Peccato che 20 e più anni fà a passeggiata di ripetta un mio caro compagno di avventura, sul guano, cadendo con la moto s'è rotto il bacino ed ancora oggi và in giro zoppicando......alcune volte mi faceva compagnia ai rientri che facevo a palombara !!
Non generalizzare troppo, perchè alla fine quelli che vedo con l'obrello aperto a ripararsi dalle cacate alle fermate del bus, sono pensionati, studenti e gente umile e perbene, non certo coloro che vengono dai salotti " buoni " rigorosamente vegan style, con tanto di fuffy in braccio.........pure fosse 1 su 10 a favore della caccia la stronzaggine di 9 non può farmi godere delle disgrazie dell'unico nostro simpatizzante o addirittura praticante !! Se i simpatici volatili soggiornassero sulla tua, di macchina, vedrai che non ne saresti cosi felice perchè scacacciano sul 90% di anticaccia


Prova ad andate da quei 10 e digli se non sarebbe il caso di aprire la caccia agli storni e senti cosa ti rispondono? Non generalizzare troppo te si meritano tutti quegli stronzi sulla testa dal primo all'ultimo


Comunque non lo vonno riapri'? Mejo cosi'....tanta **** per tutti IO in giro per Roma con la macchina non ce devo da anna'....

- - - Aggiornato - - -

da me ce ne sono a centinaia, si vede altro che storni, ma nn li tocco nemmeno morto fino a che nn me li fanno cacciare come dio comanda senza tutti quei sotterfugi di palloni, merli al posto delle stampe di storni e cavolate varie. spero si mangino anche le foglie dell ulivi!


Bravo Marco la penso come TE
 
Che aprano agli storni senza regolamenti del cavolo mi sa che possiamo scordarcelo...l'unica cosa è sperare che caghino sulle teste giuste...!!!

Pienamente d'accordo. Comunque non riesco a capire il perché di questa protezione assurda degli storni in Italia quando in altri paesi europei vengono regolarmente cacciati, misteri italiani?
 
Come già scritto in altro thread il giudizio della Commissione UE del Gennaio 2011 circa il reinserimento dello storno tra le specie cacciabili x mancanza di dati scientifici è stato superato nel Febbraio dello stesso anno dal documento ISPRA ( l'unico ente di ricerca italiano riconosciuto in Europa e il cui parere è vincolante in questo tipo di richieste )...documento molto articolato che si conclude con parere favorevole della richiesta fatta dal fin dal 2009 dal Governo italiano.....e alla quale è stato risposto picche...a differenza di altri paesi europei...proprio x la mancanza di documentazione...
Ad oggi se il Governo italiano ripresenta la domanda...e a me risulta che sia stato fatto....con la documentazione citata e con la revisione degli allegati della direttiva Uccelli prevista per il prossimo anno non ci sono motivi per cui la risposta debba essere ancora negativa....
 
Come da me evidenziato in precedenza visto che la specie ora è considerata abbondante e considerando che c'è stata l'interrogazione parlamentare del 22 febbraio 2013 da parte di Matteo Salvini con la solita risposta precedente data da Janez Potocnik, a me risulta che il tutto sia fermo in un cassetto a Bruxelles. Spero che per l'annata prossima chi di dovere e al momento mi sfugge (chi) farà in modo di riaprire il cassetto, con buona pace per noi povere anime afflitte fatte anche di emozioni da stornaccio.
 
credimi ,l'allodola la darei senza pensarci 2 volte, almeno i storni li trovi tutta la stagione in super abbondanza , no 10 giorni soli, ciao

e chi aspetta tutto l'anno per quei 10 giorni che fa???

tutto verra discusso con la revisione degli allegati, cè solo da aspettare
 
Come da me evidenziato in precedenza visto che la specie ora è considerata abbondante e considerando che c'è stata l'interrogazione parlamentare del 22 febbraio 2013 da parte di Matteo Salvini con la solita risposta precedente data da Janez Potocnik, a me risulta che il tutto sia fermo in un cassetto a Bruxelles. Spero che per l'annata prossima chi di dovere e al momento mi sfugge (chi) farà in modo di riaprire il cassetto, con buona pace per noi povere anime afflitte fatte anche di emozioni da stornaccio.


Un solo SOGGETTO può chiederne la reintroduzione nell'allegato II/B ( specie che si possono cacciare ) della Direttiva "Uccelli"...il Governo italiano.
A me risulta che cio' dovrebbe accadere.....
4 anni fa...a differenza di Romania,Bulgaria e non so chi altri....siamo rimasti al palo x mancanza di documentazione...come ns solito....
 
[h=2]CIA EMILIA ROMAGNA: PERCHÈ LO STORNO NON È TRA LE SPECIE CACCIABILI ANCHE IN ITALIA?[/h]
lunedì 8 febbraio 2010
Storno%20Cia%20Emilia.jpg
Lo storno continua a danneggiare pesantemente le coltivazioni di gran parte delle regioni italiane. A riportare in auge l'allarme è in questi giorni Cia Emilia Romagna lamentando il mancato inserimento di questa specie tra quelle cacciabili, cosa per altro successa in altri paesi europei come Ungheria, Romania e Bulgaria.

Secondo l'associazione, in occasione del decennale aggiornamento della direttiva comunitaria sulla conservazione degli uccelli selvatici, caduto lo scorso anno, il nostro paese non avrebbe richiesto con adeguata motivazione l'inserimento dello storno nell'elenco di quelle oggetto di caccia. Così che nell'atto di aggiornamento della Direttiva Ue 79/409 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea il 26 gennaio scorso, non compare nessuna modifica in questo senso per il nostro paese, tra i più colpiti da questa specie dannosa.

"Il provvedimento - spiega la nota della Cia - anche in considerazione della recente entrata nella Ue di molti Paesi dell'ex Europa orientale, ha subito alcune modificazioni e aggiornamenti anche per quanto attiene le specie di uccelli come lo storno (sturnus vulgaris), un uccello gregario che nei Paesi nordici è protetto perché non costituisce un problema in quanto non esistono coltivazioni di vite e olivo che esistono nel sud Europa".

"Cogliendo l'opportunità della periodica revisione della Direttiva (di norma ogni 10 anni) molti Paesi dell'Europa sud orientale, compresa l'Ungheria, la Romania e la Bulgaria - precisa la Confederazione - si sono attivati chiedendo e ottenendo l'inserimento di storno e tortora dal collare nell'elenco delle specie cacciabili dal 2010, così come è stato precedentemente concesso a Spagna, Francia e Grecia”.

Secondo la Cia l'Italia non ha ottenuto il prelievo dello storno semplicemente perchè non l'ha richiesto, perchè, sottolineano gli agricoltori, la richiesta non potrebbe che essere stata accolta, non potendosi negare all'Italia quello che è stato concesso a tutti i Paesi che hanno estesi vigneti, frutteti e oliveti".

Eppure, come abbiamo illustrato in questo speciale di BigHunter, sappiamo che non è così e che il nostro ministero ha più volte visto rifiutarsi la richiesta, l'ultima volta in data 27 luglio 2009.

L'unica certezza ora, ribadiscono gli agricoltori, è che continuerà la lunga e complicata procedura delle 'deroghe' e di conseguenza il teatrino dei ricorsi e controricorsi al Tar e al Consiglio di Statocontro le delibere che ogni Regione continuerà a prendere per rendere cacciabile lo storno. "L'unico risultato - conclude la Cia - sarà un incremento di costi per Regioni e Province e di tanto lavoro per avvocati e soprattutto resteranno beffati gli agricoltori che dovranno continuare a subire i danni dagli storni".

- - - Aggiornato - - -

CIA EMILIA ROMAGNA: PERCHÈ LO STORNO NON È TRA LE SPECIE CACCIABILI ANCHE IN ITALIA?


lunedì 8 febbraio 2010
Lo storno continua a danneggiare pesantemente le coltivazioni di gran parte delle regioni italiane. A riportare in auge l'allarme è in questi giorni Cia Emilia Romagna lamentando il mancato inserimento di questa specie tra quelle cacciabili, cosa per altro successa in altri paesi europei come Ungheria, Romania e Bulgaria.

Secondo l'associazione, in occasione del decennale aggiornamento della direttiva comunitaria sulla conservazione degli uccelli selvatici, caduto lo scorso anno, il nostro paese non avrebbe richiesto con adeguata motivazione l'inserimento dello storno nell'elenco di quelle oggetto di caccia. Così che nell'atto di aggiornamento della Direttiva Ue 79/409 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea il 26 gennaio scorso, non compare nessuna modifica in questo senso per il nostro paese, tra i più colpiti da questa specie dannosa.

"Il provvedimento - spiega la nota della Cia - anche in considerazione della recente entrata nella Ue di molti Paesi dell'ex Europa orientale, ha subito alcune modificazioni e aggiornamenti anche per quanto attiene le specie di uccelli come lo storno (sturnus vulgaris), un uccello gregario che nei Paesi nordici è protetto perché non costituisce un problema in quanto non esistono coltivazioni di vite e olivo che esistono nel sud Europa".

"Cogliendo l'opportunità della periodica revisione della Direttiva (di norma ogni 10 anni) molti Paesi dell'Europa sud orientale, compresa l'Ungheria, la Romania e la Bulgaria - precisa la Confederazione - si sono attivati chiedendo e ottenendo l'inserimento di storno e tortora dal collare nell'elenco delle specie cacciabili dal 2010, così come è stato precedentemente concesso a Spagna, Francia e Grecia”.

Secondo la Cia l'Italia non ha ottenuto il prelievo dello storno semplicemente perchè non l'ha richiesto, perchè, sottolineano gli agricoltori, la richiesta non potrebbe che essere stata accolta, non potendosi negare all'Italia quello che è stato concesso a tutti i Paesi che hanno estesi vigneti, frutteti e oliveti".

Eppure, come abbiamo illustrato in questo speciale di BigHunter, sappiamo che non è così e che il nostro ministero ha più volte visto rifiutarsi la richiesta, l'ultima volta in data 27 luglio 2009.

L'unica certezza ora, ribadiscono gli agricoltori, è che continuerà la lunga e complicata procedura delle 'deroghe' e di conseguenza il teatrino dei ricorsi e controricorsi al Tar e al Consiglio di Statocontro le delibere che ogni Regione continuerà a prendere per rendere cacciabile lo storno. "L'unico risultato - conclude la Cia - sarà un incremento di costi per Regioni e Province e di tanto lavoro per avvocati e soprattutto resteranno beffati gli agricoltori che dovranno continuare a subire i danni dagli storni".
[h=1]STORNO TRA LE SPECIE CACCIABILI? LA COMMISSIONE UE HA PER IL MOMENTO RIGETTATO LA RICHIESTA[/h]
mercoledì 2 dicembre 2009
Il problema dello storno in Italia, praticamente da tutti recepito e condiviso, se escludiamo alcuni movimenti animalisti poco ragionevoli, è stata – come noto - l'oggetto di una specifica richiesta del Ministero dell'Ambiente e tutela del Territorio presso la Commissione Europea per l'inserimento della specie Sturnus vulgaris tra le specie cacciabili, basando questa conclusione sulla Relazione Tecnico – scientifica dell'Ispra, la quale attesta sulla base di dati aggiornati (2004), un rassicurante (per non dire eccessivo) stato di conservazione della specie sul nostro territorio.

Come argomenta la relazione Ispra, il Governo italiano fa notare che lo storno è già cacciabile in Paesi che per caratteristiche fenologiche e status delle popolazioni possono definirsi simili all'Italia, ossia tutti gli stati membri dell'area Mediterranea (Cipro, Francia, Grecia, Malta, Portogallo, Spagna) oltre che in alcuni paesi dell'area balcanica e centro europea (Romania, Bulgaria e Ungheria).

Il permanere di questa situazione, che obbliga le regioni italiane a predisporre del fragile strumento delle deroghe, sembrerebbe di fatto un trattamento iniquo nei confronti del nostro Paese, visto che la caccia allo storno risponde agli stessi principi contenuti nella Direttiva Uccelli 79/409/CEEe agli ultimi aggiornamenti della stessa, che tengono conto delle mutate condizioni rispetto a 30 anni fa.

Alla lettera formale firmata dal Direttore Generale del Servizio Conservazione Natura Aldo Cosentinoin data 15 luglio 2009, è seguita una risposta da Bruxelles (27 luglio 2009), la quale sostanzialmenterigetta la richiesta italiana e cerca di chiudere la questione. Tra le principali obiezioni portate dalla Commissione, che riconosce flussi consistenti della specie nel nostro Paese, c'è la considerazione che proprio perchè l'Italia ospita durante la stagione invernale numerosi contingenti di popolazioninidificanti in Europa centro – orientale, “un eventuale prelievo venatorio in Italia – scrive il Direttore generale per l'ambiente della Commissione europea Karl Falkenberg inciderebbe su altre popolazioni di storno che si trovano attualmente in uno stato di conservazione sfavorevole(es. Polonia e Germania)”. La nota della Commissione continua poi sostenendo che i motivi avanzati dall'Italia (danni alle coltivazioni e al patrimonio artistico e monumentale), trovano risposta nell'articolo 9 della Direttiva Uccelli, ossia nella possibilità di utilizzare lo strumento delle deroghe.

La lettera di Bruxelles contiene anche una puntualizzazione poco gradevole che suona più come un avvertimento: “noto anche – scrive sempre Falkenberg a Cosentino – che le informazioni inviate dall'Italia riguardano unicamente l'inserimento dello storno tra le specie cacciabili, in virtù del suo (stimato) stato di conservazione favorevole e non menzionano invece la situazione di altre specie attualmente cacciabili in Italia, ma che sono considerate essere in uno stato di conservazione sfavorevole”.

Ne deriva quindi che “un'eventuale futura revisione degli allegati II.1 e II.2 della Direttiva Uccelli - puntualizza il Direttore Generale della Commissione - dovrà essere basata su validi e aggiornati dati scientifici relativi allo status di conservazione di tutte le specie cacciabili e dovrà considerare sia la possibile inclusione di nuove specie che la cancellazione di alcune specie di tali Allegati”. Lapidaria la conclusione: “per il momento una tale revisione non è prevista e non si intende iniziare un processo di modifica degli Allegati della Direttiva Uccelli”.

Il nostro ministero non intende chiudere qui. Il direttore generale Cosentino replicando alle considerazioni della Commissione ha infatti nuovamente sottolineato il contrasto evidente tra i contenuti della Direttiva Uccelli e la sua effettiva applicazione, ricusando che “il permanere di una posizione negativa nei confronti dell'istanza italiana rappresenta una palese discriminazione, peraltro ingiustificata perchè priva di ogni fondamento scientifico”. Non si capisce il motivo per cui la Commissione per esempio continui a ritenere che la cacciabilità della specie negli altri Paesi Mediterranei non susciti identiche preoccupazioni, obietta Cosentino, il quale ricordando che l'Italia utilizza già da tempo le deroghe per limitare i danni dello storno, ribadisce la formale richiesta dell'avvio delle procedure necessarie per l'inserimento dello storno tra le specie cacciabili.
[h=2]CIA: LO STORNO DEVE ESSERE SPECIE CACCIABILE[/h]
giovedì 5 settembre 2013
​Negli ultimi quattro anni i danni all’agricoltura in Emilia Romagna ammontano a 8 milioni e 700 mila euro. Di questi quasi 2 milioni sono causati da specie cacciabili solo in deroga alla Direttiva Uccelli (come storno, piccione, passero), ovvero il 20-22% annuo di danni causati, sul totale accertato, può essere affrontato solo con l'ausilio della caccia in deroga. Lo ricorda in una nota la Cia Reggio Emilia, provincia in cui, solo nel 2012, si sono registrati danni per 82 mila euro a causa degli storni e 7 mila per i piccioni. La vera emergenza dunque riguarda lo storno.

La Cia ha elaborato un documento da sottoporre alle istituzioni in cui chiede che si possa tornare a cacciare lo storno, che oggi è specie protetta in Italia. "Lo storno - dice Cia - è stato inserito dall’Unione Internazionale della Natura (IUCN – gruppo di studio sulle specie invasive) fra le 100 specie aliene più dannose al mondo. Nel territorio italiano si lamentano particolarmente danni alle colture (vite, olivo, frutteti, sementi) pericoli per le città d’arte, i manufatti, i monumenti e pericoli per l’ambiente. Inoltre l’invasività della specie mette a rischio la sopravvivenza e la riproduzione delle specie autoctone.

Posizioni condivise dai rappresentanti degli Atc e delle associazioni venatorie presenti all'incontro ad um recente incontro sul tema, ma anche dall’Assessore provinciale Alfredo Gennari. "Una soluzione certo estrema - ha detto - ma che tiene conto della limitata efficacia nel tempo dei sistemi di dissuasione adottati dagli agricoltori". Secondo la CIA, l’ambiente e l’agricoltura pagano il prezzo di una politica del Governo incoerente ed immobile sia sul tema delle deroghe che su quello della caccia in generale.

continua............
 
CIA EMILIA ROMAGNA: PERCHÈ LO STORNO NON È TRA LE SPECIE CACCIABILI ANCHE IN ITALIA?


lunedì 8 febbraio 2010
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Lo storno continua a danneggiare pesantemente le coltivazioni di gran parte delle regioni italiane. A riportare in auge l'allarme è in questi giorni Cia Emilia Romagna lamentando il mancato inserimento di questa specie tra quelle cacciabili, cosa per altro successa in altri paesi europei come Ungheria, Romania e Bulgaria.

Secondo l'associazione, in occasione del decennale aggiornamento della direttiva comunitaria sulla conservazione degli uccelli selvatici, caduto lo scorso anno, il nostro paese non avrebbe richiesto con adeguata motivazione l'inserimento dello storno nell'elenco di quelle oggetto di caccia. Così che nell'atto di aggiornamento della Direttiva Ue 79/409 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea il 26 gennaio scorso, non compare nessuna modifica in questo senso per il nostro paese, tra i più colpiti da questa specie dannosa.

"Il provvedimento - spiega la nota della Cia - anche in considerazione della recente entrata nella Ue di molti Paesi dell'ex Europa orientale, ha subito alcune modificazioni e aggiornamenti anche per quanto attiene le specie di uccelli come lo storno (sturnus vulgaris), un uccello gregario che nei Paesi nordici è protetto perché non costituisce un problema in quanto non esistono coltivazioni di vite e olivo che esistono nel sud Europa".

"Cogliendo l'opportunità della periodica revisione della Direttiva (di norma ogni 10 anni) molti Paesi dell'Europa sud orientale, compresa l'Ungheria, la Romania e la Bulgaria - precisa la Confederazione - si sono attivati chiedendo e ottenendo l'inserimento di storno e tortora dal collare nell'elenco delle specie cacciabili dal 2010, così come è stato precedentemente concesso a Spagna, Francia e Grecia”.

Secondo la Cia l'Italia non ha ottenuto il prelievo dello storno semplicemente perchè non l'ha richiesto, perchè, sottolineano gli agricoltori, la richiesta non potrebbe che essere stata accolta, non potendosi negare all'Italia quello che è stato concesso a tutti i Paesi che hanno estesi vigneti, frutteti e oliveti".

Eppure, come abbiamo illustrato in questo speciale di BigHunter, sappiamo che non è così e che il nostro ministero ha più volte visto rifiutarsi la richiesta, l'ultima volta in data 27 luglio 2009.

L'unica certezza ora, ribadiscono gli agricoltori, è che continuerà la lunga e complicata procedura delle 'deroghe' e di conseguenza il teatrino dei ricorsi e controricorsi al Tar e al Consiglio di Statocontro le delibere che ogni Regione continuerà a prendere per rendere cacciabile lo storno. "L'unico risultato - conclude la Cia - sarà un incremento di costi per Regioni e Province e di tanto lavoro per avvocati e soprattutto resteranno beffati gli agricoltori che dovranno continuare a subire i danni dagli storni".

dai romano, con tutto quel che hanno da fare i nostri parlamentari europei, vuoi che perdan tempo per la nostra agricoltura, la nostra caccia, le nostre tradizioni, i nostri prodotti, i nostri monumenti, il nostro mare.....per noi??? non scherzare, son li' per ben altri motivi......ma non chiedermi quali perche' al momento mi sfuggano!!!!
 
I "passaggi" postati da Romano sono noti.....purtroppo l'Italia non è stata trattata come gli altri paesi menzionati semplicemente xchè non ha DOCUMENTATO A SUFFICIENZA la sua richiesta...come gli altri hanno fatto....
Il documento che fa testo...e che DOVREBBE permettere all'Italia di potere reinserire lo storno tra le specie cacciabili...è la relazione ARTICOLATA E ESAURIENTE ( si spera ) dell'ISPRA del Febbraio 2011....
La modifica degli allegati della Direttiva Uccelli è considerata dalla UE....giustamente...una cosa seria.....
Purtroppo i ns governanti x anni non l'hanno considerata tale e i risultati sono quelli noti...
 
"....La lettera di Bruxelles contiene anche una puntualizzazione poco gradevole che suona più come un avvertimento: “noto anche – scrive sempre Falkenberg a Cosentino – che le informazioni inviate dall'Italia riguardano unicamente l'inserimento dello storno tra le specie cacciabili, in virtù del suo (stimato) stato di conservazione favorevole e non menzionano invece la situazione di altre specie attualmente cacciabili in Italia, ma che sono considerate essere in uno stato di conservazione sfavorevole..."

Uhm....sembra quasi una minaccia in stile mafioso....
 
"....La lettera di Bruxelles contiene anche una puntualizzazione poco gradevole che suona più come un avvertimento: “noto anche – scrive sempre Falkenberg a Cosentino – che le informazioni inviate dall'Italia riguardano unicamente l'inserimento dello storno tra le specie cacciabili, in virtù del suo (stimato) stato di conservazione favorevole e non menzionano invece la situazione di altre specie attualmente cacciabili in Italia, ma che sono considerate essere in uno stato di conservazione sfavorevole..."

Uhm....sembra quasi una minaccia in stile mafioso....



Siamo noi che non sappiamo presentare domande accettabili....
Lo storno per la UE è specie protetta...come il falco pellegrino....se lo vuoi cacciare devi portare a supporto della tua richiesta documentazione dettagliata e convincente.
Se siamo rimasti l'unico paese della UE in cui lo storno fa danni a non poterlo cacciare il motivo ci sarà....o davvero pensiamo che quei cattivoni della Commissione Ambiente a Bruxelles ce l'hanno con noi???
L'ultima risposta negativa risale a 3 anni fa....da quel giorno dovremmo aver fatto le cose x bene....dovremmo....
 
Beh Andrea è innegabile che l'affermazione del politico di Bruxelles voglia dire : chiedete lo storni ma non mettere sul piatto qualcos'altro che voi cacciate ma che molti altri non cacciano ... Non specifico cosa perché si sa...
 
Beh Andrea è innegabile che l'affermazione del politico di Bruxelles voglia dire : chiedete lo storni ma non mettere sul piatto qualcos'altro che voi cacciate ma che molti altri non cacciano ... Non specifico cosa perché si sa...

A me non risulta che gli altri paesi a noi vicini abbiano dovuto rinunciare a qualcosa x avere lo storno.....
Anzi...se si esclude l'Ungheria siamo tra i paesi che hanno meno specie cacciabili a disposizione...
La questione è sempre e solo politica....se ci fosse stato un impegno politico diverso non saremmo qui a scrivere.
 
Beh Andrea è innegabile che l'affermazione del politico di Bruxelles voglia dire : chiedete lo storni ma non mettere sul piatto qualcos'altro che voi cacciate ma che molti altri non cacciano ... Non specifico cosa perché si sa...
 
Beh Andrea è innegabile che l'affermazione del politico di Bruxelles voglia dire : chiedete lo storni ma non mettere sul piatto qualcos'altro che voi cacciate ma che molti altri non cacciano ... Non specifico cosa perché si sa...

la pavoncella la darei volentieri,visto che non ce ne,saluti
 

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