre nella stessa zona, il segnale è per noi sufficiente, nessuno fiata siamo tutti tesi ad ascoltare il lavoro dei cani. Questa volta è Zara ad iniziare le danze, immediatamente supportata dagli altri tre. La canizza punta subito dritta verso la punta di bosco dove è posizionato mio fratello.
Passati alcuni minuti mi sembra che i cani siano usciti dal bosco sempre a canizza e si dirigono a passare la vetta della collina, così chiamo per radio mio fratello. La risposta è una selva di moccoli “ma come ha fatto a passarmi senza vederla” urla. Rimaniamo interdetti, ma la canizza sembra continuare di la dalla collina. Passa poco però che i cani rientrano, strano molto strano. Appena rientrata nel bosco Rendi sembra ripartire a canizza, a tratti anche gli altri. Dopo pochi minuti tutti e quattro ripartono a canizza battente, evidentemente la furbona li aveva tratti in inganno deviando subito prima di uscire dal bosco. La canizza fa un largo giro e poi ripunta decisa verso la posta di Carlo. Renzo urla per radio “eccola Carlo è uscita nel coltrato”. La fucilata rompe la tensione e subito Renzo si congratula con mio fratello.
Mi avvicino a Marcello e scambiamo alcune impressioni, la tensione di prima è scomparsa e riusciamo a parlare di quanto è avvenuto convenendo che la prossima volta staremo più attenti, speriamo.

Coma arrivano Renzo e Carlo anche tutti i cani rientrano, vengono legati e ci avviamo verso le macchine che sono a qualche chilometro. E’ tardi ma siamo tutti sereni, almeno fino a quando non arriveremo a casa e ci dovremo confrontare con le consorti.

Bella giornata, ci siamo veramente divertiti, speriamo non rimanga un’eccezione.

11 ottobre

Claudio - siena
 
Saluti a tutti! e alla Compagnia Senese! Colline meravigliose che ti regalano emozioni e fatica, la lepre e i cani non (si) fermano, in un andi-rivieni che non essendo in piano diventa su e giu. Fatica, sudore e buone gambe. I moccoli rincorrono i bubboli e qualche volta si spara. Bravi!!!
 
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