Prispolone con uno Slvia 23 a piombini, tanti, ma tanti anni fa 43 per l'esattezza, al volo un frinquello con la doppietta Cortesi di mio padre ,che conservo gelosamente!
 
pettirosso a fermo , s4 32 grammi bossolo verde , con l'aiuto di nonno che mi manteneva da dietro...( lo ricordo come se fosse ieri)
gazza ladra a volo con la delta ( nel bosco di crispiano ora parco)......
 
è stato tanti anni fa, un passero che decise di suicidarsi, ci tentò più di una volta fino a farsi impallinare con un vecchio e validissimo FRANCHI all'epoca senza riduttore.
 
dopo qualche tentativo una peppola rigorosamente al volo eta 11anni, che emozione io il mio 24monocanna e la nebbia tanto amata con mio padre appostato a distanza avevo i brividi mentre lo raccoglievo lo ricordo come fosse ieri 23anni fa
 
All'età di otto anni un pettirosso a fermo su un ulivo col monocanna cal 20 tanto amato da mio padre e con lo stesso fucile un fringuello al volo. Per quanto ero contento me la facevo quasi addosso. Pensare che avevo paura di sparare, dopo la prima schioppettata fra un po ci dormivo col fucile
 
Bel post.

La prima licenza mi costringeva a vagare accompagnato da qualcuno che l'avesse da almeno tre anni.
A tutti gli effetti questo non è mai accaduto, e ho preferito andare a caccia pochissime volte.
Mi sembrava che in giro non ci fosse niente, ma questo dipendeva anche dal fatto che "non sapevo guardare" ciò che mi circondava.
Ogni tanto pensavo con un brivido a come satrebbe stato il rpimo incontro con il selvatico.
Il cane era un breton, già al tempo vecchietto, che mi avevano rifilato perchè non sopportva la vista degli altri cani. Quando lo portava in giro lavorava tanto, ma mi alzava le anatre lontano, quando io non ero in condizioni di tirare.
Le poche volte che ci sono riuscito poi, erano padelle mostruose, avevo paura dello sparo e sparavo pochissimo, perchè mi sembrava che il 12 facesse un casino incredibile. Avevo sempre paura delle distanze da rispettare, delle case se ce n'erano nei dintorni. Non tiravo sicuro e alla fine non sapevo nemmeno sparare: il risultato erano colpi esplosi a vuoto.
Così mi comperai il mio primo fucile, che è un 20.
Lo sparo era sopportabilissimo, e mi sentivo molto più sicuro.
Un giorno uscii col cane e vidi buttarsi un gruppo di anatre in un fosso lontano. Misi il cane a guinzaglio e mi diressi verso il posto dove le avevo viste buttarsi. Ovviemnte le anatre si erano spostate un pò e partirono tutte insieme con gran fragore da tutt'altra direzione di dove la credevo iol prendendomi di sorpresa.
Ma ero talmente innervosito sia per l'imprevisto che per il fatto che ero stufo di padellare che mi presi tutto il tempo per puntarne una, anche se la ritenevo lontana (e non lo era, col senno di oggi), e di sparare. L'anatra cadde accartocciandosi e finì nel fosso. Il cane, sopreso dal fatto che finalmente avevo preso qualcosa, fu ben felice di recuperarla.
La soddisfazione nel segnare la mia prima preda sul tesserino fu enorme, ma nulla in confronto con la mia prima vera preda, quella che chè mi lasciò un segno e che cercai a lungo, prima di incarnierare: il beccacino
 
Io non vedo l'ora di prendere il porto d'armi... la caccia mi ha sempre apassionato e alzami ale 4 del mattino non mi pesa affatto anzi la notte non dormo affatto comunque il selvatico che mi piacerebbe abbatere per primo e' il colombaccio.............la mia bestia nera con quel volo veloce e che ti spunta alto anzi altissimo prendi la mira e lo vedi accartocciarsi...... sono rimasto scosso dal tiro fatto da mio padre con una 40 grammi di 0............non vi dico dove stava alto ma da allora voglo che il primo sia un tiro come quello...........
 
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