Umbria: orso bruno attacca due cani da caccia

Alberto 69

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Martedì 17/12/2013

Orso bruno si aggira in Valnerina: attacca due cani tra Cascia e Norcia. Gli esperti confermano.

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Durante una battuta di caccia al cinghiale, un cane viene trovato morto e un altro ferito. Quella che in un primo momento sembrava un’ipotesi, con il passare del tempo e gli accertamenti compiuti, assume i contorni della ricostruzione più veritiera. I cani sono stati azzannati da un orso bruno, presente in Valnerina .

I particolari Gli episodi risalgono alla giornata di giovedì 12 dicembre. La squadra di caccia al cinghiale Sant’Uberto di Norcia, fra le località Avendita di Cascia e Ocricchio di Norcia, ha constatato il decesso ed il ferimento grave di due segugi già addestrati su cinghiale. I fatti, a circa un’ora di distanza l’uno dall’altro, si sono svolti mentre i cani erano in attività di inseguimento e segnalazione. Il primo cane è stato ritrovato morto, il secondo, a circa cinquecento metri di distanza, è stato ritrovato in stato di shock, accovacciato tra la vegetazione boschiva, con una profonda perforazione nel basso ventre.
Gli esperti Per un approfondimento sul caso è stato coinvolto il dipartimento di Biologia cellulare e ambientale dell’università di Perugia. Da quanto diffuso dal dipartimento, con una nota a firma dei professori Bernardino Ragni e Simone Alemanno, «un grande carnivoro con fauci amplissime, completamente spalancate, ha azzannato il cane (quello morto) dall’alto, in perpendicolare sul dorso, sollevato l’animale e scosso violentemente. Il cane dovrebbe essere giunto a morte quasi subito. La poderosa azione di offesa non può che essere stata effettuata da un orso bruno (Ursus arctos) di taglia medio-grande. Molto probabilmente, in cerca di un’area per lo svernamento ma sentendosi minacciato dal ripetuto inseguimento, il grande carnivoro ha attaccato i due cani allo scopo di difendersi».
Avvistamenti «Negli ultimi anni – è scritto ancora nella nota – la presenza dell’orso bruno è stata più volte accertata in Valnerina, sia tramite ritrovamento di reperti oggettivi che in base a testimonianze di coloro che hanno compiuto osservazioni occasionali. L’intero settore geografico presenta infatti una elevata idoneità ecologica per la specie». Gli esperti del dipartimento, attraverso la nota, suggeriscono, la riduzione delle attività di caccia per alleggerire la pressione sull’animale e una approfondita informazione ai cittadini sui comportamenti da tenere in caso di avistamento.

fonte:umbria24.it
 
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